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Autore: eleblack    30/10/2008    1 recensioni
“Non dirmi cos’è meglio per me, capito? Non sei tu che puoi aiutarmi!” Ti spingo e salgo le scale fino al pianerottolo. Ti sento ridere: “Proprio in nessun modo?”
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo ancora qui, io e te

Siamo ancora qui, io e te. Tu con il tuo tè, io con le mie sigarette.

Stavolta lo sorseggi senza sorriso, quasi per forza. Sei entrato nel giro, non ne uscirai così facilmente.

“Dov’è adesso?” La tua voce è atona.

“A casa sua…avrà bisogno di tempo.

Mi guardi e annuisci.

“Ci teneva molto a lei, vero?”

“Ognuno di loro due teneva molto all’altro. Sì, si volevano bene. dico con amarezza.

“Che cosa cambierà adesso?”

“Non puoi preoccuparti adesso delle conseguenze, Draco”.

Alzi gli occhi incerto: erano anni che non ti chiamavo per nome. Ora che ci penso, non credo di averlo mai fatto.

“Era solo una domanda…”

Sento il dovere di rispondere. “Tutto cambierà.

“Credi di potercela fare?”

“Non posso, devo farcela”

“Guidare l’Ordine sarà dura…Esserne a capo…L’impegno dovrà essere enorme…”

C’è una nota di ammirazione nella tua voce.

“Questo incarico avrà tutto me stesso”.

“E per me, cosa rimarrà?”

“Il tuo momento l’hai avuto, anche troppo presto, adesso faresti bene a restartene tranquillo per un po’…”

“Non intendevo questo…non voglio un incarico…”

Stavolta ti guardo io per primo. Sfiori con un pollice annerito la tazzina, per poi spingerla avanti.

“Cosa vuoi? Vuoi andartene.

“No! Dico solo…Se l’incarico avrà tutto te stesso…A me, cosa rimarrà di te?”

Dopo un attimo di asfissiante incredulità, sbotto: “Credi forse di meritare me?”.

La risposta ha gelato entrambi. Sia te che me. Ne sono davvero convinto?

“No, hai ragione…No…No, mille volte no.”

Abbasso lo sguardo, adesso; tu sbuffi, e ti lamenti: “Non riuscirò mai a capirti…”

Rido e punto la bacchetta verso il pacchetto di sigarette sul tavolo. “Evanesco.

“Soprattutto dopo questo” affermi, comicamente convinto.

Anch’io sorrido, ma ritorno subito serio: “Scegliesti una strada, tempo fa, e io presi quella parallela alla tua.

Dopo una pausa, riprendo. “E sai qual è la peculiarità di due strade parallele, Malfoy?”

“Sì, Potter, ma voglio che sia tu a dirmela.

“Che non s’incontrano mai. Mai.”

“Proprio mai?”

“Proprio mai.

“Neanche se si fa una deviazione, e si finisce fuori strada? Neanche così?”

“Perché vorresti farla, questa deviazione?”

“Si fanno degli sbagli…Si può sempre essere incoerenti, nella vita.

“Tu sei incoerente, ma non hai né l’orgoglio né il coraggio per deviare.

“Non sto parlando di me. Sei tu che stai deviando.

“Io? Fare cosa?...”

“Stai deviando…” indichi il tavolo “Le sigarette le hai buttate, e io ti dicevo da secoli di farlo.

“Questo non significa niente…Ho capito che non servivano a nulla. mi giustifico, perché mi fai paura.

“Sì che stai deviando…Le nostre strade si sono incrociate, ammettilo. Ciò che ho imparato nel percorrere la mia mi ha permesso di salvarti la vita…e tu hai lasciato che lo facessi.

“Che cosa stai dicendo?”

“Mi sei venuto incontro! Hai lasciato che ti salvassi…”

“Non ho lasciato che tu mi salvassi…Avevo paura di morire…chiunque si sarebbe lasciato aiutare…”

“Ah no, eh! Non ricominciare…Tu non hai affatto paura di morire…Paura di morire ce l’hanno quelli troppo deboli, troppo attaccati alle cose della vita…” mi guardi negli occhi “…e tu in questa vita non hai più molto a cui attaccarti. No, non sarebbe così grave per te, morire…”

Sono cose che in un altro momento mi avresti detto deridendomi, con un odioso ghigno sul volto, ma di cui ora parli come se provassi rispetto per me.

“E se io invece volessi altro tempo, per cercarle, quelle cose della vita?” ti sfido.

“Liberissimo.” alzi le mani “Ma tanto non credo che lungo la tua strada le troverai da solo.”

“Chi dovrebbe aiutarmi? Tu?” mi alzo in piedi, sbattendo una mano sul tavolo.

“D’accordo, allora. mormori, alzandoti e raggiungendo il bancone della cucina. Lì sopra c’è un altro pacchetto di sigarette, intero.

Lo apri, strappando malamente la pellicola, ed estrai una sigaretta.

La accendi e in un attimo la sigaretta si trova tra le tue labbra.

“D’accordo.” ripeti, facendo una tirata.

“Che fai…?” dico, impalato.

“Devio.”

In poco tempo mi ritrovo a sorridere. Quando tossisci per il fumo, addirittura rido.

Mi avvicino e ti spengo la sigaretta buttandola nel lavandino.

“Ma allora lo fai apposta!” protesti “Sarò libero di essere incoerente per mio conto, o no?”.

“Liberissimo.” commento “Non capisco cosa concluderai nella vita, comunque, se continui a deviare. Devi scegliere da che parte stare, e rimanerci.

“Stavolta lo faccio per sempre.”

“E’ quello che dici tutte le volte.”

“L’hai detto, dovrò assumermi la responsabilità di ciò che ho fatto.

“Come ti è venuto in mente di seguirci?” chiedo finalmente, aspettando una risposta e sperando che sarà una liberazione. Semplicemente, non riesco ad affrontare di nuovo l’argomento senza chiederti perché mai ci hai seguito di nascosto nel covo dei Mangiamorte, sei spuntato fuori all’improvviso e hai evitato che una maledizione mi colpisse. Perché sei uscito allo scoperto? Perché mai tutta questa fretta di farti chiamare ‘traditore’? C’è una taglia sulla tua testa, ora.

“Ho capito che avevi bisogno di me. Hai deviato nel momento stesso in cui non hai portato le cicche con te…E ora ti trovi su un’altra strada, quella giusta. Non devi più deviare da dove ti trovi. Sorridi.

Il tuo è un discorso molto confuso: “Che ne sai che è quella giusta?”

“Lo so, sono l’ultima persona della Terra che può parlarti di giustizia, onestà e rettitudine…” ti avvicini a me lentamente “Ma adesso mi sento particolarmente ispirato…Ti sto venendo incontro per incrociare la mia vita con la tua, e siccome è il mio cuore a guidarmi, ritengo che percorrere la tua stessa strada mi porterà alla salvezza.”

Rimaniamo in silenzio entrambi.

Aspetti impaziente una mia reazione.

Faccio evanescere anche il secondo pacchetto di sigarette: “Se vorrai camminare con me, non dovrai fumare.

“Non mi sarà difficile.” ammetti, tossicchiando ancora e facendomi ridere.

“Affare fatto.” ti porgo la mano. Ho deciso di fidarmi di te, non deludermi, ti prego.

“Non ti deluderò, vedrai.”

Afferri la mia mano e mi tiri a te. Le tue labbra, calde, morbide, mi vengono incontro.

Penso che forse ne è valsa la pena.

E, potrei giurarci, stavolta lo sai anche tu.

Ne è valsa la pena di deviare.

 

 

 

  
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