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Autore: Heven Elphas    30/10/2008    4 recensioni
Oggi è il fottuto Giovedì 30 Ottobre 2008. "Se quest’anno non potremo, Gerard… Aspetterò. Aspetterò di passare la notte con te, il 30 ottobre dell’anno a seguire… e quello dopo ancora.” Lascio che il calendario cada sul pavimento e rimango a fissare il vuoto davanti a me.Quanto è passato dal giorno in cui mi disse quella cosa?
__Mini-Frerard! Si concluderà in due capitoli appena...__
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gerard p

 

I swear that night,

sooner or later,

we’ll be together.

 

 

 

 

First chapter:

I promised...

 

 

 

 

Gerard p.o.v

 

L’aria soffia forte contro di me, mentre cerco di camminare sul marciapiede con due borse della spesa in mano, senza attirare troppo l’attenzione.

Vedo le foglie ormai giallastre degli alberi volteggiare accanto a me e perdersi in danze solitarie, trasportate dal forte vento autunnale dell’east coast.

Una ragazza mi osserva per qualche secondo, ma poi si volta dall’altra parte… Devo ammetterlo, ottimo travestimento Gerard!

Perlomeno la sciarpa tirata fin sopra il naso non ha solo la funzione di coprirmi da questo assurdo freddo.

Apro la porta di casa e finalmente una temperatura  decente mi accoglie, insieme al completo silenzio che sono costretto a sopportare durante l’assenza di mia moglie.

Arrivo in cucina e appoggio le borse sul tavolo, quando poi sento qualcosa strusciarsi contro il mio stinco…

Beh, non sono poi del tutto solo.

Dovrei specificare però, che questo gatto alquanto grosso e pigro non fa altro che spargere pelo dappertutto, riempiendo pure i miei vestiti di strani pelucchi bianchi.

-Vai a dormire, tu… Devi starmi in mezzo alle palle quando ho da fare?! Sciò!!-

Lo vedo guardarmi con quei suoi occhioni giallastri, prima che mi volti la coda e se ne vada nella sua cesta.

Dev’essere davvero un default dei gatti farti le coccole solo quando gli fa comodo e sparire quando tu ne hai un fottuto bisogno.

 

 

 

“ Se pensi di trovarmi solo quando ti gira, sappi che te ne puoi andare a fanculo, Gerard.

Non sono qui per aspettare che ti ricordi di me…

Credi che per me questo sia uno straschifosissimo gioco, eh?!

Oh! Notizia dell’ultima ora,: non lo è affatto!!! ”

 

 

 

La voce di Frank mi torna alla mente e guardo il micio raggomitolarsi nella sua copertina rossa.

Non è l’unico qui che si fa i suoi comodi e cerca affetto solo quando ne ha voglia.

Forse mi lamento di quell’essere peloso solo perché è terribilmente simile a me… Nel comportamento, intendo.

Estraggo dalla borsa una bottiglia di latte e mi abbasso per riempire la ciotola al gatto, ma quando lo chiamo lui nemmeno alza le orecchie.

Proprio come me, eh..?

-Potevi arrivare sul mio davanzale qualche mese prima… Almeno saresti servito a qualcosa, razza di obeso dormiglione.-

Se avessi capito prima come mi stavo comportando, forse ora non sarei qui a parlare a vuoto con un animale.

Gattono fino al frigorifero e mi rialzo per posare il latte al suo posto, notando all’improvviso  che oggi è il 30 Ottobre…

Spalanco gli occhi e stacco il calendario per controllare che non mi stia sbagliando, magari è dell’anno scorso questo coso.

È già capitato che avessi in casa dei calendari di due anni prima, ma questo l’ha preso Lindsey…

Oggi è il fottuto Giovedì 30 Ottobre 2008.

 

 

 

“Dammi la mano, Gee…”

Guardo Frank e allungo il braccio verso di lui, come mi ha chiesto con quell’aria birichina sul volto.

“La notte fra il tuo onomastico e il mio compleanno, vorrei la passassimo insieme questa volta.”

Mi accarezza piano le dita della mano sinistra, sorridendomi teneramente.

“Il 30 ottobre, dici? Beh, mancano ancora un bel po’ di mesi honey… Si vedrà.”

Abbassa lo sguardo e si morde piano le labbra, lasciando la presa dalla mia mano.

“Se quest’anno non potremo, Gerard… Aspetterò. Aspetterò di passare la notte con te, il 30 ottobre dell’anno a seguire… e quello dopo ancora.”

 

 

 

Lascio che il calendario cada sul pavimento e rimango a fissare il vuoto davanti a me.

Quanto è passato dal giorno in cui mi disse quella cosa?

Deve essere più di un anno e mezzo fa, se non mi sbaglio.

Era durante il Project Revolution, ti ricordi Frank…?

E poi, anche se quell’anno avremmo avuto tutto il tempo per stare insieme, non ci è stato affatto possibile.

Indossavo  già l’anello nunziale quella notte e di certo non avresti accettato di stringere ancora questa mano che porta il marchio di qualcuno che non sei tu.

