Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lily Liddell    23/11/2014    3 recensioni
Post-Mockingjay | Hayffie | Effie's POV {+Evelark}
~
Sequel di Rain.
{Potranno comunque essere lette separatamente.}
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Sono passati due mesi da quando Haymitch, Katniss e Peeta sono tornati al Distretto 12. Effie non se la passa bene, Plutarch le dà una mano ma il suo appartamento è stato distrutto durante i bombardamenti; è ancora psicologicamente sconvolta dall’esperienza in prigione e spera che il tempo guarisca le ferite.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Capitolo 1:
Io non so più chi o che cosa sono. Al 13 ero una capitolina, alla Capitale sono una ribelle… Fortunatamente, fra le quattro mura di questo appartamento, sono solo Effie.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Capitolo 18:
Dal momento che Peeta e Katniss hanno deciso di sposarsi pochi giorni prima del compleanno della ragazza, a lui tocca il compito di preparare non una, ma due torte.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Capitolo 38:
L’odore pungente del detersivo s’infiltra nelle mie narici e non riesco a combattere la nausea.
I fumi profumati che evaporano dai vestiti appena lavati non sono nocivi ma mi vanno direttamente alla testa, causandomi continui capogiri.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Atmosphere'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A/N: Scusate questa nota all’inizio, vorrei solo chiedervi di leggere la nota alla fine dopo aver letto, perché ci terrei a spiegare alcune cose presenti all’interno di questo capitolo.

4x02 Qualcosa di prestato, qualcosa di blu
 
Dal momento che Peeta e Katniss hanno deciso di sposarsi pochi giorni prima del compleanno della ragazza, a lui tocca il compito di preparare non una, ma due torte.
Non è nemmeno un compleanno da poco, visto che compirà ventun anni. Quindi abbiamo deciso di far restare gli invitati qualche giorno in più, per poter festeggiare tutti insieme.
Parlando di invitati, ormai mancano quattro settimane al matrimonio e Katniss non mi ha ancora detto quante persone saremo esattamente. Peeta mi ha assicurato che hanno già telefonato a tutti, ma preferirei comunque avere una lista scritta.
Abbiamo stabilito che saremo in pochi ad assistere al matrimonio vero e proprio, mentre alla cena inviteranno anche altri abitanti del Distretto, loro amici.
Ancora non ho idea di che cosa indosserò, ma impegnata come sono a organizzare tutto il resto, il mio abito è l’ultimo dei problemi.
Sia i futuri sposi che Haymitch si sono categoricamente rifiutati di fare delle prove, ma ho ancora un po’ di tempo per convincerli. Almeno una prova li costringerò a farla, non ho intenzione di discuterne.
Questa mattina mi sono svegliata di buon umore, quindi mi alzo dal letto e dopo aver nutrito Pumpkin ed essermi fatta una doccia rigenerante – perfino l’acqua calda non ha dato problemi – decido di uscire per andare a parlare con Peeta, in panetteria.
L’aria primaverile di aprile mi solletica sulla pelle quando esco di casa, mi assicuro di chiudere la porta e prima di proseguire, mi prendo qualche secondo per abituarmi alla temperatura. Forse avrei fatto meglio a portare un giacchino o qualcosa di simile, perché fa ancora un po’ troppo freschetto per i miei gusti.
Finalmente mi decido a darmi una mossa, in fondo non ho tutta la mattinata, e mi dirigo verso la strada.
Le oche sono più nervose del solito, e quando volto la testa per capirne il motivo, mi rendo conto che è perché Haymitch sta dando loro da mangiare in questo momento.
Più che dare da mangiare, in verità, sta gettando grossi pezzi di pane all’interno del loro recinto, per poi guardarle azzuffarsi fra loro mentre starnazzano come delle pazze e perdono piume.
