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Autore: _BadWolf_9    23/11/2014    2 recensioni
-fratellone- disse con esitazione Sherlock, poi continuò. -mamma e papà non torneranno...quindi rimarrai tu con me?-
Mycroft restò in silenzo per un attimo guardando un punto indefinito della foresta poi rispose - si, stai tranquillo- lo rassicurò. -ora andiamo a dormire che ormai si è fatto tardi-.
A quel punto il piccolo annuì prontamente con un flebile sorriso sulle labbra che nascondeva una tristezza infinita e si rannicchiò nel sacco a pelo.
(Johnlock e un pizzico di Mystrade soprattutto nei capitoli seguenti)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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come scusa? -

- non amo ripetermi – sputò aspro e irritato il riccio – mi chiamo Sherlock, John-

Il biondo rimase basito dal nome alquanto bizzarro, dopotutto, doveva aspettarselo. Un uomo a dir poco insolito con un nome altrettanto stravagante, ma estremamente azzeccato che non faceva altro che intrigare e affascinare sempre più il povero John. Oltretutto non poteva fare a meno di osservarlo perchè aveva la parola perfezione scritta ovunque e quel suo fare aggressivo e diretto lo faceva sentire bene, non come tutte le persone false che di solito gli giravan intorno.

 

 

Dopo qualche minuto di silenzio quasi imbarazzante, l'ex soldato riprese a parlare – dunque...Sherlock, stravagante e originale....siamo al sicuro qui? - e posò gli occhi zaffiro in quelli dell'altro. - il mio nome sarà anche stravagante e originale, ma è stupendo, il tuo invece è banale....comunissimo e come avrai capito, io sono tutt'altro che comune. No dobbiamo andarcene al più presto, l'incantesimo durerà ancora una mezz'oretta, dopodichè dovremmo sloggiare. Tornerai a Neradon ed io, se ne ho voglia, a casa – concluse osservandolo con superiorità. John, d'altro canto, non si fece intimidire da quello sguardo tanto gelido quanto bello e cercò di aggiungere che non sarebbe riuscito a tornare quello stesso giorno a casa poiché stremato, quando, svenne cadendo in avanti sopra il riccio.

 

 

Sherlock lo prese al volo e se lo adagiò cautamente addosso un po' scosso, ma stranamente non infastidito. Si mise in ginocchio con la testa del biondo sulle coscie e l'osservò per molto tempo. Pensò a lungo a quale strano effetto gli faceva quel semplice uomo dal cuore puro. Aveva una voglia incredibile di toccargli i capelli che parevan argentati alla luce della luna, ma si limitò a studiarlo; poi s'accorse che la coscia su cui era appoggiata la testa di John, era sporca di sangue e si allarmò.

Era ferito? John era ferito e si era comunque preso cura di lui? Nessuno si era mai preso cura di lui! Sembrava abbastanza grave, cosa avrebbe fatto? Cercò per qualche minuto se nel suo immenso palazzo mentale, si trovava qualche nozione valida alla situazione, ma era tutto fuorchè utile.

C'era solo una soluzione....Mycroft! Si maledisse di star per cadere così in basso da chieder a suo fratello. Ma John....John era diverso, si disse. Che fosse importante?

 

 

mmmmmmhh – mugugnò leggermente John cercando di alzare le pesanti palpebre.

John, riposati. Sei al sicuro con me -.

She-Sherlock dove siamo? Fa freddo... – riuscì a dire richiudendo gli occhi.

- tranquillo stiamo volando, John.- disse spostando lo sguardo all'orizzonte e tenendolo più stretto per scaldarlo maggiormente - stiamo volando... - concluse.

 

 

 

Quando John si svegliò, notò la fasciatura che gli circondava la testa e si rese conto di non trovarsi nella grotta, ma bensì, sdraiato su un comodo letto. Aveva una strana sensazione di calore addosso e qualche frammento di ricordo della sera prima, ma nulla di definito. Cercò di mettersi seduto, ma le gambe erano bloccate da qualcosa, anzi da qualcuno. Dopo poco, riuscì a distinguere distintamente Sherlock addormentato sui suoi arti inferiori, ma.....cosa aveva attacchate alla schiena?

- ...oh mio Dio... -. riuscì a pronunciare il biondo un po' scosso e intimorito, poi decise di aspettare ancora qualche istante prima di alzarsi muovendosi il meno possibile. - John...- sussurò lo spilungone -...Jawn...grazie-. John riuscì a liberarsi dal dolce peso dell'altro, ma non potè fare a meno di pensare come suonasse bene il proprio nome pronunciato in quella maniera e sistemò al meglio Sherlock sul letto dove precendentemente c'era sdraiato lui. Ebbe non poche difficoltà nel sistemare le immense ali nere che spuntavano dalla schiena dell'altro, ma a quanto pare quest'ultimo era talmente sfinito, da non accorgersi che qualcuno lo stava spostando. Sistemato l'amico, l'ex capitano, decise di uscire dalla stanza per un sopralluogo, ma giunto davanti alla porta, questa si aprì mostrando chi stava per entrare. - buongiorno signor Watson – iniziò questi. John l'osservò per qualche istante e drizzò la schiena alzando la testa. Era alto quanto Sherlock, aveva l'aspetto di un nobile e un viso quasi familiare e freddo. - buongiorno, ci conosciamo?- chiese corrugando la fronte.

