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Autore: Ari_92    24/11/2014    6 recensioni
Blaine e Kurt; un aspirante scrittore che ha perso l’ispirazione e un futuro studente della NYADA con un sorriso abbastanza convincente da mascherare i brutti ricordi. Le loro strade si incrociano per caso e finiscono per intrecciarsi a mezz’aria in un equilibrio precario. È una caduta a farli incontrare; sono le pagine di un quaderno a raccontarli.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Santana Lopez, Wesley Montgomery | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon lunedì sera, guys :)
Ormai i finali non-esattamente-simpatici stanno diventando una costante, a quanto pare. Come al solito non vi trattengo inutilmente: mi limito a farvi tanti sorrisi ammiccanti e a darvi appuntamento alle inutili note finali ;) Enjoy ♥
 
 
 
 

 
 
 
 
Capitolo XV
 
 
Trenta secondi dopo aver baciato Blaine Anderson, Kurt Hummel ha la netta sensazione che il suo cervello abbia cominciato a funzionare alla rovescia.
Aveva già visto qualcosa del genere in un film: la ragazza – che per qualche strana ragione ha sempre avuto una fortuna sfacciata – bacia il ragazzo di turno, e facendolo gli passa il suo essere sempre fortunata. Kurt teme che sia appena successo qualcosa del genere, ma al posto della fortuna lui avrebbe ereditato da Blaine il suo strano, meraviglioso e indubbiamente difettoso cervello.
La cosa preoccupante è che sembra davvero l’unica spiegazione plausibile al fatto che più passano i secondi più gli sembra impossibile che sia successo per davvero: è seduto sul bracciolo di una poltrona, sta guardando i grandi, bellissimi occhi del ragazzo che ha appena baciato e non riesce a capacitarsi di averlo fatto.
 
D’accordo: in origine si era precipitato a casa di Blaine proprio per quella ragione ma poi l’aveva visto lì con un sorriso adorabile, i capelli che gli oscillavano sulla fronte e quei suoi dannatissimi occhi enormi e non aveva potuto farlo. Gli era bastato vederlo perché una fitta lista di buone ragioni illuminasse il suo cervello annebbiato come una serie di sagge luci a neon. Non poteva rovinargli il primo bacio, non poteva affezionarsi troppo e non poteva fare finta di non stare per lasciare lo Stato quindi sì: niente baci. Una volta entrato in casa Anderson si era perfino congratulato con se stesso per l’autocontrollo dimostrato, peccato che poi Blaine avesse pensato bene di uscirsene con una di quelle frasi che ogni singola volta gli fanno tremare le gambe dalla voglia che ha di baciarlo e peccato che a quelle parole ne erano seguite altre e poi altre e altre ancora e che cosa avrebbe potuto fare? Come, esattamente, avrebbe potuto evitare di prendergli il viso tra le mani e baciarlo? Così l’ha fatto e basta ed è stato- uhm. Kurt non è sicuro di come è stato per il semplice fatto che lui baciava Blaine ma Blaine non baciava lui. Insomma, forse un po’, ma più che altro se ne stava lì immobile a cercare di inalare e espellere aria; non lo aveva neanche toccato, ad esempio. La cosa buffa di quel suo comportamento è che Kurt lo aveva trovato talmente da lui e talmente adorabile che avrebbe voluto baciarlo un’altra ottantina di volte solo per rendersi conto di quando tempo avrebbe impiegato a sciogliersi abbastanza da rispondere al suo bacio o a mettere le mani in qualche punto strategico come ad esempio le sue spalle o la sua guancia.
Al momento – dall’alto del suo bracciolo – Kurt ha la terribile sensazione di non avere il pieno controllo delle sue labbra che vorrebbero tornare di loro iniziativa proprio dove erano un minuto fa ma non può, non può assolutamente baciarlo di nuovo.
 