Alzo lo sguardo verso l’orologio appeso alla parete, sono già le sette di sera, Frank....

Mancano poche ore alla nostra notte insieme e quanto vorrei che lui fosse davvero qui.

 

 

 

“Ma tu me lo giuri, Gerard…? Me lo prometti sul serio che prima o poi quella notte noi saremo insieme?”

Mi perdo in quegli occhi color del miele e sorrido, sfregando il naso contro la sua guancia e annusando poi i suoi capelli ormai lunghi.

“Saremo insieme, te lo giuro babe. Se non quest’anno, quello dopo di certo. Sperando di non dimenticarmi che giorno sia…”

Mi tira un piccolo pugno sulla spalla e ride contento, prima di posare le labbra sulle mie e impossessarsene con un bacio.

“Ci affitteremo una bella stanza in quell’hotel che ci piaceva tanto e ci rotoleremo sul letto tutto il tempo!”

Ride ancora, il mio Frank… E rido anche io facendolo sdraiare sotto di me e abbracciandolo stretto.

“Rotoleremo e basta..?”

 

 

 

Senza sapere bene cosa fare, mi lancio nella mia stanza e afferro la tracolla, buttandoci dentro qualche vestito a caso.

Devo partire… Devo assolutamente andare a quell’albergo.

Scendo le scale di tutta fretta e afferro le chiavi della macchina, scavalcando il gatto che ora si è deciso di andare a bere il latte.

-Fai il bravo tu! Domani sarò a casa…-

Esco dalla porta e corro all’auto, lanciando la sacca nei sedili posteriori e facendo la retro per uscire dal vialetto.

Se tutto va bene e non incontro traffico dovrei riuscire ad essere a Belleville in poco tempo.

Frank… Ci sarai, vero?

Sarai là ad aspettarmi con il sorriso sulle labbra, sugar…?

 

 

 

* * *

 

 

 

 

Frank p.o.v

 

Apro gli occhi quando sento qualcosa tirarmi l’orlo dei jeans e vedo uno dei miei cagnolini che scodinzola ai miei piedi.

Gli passo stancamente la mano sulla schiena e lui abbaia felice, cominciando a far capriole sul tappeto.

Mi alzo dal divano cercando di non inciamparmi e infilo le ciabatte, accorgendomi che sono tutte mangiucchiate.

-Che cazzo…?! Tu, piccolo mostro, che cosa hai fatto! Cattivo! Vai in castigo.. Sciò!-

Lui abbassa le orecchie e va nell’angolino accanto al mobiletto della tv, sdraiandosi e sospirando.

Va bene giocare, ma quando rompe i coglioni in questo modo e mi distrugge pure le cose mi fa incazzare.

Ci sono momenti in cui preferirei anche stare tranquillo e solo, ma quell’ammasso di pulci è sempre trai piedi.

 

 

 

“Ho bisogno di stare un po’ di tempo senza di te, Frank, davvero…

Dammi qualche settimana per pensare, non chiedo altro.

Ora… Ora non ce la faccio più a continuare...

Ti chiedo solo di aspettarmi, non sto chiudendo la nostra storia.”

 

 

 

Le parole di Gerard risuonano nel mio cranio mentre ascolto quel cane guaire.

Forse siamo proprio simili, io e quel coso pulcioso… Di carattere, dico!

Gerard mi ha allontanato perché proprio come quel cane, io continuavo a stargli troppo addosso….

Aveva bisogno solo di tempo, ma io invece ho posto fine alla nostra relazione senza lasciargli il tempo di spiegarsi.

Sospiro e decido di camminare per la casa a piedi scalzi, dato che le pantofole sono impraticabili.

Apro la porta della cucina e Jamia mi sorride radiosa mostrandomi la sua ultima creazione, ovvero una favolosa crostata alle mele.

Le lascio un lieve bacio sulle labbra e mi siedo al tavolo per poter assaggiare una fetta, ma lei porta via quel dolce dall’aria squisita.

-Frank, è per domani… Se vuoi proprio mangiare qualcosina, ci sono delle patatine nell’armadio.-

La guardo spaesato per qualche secondo e poi mi lascio andare sulla sedia, mettendomi a guardare il soffitto.

E chi ha voglia di patatine dopo aver visto una torta simile?

-Maaa… Che c’è domani, tanto per sapere? È fest…Oh. Compio gli anni!-

Mi alzo di scatto e mi tiro una sberla sulla fronte, facendomi anche male, mentre mia moglie mi guarda preoccupata.

-Ma non lo sapevi che oggi è il 30 ottobre..? Hai qualche problema con la cognizione del tempo, amore?-

Mi volto verso di lei e sgrano gli occhi, mentre mi torna alla mente quella cosa che invece avrei voluto cancellare dalla memoria…

 

 

 

“è il 30 ottobre, Gerard…. Lo sai, vero?”

Lui abbassa il viso, nascondendomelo, mentre si passa la mano sugli occhi per sfregarseli.

“Mi dispiace, Frank… Lindsey è di là che mi aspetta e…”

La sua fede riflette la luce della lampada di questo fottuto backstage e io non posso fare a meno di fissarla.

