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Autore: bacionero    24/11/2014    6 recensioni
Candice si ritrova ad abitare nuovamente a villa Andrew. E' lontana da anni dal suo Terry ma qualcosa potrebbe riavvicinarli...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Cara Candy,
so che questa lettera ti trova in ansia per via della mia reazione al tuo finto matrimonio con Archie.
Voglio subito tranquillizzarti, mia cara amica, sorella, e dirti che non c’è nulla di cui devi vergognarti, nulla da temere. So bene quanto possano essere fastidiosi i Legan e soprattutto sono estremamente sicura dei sentimenti di Archie,  li ho visti crescere di giorno in giorno e solidificarsi . Sarei rimasta la ragazza vulnerabile dei tempi del collegio se non mi avesse dimostrato , poco per volta, quanto io sia importante per lui. Non è stato semplice e neanche indolore, ho dovuto pazientare e rimanere  salda e forte  come una quercia dalle radici ben piantate, ma alla fine la mia perseveranza ha avuto ragione delle mie paure e adesso sono  tanto  sicura del nostro rapporto da trovarmi a Parigi, certa della lealtà dell’uomo che amo.

Mi rammarica moltissimo non essere con te a farti compagnia in quella grande villa e  parlare dei nostri ricordi e progettare il nostro avvenire. So che avresti voluto confidarti di più con me su Terence ma che la tua riservatezza è stata più forte. Adesso che mi trovo lontana  ho il coraggio di dirtelo, così come trovo il coraggio di dirti che i tuoi sentimenti per lui mi erano più che evidenti, bastava osservare la tua espressione ogni volta che sul giornale veniva pubblicato un articolo che ne  parlava.
Vorrei vederti felice, mia cara. Sai, più mi guardo indietro e più in ogni cosa importante vedo te, grazie alla tua bontà e alla tua forza  sono cresciuta e adesso posso dire di sentirmi realizzata.
Ti scrivo in un momento di pausa dalle lezioni; vorrei dirti tante cose e raccontarti com’è la vita a Parigi, ma  conto di spedire immediatamente questa lettera. Scriverò privatamente anche ad Archie.

Tutto bene, laggiù?  Salutami Albert.
Con affetto,

Annie

Candy lesse la lettera in uno dei salottini al piano terra. Aveva da poco fatto colazione, da sola (era difficile che gli orari dei pochi altri abitanti della villa coincidessero) e all’uscita dalla sala da pranzo aveva trovato questa bella sorpresa: June le aveva portato una lettera di Annie. Dopo aver finito di leggerla decise di aspettare che Archie e Terence si facessero vivi per andare a fare quel famoso giro per la tenuta. Si alzò dalla poltrona, si sgranchì e sul tavolino vicino alla finestra vide un giornale, certamente quello del giorno prima, a giudicare dal modo in cui era stato spiegazzato. Niente male, avrebbe passato il tempo leggendolo.

Lo aprì e rimase sconvolta dalla notizia in prima pagina: la scena pietosa di Terence Graham ubriaco sul palco, la sospensione della rappresentazione e la misteriosa fuga dell’attore che nessuno aveva più visto. Tutta Chicago voleva sapere dove si fosse nascosto.
Nel frattempo Terence era stato convocato  nello studio di Albert dove il capofamiglia Andrew  lo stava informando sulle ultime novità.
-A  quanto pare, non solo la compagnia vuole riaverti al più presto, ma quello che è successo l’altro ieri sera sembra essere stato interpretato come una trovata pubblicitaria per richiamare più spettatori. Sembra strano anche a me, assurdo. Pubblicità negativa ma sempre pubblicità. Qualche giornalista  ha avanzato questa ipotesi e Robert Hathaway non ha smentito: gli sembrava la cosa migliore per aiutarti. Tutti sono curiosi di rivederti ma  dovrai stare molto attento, avrai migliaia di occhi puntati su di te e fotografi  a profusione pronti a scattare la miglior foto compromettente.

-Albert, sono pronto a tornare. Non mi fa paura stare di nuovo al centro dell’attenzione e  voglio dimostrare di essere lo stesso attore impegnato di sempre. Se qualcuno ha avuto dei dubbi sulle mie capacità dovrà ricredersi.

-Bene, volevo sentirti parlare così. Ma questo vuol dire che dovrai  organizzare la tua partenza al più presto. Darò subito disposizioni affinchè venga preparata una carrozza.

