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Autore: AllieLight    24/11/2014    1 recensioni
E se il Dottore avesse trovato un modo per rivedere Amy un'ultima volta?
- Pensavo te ne saresti stato davanti a quella porta fino alla prossima rigenerazione.- Una voce anziana lo colpì in pieno con quelle parole.
Lui strinse gli occhi e lentamente rimise la fotografia al suo posto.
Prese un respiro profondo e si girò, incontrando due occhi nocciola che gli erano mancati così tanto.
Davanti a lui si stagliarono tutti i momenti con lei: dalla piccola Amelia, alla cresciuta Amy, alla Signora Williams, alla madre che aveva lottato fino a quella vista.
I capelli grigi raccolti in una crocchia, il volto stanco e segnato dal tempo, e quel sorriso per niente sorpreso che le aleggiava sul volto.
- Sei di nuovo in ritardo, uomo stropicciato.-
Spero che qualcuno trovi il tempo per leggerla e, magari, lasciare qualche commento. Spero piaccia ;)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui! Grazie per chi ha deciso di leggere questa piccola One- shot. Era un'idea che avevo in testo e volevo provare a cimentarmici, perciò spero piaccia.
Mi scuso per eventuali errori ;)



New York, anni ’30

La porta del Tardis fece il solito cigolio, quel cigolio che il Dottore non sentiva da tempo e che lo riportò indietro nel tempo; il tempo dove aprire quella porta era la sua unica ragione di esistenza.
Richiuse quel pezzo di legno dietro di sé e, osservando quella giornata di autunno, ritornò a sorridere.
Ce l’aveva fatta.
Scoppiò in una sonora risata tanto che una giovane donna lo guardò stranita, forse prendendolo per pazzo, ma al Dottore non importò: ce l’aveva fatta.
Si specchiò nella vetrina di un negozio poco distante e si aggiustò il cravattino. A quel punto, il sorriso svanì per quel gesto che ora gli sembrava tanto estraneo quanto terribilmente famigliare.
Dopo la perdita dei Pond, aveva vissuto in una stasi, un momento fermo nel suo tempo; il Tardis era diventato la sua corazza, i libri la sua unica speranza.
Mesi, forse anni, passati tra quelle pagine a cercare di andare oltre il tempo e lo spazio, oltre ciò che lui stesso aveva sempre creduto invalicabile.
Ma eccolo lì, ce l’aveva fatta.
New York. Amelia.
E il sorriso ricomparì sul suo viso più vecchio di quanto in realtà mostrasse. Si aggiustò la giacca, si stirò la camicia e rimise a posto il ciuffetto ribelle dei capelli.
Ora, l’unica cosa da fare era trovare la casa della sua migliore amica.
Camminò tra quelle strade e viali, tra alberi spogli delle loro foglie e sentieri colorati di arancione. proprio come i suoi capelli.
Chissà come sarebbe stato rivederla, quale sarebbe stata la sua età e il suo aspetto. Leggere quella pagina dimenticata di libro non gli era bastato, voleva rivedere quegli occhi vispi e determinati che aveva visto in lei fin da quando era bambina.
Gli mancava, gli mancava terribilmente quella giovane impertinente scozzese. La sua Pond; la prima faccia che quella faccia aveva visto.
Ripensò al momento in cui aveva dovuto lasciarla andare, e a quel dolore che mai più avrebbe voluto riprovare.
Aveva perso molto spesso persone a lui care, ma ogni volta era un dolore diverso, ognuno impresso nella sua mente e nei suoi cuori, che mai avrebbe potuto cancellare o dimenticare.
Il pensiero che l’aveva portato a quel punto, a trovare quella crepa che gli avrebbe permesso di rivederla, era il pensiero di non averle detto davvero addio, non nel modo in cui avrebbe voluto.
Osservò ognuna di quelle villette, come se qualcosa gli avesse permesso di riconoscere all’istante dove lei si trovasse.
Ma Amy, come sempre, era un passo avanti.
Scosse la testa e emise un piccolo risolino. - Pond.- Disse.
Si stagliò davanti a quella porta che portava il colore più bello che lui avesse mai visto in tutti quegli anni di vita.
La porta blu Tardis si distingueva tra tutte quelle sciatte e scolorite porte che abitavano quel viale, e il Dottore si ritrovò immobile a fissarla, senza sapere cosa fare.