«Kurt?» È solo quando si sente chiamare che Kurt guarda Blaine per davvero. Lo guarda e vede i suoi occhi spalancati e la bocca socchiusa, e sente il cuore scivolargli verso il basso perché il suo è stato un errore imperdonabile. Non aveva letto il suo quaderno per non ferire i suoi sentimenti, e ora fa questo? È praticamente come leggere dieci quaderni, due diari segreti e tutti i messaggi che ha sul cellulare, se solo Blaine fosse il tipo che scrive messaggi a più di due persone.
«Mi dispiace tanto.» Dice in fretta e da una parte è verissimo ma dall’altra è la più colossale delle bugie. Perché gli dispiace di avergli strappato il suo primo bacio, gli dispiace che nel giro di qualche settimana lascerà Lima per sempre e gli dispiace di non essere quello giusto per renderlo felice come meriterebbe. Però lo avrebbe rifatto ancora e ancora, sempre, perché Blaine gli era piaciuto fin dal primo momento e non riesce a biasimarsi per provare qualcosa del genere per una persona del genere. Riceve un’occhiata allarmata.
«Perché ti dispiace?» La voce terrorizzata con cui glielo chiede riesce a fargli fisicamente male. Non ha idea di che cosa Blaine abbia più paura di sentire, ma sa che non sarà lui a dirgliela perché non ha la minima intenzione di rimanere lì un secondo di più. Ha bisogno di stare da solo, ha bisogno di riflettere e anche di darsi del coglione a vita; tutte cose che non è assolutamente in grado di fare con Blaine che lo guarda come se non aspettasse altro che essere baciato di nuovo.
 
«Io volevo solo- volevo solo che sapessi che non è vero che devo essere ubriaco per avere voglia di baciarti.» Gli dice, alzandosi velocemente dal bracciolo della poltrona su cui è appollaiato.
A dirla tutta ha paura, una paura gigantesca di aver appena rovinato la cosa più bella che ha mai avuto con qualcuno per uno stupidissimo bacio e non vuole essere lì nel momento in cui Blaine si renderà conto di cosa gli ha fatto, di cosa ha fatto a entrambi. Vorrebbe ribadire che gli dispiace, che ha combinato un casino, che ciò che hanno è molto più importante di un singolo bacio e invece dice: «È meglio che vada.»
E va davvero, prima di poterci ripensare. Ricaccia indietro le lacrime e procede a grandi falcate verso la porta d’ingresso senza voltarsi indietro nemmeno una volta perché sa cosa succederebbe se lo facesse: tornerebbe sui suoi passi e bacerebbe Blaine fino a non riuscire più a muovere le labbra. Così prosegue oltre la porta e attraverso il giardino ignorando le sue stupide gambe tremanti e il suo stupido cuore che continua a fargli presente che quella è la direzione sbagliata perché Blaine è dalla parte opposta. Lo ignora quando sente l’erba umida sotto le suole delle scarpe e lo ignora mentre passa di fianco agli gnomi da giardino – quello su cui è inciampato un paio di ore prima è ancora in posizione orizzontale. Poi di punto in bianco non è più in grado di ignorarlo perché si è messo a battere all’impazzata, al ritmo dei passi veloci in rapida avanzata alle sue spalle.
 
«Kurt, ehi.»
Kurt avrebbe talmente tante buone ragioni per non voltarsi che potrebbe comprare a sua volta un apposito quaderno con la copertina rigida e occupare tutte le pagine a scriverle, eppure si gira lo stesso. Blaine gli sta correndo incontro e corre e corre finché non gli è di fronte e si ferma proprio lì, in piedi davanti a lui. A quel punto lo guarda dritto negli occhi, con la bocca socchiusa a causa dello sforzo della corsa e non aspetta nemmeno di riprendere fiato: gli appoggia entrambe le mani ai lati del viso e lo bacia e wow. Solo, wow.
Blaine inspira bruscamente dal naso, piega il collo da una parte e preme forte la bocca sulla sua. Rimane stordito per quelli che gli sembrano anni prima di realizzare che quelle soffici, calde labbra sono proprio dove si trovavano qualche minuto prima e stanno baciando le sue accarezzandole timidamente con la punta della lingua.
Kurt tiene gli occhi aperti dalla sorpresa per qualche lungo secondo e poi le palpebre gli calano lentamente, piano piano mentre Blaine continua a baciarlo e lui si sente la testa leggera e fluttuante come una bolla di sapone. Adesso sa com’è baciare Blaine e sa anche che sarebbe stato molto meglio per lui non saperlo affatto perché farne a meno sarà dannatamente impossibile.
Si separano qualche lungo secondo più tardi: Blaine lo guarda da sotto quelle sue ciglia ridicolmente lunghe e con le labbra ancora socchiuse e Kurt deve compiere uno sforzo sovrumano per impedire il formarsi nella sua testa di pensieri non esattamente casti e avere al contempo la lucidità di mettere le mani sulle spalle a Blaine per impedirgli di baciarlo di nuovo. Lui gli rivolge uno sguardo interrogativo, improvvisando un piccolo sorrisetto.
 
