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Autore: Midori Kumiko    24/11/2014    2 recensioni
Ormai era deciso. Sarebbe cominciato quel periodo di terrore, angoscia e paura. In questo gioco mortale avremmo dovuto partecipare come alleate, pur possedendo caratteri diversi, anzi opposti. Avremmo dovuto fare la stessa fine di tutti gli altri...o forse no? Storia scritta a quattro mani: da me e dalla mia migliore amica (Questa è la nostra prima fanfiction)
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 1
L’incontro
 
 
P.O.V. FUJIKO
 
La mattina dopo ero distrutta perché non ero riuscita a chiudere occhio leggendo e rileggendo quelle informazioni sul mio diario. Avevo notato alcune stranezze: gli appunti che avevo sul diario si realizzavano dopo pochi secondi lasciandomi a bocca aperta.
 
 La sera prima, per esempio, nelle note era scritto che sarebbe arrivato il gatto alla mia porta e, dopo pochi secondi da quando l’avevo letto, sentii dei rumori alla porta allora aprendola mi accorsi che il mio gatto Luna stava grattando con le sue zampette sulla porta in legno per entrare. Avevo in mano il mio futuro e grazie al mio diario potevo prevedere tutti gli insuccessi così come le vittorie o gli imprevisti che mi sarebbero capitati. Indossai la mia divisa velocemente in modo frettoloso e sbrigativo ed andai a fare colazione in cucina.
Mia madre era già uscita ed aveva lasciato un biglietto sul tavolo con sopra scritto:
 
“Tesoro tornerò dopodomani. Sono all’estero per lavoro. Fai la brava mi raccomando”. Mia madre era una direttrice di un’azienda internazionale e per questo motivo si trovava all’estero molto spesso per motivi lavorativi.
 
Dopo aver fatto colazione ed essermi pettinata con cura i lunghi capelli castani, andai allo specchio e osservai la mia divisa per controllare che fosse a posto: era composta da una camicia bianca con lo stemma della scuola sul petto, una cravatta blu a quadri e una gonna anch’essa blu a quadri. Dopo aver preso la cartella carica di libri, uscii di casa e mi incamminai verso la scuola. Presi il telefono iniziando a leggere le note appena comparse.
 
“Ore 8:10 Cancello della scuola. Kim e Alice arrivano alle mie spalle per farmi uno scherzo e spaventarmi”
 
Non persi tempo e mi girai e, se devo essere sincera, non mi stupii del fatto che erano a pochi passi da me sghignazzavano perfide. Ovviamente non funzionò grazie alle mie “note del futuro” e le guardai soddisfatte pensando: “Che bello! Grazie a questo diario non può succedermi niente di brutto! È fantastico, sono una vincente!”.
 
Ci dirigemmo tutte e tre in classe e ci sedemmo ai nostri banchi mentre ancora ripensavo a tutto ciò che era capitato quella mattina ed alla fortuna che avevo avuto senza neanche preoccuparmi di da dove provenisse quel “potere del futuro”. Passò circa un quarto d’ora quando sentimmo la porta bussare e la professoressa l’invitò ad entrare: dalla soglia apparì una segretaria.
 
-Professoressa, c’è una nuova alunna. Entra pure cara- disse semplicemente invitando ad entrare qualcuno che era rimasto fuori dalla porta: era una ragazza piuttosto alta, snella e abbastanza formosa. Aveva lisci capelli biondi, lunghi quanto i miei, occhi azzurri, pelle molto chiara ed indossava la divisa portando con sé una valigetta scolastica marrone chiaro.
 
I nostri occhi, per qualche strano motivo s’incrociarono: io la guardai leggermente sorpresa e curiosa di conoscerla lei invece sembrava non avere espressioni facciali e dopo poco rivolse lo sguardo non solo a me ma all’intera classe.
 
-Il mio nome è Aisu Negira. Piacere di conoscervi- si presentò scrivendo il suo nome alla lavagna per poi fare un inchino a novanta gradi.
 
P.O.V. AISU
 
Per la prima volta in quasi due mesi passati seduta in quella stanza sudicia e malridotta, avevo deciso di uscire per qualche strano motivo: quella notizia mi aveva sconvolto, era qualcosa di irrazionale e senza senso ma di quei tempi avevo messo da parte la ragione per lasciar vagare la mente continuamente torturata dal passato.
 