Mi avvicino lentamente, per non disturbarlo. « Sembra che io non sia l’unica ad essere felice del fatto che il carico di liquore sia in ritardo… »
Lo faccio sobbalzare e le oche si spaventano. « Non- farlo. » Si volta verso di me, con uno sguardo allibito e la cosa non può che farmi ridere, però annuisco, scusandomi. « Che ci fai in piedi a quest’ora? Credevo che la Principessa non si svegliasse prima delle dieci del mattino. » Mi prende in giro, tornando a gettare il pane alle oche.
Avvicinandomi ulteriormente, stando attenta a non essere troppo vicina al recinto, incrocio le braccia al petto, osservando la scena davanti ai miei occhi. « Mi sono svegliata più riposata del solito. » Rispondo, senza particolare enfasi. È raro vederlo sereno come in questo momento, forse non sono l’unica ad essersi svegliata bene. « E poi devo finire di parlare con Peeta per quanto riguarda la torta del matrimonio. »
Haymitch scuote la testa, divertito, poi si volta a guardarmi. « Lascialo respirare. Solo perché è l’unico che ti ascolta non vuol dire che devi torturarlo con questa storia del matrimonio perfetto. »
Senza ascoltarlo minimamente, decido di prendere un po’ di coraggio e affiancarlo vicino al recinto. Non credo che le oche si interesseranno molto a me, dato che sono molto più interessate a mangiare.
Haymitch non dice niente, ma prova a passarmi un pezzo di pane. Io resto ferma, facendo scorrere lo sguardo dalla sua mano ai suoi occhi, parecchio indecisa. Non credo di volerlo fare, quelle oche mi odiano e il sentimento è reciproco. « Andiamo, dolcezza. » Mi incita, costringendomi a prendere il pane. « Non ti mangiano mica. »
Avrei i miei dubbi su questo, ma mi limito a inspirare rumorosamente, tornando a guardare le oche, che adesso hanno gli occhi puntati su di me. Piccoli occhietti neri, tutti fissi a guardarmi. Mi vengono i brividi e improvvisamente mi pento della mia idea di avvicinarmi.
« Se non ti sbrighi potrebbero decidere di venire a prenderselo da sole… » C’è una punta di presa in giro nel suo tono di voce, ma non ci faccio caso perché l’idea di quelle bestiacce mi disgusta, quindi stacco velocemente un pezzo di pane e lo lancio il più lontano possibile da me, ritraendo immediatamente la mano.
Subito le oche cominciano a muovere nervosamente le ali e a starnazzare, poi si allontanano, rincorrendo la mollica.
« È stato tanto male? » Mi prende in giro di nuovo, sopprimendo una risata, ma gli lancio un’occhiataccia, restituendogli il resto del pane. Anche se devo ammettere che la sua risata ha un qualcosa di ipnotico.
Una folata di vento mi fa rabbrividire e Haymitch mi guarda di sottecchi, prima di decidere di levarsi il maglione che sta portando in quel momento, restando solo con una maglietta sottile, per poggiarmelo sgraziatamente sulle spalle. « Dovresti coprirti di più, non fa ancora abbastanza caldo da andare in giro così. » Non mi guarda in faccia mentre parla, ma non posso fare a meno di sorridere, mentre un senso di calore mi riscalda lo stomaco.
Sorridendo, mi sporgo verso di lui, mettendomi sottobraccio e appoggiandomi anche io al recinto.
Restiamo in silenzio finché le oche non tornano da Haymitch e lui riprende a lanciare pezzetti più piccoli, per tenerle sulle spine.
« Hanno dei nomi? » La mia domanda è incredibilmente stupida e non so nemmeno perché gliel’ho chiesto. Haymitch non darebbe mai dei nomi a questi animali…
Lui si stringe nelle spalle. « Solo qualcuna, e solo quando sono annoiato. » Non capisco che cosa voglia dire; ma improvvisamente mi chiedo se ce ne sia una con il mio nome. Non perché mi interessi veramente, ma più per curiosità.
Non ho intenzione di chiederglielo, ma anche se non lo faccio, la risposta arriva comunque. Allunga un braccio verso una delle oche che al momento non è interessata al pane. « Lì. » Dice e ogni tanto credo sul serio che possa leggermi nel pensiero, o forse è solo perché quest’anno sono esattamente vent’anni che ci conosciamo.