«Sai, mi verrebbe da citare una tua frase della sera della grande sbronza.»
«Blaine.» Gli basta pronunciare il suo nome perché il sorriso di Blaine svanisca e lui torni subito serio e preoccupato. Kurt cerca di mettere insieme una sorta di sorriso rassicurante anche se in effetti c’è ben poco da sorridere: deve dire quello che deve dire; Blaine si merita la verità.
«Lo sai che io non cambierò i miei piani, vero? Lo sai che andrò a New York?» Contrariamente ad ogni sua aspettativa, la risposta arriva subito.
«Non mi interessa.» Kurt sbatte le palpebre qualche volta, confuso.
«Cioè: mi interessa, ma non mi interessa. So che te ne andrai e giuro che sono felice per te, ma non mi interessa.»
«E sai che io e Tom ci siamo appena lasciati, e- »
«Provi ancora qualcosa per lui?» Stavolta è Kurt a rispondere subito, perché ne ha la certezza.
«No.» Blaine scrolla le spalle.
«Allora non mi interessa.»
«E non ho fatto del tutto pace con Santana e devo ancora parlare con Rachel- »
«Non mi interessa.»
«Ho paura che soffriremo entrambi quando andrò via perché non potremo più vederci tutti i giorni. Questa mia paura è in netto contrasto con la voglia che ho in questo momento di saltarti addosso ma non è che posso semplicemente ignorare la paura e saltarti addosso lo stesso- »
«Tecnicamente puoi perché qualunque cosa dirai io continuerò a dire che non mi interessa.» Kurt lo fissa per una manciata di secondi, piegando la testa da un lato.
«Non ti interessa?»
«No.»
«Okay.»
 
Dire che Blaine lo aveva convinto già al primo “non mi interessa” sarebbe una mezza verità, perché ad essere del tutto onesto Kurt dovrebbe ammettere che lo aveva fatto nel momento stesso in cui lo aveva rincorso per il cortile. E non sapeva di avere bisogno di questo, di volere che lui lo rincorresse finché non stava succedendo e poi Blaine gli aveva detto che non gli interessava e allora anche a lui non interessa. Cioè: gli interessa, ma non gli interessa. Pensa a tutte queste cose e mentre lo fa gli stringe le braccia attorno al collo e cerca le sue labbra con urgenza: come per il fatto di essere rincorso, Kurt non sapeva di avere così bisogno di lui finché non lo sta di nuovo baciando. Stavolta Blaine ricambia subito e gli tiene le mani sulla schiena, stringendo delicatamente la stoffa della sua giacca. Kurt si separa da lui qualche istante più tardi, ma solo dei pochi centimetri che servono ad entrambi per tirare fiato; tiene la fronte sulla sua e sente il suo respiro infrangersi sulle proprie labbra.
«Qual era la mia citazione che volevi condividere?»
«Oh, era: “Dimmi che non vuoi baciarmi”, ma ormai il momento è andato.»
Kurt lo guarda per un momento e non è per niente un’impresa facile: sono così vicini che deve praticamente incrociare gli occhi per farlo.
«Blaine?»
«Sì?»
«Anche a me non interessa. Cioè: mi interessa, ma non mi interessa.» Gli dice, poi intercetta le sue labbra che accennano un sorriso a pochi centimetri dalle proprie e Kurt decide che va bene così: che vada tutto in pezzi, che caschi pure il mondo, che il suo cervello funzioni alla rovescia e che faccia tutte le scelte sbagliate. Va bene qualunque cosa, finché può continuare a baciarlo.
 
 
*
 
 
«No, ti prego. Dimmi di nuovo com’è andata.»
Blaine alza gli occhi al cielo senza però riuscire a non di sorridere: è più o meno da ieri pomeriggio che quella è la sua reazione standard a tutto ciò che gli succede, in particolare da quella parte del pomeriggio in cui finalmente ha baciato Kurt e a dirla tutta non prova alcun fastidio a raccontare quella storia a Wes per la quarta volta. Non pensa che avrebbe problemi nemmeno con una quinta o una sesta, in realtà.
«Avevo appena tirato fuori tutte le bottiglie di alcolici presenti in casa- »
«No, no, no. Voglio la parte del dopo, quella è bellissima. Oh, Kyle dice che è contento per voi.» Blaine aggrotta la fronte.
«Kyle? Kyle è lì con te?»
«Già.»
«Kyle XY?»
«Tra di noi è nata subito un’intesa nel momento in cui lui ha iniziato ad odiarti. Abbiamo tante cose di cui parlare, adesso.» Blaine non può fare a meno di essere travolto dall’immagine mentale di Wes e Kyle XY che passano i pomeriggi bevendo the coi biscotti e sparlando di lui: sicuramente gli ha già raccontato la storia degli sconosciuti e della nonna almeno un’ottantina di volte.
«Vedi? Cercavi di trovarmi un fidanzato e invece lo hai trovato per te.»
«Sei di una simpatia travolgente.»
«Inizierei a mettere da parte qualche soldo: non so se te lo ricordi ma gli piacciono tanto i bambini. Tre è il numero perfetto- »
«Anderson, la vuoi piantare? Ti ho chiesto la parte del dopo.»
 
