Siamo
ancora qui, io e te. Tu con il tuo tè, io con le mie sigarette.
Stavolta
lo sorseggi senza sorriso, quasi per forza. Sei entrato nel giro, non ne uscirai
così facilmente.
“Dov’è
adesso?” La tua voce è atona.
“A casa
sua…avrà bisogno di tempo.”
Mi guardi
e annuisci.
“Ci teneva
molto a lei, vero?”
“Ognuno di
loro due teneva molto all’altro. Sì, si volevano bene.”
dico con amarezza.
“Che cosa
cambierà adesso?”
“Non puoi
preoccuparti adesso delle
conseguenze, Draco”.
Alzi gli occhi incerto: erano anni che non ti chiamavo per nome. Ora
che ci penso, non credo di averlo mai fatto.
“Era solo
una domanda…”
Sento il
dovere di rispondere. “Tutto cambierà.”
“Credi di
potercela fare?”
“Non
posso, devo farcela”
“Guidare
l’Ordine sarà dura…Esserne a capo…L’impegno dovrà essere enorme…”
C’è una
nota di ammirazione nella tua voce.
“Questo
incarico avrà tutto me stesso”.
“E per me,
cosa rimarrà?”
“Il tuo
momento l’hai avuto, anche troppo presto, adesso faresti bene a restartene
tranquillo per un po’…”
“Non
intendevo questo…non voglio un incarico…”
Stavolta
ti guardo io per primo. Sfiori con un pollice annerito la tazzina, per poi
spingerla avanti.
“Cosa
vuoi? Vuoi andartene.”
“No! Dico
solo…Se l’incarico avrà tutto te stesso…A me, cosa rimarrà di te?”
Dopo un
attimo di asfissiante incredulità, sbotto: “Credi forse di meritare me?”.
La
risposta ha gelato entrambi. Sia te che me. Ne sono davvero convinto?
“No, hai
ragione…No…No, mille volte no.”
Abbasso lo
sguardo, adesso; tu sbuffi, e ti lamenti: “Non riuscirò mai a capirti…”
Rido e punto la bacchetta verso il pacchetto di sigarette sul
tavolo. “Evanesco.”
“Soprattutto
dopo questo” affermi, comicamente convinto.
Anch’io
sorrido, ma ritorno subito serio: “Scegliesti una strada, tempo fa, e io presi
quella parallela alla tua.”
Dopo una
pausa, riprendo. “E sai qual è la peculiarità di due strade parallele, Malfoy?”
“Sì, Potter,
ma voglio che sia tu a dirmela.”
“Che non
s’incontrano mai. Mai.”
“Proprio
mai?”
“Proprio
mai.”
“Neanche
se si fa una deviazione, e si finisce fuori strada? Neanche così?”
“Perché
vorresti farla, questa deviazione?”
“Si fanno
degli sbagli…Si può sempre essere incoerenti, nella vita.”
“Tu sei
incoerente, ma non hai né l’orgoglio né il coraggio per deviare.”
“Non sto
parlando di me. Sei tu che stai deviando.”
“Io? Fare
cosa?...”
“Stai
deviando…” indichi il tavolo “Le sigarette le hai buttate, e io ti dicevo da
secoli di farlo.”
“Questo
non significa niente…Ho capito che non servivano a nulla.”
mi giustifico, perché mi fai paura.
“Sì che stai
deviando…Le nostre strade si sono incrociate, ammettilo. Ciò che ho imparato
nel percorrere la mia mi ha permesso di salvarti la vita…e tu hai lasciato che
lo facessi.”
“Che cosa
stai dicendo?”
“Mi sei
venuto incontro! Hai lasciato che ti salvassi…”
“Non ho
lasciato che tu mi salvassi…Avevo paura di morire…chiunque si sarebbe lasciato
aiutare…”
“Ah no,
eh! Non ricominciare…Tu non hai affatto paura di morire…Paura di morire ce l’hanno quelli troppo deboli, troppo attaccati alle cose
della vita…” mi guardi negli occhi “…e tu in questa vita non hai più molto a
cui attaccarti. No, non sarebbe così grave per te, morire…”
Sono cose
che in un altro momento mi avresti detto deridendomi,
con un odioso ghigno sul volto, ma di cui ora parli come se provassi rispetto
per me.
“E se io
invece volessi altro tempo, per cercarle, quelle cose della vita?” ti sfido.
“Liberissimo.”
alzi le mani “Ma tanto non credo che lungo la tua
strada le troverai da solo.”
“Chi
dovrebbe aiutarmi? Tu?” mi alzo in piedi, sbattendo una mano sul tavolo.
“D’accordo,
allora.” mormori, alzandoti e
raggiungendo il bancone della cucina. Lì sopra c’è un altro pacchetto di
sigarette, intero.
Lo apri,
strappando malamente la pellicola, ed estrai una
sigaretta.
La accendi
e in un attimo la sigaretta si trova tra le tue labbra.
“D’accordo.”
ripeti, facendo una tirata.
“Che
fai…?” dico, impalato.
“Devio.”
In poco
tempo mi ritrovo a sorridere. Quando tossisci per il fumo, addirittura rido.
Mi
avvicino e ti spengo la sigaretta buttandola nel lavandino.
“Ma allora
lo fai apposta!” protesti “Sarò libero di essere incoerente per mio conto, o
no?”.
“Liberissimo.”
commento “Non capisco cosa concluderai nella vita,
comunque, se continui a deviare. Devi scegliere da che parte stare, e
rimanerci.”
“Stavolta
lo faccio per sempre.”
“E’ quello
che dici tutte le volte.”
“L’hai
detto, dovrò assumermi la responsabilità di ciò che ho fatto.”
“Come ti è
venuto in mente di seguirci?” chiedo finalmente, aspettando una risposta e
sperando che sarà una liberazione. Semplicemente, non riesco ad affrontare di
nuovo l’argomento senza chiederti perché mai ci hai seguito di nascosto nel
covo dei Mangiamorte, sei spuntato fuori all’improvviso e hai evitato che una
maledizione mi colpisse. Perché sei uscito allo scoperto? Perché mai tutta
questa fretta di farti chiamare ‘traditore’? C’è una taglia sulla tua testa,
ora.
“Ho capito
che avevi bisogno di me. Hai deviato nel momento stesso in cui non hai portato
le cicche con te…E ora ti trovi su un’altra strada, quella giusta. Non devi più
deviare da dove ti trovi.” Sorridi.
Il tuo è
un discorso molto confuso: “Che ne sai che è quella giusta?”
“Lo so,
sono l’ultima persona della Terra che può parlarti di giustizia, onestà e
rettitudine…” ti avvicini a me lentamente “Ma adesso
mi sento particolarmente ispirato…Ti sto venendo incontro per incrociare la mia
vita con la tua, e siccome è il mio cuore a guidarmi, ritengo che percorrere la
tua stessa strada mi porterà alla salvezza.”
Rimaniamo in silenzio entrambi.
Aspetti
impaziente una mia reazione.
Faccio
evanescere anche il secondo pacchetto di sigarette: “Se vorrai camminare con me, non dovrai fumare.”
“Non mi sarà
difficile.” ammetti, tossicchiando ancora e facendomi
ridere.
“Affare
fatto.” ti porgo la mano. Ho deciso di fidarmi di te,
non deludermi, ti prego.
“Non ti
deluderò, vedrai.”
Afferri la
mia mano e mi tiri a te. Le tue labbra, calde, morbide, mi vengono incontro.
Penso che forse
ne è valsa la pena.
E, potrei
giurarci, stavolta lo sai anche tu.
Ne è valsa
la pena di deviare.