Immagini del nostro primo incontro si susseguono davanti ai miei occhi, e mi portano il sorriso sulle labbra.
« E posso sapere il motivo? » Con la coda dell’occhio cerco di notare la sua espressione, senza però voltarmi verso di lui. Il suo viso è impassibile, ma i suoi occhi sorridono, riesco a vederlo.
« È quella con la voce più starnazzante di tutte. » La sua risposta gli fa guadagnare uno sguardo indignato e un colpo secco sul braccio, ma non batte ciglio, anzi, nasconde un sorriso sotto i baffi. Poi indica altre due oche, che al momento si stanno pulendo le piume a vicenda. « Quelle due sono Katniss e Peeta. »
Trattenendo una risata, penso che nemmeno a Katniss farebbe molto piacere sapere che c’è un’oca che porta il suo nome.
« Quella lì è Bran. » Aggiunge, e questo nome mi fa corrugare lo sguardo. Cerco di capire dove stia indicando e noto un’oca più piccolina delle altre. Dal momento che è un po’ che non ricevono pane, si sono calmate e al momento lei è acquattata tranquilla, in un angolino del recinto.
« Hai dato ad un’oca il nome di tuo fratello? » Non so per quale motivo, ma la notizia mi lascia piuttosto perplessa.
Lui annuisce, stringendosi nelle spalle. « Quella con le penne mezze nere invece è Arya. »
E il nome della sua ragazza. Inquietante. I miei occhi si fermano su di lei, constatando che l’oca Effie è decisamente più aggraziata.
« Deliziosa. » E spero veramente che lo sia, perché adesso so cosa ceneremo al matrimonio. Mi schiarisco la voce, sentendomi incredibilmente stupida e anche un po’ in colpa per questo pensiero, ma è arrivato prima che potessi fermarlo. « Devo- devo andare da Peeta, si sta facendo tardi. »
Congedandomi un po’ troppo velocemente, saluto Haymitch con un singolo bacio sulla guancia, prima di andarmene, dimenticandomi di restituirgli il maglione.
Quando arrivo da Peeta, lui è in cucina, ricoperto di farina. « Effie! » Mi saluta, contento di vedermi e si avvicina per abbracciarmi.
Trattenendo il respiro e facendo un passo indietro, sollevo le mani per non farlo avvicinare oltre, lui resta un momento interdetto, poi si guarda le mani e scuote la testa, un po’ divertito. « Scusami, sto finendo di decorare la torta di prova per il matrimonio. Aspetta, ti faccio vedere! »
Almeno lui mi ha dato ascolto a proposito delle prove, non so come farei senza Peeta; su questo Haymitch ha ragione, è l’unico che mi dà ascolto.
Rimango ad aspettare, con l’odore del pane appena fatto che mi ricorda che questa mattina non ho ancora fatto colazione.
Peeta arriva poco dopo, spingendo un carrello sul quale è poggiata una torta un po’ piccolina. « Quella che farò per il matrimonio ovviamente sarà più grande. » Dice, evidentemente deve aver letto la mia espressione perplessa. Anche se le dimensioni non sono il mio unico dubbio…
« È- molto bella, ma è… » Non so bene come dirlo senza sembrare scortese, quindi mi limito a dire le cose come stanno, tamburellando con le dita della mano destra sul labbro inferiore. « …blu. »
La torta ha tre piani, rivestita di panna bianca, però è macchiata da strisce blu, come se i due colori si fossero mischiati.