La parte del dopo; è addirittura costretto a rinunciare alle sue battutine sulla neonata relazione platonica tra Wes e Kyle XY per ritornare su quel pensiero. Ciò che assolutamente si era ripromesso di non fare nella famigerata parte del dopo era dare a Kurt l’idea sbagliata. Il vero problema era nato quando aveva realizzato che a) non sapeva quale fosse esattamente l’idea sbagliata, b) era terrorizzato di terrorizzarlo e c) era terrorizzato di terrorizzarsi.
Così si era piazzato davanti al computer e aveva scritto per un paio d’ore intere pagine della sua storia su Mona finché non gli erano venuti i crampi alle dita e alla faccia – i primi per il troppo digitare, i secondi per il troppo sorridere.
«Te l’ho detto: io non avevo idea di cosa fare, anche perché non me lo aspettavo e lui è appena uscito da questa storia di tre anni... Non so come si comportava Tom con lui e ho paura di fare qualcosa di troppo simile, ma anche di troppo diverso. Capisci cosa voglio dire?» Dall’altro capo del telefono c’è un breve silenzio durante il quale – Blaine ci scommetterebbe la vita – Wes alza teatralmente gli occhi al cielo.
«È una cosa da te, sì. Quindi non vi sentite da ieri?»
«Beh, verso mezzanotte mi è arrivato un suo messaggio che diceva “Buonanotte, Blaine Anderson”, così io gli ho risposto “Buonanotte” e lui mi ha chiesto se mi andava di andarlo a prendere dopo il suo corso di recitazione e ovviamente gli ho detto di sì. Mi ha dato l’indirizzo e l’orario e adesso sono proprio qui davanti ad aspettarlo.»
Altro secondo di silenzio, poi a parlare è nientemeno che Kyle XY.
 
«Quindi adesso state insieme?» Blaine spalanca gli occhi.
«Uhm- potresti passarmi Wes, per favore?»
«Sei in vivavoce, Anderson.» Quello è Wes. Beh, quantomeno avrebbe dovuto aspettarselo. Sospira e scuote piano la testa.
«Non lo so. Insomma, non potevo mica chiederglielo.»
«Brutto segno. Pensaci: è appena uscito da una storia di tre anni... Non credi che voglia solo portarti a letto per smettere di pensare al suo ex o peggio, per vendetta contro il suo ex?» Blaine sta per ribattere, ma poi realizza di non avere nessuna voglia di spiegare a Kyle XY che Kurt non ha intenzione di portarsi a letto proprio nessuno, o che non era più innamorato di Tom da tempo ma era rimasto insieme a lui in nome di quello che avevano passato e okay, forse il fatto che sono stati insieme così a lungo un po’ lo spaventa. È normale che lo spaventi, o almeno crede.
«Non è così. Sono sicuro di piacere a Kurt perché sono io, non come sostituto di qualcun altro.» Ed è più o meno la più grande dose di autostima che ha mai esternato in diciannove anni. Wes sembra preoccupato.
«“Sono sicuro di piacergli”? Vuoi dire che non te l’ha detto?»
«No, ma mi ha baciato- »
«Accidenti Blaine, è un bel casino.» Comincia Kyle XY, in quello che si preannuncia come un lungo, illuminante discorso che non ha la minima voglia di stare a sentire.
 