Si era ritrovato spesso a fantasticare su quell’incontro: si sarebbero buttati tra le braccia l’uno dell’altra? L’avrebbe schernito per il suo ritardo? Oppure, semplicemente, si sarebbero fermati a fissarsi? Non ne aveva la più pallida idea arrivato davanti all’unico ostacolo che lo teneva lontano.
- Okay. Geronimo.- Bussò e la porta si aprì sotto il suo tocco.
Confuso, spalancò di poco la porta e si sporse per vedere al suo interno.
Un piccolo corridoio si aprì davanti ai suoi occhi, ma il dettaglio che lo colpì come un fulmine furono le fotografie sul piccolo mobile in legno appoggiato alla parete.
Richiuse silenziosamente la porta e prese tra le mani la cornice.
Amy, visibilmente più vecchia, adulta, abbracciava un Rory altrettanto invecchiato, mentre su entrambi i loro volti aleggiava un sorriso rilassato e felice.
Accarezzò le loro figure e si intristì al pensiero di non aver potuto vederli crescere davanti ai suoi occhi. Avrebbe voluto esserci.
- Pensavo te ne saresti stato davanti a quella porta fino alla prossima rigenerazione.- Una voce anziana lo colpì in pieno con quelle parole.
Lui strinse gli occhi e lentamente rimise la fotografia al suo posto.
Prese un respiro profondo e si girò, incontrando due occhi nocciola che gli erano mancati così tanto.
Davanti a lui si stagliarono tutti i momenti con lei: dalla piccola Amelia, alla cresciuta Amy, alla Signora Williams, alla madre che aveva lottato fino a quella vista.
I capelli grigi raccolti in una crocchia, il volto stanco e segnato dal tempo, e quel sorriso per niente sorpreso che le aleggiava sul volto.
- Sei di nuovo in ritardo, uomo stropicciato.- Lei si strinse le mani e lo guardò felice, come se davanti a lei ci fosse il regalo che aveva aspettato da molto tempo.
- Amelia.- Sussurrò lui, avvicinandosi a lei. Fissò il suo maglione viola che sembrava quasi potesse nasconderla; ma lui l’avrebbe sempre riconosciuta.
Sorrise vedendo che il vizio delle ciabatte pelose non l’aveva abbandonata.
Era così diversa, ma sempre così riconoscibile ai suoi occhi.
Si mise in ginocchio davanti alla poltrona su cui era seduta e, per alcuni istanti, non fecero altro che guardarsi negli occhi e studiarsi l’un l’altra.
Chissà cosa lei stesse vedendo in quell’uomo ormai troppo vecchio per affrontare tutto, troppo stanco per continuare a vedere così tante cose e a perderne altrettante.
E chissà cosa lui stesse vedendo in quella donna che ormai era troppo vecchia, talmente vicina a raggiungere il suo amato che la stava aspettando in un mondo in cui lei credeva. ma che negli occhi portava sempre quella spensieratezza che l’aveva accompagnata nei suoi viaggi con il Dottore, fino a quell’ultimo e disperato addio.
In realtà, entrambi non vedevano altro che la propria persona. La persona che avevano aspettato e cercato disperatamente.
Amy gli prese il viso dolcemente e, com’era solito fare tra loro, si chinò e gli lasciò un bacio sulla fronte mentre lui ricopriva le sue mani con le proprie.
Il Dottore alzò gli occhi su di lei e accarezzò quelle tenere rughe che le contornavano gli occhi.
Sì, regalino che succede quando si è mortali.- Disse lei ridendo un poco e guardandolo con tenerezza.
Lui si sedette sulla poltrona davanti a lei e continuò a fissare quella anziana signora che era la sua migliore amica.
Lei, vedendolo seduto su quella poltrona, emise un sospiro di malinconia ma subito dopo accennò un sorriso.
- Era la poltrona di Rory.-
Tutto ad un tratto, davanti agli occhi del Dottore si materializzò l’immagine della lapide dei Pond.
- Rory.- Sussurrò con tristezza, coprendosi gli occhi con entrambe le mani. Il Centurione; il ragazzo che aveva aspettato. Il ragazzo che era morto molte volte, ma mai per davvero. - Quando?-
- Tre anni fa.- Lei abbassò lo sguardo per alcuni secondi, ma subito dopo si riprese e scosse la testa. - Non preoccuparti, ha vissuto gli anni migliori, proprio come me. - L’espressione serena di lei ricordando momenti che il Dottore non avrebbe mai potuto comprendere, o sapere.