-Ti ringrazio, ma prima devo parlare con Candy. Lei ha il diritto di conoscere la verità. Non voglio ingannarla ancora, sai lei è tuttora  all’oscuro di tutto, ieri non ho avuto il coraggio di rivelarle nulla.

-Va bene, Terence- rispose  un Albert preoccupato e consapevole del fatto che tra qualche ora avrebbe dovuto consolare la sua protetta.
-Io vado, e grazie per tutto quello che hai fatto per me in questi giorni. Senza il tuo aiuto avrei perso il mio lavoro e forse anche la mia dignità.

Terence pensò che il suo amico era veramente  forte. Una  roccia. E si chiese cosa mai avrebbe potuto renderlo felice, cosa mai lo avrebbe compensato per tutto il bene che faceva al prossimo.
Giunto nei pressi del salottino intravide Candy.

-Candy, io devo…
-Terence, vuoi dirmi cosa significa questo?-la ragazza teneva tra le mani il giornale che finalmente le aveva fatto luce sugli ultimi avvenimenti.
-Mi dispiace, ti assicuro che stavo per parlartene…
-Ah, ma davvero? E quando?  In partenza per  Chicago,stasera, sul predellino della carrozza?
-In realtà partirò prima…non appena avrò chiarito ogni cosa con te.
-Partirai prima…-rispose la ragazza con un filo di voce.

In realtà era rimasto ben poco da chiarire. Mettendo insieme le varie tessere del puzzle, Candy aveva capito tutto. Se ancora non era riuscito ad amare Susanna e gli stava stretta la vita che conduceva, come aveva avuto modo di intuire il giorno precedente, il crollo della sera della prima era semplicemente una replica di quello di Rocktown.

-Tu  e Albert mi avevate raccontato una storia diversa…che avevi due giorni di pausa dalle rappresentazioni e avevi deciso di passarli da Albert che avevi casualmente incontrato a teatro…
-La seconda parte della storia è vera…mi ha raccolto all’uscita laterale del teatro che ero ubriaco fradicio…
-Tu mi avevi promesso che avresti cercato di essere felice…
Quelle parole pronunciate in quel momento fecero  molto male al ragazzo, che perse la calma che aveva cercato di imporsi.
-Tu credi che io sia un eroe, Candy?  Un essere eccezionale? No,  ti sbagli. Sono umano, sai, e in questi anni avrei potuto sopportare quello che ho sopportato solo se avessi avuto la speranza che un giorno qualcosa sarebbe cambiato…e  invece ogni maledetta mattina mi svegliavo col pensiero che la mia vita si sarebbe ripresentata a me  uguale giorno dopo giorno, mese dopo mese, per sempre…
-Mi dispiace, Terence…ma pensavo che il lavoro fosse importante per te, che ti coinvolgesse…perché allora…questo…-sighiozzò Candy mostrandogli  il giornale.
-Non te lo immagini? La notizia sulle  presunte nozze con il tuo caro cugino è  arrivata fino a me… Che razza di sentimenti credi che io abbia provato quella sera quando per un po’ ho pensato  che tu avessi tradito tutto ciò  che…tutto ciò che di importante era accaduto tra di noi? Pensai di aver dovuto rinunciare  a te perché  potessi stare con quel damerino….
-Lo avevo immaginato, Terence, ma le cose non stanno come…
-Lo so, Albert mi ha raccontato tutto. Aveva intuito ogni cosa.
-Ma tu non puoi lasciarti andare così! Questa non è la prima volta che succede!
-Cosa vuoi dire, Candy?-Terence andò immediatamente con la mente a Rocktown.
-Che so tutto di Rocktown! Io ero lì.
-Ma allora…eri davvero tu!
-Sì, e non voglio vederti così, mai più! Forse la colpa è stata mia, io distruggo tutto ciò che tocco. Devo andarmene, e tu devi dimenticarmi!

Candy corse via dalla stanza, e Terence le andò dietro. Fuori un tuono preannunciava la scoppio di un temporale. Terence la rincorse per quasi un miglio, Candy era velocissima. Ad un certo punto la ragazza si fermò. Terence non credeva che lei sarebbe stata in grado di stancarlo tanto.

-Beh, a quanto pare non riusciamo a chiarirci…

-E tu non riesci a correre veloce come me- rispose Candy  che cercava come meglio poteva di riprendere fiato, esattamente come il ragazzo.
Una prima goccia di pioggia trovò Candy sulla fronte. Le altre cominciarono a cadere imperturbabili sui due ragazzi.