 
*
 
 
«Non credi di stare esagerando?»
Sono dieci minuti buoni che Kurt zampetta dietro a Rachel per tutto il palco, ignorando bellamente la loro insegnante che continua a implorarli di andarsene. Kurt sospettava che non l’avrebbe presa bene, ma si era immaginato più una serie di urla disumane che- beh, questo.
Aveva agito subito dopo la fine della lezione: la sua prima mossa era stata ricoprirla di vari ed eventuali complimenti circa le sue doti recitative e poi beh, poi aveva sganciato la bomba. Rachel lo aveva guardato con un tale odio che Kurt aveva seriamente temuto di rimanerne incenerito lì, con ancora il suo copione di dubbio gusto in mano; a quel punto era scattato un monologo di cinque minuti buoni con tanto di metafore e domande retoriche il cui succo era che da quel momento in poi avrebbe usato contro di lui il trattamento del silenzio fino a nuovo ordine. Così si era messo a seguirla mentre radunava le sue cose, cercando di convincerla che essere uscito qualche volta con Santana non era poi una colpa così terribile. Tuttavia Rachel si ostina a non rivolgergli la parola e davvero: Kurt non si sarebbe mai aspettato di doversi fare in quattro per far sì che Rachel parli con lui in questa vita.
 
«Ti prego. So che non la sopporti e che credi che interferisca con la mia carriera, ma pensaci: stiamo per andare a New York insieme, giusto? Ce l’abbiamo fatta, va tutto bene.» Silenzio.
Kurt alza gli occhi al cielo e la segue mentre avanza a passo di marcia verso l’uscita della sala, senza badare al sospiro sollevato della loro insegnante.
«Ti vuoi fermare un secondo?» Rachel accelera, così accelera anche lui.
«Lo so che vi odiate ma non è un po’ infantile impedirmi di frequentare l’una o l’altra?» La rincorre fino al parcheggio, ringraziando che l’impeto che sta dimostrando sia in netto contrasto con la ridicola lunghezza delle sue gambe, cosa che le impedisce di seminarlo.
«Dai, Rachel. Ti porto a comprare spartiti tutti i giorni per un mese.» Silenzio.
«Un abbonamento dall’estetista?» Silenzio.
«Un rene?» Ancora silenzio.
A quel punto Kurt decide che è il momento di arrendersi: probabilmente a Rachel serve del tempo per smaltire la sua furente e teatrale collera e accettare la storia di Santana; inoltre lui ha appena adocchiato la macchina di Blaine ed è più o meno come vedere la luce in fondo a un tunnel di drammaticità e trattamenti del silenzio. Kurt si ferma e Rachel continua ad avanzare a passo di marcia, così si butta in un ultimo, estremo tentativo.
 
«Barbra Streisand fa schifo.» Wow, è davvero riuscito a dirlo ad alta voce. Ora si odia con ogni fibra del suo essere, ma se non altro è riuscito ad attirare la sua attenzione. Rachel si volta verso di lui senza smettere di camminare e ha un’aria talmente feroce che Kurt per poco non si mette a correre nella direzione opposta.
«Tu fai schifo.» Beh, come minimo.
Kurt rotea gli occhi senza osare ribattere e si avvia verso la macchina di Blaine, con una mano ben salda sulla sua tracolla. Avendo largamente previsto quanto sarebbe andata male con Rachel si era premunito di organizzare la seconda parte della giornata nel modo più positivo possibile e cosa c’è di più positivo di fare una piccola sorpresa a Blaine? D’accordo: forse quella di bilanciare la giornata è una mezza scusa e gli avrebbe fatto quella sorpresa in ogni caso perché nonostante non abbia ancora capito molto di cosa c’è tra loro né di cosa Blaine voglia che ci sia tra loro o di cosa lui stesso vorrebbe, non ha intenzione di negarsi quell’idea. Così si dirige verso la macchina con il migliore dei suoi sorrisi e – vedendo Blaine immobile – bussa due volte sul suo finestrino. Lui apre la portiera ed esce.
 
«Buongiorno, Blaine Anderson. Scusa se ti ho chiesto di venire, ma Rachel si era offerta di darmi un passaggio all’andata e come immaginavo non è più disponibile per il ritorno. Ma tanto meglio così, perché pensavo di- Oh mio Dio.» Kurt si blocca, perché Blaine è appena uscito dalla macchina e ha la faccia di qualcuno a cui sono appena deceduti sia il gatto che il cane in circostanze particolarmente efferate. Che si ricordi non ha mai visto Blaine così, e ricorda molto bene quando si tratta di lui.
«Che cosa è successo?» Blaine tira su col naso, guardandolo di sottecchi. Di nuovo, è spaventosamente uguale al cane di sua zia e Kurt sa che sarebbe ora che smettesse di pensarlo. Abbassa lo sguardo quasi subito, incrociando le braccia al petto.
 