“Non dovevamo stare insieme..? Me l’avevi giurato! Ora mandi a puttane tutto per quella stronza?!”

Mi afferra i polsi per evitare che continui a gesticolare come un pazzo per poi puntare il suo sguardo nel mio, mostrandomi quanto i suoi  occhi siano stranamente marroncini.

“Stai fermo, cazzo! Lo so che te l’avevo giurato!! Ma porcatroia, non posso passare la notte con te, mentre lei è qui! Lo vuoi capire?!”

Mi libero dalla sua presa avendo schifo di quell’anello che porta al dito e lo spingo lontano da me.

“Vaffanculo Gerard!!! Sei sempre il solito infame… E io che ti avevo creduto pure questa volta.”

Lui si copre la faccia con le mani e rimane tremante davanti a me, che ansimo dalla rabbia come un cane rabbioso.

“Frank… Frank per favore, cerca di capire. Noi due ora non… Avevi detto che avresti aspettato ogni anno. Questo non  è uno di quelli che passeremo insieme. Ma ce ne sono ancora tanti…”

 

 

 

E quest’anno, Gerard…?

Quest’anno lo passeremo ancora distanti, ne sono asslutamente sicuro.

Jamia mi osserva accigliata per qualche secondo e poi si volta verso il fornello.

-Sono le sette… Preparo la cena più presto del solito, Frank, se vuoi già mangiare…-

L’osservo mentre afferra la pentola, poi mi giro verso l’orologio e controllo che l’ora sia esattamente quella che ha detto lei.

Mancherebbe così poco alla nostra notte insieme, Gerard.

Se solo io non lo avessi lasciato quando mi ha chiesto tempo, forse ora saremmo nella hall di quel fantastico hotel.

 

 

                                                                            

“Perché, Frank…? So di non essere il migliore dei compagni, ora… Ma ti giuro che…”

Gli tiro un pugno che lo fa andare a sbattere contro il muro dietro di lui, lungo il quale poi scivola fino a sedersi a terra.

“Fottiti tu coi tuoi giuramenti!! Ti ho detto che se ora te ne vai non voglio più avere a che fare con te se non per la band!”

Le mie urla rimbombano nella stanza, mentre lui rimane immobile sul pavimento a massaggiarsi lo zigomo.

“Frank! Tu non mi stai nemmeno lasciando il tempo di riflettere sul nostro dannato futuro! Cazzo, ti sei portato qui Jamia e pretendi che io ti baci ancora sul palco?!”

Mi siedo pure io a terra, ma distante da lui osservandolo intanto che si tira su in piedi e raggiunge la porta.

“Credevo che non fosse un problema! Che differenza fa se lei è qui? Tanto penserà che stiamo facendo spettacolo per il concer…”

Si volta verso di me con il viso distrutto e io mi ghiaccio sul posto senza poter dire altro.

“Per me su quel palco non diamo solo spettacolo. Vedi di starmi lontano, Frank, se proprio non vuoi più avere a che fare con me. Almeno avrò tutto il resto della vita per pensare…”

 

 

 

Quanto tempo fa Gerard è uscito da quella porta per mai più tornare a sorridermi?

Era verso la fine del Project Revolution, se non mi sbaglio.

Guardo di nuovo l’orario, ripensando a quel giuramento fatto ormai troppo tempo fa perché lui se ne possa ricordare.

Se penso a tutte le promesse che ha infranto lui, non trovo motivo per cui io la dovrei mantenere e aspettarlo in quell’albergo.

Tanto lui non arriverà mai… Né quest’anno, né gli altri a venire.

Per quanto possa sperare di poter passare la notte con lui, non accadrà affatto…

Mi avvicino a Jamia e gli appoggio il mento sulla spalla per spiare cosa sta cucinando.

Le bacio la guancia e poi mi allontano per guardare fuori dalla finestra.

Il vento soffia forte sugli alberi e la gente si stringe nei cappotti pur di riscaldarsi.

Gerard… Pure dove sei tu ora fa così freddo?

Riesci a scaldarti solamente avvolgendoti nella giacca, tu…?

 

 

 

 

 

 

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Yaaay!! Ciao a tutti!

Finalmente me ne esco fuori con una mini-fic che sarà di appena due capitoli!

 

Innanzitutto, questa è ovviamente dedicata al mio amore che se ne sta a Roma a studiare fino all’esaurimento! I love you, mini-Frank!!

 

Poi devo ringraziare in anticipo chiunque la leggerà, e ci vuole molto coraggio a farlo dato che i protagonisti vaneggiano con i loro animaletti domestici per metà della storia!

Specifico che il gatto di Gerard è abilmente ispirato a quello di Jess… XD (Te n’eri accorta?)

 

Spero che vi piaccia abbastanza, prometto che entro domattina questa storia avrà una fine e il secondo capitolo già postati!

Dato che è ambientata tra il 30 e il 31 ottobre aggiorno i tempo reale!! * Scherzooo! *

 

A presto –moolto presto- per il seguito con eventuale finale!

 

Miky

   
 
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