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Autore: OscarFayette    25/11/2014    1 recensioni
Molti personaggi si muovono nella Francia Pre-Rivoluzionaria: da Maria Antonietta a Robespierre fino a Napoleone, mentre altri sono rimasti nell'ombra... Questa è la storia di un Universo Alternativo in cui un uomo prenderà in mano le sorti della Rivoluzione.
Il Marchese de LaFayette, famoso per essere stato il generale francese della Guerra d'Indipendenza Americana, avrà un ruolo importante in questa storia
E quale sarà il ruolo di Oscar François de Jarjayes?
E' la mia prima fanfic in assoluto, mi sono iscritta proprio dopo aver visto Lady Oscar interamente... Fatemi sapere cosa ne pensate
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nel 1769 in Francia regnava Luigi XV che aveva accettato la proposta della Imperatrice MariaTeresa D'Austria di unire le due casate in un matrimonio tra il Delfino Luigi XVI e l'Arciduchessa MariaAntonietta.
Oscar François de Jarjayes intanto era appena diventata Capitano delle guardie di Palazzo.
 
 
Un giorno di primavera dell'anno 1769 un uomo arrivò a cavallo alla reggia più veloce che poteva, scongiurando che venisse accolto subito dal Re, ma sembrava più entusiasta che preoccupato.
Il messaggero veniva da Bourdaux e diceva che un fatto storico era appena capitato alle porte della città.
L'uomo venne ammesso al cospetto del Re seduto sul trono e inginocchiandosi diede la notizia tanto attesa.
-Il Conte De Guise è stato battuto a duello Vostra Altezza, non è più lui la prima spada del Regno.
Caso volesse che in quel momento fosse presente anche il Principe Ereditario, il futuro Luigi XVI.
-Ditemi chi è il prodigio che ha battuto il Conte di Guise?
-Ecco Maestà, a battere il Conte è stato un giovanotto di sedici anni: Gilbert du Motier, figlio del Marchese de LaFayette.
-Quale prodigio è mai questo? Un giovane che batte la prima spada di Francia? Signore, vi incarico di portare un messaggio al giovane LaFayette, ditegli di venire a Versailles e di presentarsi alla Famiglia Reale, non sono mai abbastanza a corte i giovani validi- ordinò il Re.
Il Delfino di Francia, dopo l'ordine del padre uscì dalla stanza e camminò verso le stanze della sua fidanzata, non poteva certo immaginare che quella che per i Francesi fosse una notizia importantissima, per l'austriaca muovesse pochissimo interesse.
L'istituzione della Prima Spada di Francia si perdeva nel 1200 quando Luigi IX il Santo, per la Santa Pasqua indisse un torneo a Parigi, dove parteciparono i più valenti Cavalieri e lo stesso Re scese in Campo, tale che uno dei Cortigiani del Re, forse con una battuta disse che il vincitore doveva essere la miglio lama del Regno, e il Re ascoltata la battuta prima ci rise su, poi decise di accogliere la proposta.
Da quel momento il titolo di Prima Lama del Regno veniva assegnato solo se si batteva colui che lo deteneva.
Il Giovane principe però non poteva immaginare che a intrattenersi con la Regina trovò un'altra persona, la quale appena visto il delfino cominciò ad alzarsi, ma il Delfino la trattenne con un gesto della mano -Restate Madamigella Oscar, credo che la notizia sarà molto più sorprendente per voi che della Arciduchessa: vi informo infatti che il Conte de Guise ha perso il titolo di prima spada del Regno e che la nuova Prima Spada verrà a Versailles quanto prima, pare che sia solo un sedicenne. 
Come era facile immaginare l'Arciduchessa MariaAntonietta non fu troppo sconvolta dalla notizia anzi riservando una educata curiosità al suo consorte, mentre la notizia colpì il Capitano delle Guardi di Palazzo.
-La prima spada di Francia? Sono sicura che Madamigella Oscar saprebbe battere questa fantomatica Prima lama.
-Come credete mia regina, ora io mi ritirerò alla forgia, buona giornata.
Il futuro Re lasciò la giovane consorte in compagnia di Oscar François de Jarjayes.
-Perché sembrate così sconvolta madamigella Oscar?
