Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: NerdGirl_Marta    24/11/2014    2 recensioni
Quando fai di tutto per realizzare il tuo sogno può capitare che la vita ti sorprenda...accetta ciò che il destino ti regala e vivi l'occasione come un dono! Non puoi mai sapere cosa ti riserva il futuro...
Questa è una storia diversa, non vedrete mai un ''Tom'' che si innamora della protagonista...anche perchè la protagonista sono io!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 : Incontri ravvicinati

 

Dopo aver parlato con Marta e Riccardo ci avviammo verso la stanza. Dovevo sbrigare un sacco di faccende lavorative prima di andare alla premiere. “Beh sono simpatici non è vero? Non sapevo che Marta fosse incinta, è stata proprio una sorpresa! Considerando la grandezza della pancia non dovrebbe mancarle molto! Che bella coppia che sono...magari un po' strani ma stanno bene assieme no?” chiesi ad Amy continuando a stringerle la mano. Lei mi guardò e mi sorrise dolcemente “Si certo tesoro, è vero sono carinissimi! Quanti anni avrà lei? Quattro o cinque in meno di me? Potrei averlo anche io un bambino sarebbe ora...no?” disse ammiccando. Quando fummo dentro l'ascensore le porte si chiusero alle mie spalle, afferrai Amy per i fianchi e la schiacciai contro il mio petto. “Mi piacerebbe molto piccola, vedrai che accadrà, ne sono certo. Prima o poi succederà anche a noi solo che questo non è il momento giusto. E poi vuoi avere un bambino prima ancora di sposarmi? Lo sai che io non voglio bruciare le tappe! Ehehehee...” le risposi baciandola con trasporto. Quando ci staccammo, Amy aveva assunto un espressione giocosa ed incuriosita “Ah si...e questa sarebbe una proposta? Dovrai impegnarti un po' di più mio caro se vuoi che ti risponda di si!” disse in tono scherzoso e riprese a baciarmi. Il rumore dell'ascensore che era arrivato al nostro piano ci fece tornare alla realtà. Una volta entrati in camera decisi di mettermi comodo e iniziare ad autografare le foto che avrebbero venduto la sera stessa durante la premiere mentre lei decise di andare a fare una doccia. Sfilai la giacca e il panciotto del completo, buttai le scarpe vicino al mobile in ingresso. Allentai un po' il nodo della cravatta e, dopo essermi seduto al tavolo davanti alla tv accesa, iniziai a firmare le fotografie. Tutte le volte che tornavo in Italia mi divertivo un sacco ad ascoltare la tv locale, ogni tanto afferravo qualche parola e mi esaltavo cercando di capire i dialoghi in lingua originale. Trovavo la lingua italiana estremamente musicale, avrei dovuto fare un corso per imparare a parlarlo perché mi piaceva parecchio, ma non ce n'era mai stata l'occasione. Sapevo pronunciare solo poche parole ma ricevevo sempre i complimenti dagli italiani per la mia perfetta dizione. Sono sempre stato portato per le lingue, l'idea di poter comunicare con persone di cultura diversa dalla mia mi entusiasmava molto. Avevo quasi finito di fare gli autografi quando Amy arrivò alle mie spalle con indosso solo l'accappatoio bianco e i capelli ancora umidi. “A che punto sei?” sussurrò sulla mia nuca mentre la sua mano si insinuava sotto la camicia andando ad appoggiarsi sul mio petto nudo. “Sai che non devi fare queste cose quando sono concentrato...per me è un attimo concentrarmi su altro!” le dissi sghignazzando. Lei era ancora in piedi alle mie spalle, la sua bocca era terribilmente vicino al mio collo, potevo sentire l'odore dolce del bagnoschiuma ancora tra i suoi capelli. Mi abbracciò appoggiandosi con il petto contro le mie spalle, il suo corpo emanava calore dovuto alla doccia e potevo sentire solo il rumore dei suoi baci sul mio collo e sulle mie spalle dove la camicia era stata spostata lasciando accesso alla pelle. Con uno scatto afferrai il suo polso, quello appoggiato al mio petto e la tirai verso di me obbligandola a sedere sulle mie gambe. Iniziai a baciarla, una mano sulla sua schiena per attirarla più vicino e l'altra impigliata fra i suoi lunghi capelli ancora bagnati. La situazione ci sfuggì di mano molto velocemente, le sue dita iniziarono a sbottonare velocemente la mia camicia che venne sfilata e gettata a terra. Amy si staccò dalle mie labbra per iniziare a baciare il mio collo per poi scendere fino al petto, il fiato sempre più corto e ansimante. Slegai l'accappatoio lasciandola presto nuda, solo il tessuto leggero dei miei pantaloni mi impedivano di sentire la sua pelle calda sulla mia. Mi alzai di colpo sostenendola per poi appoggiarla sul tavolo, le fotografie autografate volarono da tutte le parti, molte finirono sul pavimento. E fu proprio su quel tavolo che i nostri corpi si unirono e diventarono una cosa sola. Amy si aggrappava ai miei capelli, alle mie spalle come se mi volesse sempre più vicino. Il suo viso appoggiato sulla mia clavicola, sentivo il suo respiro caldo e irregolare farmi il solletico. I nostri corpi si muovevano con un ritmo incessante e coordinato fino a quando entrambi arrivammo al culmine del piacere, sfiniti. Arrivò molto presto l'ora del pranzo, avevamo chiamato il servizio in camera per risparmiare tempo e fatica. Dopo aver mangiato assieme, scherzando e parlando degli impegni futuri decisi di andare a letto a riposare un po' prima di iniziare a prepararmi per la serata. Verso le quattro del pomeriggio Luke ci raggiunse in camera portando con se il completo perfettamente stirato che avrei dovuto indossare