“Esco per la prima volta da tre settimane. Ho voglia di fare un giro” le note scritte sul telefono erano quelle ma era un’azione ancora non compiuta ma era proprio quello che avevo intenzione di fare. Mi svestii della camicetta a vestito con bretelle bianca che indossavo da un bel po’ di tempo ed indossai una gonna blu scuro sbiadito, una maglietta bianca con sopra un giacchetta di lana nero, delle calze nere e degli stivali beige.
 
Aprii la porta scorrevole scricchiolante della casa per uscire e subito il vento fresco d’autunno solleticarmi il volto e scostarmi leggermente i capelli: come prima cosa avrei fatto un giro in città così da avere anche modo di verificare se le mie teorie sulle note del futuro fosse infondata o veritiera.
 
La gente girava allegra per le vie facendo compere o fermandosi in qualche bar per prendere qualcosa di caldo. Osservavo tutta quell’allegria indifferente non comprendendo tutta quell’euforia ma un brontolio proveniente dal mio stomaco mi distolse dai miei pensieri suggerendomi di andare a prendere qualcosa da mangiare.
 
Mi ero fermata in un bar ed avevo preso una ciambella zucchera: era fin troppo dolce per i miei gusti ma non potevo di certo fare la schizzinosa dopo aver passato cinque giorni senza cibo. Ricominciai a passeggiare con le mani in tasca quando un foglio appeso ad un palo attiro la mia attenzione:
 
“Scuola superiore Hikari: iscrizioni aperte fino al 4 novembre” diceva l’avviso e mi venne in mente che in pratica io non ero quasi mai andata a scuola. Un suono simile ad un’interferenza proveniente dal mio telefono attirò la mia attenzione, così lo tirai fuori dalla tasca e notai che si erano aggiunte delle note: la più evidente fu quella che diceva che avrei preso in considerazione la possibilità di andare a quella scuola e che alla fine avrei accettato anche se solo per mettere alla prova il mio cervello e per il fatto che mi stavo annoiando e volevo fare qualcosa di diverso.
 
Ormai era palese dire che quelle note indicassero il futuro visto che io non l’avevo scritte e che azzeccavano sempre, così decisi che tanto valeva seguire quello che dicevano le scritte e mi diressi alla scuola dove mi diedero un modulo da compilare e portare il giorno dopo e se fosse stato in regola avrei potuto partecipare alle lezioni subito: avrei semplicemente falsificato la firma del mio tutore che, in realtà, se ne era andato in vacanza da non so quanti anni.
 
Mi avevano anche consegnato la divisa composta da una camicia bianca con lo stemma della scuola sul petto, una cravatta a quadri blu, una gonna sempre blu a quadri.
 
Quella notte non avevo chiuso occhio (come al solito) e delle leggere occhiaie erano sotto i miei occhi azzurri che però non davano segni di stanchezza. Presi un autobus e giunsi ad una fermata non troppo distante dalla scuola ed una volta là, aspettai che suonasse la campanella ed andai in segreteria a consegnare il modulo per l’iscrizione e l’accompagnarono in quella che sarebbe stata la sua nuova classe.
 
Una volta davanti alla classe, la segretaria che mi aveva accompagnato bussò alla porta ed entrò annunciando l’arrivo di una nuova alunna e facendomi cenno di entrare.
 
Entrai a passo lento e calmo e quando rivolsi lo sguardo alla classe, i miei occhi incontrarono, quasi per sbaglio, quelli di una ragazza dai lunghi capelli marroni che mi guardava con aria sorpresa ma io rimasi indifferente per poi distogliere lo sguardo.
 
-Il mio nome è Aisu Negira. Piacere di conoscervi- mi presentai così alla nuova classe scrivendo il mio nome alla lavagna e facendo un profondo inchino.
 
ANGOLINO DELLE AUTRICI
Ecco il nuovo capitolo scritto da entrambe le autrici
Midori e Yuki che finalmente ha un account suo! YEEE!
Il mio nome però è Yuki Fujiwara. Speriamo vi piaccia questo
nuovo capitolo e ringraziamo in anticipo chiunque recensisca
o anche semplicemente legga.<3
Baci, Midori e Yuki.  
   
 
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