-Chiedo Scusa Altezza, questo avvenimento è molto importante per me: Il Conte de Guise è un caro amico di mio padre e io l'ho visto combattere con la spada, e vi assicuro che è una vera sorpresa per me che abbia perso un duello.
-Se per voi era così importante perché non strappate tale onorificenza a questo ragazzo? Voi ne avete le possibilità.
 
Intanto nella regione dell'Alvernia, qualche giorno dopo, il tempo di percorrere il tragitto che divide Bourdaux da Clermont-Ferrand
Un ragazzo stava dormendo nella sua camera.
Toc toc toc, alla porta e il ragazzo si svegliò ma non diede cenno di risposta dato che voleva dormire ancora, anni di addestramento e di sacrifici erano appena stati coronati dal successo e lui si sentiva in diritto di poter riposare, almeno per qualche giorno.
-Gilbert, alzati dannazione, molte persone vogliono vederti e congratularsi.
-Digli che non ne ho alcuna voglia, sono stanco, anzi no digli che sono ferito, molto probabilmente morirò, magari mi lasceranno in pace.
-Scusami Gilbert ma tuo padre mi ha ordinato di sfondare la porta se ti rifiuti di alzarti, inoltre ho qui un uniforme militare che non avevo mai visto, tuo padre dice che devi indossarla nelle occasioni ufficiali.
-E va bene Antoine, io mi alzo, però non mi acconcerò i capelli.
Il giovane aprì la porta e fece entrare il suo servo, anche se poi il rapporto tra i due si era più sviluppato come un rapporto d'amicizia.
Antoine Rissò era un ragazzo di diciassette anni, nato tra il popolo ma di carnagione chiara, capelli castani e occhi del medesimo colore, labbra carnose e un naso forse troppo grosso e appuntito per il suo viso, ma comunque era bello, anche se per questo si metteva spesso nei guai e il suo padrone doveva andare a pescarlo nelle bettole dove seguiva le popolane di malaffare, prima che il padre del giovanotto se ne accorgesse e lo punisse.
Ad Antoine Rissò si contrapponeva un giovane alto e prestante, con le spalle larghe, il volto bello e chiaro era contornato da una cascata di capelli neri che arrivavano fino alla spalla, pronti per essere annodati secondo la moda dell'epoca, sempre che il giovane lo permettesse; il viso solare era poi interrotto da un naso ben proporzionato, anche se leggermente storto probabilmente per un colpo ricevuto, ma quello che lasciava più stupito del volto del giovane erano gli occhi verdi come smeraldi e le labbra sottili, pronte al sorriso che lasciavano intravedere denti bianchissime e regolari.
Il giovane non fece entrare Antoine nella sua stanza, ma si fece passare l'uniforme, e spiegandola vide che era una divisa da Capitano, ma di un insolito colore nero, se la infilò in fretta, appuntandosi poi sulla parte sinistra i suoi due tesori: Una spilla, simbolo delle terre della sua famiglia e una medaglia che aveva la forma di spada: il simbolo della sua maestria come spadaccino.
-Bella l'uniforme.
-Un regalo del Conte di Ghis, dice che il nero è il colore della Prima Lama.
-Spero che la sua spalla stia bene.  
-Sta già giurando vendetta a chiunque lo vada a trovare, ma il vecchio sa che ormai il suo tempo è passato, è il momento del marchese de LaFayette.
-Si, si- si schernì il giovane -ho fame, spero che la nobiltà abbia portato qualcosa da mangiare altrimenti potrei morire di fame.
-Prima però tuo padre vuole vederti.
Gilbert si diresse verso il salone dove il padre lo stava aspettando, seduto su una poltrona, rivolto verso il camino, sebbene questi fosse spento, essendo piena primavera e la temperatura gradevole.
-Padre
-Gilbert, vieni, siediti- il padre lo accolse squadrandolo da capo a piedi per poi annuire soddisfatto -l'alta uniforme nera ti sta d'incanto e la spilla pare creata apposta per essere portata da te vicino al simbolo della nostra famiglia, mi hai reso orgoglioso portando lustro alla famiglia.
Gilbert ricevette i complimenti del padre in silenzio.