-  io la conosco molto bene Capitano, prego mi segua – disse lo sconosciuto indicando le scale che scendevano. Arrivati al piano di sotto, si accomodarono al tavolo nella bellissima sala. Ma dove si trovavano? Chi era questo uomo che diceva di conoscerlo? Perchè Sherlock ha le ali? Cos'è tutto questo sfarzo? Le domande di John erano molte e non finivano di attanagliargli la mente.

non si preoccupi Capitano, ora le spiegherò tutto quello che ha bisogno di sapere. Bene, mi presento, mi chiamo Mycroft Holmes e sono il fratello maggiore di Sherlock- il biondo spalancò la bocca incredulo alla notizia e l'altro continuò – io e mio fratello, come avrà capito, non facciamo parte della popolazione comune, infatti siamo Arcadiani. Lei è già ad Arcadia se se lo sta chiedendo. Superata la foresta dove a trovato mio fratello, c'è il confine che pochissimi umani hanno osato oltrepassare, e separa il nostro mondo dal vostro. John lei ha visto i poteri di Sherlock e per questo non posso lasciarla andare senza assicurarmi che non ne farà parola con nessuno. Sono disposto a pagarla purchè se ne vada e non torni a cercarci -.

no aspetti...i-io non ho intenzione di andarmene finché suo fratello non starà meglio e non voglio denaro, assolutamente. Non ha bisogno di comprarmi per mantenere il segreto.-

non ce ne sarà bisogno, ora è solo sfinito, ma si riprenderà presto. Quindi, può tranquillamente tornare a Neradon. – terminò Mycroft. - no! Devo occuparmi di lui. È mio dovere.- disse John guardando fuori dalla finestra. - Aspettate, ma se siamo nella leggendaria Arcadia, perchè non ci troviamo nei dintorni di una qualsiasi città? Siamo completamente isolati! Ho letto alcune storie su questi posti e la descrivevando come sette immense città collegate, non come una casa nella foresta! -

- vede John, la nostra nobile famiglia non è come tutte le altre. Fummo allontanati e esiliati ai confini del Regno dal re Moriarty, poiché ritenuti pericolosi. Come ti avrà dimostrato mio fratello, siamo molto intelligenti, ma non è tutto, infatti, diversamente dalla popolazione arcadiana che comanda uno dei sette poteri, gli Holmes sono in grado di controllarne due. L'unica eccezione è Sherlock che ne controlla quattro. Per questo eravate seguiti stanotte; vogliono ucciderlo. La ringrazio per averlo aiutato.-

il povero Watson era completamente allibito e confuso, ma riuscì a domandare curioso – quali poteri ha suo fratello? E lei?-. Mycroft si aspettava la domanda del Capitano, dopotutto sia per lui che per Sherlock, il biondo era come un libro aperto. Gli si leggeva tutto in faccia. - lui è in grado di mutar forma e come avrà notato, non solo in lupo, ma in qualsiasi cosa voglia diventare a patto che gli basti l'energia vitale. Ha il controllo sia del fuoco che dell'aria e, in parte, può saltare nel tempo. Io, invece, posso controllare l'acqua e sono in grado di teletrasportarmi-.
- fantastico...semplicemente fantastico – sussurò. Poi aggiunse – ma le ali che ha adesso? Sono dell'ultima trasformazione?-. L'altro l'osservò un istante e rispose: – si, stavi sanguinando e anche se stanco, ha fatto crescere due ali senza trasformarsi del tutto per poterti reggere e ti ha portato da me per curarti, poi è svenuto esausto sulle tue gambe – concluse Mycroft passando al tu. - grazie, ora penso che andrò a vedere come sta e.... ti devo un favore. Tranquillo che non gli farò alcun male.- disse John alzandosi e dirigendosi verso le scale.
- So che non gliene farai. Se vuoi puoi preparare del tè... a Sherlock piace e pure a te presumo.- concluse Mycroft con un piccolo sorriso sul volto freddo e distaccato. - vorrà dire che ne preparerò un po'-.

