Ero inginocchiato a capo chino al cospetto della mia sovrana, io, il suddito a lei più vicino ...

Il monaco supremo stava parlando ma non udivo le sue parole, mi sentivo solo soffocare dalla rabbia, ripensando a ciò che mi aveva detto il giorno prima. Capii dal fruscio sommesso delle sue vesti, quando si allontanò per uscire dalla stanza.

Alzai allora gli occhi, azzardando di guardare la mia sovrana. Le tende erano scostate, quindi potei scorgere i lineamenti aggraziati del suo volto e la morbida cascata di capelli che si arricciolavano sui cuscini. Tenni lo sguardo fisso su di lei, aspettando di incontrare i suoi occhi che ora erano abbassati, ombreggiati dai capelli biondi
“ non è giusto”
pensai tra me mentre una collera bruciante mi attanagliava il petto
“ una fanciulla così giovane non può sostenere il peso di una tale responsabilità...è inumano”.
Sapevo che lei aveva accettato di compiere il suo dovere senza opporsi, ma io no! Non lo potevo accettare non sopportavo questa situazione!
Ero immerso nei miei pensieri quando alzò lo sguardo su di me, i suoi occhi dolcissimi mi guardavano, occhi limpidi, occhi di una fanciulla a cui è stato negato di vivere…

Rimase per qualche istante così a guardarmi poi ebbi l’impressione che stesse per mancare…d’istinto mi alzai per sostenerla…era troppo tardi quando mi accorsi di averla tra le braccia, sentivo il mio cuore bruciare
“mia…signora”
…alzò gli occhi su di me, vi leggevo lo stesso amore che provavo io…sapevo che non dovevo, non POTEVO amarla, ma la scoperta che anche lei mi amava mi lasciò senza fiato.
Vidi le lacrime brillare nei suoi occhi
“no…”
pensai... volevo farle, sapere quanto l’amavo, non come devoto suddito però, ma con la passione di un’ uomo.

Le alzai il viso con la mano, mi resistette per un attimo poi sollevò la testa, sentivo il profumo dei suoi capelli, mi chinai per baciarla, affondando le mani nelle morbide onde dorate, per un istante la sentii tremare, poi mi cinse la vita con le braccia ... le sue labbra erano morbide,ma assieme alla loro dolcezza sentii il sapore delle lacrime.

Si allontanò da me e mi accarezzò i capelli lungo la guancia guardandomi dolcemente… in quel momento capii che il mio destino era segnato, avrei fatto qualunque cosa per lei, anche andare contro all’ordine costituito, a costo di bruciare all’inferno!




Mi voltai lasciando da parte quei ricordi, i miei seguaci aspettavano il mio ordine, la mia voce risuonò cupa:
“uccidete i cavalieri magici!”