Il Marchese del LaFayette, comandante della Armata del Giglio era un uomo imponente con lo sguardo deciso e le spalle larghe, aveva quarantadue anni, e i capelli che in gioventù erano stati nerissimi, come quelli del figlio, stavano pian piano perdendo colore e tendevano verso il grigio; così come i baffi che ornavano il volto dell'uomo, gli occhi invece erano neri anche essi come il carbone ma conservavano lo scintillio dei giorni migliori, ed era ancora nel pieno della forma, con il fisico scolpito di chi fa vita militare.
-Adesso vieni con me, molte persone vogliono congratularsi.
Il giovane rassegnato seguì il padre che però prima di portarlo nel salone dove una parte della nobiltà dell'Alvernia si era riunita, fece una piccola deviazione, dirigendosi verso le stanza riservate alla famiglia: -Anche tua madre e tua sorella vogliono vederti, sei arrivato ieri notte e non ci hai neanche svegliato, andandotene subito a dormire.
-Era molto tardi- si giustificò Gilbert.
Il giovane e suo padre entrarono in una stanza dove li aspettavano due donne.
Una era matura ma ancora bellissima, lunghi capelli dorati che cadevano fluenti fino ad arrivare a metà vita, il bel volto però cominciava a mostrare delle lievi rughe soprattutto intorno agli occhi, rughe che scomparvero quando sorrise al figlio.
L'altra era molto più piccola e anzi non poteva ancora essere definita donna, ma una ragazza, al massimo dodici anni, ma la somiglianza con l'altra donna era palese a testimoniare la stretta parentela, anche la ragazza aveva capelli biondi e lunghi, con occhi verdi.
-Madre- la salutò Gilbert -come ti avevo promesso sono tornato sano e salvo- La donna sorrise di nuovo e gli occhi scintillarono d'orgoglio, quando MarieIsabel de LaFayette disse -Nessuno di noi aveva dubbi Gilbert-
-Fratello, saluti solo la mamma?- chiese la ragazzina.
-Ma certo che no Adeliè- il ragazzo si sporse dando un bacio alla sorellina dodicenne - dimmi eri preoccupata per me?-
-La tua testa dura ti mette sempre nei guai Gilbert, sono sempre preoccupata per te, andare a sfidare un maestro di spade per una stupida spilla, cosa avrà mai di speciale?
Il giovane sorrise alla sorella, eppure quella spilla era un sogno, era il mirare a qualcosa ancora più in alto della piccola nobiltà, ma la sorella era ancora piccola per capire.
-Adesso Gilbert scendiamo in sala, non posso più far aspettare gli ospiti- e il Marchese lo portò fuori fino alla grande sala della dimora dove esponenti della piccola nobiltà si erano ammassati.
Gilbert ne conosceva la maggior parte e si limitò a stringere le mani degli uomini che si congratulavano con lui e a baciare le mani che le signore gli porgevano, notando come ci fossero moltissime fanciulle.
La mattinata si trascinò lentamente fino all'ora di pranzo quando finalmente gli ospiti cominciarono a lasciare la tenuta dei LaFayette, prima che Gilbert potesse raggiungere la nevrosi isterica.
-Antoine dove diavolo ti sei cacciato?- chiamò Gilbert
-Sono qui, cosa vuoi che faccia?- chiese il ragazzo?
-Prepara due cavalli, le spade e la pistola, andiamo in città a fare un giro.
-Dopo pranzo sarà tutto pronto, adesso la tua famiglia ti aspetta sul terrazzo per mangiare all'aperto.
Mangiò con la sua famiglia in un'atmosfera rilassata, quando voleva il Marchese de LaFayette era un conversatore amabile, soprattutto quando era allegro, mentre Adeliè era sempre stata un tornado, mentre la Marchesa era meno allegra, compita nell'essere la padrona di casa, ma il padre gli aveva raccontato come da giovane la madre fosse stata una vera e propria furia e solo un lungo corteggiamento era riuscita ad ammorbidirla, eppure a volte la risata cristallina e una battuta pronta facevano sì che una parte della giovane madre vivesse ancora.
Avevano finito il pranzo e Gilbert e suo padre stavano bevendo un calice di vino rosso, brindando ancora al duello contro il conte di Ghis.
-padre, ho notato come oggi ci fossero un numero alto di fanciulle nubili...
-Davvero? Non me ne ero accorto- cercò di fare il vago il Marchese.