 

 

John lasciò una tazza di tè su quella che doveva essere la scrivania del maggiore degli Holmes e una affianco al corpo tornato quasi del tutto normale di Sherlock. Poi si avvicinò maggiormente per sverstirlo e controllargli le ferite, soprattutto quella al fianco. Iniziò a togliergli le scarpe e i pantaloni, quindi passò alla maglia e lo coprì con le bianche lenzuola aggiungendo una coperta per paura che avesse freddo. Non riuscì a trattenersi e gli accarezzò con la mancina la pallida guancia, mentre con l'altra mano, gli spostava i ricci ribelli che gli cadevan sul viso. Fece per scorrere la mano sul sottile collo, quando Sherlock aprì lentamente gli occhi e li posò su quelli zaffiro dell'altro. - tè al bergamotto....il mio preferito. Te l'ha detto quell'odioso di Mycroft, non è così? – disse girandosi di più verso John. Quest'ultimo abbozzò un sorriso, felice che l'altro si fosse ripreso. - il tè l'ho scelto io perchè mi piace, però devo ammetere che tuo fratello mi ha dato l'idea. Come stai? Fammi dare un occhio al fianco e....e grazie, davvero, non dovevi, cioè non ne eri obbligato.- passò qualche minuto poi il riccio disse – mi sento meglio e il fianco è quasi guarito del tutto -.cambiando discorso quasi imbarazzato, poi lo osservò meglio: - Cosa ti ha detto Mycroft?- continuò con voce irritata cogliendo l'espressione affranta del biondo. John, d'altro canto, non voleva mentirgli, quindi incominciò a parlare col minore degli Holmes del lungo discorso che aveva avuto con fratello. Alla fine, Sherlock era furente. Come si permetteva Mycroft di corrompere John col denaro? Non sapeva spiegarselo, ma da quando i loro occhi si incontrarono per la prima volta, tra loro si era creato come un collegamneto che non riusciva a comprendere e ciò lo innervosiva. Lui che era sempre stato distaccato da tutti i sentimentalismi, si stava facendo trasportare da quel comune umano dal sorriso sincero senza rendersene conto. - avrei una proposta da farti e scommetto che l'accetterai – sorrise quasi maliziosamente Sherlock. John fece un cenno col capo come per dire che lo ascoltava, quindi il riccio continuò – ho attestato personalmente che sei bravo a combattere ed eri un capitano, quindi vorrei diventassi il mio aiutante – il biondo lo guardò un momento, poi parlò – aiutante per cosa? -. lo spilungone sbuffò quasi divertito e si mise a sedere continuando – mi aiuteresti a liberare il mio popolo dalla tirannia del re Moriarty? -.

John era un unomo tranquillo, ma gli mancava l'avventura da quando era tornato dalla guerra e questo Sherlock l'aveva capito, quindi sorrise al pensiero di averlo già al suo fianco. Neanche un secondo dopo arrivò la risposta – si! Ne sarò più che onorato- pronunciò alzando il mento con fare militaresco.
- ottimo! - disse l'altro scattando in piendi con una smorfia di dolore e aggiungendo – potevi anche accettarlo il denaro di mio fratello ...di certo non ci avrebbe fatto schifo. Dobbiamo andare nel mio appartamento a Baker Street per poter indagare meglio. Si trova al confine tra i nostri mondi, a Forah. In questo modo non verremo scoperti e li ho persone di fiducia per poterci far dare un aiuto -. John sgranò gli occhi poi annuì e parlò – come farai a non essere riconosciuto? Mycroft mi ha detto della vostra voglia che vi distingue anche se non l'ho ancora vista.... e poi, sicuro che posso entrare a Forah anche se non ho poteri?-

bhè come ti ho detto siamo molto intelligenti ed io e mio fratello abbiamo creato una crema che nasconde la macchia, mentre tu basta che non ti cacci nei guai e non verremo scoperti.- concluse Sherlock ammiccando e abbozzando un mezzo sorriso.

I due si catapultarono di sotto e Sherlock non degnò di uno sguardo il fratello uscendo di casa, mentre John salutò cortesemente e seguì a ruota l'altro.

 

- ho un metodo per recuperare le forze, con questa! - disse il riccio mostrando al biondo una boccietta con del liquido giallo. - è un estratto che mi permette di reintegrare velocemente energia così potremo arrivare velocemente dei dintorni di Forah – aggiunse esaltato

 

 

Intanto a Neradon....

 

aiutatemi per favore! - gridò in lacrime la giovane Harry – la prego Lestrade, lei che è amico di John, lo trovi – continuò lanciandosi in ginocchio hai piedi del capo di Scotlan Yard. - va bene, va bene signorina Watson, si calmi. Andrò a cercarlo. Dove lo ha visto l'ultima volta? - disse il Detective.

era vicino alla foresta, aveva detto che sarebbe tornato ieri sera. L'ho lasciato li da solo – singhiozzò la fanciulla.

- partirò da li allora. Lo troveremo. -.

Lestrade arrivò ai margini di Neradon e notò che per terra c'era il vecchio maglione caramello di John e si avvicinò svelto. Poco distanti, intravide delle orme che si dirigevano verso il bosco e il Detective decise di seguirle. Dopotutto John era un suo grande amico, non poteva abbandonarlo e disse quasi tra se
dannato Watson...sempre nei guai ti cacci eh! -.


                                                                                                                                                                        Continua

   
 
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