Quanta aria pulita c'è in un sacchetto trasparente come le tue lacrime? Dimmelo quando riuscirai a fuggire da questa Illusione di nome vita, (per favore).

Sei così disposta a differire dagli altri? Ti chiamerebbero idiota, sputando sui tuoi sogni che a poco a poco affiorano dalla placida superficie d'acqua putrida. Sussulti ma la tua voce permea l'atmosfera della stanza, sempre più arida e disperata; la tua mente continua a bramare, tu a cantare, urlare quanto le uniformi che ti fasciano macabre il corpo tremante ti rendano tanto imperfetta da essere uguale agli altri.

Sei determinata a negare la società quando un sacchetto di plastica inizia a cingerti il volto un tempo roseo ed ora cadaverico; basta un laccio e la corda ti chiude nella sua morsa soffocante. Non dovrei sorridere, lo ammetto, ma provo tanta pena per te; allora l'arco delle mie labbra si apre, ridendo compiaciuto, sputando anch'esso sul tuo volto trasparente. Avvicinandomi, mia cara scolaretta, noto qualcosa brillare accanto ai tuoi occhi: sono lacrime? Oh, quanto mi dispiace. La vita è così cruda che basta che ti veli gli occhi con le mani - od un sacchetto - per non vedere ciò che ti circonda, mia cara. L'ignoranza fa bene, forse è per questo che vuoi strappartela - addirittura preferisco il verbo "sradicare", perché i pensieri artificiali ti attanagliano più di ogni emozione - di dosso assieme all'uniforme scolastica? Vuoi contrastare la realtà, con la tua lama fine e letale chiamata "mente"?

Qualche ciocca rosa fuoriesce dal sacchetto, sconsolatamente accasciata sulla tua spalla, una treccia senza più forma né massa. La sfioro percependone il profumo dei bei tempi andati, ricordando i ciliegi in primavera che adesso hanno stessa consistenza e colore - un fantasma del dolce rosa d'una volta - dei tuoi capelli. Oserei affermare che al posto dei capelli porti petali di ciliegio, che si sfibrano con un solo tocco, ma dato che ancora non sono scomparsi fra le mie dita non è così. Sei insistente, ragazzina. Smettila di respirare aria pulita, è per il tuo bene: troppa aria pulita porta a troppa coscienza, e la coscienza fa tanto male. L'aria pulita fa tanto male, piccola mia.

Non mi sono ancora accorto del tuo sacchetto aperto sull'occhio destro, come graffiato da un'entità ostinata che appoggia il tuo folle progetto, ma lo farò presto.

E presto non dovrai più soffrire per la tua troppa aria pulita.

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— 花は桜木、人は武士。

❀ Ecco, no. Non so cosa ho scritto, m'è venuto tanto di getto idk. Non ho aggiunto niente né tantomeno tolto niente, la lascio così. Penso che vale la pena di pubblicarla su EFP (e non sul mio bloggo, lì ci va proprio la feccia, il peggio del mio peggio) (non è quel granché rispetto ad altre mie fanfiction, però uhm neanche pessima pessima) ma sono un po' imbarazzata… è una cosa fatta sì con passione ma velocemente, davvero - massimo cinque minuti. Però è una cosa su cui ragionare. E la canzone, Cielo, la amo, la mia preferita di Iroha…! Ti fa pensare parecchio, merita ed è bellissima. Dovevo scriverci, capite? Quindi ecco i miei pensieri reconditi qui, su EFP. Spero che l'abbiate apprezzata, sebbene il lavoretto da ameba di due secondi. (anche se l'ho scritta tempo fa e revisionata, eh, sia chiaro!) (figuratevi poi se aggiorno così in fretta ahah)

E il tizio che parla: dovrebbe essere colui che comanda tutto (il "Messia" della canzone?) e che nonostante il suo comportamento insano crede in Iroha, trovando dolce il suo comportamento - per poi diventare compassionevole, tanto che una parte di me vuole pensare di lui che inconsciamente le strappa il pezzo di sacchetto ma eh, lascio a voi le pippe mentali. CHE POI STO LEGGENDO 1984 big sis hitsu is watching you PROPRIO IN QUESTI GIORNI ED È BELLISSIMO OKi la smetto,, Bye.

— Hitsuki.