-Ci siamo allontanati molto dalla villa! Vieni con me!

Candy portò Terence alla casetta di legno che le aveva mostrato Albert quando era ancora una bambina. Era lì che Albert le aveva fatto conoscere i suoi amici animali. Era lì che, adulta, si rifugiava quando qualcosa non andava. All’interno attrezzi dismessi, vecchi mobili, qualche fiore in un vaso che Candy aveva portato alcuni giorni prima.

-Entra. Sai Terence, questa piccola casa di legno era il rifugio di Albert quando non si era rivelato come lo zio William.
-Beh, direi proprio che è da Albert! Semplice e rustica.
-Aspetteremo qui che scampi.
-No, Candy, io andrò via prima.
-No…non di nuovo…-sussurrò Candy, e subito dopo pensò di aver detto una sciocchezza.
-Devo farlo. prima lo farò meglio sarà per tutti e due. Mi dispiace averti delusa, e mi dispiace averlo fatto per ben due volte, forse avevi riposto troppo fiducia in me. Ma ora voglio, devo rimediare. Mi assumerò  i miei doveri, e non tornerò più indietro.

Candy abbassò gli occhi, non riusciva a guardarlo in faccia. Terence continuò.

-Se io restassi con te la nostra felicità durerebbe poco. Tu saresti preda di atroci sensi di colpa e non mi perdoneresti di avere abbandonato Susanna, lo so. Perderei la tua stima, forse con il tempo anche…anche quello che provi per me, ed io non voglio…

Terence si sentiva  orgoglioso, questa volta era lui che  stava prendendo  la decisione più buona, più altruista, e sapeva che per Candy  non sarebbe mai stato un uomo da poco. Nello stesso tempo, però,  gli sembrava  di trovarsi intrappolato all’interno di un blocco di ghiaccio, si sentiva freddo e come di pietra. Le sue gambe si rifiutavano di condurlo via, ma doveva farlo. Gli venne in mente che quello, per lui, era l’ultimo giorno d’estate. Mai più si sarebbe sentito così.

-Devo andare, Candy. Tu sai che non ti dimenticherò…addio!

Terence corse fino alla porta, la aprì e la corrente la fece sbattere. Candy si impose di non seguirlo. Con la mente lo immaginò mentre correva fino alla villa, raccattava le sue cose e saliva sulla carrozza. Forse, se si fosse sbrigato, la strada non si sarebbe impantanata troppo. Doveva restare lì in quella casetta di legno qualche ora per essere certa che fosse partito. Si guardò attorno. Quante volte si era rifugiata lì, ultimamente, dapprima per non incontrare i Legan, poi perché sentiva il bisogno di momenti che fossero solo  suoi.

Un timido raggio di sole fece capolino attraverso la finestra. Doveva essere passato  mezzogiorno, a giudicare dalla posizione del sole. Dopo aver asciugato un’ultima lacrima ripercorse lentamente la strada fino alla villa, mentre ogni tanto cadeva  qualche goccia di pioggia, e in prossimità dell’ingresso scorse una figura femminile avvolta in un ampio mantello con cappuccio che era appena scesa dalla carrozza e stava parlando con June. La cameriera evidentemente l’aveva invitata ad entrare, e nel farlo la donna misteriosa abbassò il cappuccio, rivelando una liscia chioma bionda.

-Susanna?!

                                                                                                    
 
Salve a tutte! Mi tocca fare una doverosa precisazione: MI DISSOCIO  da quanto detto da Annie, insomma io non lascerei mai e poi mai il mio fidanzato per un anno standomene tranquilla e rilassata…fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, lol.
Detto ciò, credo che per molte sarebbe stato molto probabile che Candy e Terence tornassero insieme, ed è normale tutto ciò in relazione alla mentalità occidentale, io però ho preferito attenermi ancora al senso dell’onore e del dovere di quella orientale, ecco perché si sono lasciati ancora una volta. D’altra parte la questione Susanna non è stata ancora risolta, e anche se sarebbe stato perfettamente lecito descrivere due personaggi che prendono consapevolezza del loro diritto alla felicità e agiscono di conseguenza, nella mia storia viene anteposto ancora una volta il dovere.
Vabbè, sintetizzando,  sono stata cattiva, me lo sono detto da sola! Eh eh…
Grazie a tutte coloro che hanno commentato, a chi ha inserito la storia tra le seguite e le preferite e ai lettori silenziosi.
   
 
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