- E’ così strano averti qui, adesso.- Disse lei guardando l’uomo che non era cambiato di un anno, ma che negli occhi aveva acquisito più anni che lei. - Che hai combinato in questo tempo? Quanto è passato per te?-
- Non ne ho idea, sai: viaggiare, salvare pianeti e le solite cose. Non ho avuto molto tempo. - Decise di mentire per nascondere quello che in realtà era stato il suo periodo buio.
Ma, ovviamente, Amy non si fece prendere in giro.
So che stai mentendo, Dottore.- Lui abbassò lo sguardo, prima di rialzarlo su di lei.
- Mi sei mancata, Pond. Quando vi ho persi, la vita non mi sembrava più degna di essere vissuta. Ho perso così tante persone, e quando è successo pure con voi, mi sembrava di essere solo un portatore di guai e morte dovunque andassi e a chiunque incontrassi. Mi ero ripromesso di proteggervi, di lasciarvi solo quando voi l’avreste voluto. Non volevo andasse così.-
- E’ stata una mia decisione. Ho voluto seguire Rory e sì, lo rifarei altri mille anni perché, Dottore, ho aspettato te per anni e non rimpiango nessuno di quegli istanti che ho passato aspettandoti e aspettando che tu diventassi reale anche per gli altri, ma Rory era quella realtà che tu non mi avresti potuto dare. E la mia scelta è stata la migliore che potessi prendere.-
Sorprendentemente, quelle parole gli fecero male, ma poi capì che erano completamente vere e si ritrovò ad essere felice per lei. Anche se nel modo peggiore, aveva avuto la vita perfetta che il Dottore voleva per lei.
- Che ti è successo? Ero certa che saresti ritornato, speravo prima cosicché avresti potuto vedermi in circostanze migliori, ma speravo di ritrovarti felice e sereno, con qualcun altro al tuo fianco. Ricordi l’ultima pagina? Non volevo rimanessi solo.-
Non ce l’ho fatta, Amy. Non potevo semplicemente andare avanti, pensando che non ero riuscito nemmeno a dirti addio. Quella lettera non mi bastava.-
Lei si alzò e si piazzò davanti a lui. Prese la sua testa e l’appoggiò sul proprio stomaco, lui la strinse forte.
- Ora mi hai vista. Dottore, grazie a te ho visto mondi, vissuto avventure e avuto l’amico che mai avrei immaginato di avere, che è la cosa più bella che mi sia capitata. La bambina che ti ha visto nel suo giardino e che ti ha aspettato su quella valigia già pronta è cresciuta grazie a te, grazie al pensiero di quell’amico che tutti credevano immaginario ma che nel cuore ha sempre visto. Quella valigia è sempre stata pronta per te, e quella ragazza probabilmente ti aspetterà in eterno. Aspetterà sempre il suo uomo stropicciato, il suo sogno segreto, il suo migliore amico. In questi anni, sono sempre stata preoccupata per te, perché ero certa che non mi avresti ascoltata, come sempre. Testone.- Gli diede un piccolo colpo sulla testa che fece ridere entrambi.- Voglio che tu prenda in mano di nuovo quella stupida scatola blu che ti regala così tante emozioni, e che tu parta alla ricerca di nuovi mondi, in quell’universo che tu ami così tanto e che tu porta con te una nuova persona, una con cui condividere i tuoi numerosi viaggi e a cui potrai regalare gioia, avventura e te stesso, la cosa più bella. Dottore, rifarei tutto quello che ho fatto in questa vita. Ogni cosa. Non sentirti mai in colpa, gli altri ricorderanno sempre la parte bella di viaggiare con te, la parte bella di aver fatto parte della tua vita anche solo per poco. Ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e te ne vorrò fino alla fine dei miei giorni.-
Calde lacrime solcarono le guance di entrambi.
- Amy. - Sussurrò stringendola più forte mentre singhiozzava silenziosamente, a differenza di lei che gli strinse la testa tra le lacrime.
Vai, trova qualcuno e parti. Corri come sempre, uomo stropicciato.-
Lo lasciò andare, lui si alzò e la guardò negli occhi prima di stringerla in un abbraccio.
- Amelia Pond, addio.- La baciò sulla fronte e, senza voltarsi indietro, uscì da quella porta.
Lasciò Amy felice, soddisfatto e sicuro che lei avesse vissuto la vita che meritava e desiderava.
Ora, era il momento di un’altra avventura per lui.
Geronimo.
   
 
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