Peeta annuisce, girandola verso di me per farmi vedere il resto delle decorazioni, che devo essere sincera, sono bellissime. « Mi è caduto del colorante nella crema, Katniss ha detto che le piace così, quindi penso che la rifarò in questo modo. »
Una torta blu? Non sono proprio convintissima, ma se è quello che vogliono loro…
Peeta poi prende un cucchiaio e con quello raccoglie un po’ di crema colorata, passandomelo con un sorriso. « Assaggia, ti assicuro che il colorante non ha alterato il sapore. »
Accetto il cucchiaio e lo porto alle labbra; la panna si scioglie immediatamente sulla mia lingua e il suo sapore dolce m’invade la bocca. Per quanto mi riguarda, a questo punto la torta potrebbe essere anche a pois verdi, non m’importerebbe. « E torta blu sia… » Gli sorrido, riconsegnando il cucchiaino a Peeta, che sorride soddisfatto.
Prima di andarmene, lui mi consegna una busta di carta contenente una grossa quantità di biscotti appena sfornati. Lo ringrazio, salutandolo con un abbraccio e torno in strada.
Mangiucchiando biscotti mentre cammino, cerco di fare mente locale. Almeno adesso la questione torta è sistemata, ora devo raggiungere Katniss per vedere se ha scritto o meno una lista con tutti gli invitati.
Quando arrivo, la busta di biscotti è metà vuota e Katniss si sta preparando per uscire.
Appena entrata, i suoi occhi mi studiano un po’ incuriositi. « Tu e Haymitch avete fatto pace? » Mi chiede, lasciandomi piuttosto perplessa. Lei indica la maglia che ho poggiata sulle spalle, e automaticamente le mie mani salgono a stringerne le maniche, allacciate larghe attorno al mio collo. « È il suo maglione, no? »
Io annuisco, sollevando appena il mento, ignorando il suo sguardo divertito. A volte mi sembra ancora una bambina! « Avevo freddo e me lo ha prestato, non è cambiato assolutamente nulla. » Mi affretto a precisare, per non farle venire strane idee.
Immediatamente dopo, Katniss si affretta a cambiare discorso e mi chiede per quale motivo sia venuta, avvisandomi che sta per andare a caccia.
Visibilmente contrariata, la costringo a smettere di prepararsi. « Katniss, » Il mio tono di voce lascia trasparire l’esasperazione che sto provando in questo momento. Sembra non capire quanto sia importante il passo che compirà da qui a breve. « Non dovresti andare a caccia con il matrimonio così vicino, se dovesse succederti qualcosa dovresti rimandare tutto! »
Lei scuote la testa, rifilandomi un’occhiata scettica. « E tu non dovresti mangiare tutti quei biscotti, o non entrerai nel vestito. »
Quest’uscita mi prende del tutto alla sprovvista e rimango ferma a guardarla, sconcertata. Dopo tutto il tempo che ci conosciamo, dovrebbe aver imparato un po’ di buone maniere e invece ogni giorno che passa, diventa sempre più impertinente. Avere come vicino di casa Haymitch dev’essere un’influenza terribile.
Sorridendo compiaciuta del fatto di essere riuscita a zittirmi, Katniss mi dà le spalle e senza scusarsi si dirige verso la cucina.
Almeno adesso non sembra più avere intenzione di uscire. La raggiungo velocemente, ancora un po’ offesa. Lei si allunga a recuperare qualcosa da vicino al frigorifero e mi passa un pezzetto di carta stropicciato.
Calo lo sguardo per vedere di cosa si tratti, e mi rendo conto che è la lista che le avevo chiesto.
Un po’ rincuorata, prendo posto a sedere e poggio il foglietto sul tavolo. Katniss rimane in piedi, approfittandone per rimettere in ordine delle stoviglie.
Leggo velocemente i nomi scarabocchiati con una grafia pessima. I primi sulla lista siamo io ed Haymitch, sorrido intenerita da questo gesto, anche se non era affatto necessario aggiungerci. Subito dopo ci sono i nomi di Annie, Finn e Johanna. C’è anche Tom, e alcuni ragazzi che aiutano Peeta in panetteria. La lista continua anche se non per molto. Alcuni nomi sono familiari, altri meno. Saranno in tutto una ventina.
Noto che alcuni nomi che mi sarei aspettata di trovare mancano, uno fra tutti fa sentire la sua mancanza più degli altri.