«Ma io ti piaccio?» Kurt inarca le sopracciglia, per niente sicuro di aver capito bene.
«Cosa?» Blaine sembra devastato.
«Ieri non me lo hai detto. Non volevo parlartene, te lo giuro, ma poi ho telefonato a Wes per raccontargli- sai. E con lui c’era anche Kyle XY- »
«Kyle XY?»
«Sì. E lui crede che siccome sei appena uscito da questa relazione lunghissima adesso hai solo bisogno di distrarti e io gli ho ripetuto mille volte che non è vero, però... Non è vero, giusto?» Kurt sbatte più volte le palpebre, socchiudendo la bocca. Blaine incredibilmente riesce ad alzare lo sguardo abbastanza da incontrare il suo «Considera che ogni momento che passi senza dire una parola ha l’equivalente morale di sette culate in piscina- »
«Sei un cretino.» Sbotta, appoggiandosi le mani sui fianchi. Blaine fa per ribattere ma Kurt lo precede. «Zitto. Prima di tutto dì a Kyle XY e al suo sorriso da pubblicità del dentifricio di stare molto lontani da te e dalla tua testa. Poi sei un cretino, deficiente e imbecille se pensi davvero che ti ho baciato solo per non pensare a Tom dato che ti ho detto esplicitamente che non lo amo più da tempo e l’ho fatto mentre eravamo sdraiati al buio come facevo con mia madre e come non farei mai con nessun altro. Quindi sul serio, Blaine: cosa devo fare esattamente per farti capire che mi piaci da morire e che sto cercando disperatamente di trovare un modo per conciliare quello che abbiamo messo insieme in queste settimane con il fatto che finalmente mi sono deciso a baciarti e non voglio che altri ragazzi ti mettano le mani sulle ginocchia?»
Blaine rimane in silenzio per un intero minuto. È incredibile con che facilità Kurt riesca a dare un nome ad ogni singola emozione che vede passare sul suo viso: tristezza, paura, imbarazzo, sollievo... Sono tutte lì una dopo l’altra, in una piega particolare della sua bocca, in un’incurvatura di sopracciglia e in un minuscolo sguardo. Non aveva idea di avere familiarità con dettagli così minuscoli, né che rendersene conto lo avrebbe fatto sentire così stupidamente felice.
 
«Anche tu mi piaci da morire.» Kurt alza gli occhi al cielo.
«Buono a sapersi, perché questo fa di me il primo candidato ad aiutarti con il prossimo punto della nostra lista.» Gli dice, abbassandosi quanto basta a dargli un piccolo bacio sulla guancia. Blaine gli rivolge quel sorriso, quello dove piega la testa da una parte e gli scivolano gli occhiali sul naso. Kurt potrebbe riempire pagine e pagine a descriverlo e Dio, forse è davvero andata come in quel film perché questa è una cosa tremendamente da Blaine.
«Ovvero?» Kurt sogghigna, passandogli una mano tra i capelli.
«“Primo appuntamento”, Blaine Anderson.»

 
 
 
 

 
 
 
 
...So.
Non ho idea di come si chiamasse quel film al quale si riferisce Kurt all’inizio, ma so che lo vidi un’infinità di anni fa e soffrii perché presi per la prima volta coscienza della indicibile sfiga che mi perseguitava. MA non siamo qui per parlare di questo u.u
- Per chi ha letto lo spoiler infrasettimanale in pagina: sì. Ho evitato di anticipare la prima, fluffosissima parte di proposito. Surprise :D
- “Mi interessa, ma non mi interessa” sarà la nuova filosofia di vita di Kurt&Blaine;
- Rachel forse un giorno comprenderà che il trattamento del silenzio da parte sua è più una benedizione che un castigo;
- Se shippi Wes e Kyle batti le mani *clap clap*;
- Klisses, bitches B)
Sì. Mi rendo conto che queste ““note”” finali sono più deliranti del solito, ma la verità è che devo andare a vedere Doctor Who e quando sto per andare a vedere Doctor Who non rispondo più delle mie azioni *finge che non siano mere scuse per giustificare la momentanea dislessia* ...Well. Prima di sparire definitivamente ci tengo a porgere i miei più sentiti ringraziamenti oh come sono dapper alle meraviglioserrime (?) persone che leggono, seguono, preferiscono, ricordano e soprattutto recensiscono questa storia. Siete il Blaine del mio quaderno. Non so che cosa ho appena detto E naturalmente quella gran donna di mia moglie, che continua a struggersi inutilmente perché le venga rivelato il suo regalo di Natale ♥
A lunedì prossimo adorabili esseri, spero che il capitolo vi sia piaciuto ♥
 
As always, per lo spoilerino infrasettimanale mi trovate qui: https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
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