durante la premiere. Era uno smoking nero tre pezzi, camicia bianca e una cravatta verde bottiglia. Quando arrivò il momento di partire salutai Amy con un bacio e mi avviai verso la limousine privata parcheggiata fuori dall'hotel. Luke al mio fianco mi disse di aver ricevuto una telefonata dagli organizzatori e che aveva già la lista completa dei nomi delle persone che mi avrebbero successivamente intervistato. Quando scesi dalla macchina sul lato sinistro del duomo di Milano rimasi sbalordito nel constatare la quantità di gente che c'era ad aspettare l'arrivo degli attori. Le persone erano perfino affacciate alle finestre degli edifici che circondavano la piazza. La polizia era in ogni angolo per sedare gli animi dei fans troppo accaniti. Rimasi abbagliato dalla quantità spropositata di flash che mi investirono lasciandomi quasi cieco. Luke era molto professionale in quelle occasioni, aveva sempre con se i pennarelli indelebili per gli autografi e sapeva perfettamente con chi parlare perché le cose fossero organizzate al meglio. Sul red carpet non avevo ancora intravisto nessuno dei miei colleghi, forse ero il primo e questa per me non era una bella notizia perché significava dover stare più tempo ad aspettare e quindi più domande, più autografi e foto con i fans. Mi guardai attorno sorridendo a tutte le persone che urlavano il mio nome, chiesi a Luke come dovevo comportarmi e lui acconsentì a farmi avvicinare alle transenne per accontentare un po' di fans. La mia attenzione fu subito catturata da un gruppo di ragazze, saranno state una ventina. Risaltavano nella folla perché indossavano tutte la stessa maglietta verde acido con una stampa sul davanti. Quando arrivai abbastanza vicino per vedere i dettagli della t-shirt scoppiai in una fragorosa risata. Sul fronte di tutte le magliette c'era la scritta “TOM HIDDLESTON – Pudding man!” che sovrastava una simpatica caricatura che mi raffigurava seduto su un trono di dolcetti. Non potevo trattenermi, dovevo dire qualcosa a quelle ragazze tanto simpatiche “Ehy signorine, devo ammettere che le vostre magliette sono veramente formidabili! Troppo ehm...dolci!” subito dopo un coro di “Grazie!” “Tu sei formidabile!” “Tom sei il migliore!” si levò dal gruppo accompagnato da una serie di risatine isteriche. Stavo parlando con una ragazza del gruppo, viso amabile e tondo, occhi nocciola e capelli corti e corvini quando esplose un urlo generale che stava ad indicare che era arrivato qualcuno dei miei colleghi. Mi girai di scatto e vidi scendere Chris dalla berlina nera poco lontano da me, sorridente e spavaldo come al solito. Non lo vedevo da molto tempo, i nostri impegni di lavoro ci tenevano sempre lontani ma nonostante questo ci sentivamo comunque con skype o tramite cellulare. Salutai le fans e dopo aver chiesto scusa mi allontanai dalle transenne per andar in contro al mio "fratello cinematografico". “Ohhhhh ciao! Come va amico?!” disse appena mi vide Chris con quel suo inconfondibile accento australiano e il tono profondo e gutturale. Lo abbracciai con trasporto, ero davvero molto felice di rivederlo, non vedevo l'ora che finisse la serata così da potermi rilassare con Chris e gli altri a cena. Avrei presentato Amy a tutti, non vedevo l'ora, tutti loro erano un po' come la mia seconda famiglia. Avevo passato lunghi periodi con i colleghi attori e gli amici registi, talmente tanto tempo che alcuni di loro li consideravo quasi come dei famigliari. Dopo aver atteso quasi un ora in un edificio vicino al palco iniziò la manifestazione, fu tutto molto confuso, salimmo tutti sul palco poi di nuovo giù per le foto di gruppo e singole. Dopo la presentazione del film c'erano le interviste sul lato destro del palco, risposi a così tante domande simili tra loro che pensavo di essere in continuazione colpito da déjà vu. Verso mezzanotte era tutto finito, non sentivo più le gambe e le poche ore di sonno causate dal jet leg iniziavano a farsi sentire. Luke a metà serata mi disse che Amy, Marta e Riccardo erano arrivati dentro l'edificio senza destare sospetti e quindi dopo le ultime foto potevo raggiungerli per andare insieme a cena. Le macchine con i vetri oscurati erano già parcheggiate di fronte all'edificio, la gente stava iniziando a lasciare la piazza e il clima era decisamente più rilassato. Quando entrai dietro le quinte accompagnato da Luke e un bodyguard iniziai a cercare in giro Amy ma non la vedevo da nessuna parte finché non arrivò alle mie orecchie il suono della sua risata. La trovai infatti al tavolo del buffet e la vidi ridere di gusto in compagnia di un uomo biondo e molto alto. Marta e Riccardo sedevano ai lati di Amy e sembravano anche loro molto divertiti dalle battute dell'uomo che riuscivo a vedere solo di spalle. Quella figura mi era molto famigliare, per non dire "fraterna" mi avvicinai di più per capire cosa stesse dicendo “Chris! Ti conviene lasciare in pace la mia ragazza oppure sarò costretto a raccontare tutto ad Elsa! E lo sai quanto si arrabbia quando fai il furbo!”. Lui si girò di scatto ridendo, come se sapesse già del mio arrivo, senza stupore nel sentirmi pronunciare quelle parole. Mi rispose immediatamente con stono stizzito “Cavolo Tom però tu non mi avevi detto che era così carina!”. Inutile dire che, dopo un istante di irreale silenzio, scoppiammo tutti a ridere come pazzi.

   
 
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