Sollevo lo sguardo sulla ragazza, che in questo momento mi sta dando le spalle e sembra piuttosto indaffarata a riordinare. « Katniss? » La chiamo e lei si ferma, senza voltarsi.
Non può trattarsi di una distrazione, e non vorrei risultare scortese, quindi cerco di utilizzare il mio tono di voce più dolce. « Tesoro, manca tua madre… »
C’è un attimo di silenzio, in cui lei china la testa e resta ferma. « Lo so. » Dice infine, prendendo a pulire con foga una padella.
Tenendo in mano la lista, mi alzo e lentamente mi metto al suo fianco, senza toccarla. Riesco a capire che è una situazione incredibilmente difficile, ma non credo di riuscire a restarmene in disparte senza fare nulla.
« Katniss, credo tu ci debba ripensare. » Le poggio cautamente una mano sull’avambraccio, prima che consumi la pentola.
Lei si ferma, ma ha ancora lo sguardo chino. « Non credo voglia venire qui, dopo tutto quello che è successo. »
Annuisco, stringendo appena la presa attorno al suo braccio, cercando di confortarla. Già il fatto che non mi stia allontanando è un buon segno. « Lo so, lo capisco. » Le dico, costringendola a girarsi. Sorridendole, le sollevo il mento ma lei distoglie lo sguardo.
Mi spezza il cuore vederla così, non riesco a resistere e la stringo in un abbraccio. All’inizio non ricambia, poi – forse solo per farmi contenta – si china verso di me e ricambia brevemente la mia stretta. Dopo tutto questo tempo, trovo ancora strano che senza i miei tacchi, sia molto più alta di me.
« Prova a darle la possibilità di scegliere. » Abbozzo un sorriso lasciandola andare, ma restando di fronte a lei, sperando di farla sentire un po’ meglio. Lei annuisce piano, prendendo in mano la lista che le sto porgendo.
Allargando il mio sorriso, le afferro il viso fra le mani, accarezzandole affettuosamente le guance con i pollici; automaticamente il suo viso si colora leggermente di rosso e i suoi splendidi occhi grigi si illuminano un po’. « Grazie, Effie. »
Finalmente mi sorride, anche se debolmente. Sta diventando una splendida donna e quegli occhi tristi non si addicono affatto ai momenti felici che la stanno aspettando.
Non so come si evolverà questa situazione spinosa, ma prometto a me stessa che qualsiasi cosa succederà, le starò accanto. Voglio che sia felice e spensierata, almeno il giorno del suo matrimonio.


A/N2: Salve! Questo capitolo non so come definirlo. Non credo di aver mai scritto così tanti Mama!Effie feels. Ero un pochino incerta su come è venuto.
Ahm, sì per i nomi del fratello e della ragazza di Haymitch non ho scusanti. Poca voglia di scervellarmi… sorry.
Comunque ero indecisa anche se inserire o meno quella parte, ma poi ho pensato che Haymitch non si è ancora lasciato il passato alle spalle, non completamente. Nessuno lo ha fatto, diciamo che per adesso continuano a vivere la loro vita, ogni tanto però il passato bussa alla porta.
Sono ricordi che adesso fanno meno male rispetto ad un tempo, non credo che se ne andranno mai del tutto e ho pensato potesse essere carino aggiungere quella parte. Anche per mostrare quanto si conoscono veramente Effie ed Haymitch, per far vedere che la loro amicizia risale a prima della rivoluzione.
Loro due hanno molto passato alle spalle, Effie sa di quello che è successo a lui e alla sua famiglia; e la gelosia, beh ho pensato che sia piuttosto naturale per una donna come Effie, nonostante sia lei stessa ad accorgersi di essere un po’ esagerata.
Spero di non aver dato fastidio, o di aver deluso nessuno.
Grazie per aver letto il capitolo e questa nota spropositatamente lunga. Apprezzo moltissimo tutti quelli che mi scrivono le loro opinioni, sul serio, grazie.
A presto con un altro capitolo,
 

x Lily
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lily Liddell