-Non è che avete organizzato voi allo scopo di trovarmi una moglie? proprio voi padre che avete combattuto così a lungo per sposare mia madre?
-Adesso basta Gilbert, so benissimo quali sono le tue opinioni in merito al matrimonio, non ti obbligherò a sposare nessuno, ma tu sei il Marchese de LaFayette ed erediterai i possedimenti della nostra famiglia alla mia morte, e ti serve un erede, scegliti una moglie, ma fallo presto, io non sono eterno.
La rabbia del Marchese colpì Gilbert come un pugno, ma mantenne uno sguardo deciso -Io vado a Clermond a cavallo, tornerò in serata.
Fuori alla tenuta lo stava aspettando Antoine, mentre teneva alle redini il suo baio e il cavallo di Gilbert, uno stallone nero come le ali dei corvi e dagli occhi rossi come le braci, una splendida cavalcatura, molto cara al padrone, per altro ricambiato dall'affetto del cavallo.
-Allora Ades come va? Ti sei fatto una bella mangiata di biada?- il cavallo lo guardò con i suoi occhi dandogli un colpetto con il muso, ricevendo in cambio le carezze del suo Cavaliere, prima che questi montasse in sella.
-Andiamo Antoine, cavalchiamo un po- ordinò al suo servo spronando Ades che veloce come un fulmine usciva dal cancello seguito da Antoine e dal suo cavallo.
Essendo due ottime cavalcature e poiché la città sorgeva molto vicino alla tenuta ci misero davvero poco a raggiungerla.
Clermont-Ferrand è la città più importante della regione dell'Alvernia, eppure è una città molto povera in cui la guardia cittadina a stento riesce a contenere i disordini provocati dalla povertà e ormai i nobili, temendo di essere presi di mira e rapinati la evitavano, solo pochi temerari si avventuravano nella città.
Entrando nella città si vedeva come la povertà la facesse da padrona e bambini scalzi che correvano dietro il cavallo, con Gilbert che lanciò qualche monetina di scarso valore, abbastanza per consentirgli un tozzo di pane.
Anche in pieno giorno donne che si vendevano adocchiavano Antoine e Gilbert in maniera lasciva, alla luce del sole mentre gli uomini lavoravano per le strade, arrangiandosi come potevano.
Il giro della città stava diventando davvero tetro e poco rassicurante e anche se a Gilbert e ad Antoine in realtà la città non dispiaceva affato, la confusione gli venne presto a noia, soprattutto Gilbert che si sentiva fuori posto in quella situazione.
-Molto presto amico mio a Clermond succederà qualcosa e purtroppo la Francia assisterà impassibile, fino a quando Parigi non si risveglierà, allora lo Stato tenterà qualcosa ma sarà troppo tardi.
-Avanti Gilbert non essere troppo pessimista, perché non ci fermiamo in qualche locanda a bere un goccetto?
-No, mi è passata la voglia di stare in città, torniamo a casa.
E tornarono a casa un ora dopo averla lasciata.
Ad aspettarli però c'era un altro servo della famiglia LaFayette che prese le redini dei cavalli e informò Gilbert che un uomo era appena arrivato alla tenuta e si stava intrattenendo con suo padre, ma che era necessaria la sua presenza giacché il motivo della sua venuta era lui; Gilbert cominciò ad entrare in casa maledicendo tutti gli scocciatori di questo mondo.
Nella sala il Marchese LaFayette e l'ospite inatteso erano seduti a conversare bevendo vino rosso.
-Oh bene Gilbert, sono contento tu sia rientrato prima, questo Signore ha cavalcato da parigi giusto per incontrarti, porta un dispaccio per te-
-Vengo per portarvi questo messaggio- l'uomo vestito da cavaliere gli porse una pergamena che Gilbert studiò per un secondo e rimase di stucco: A chiuderla era stata una colata di cera che portava come sigillo la corona: Il messaggio veniva da Versailles ed era da parte del Re in persona.
 
Le Maestà Vostre Luigi XV desidera farvi le Congratulazioni per essere diventato la prima Lama del regno di Francia, è da parecchio tempo che la prima Lama dimora lontano dalla corte e noi desideriamo invitare voi e chiunque riteniate opportuno di venire a Versailles.
Luigi XV di Francia.
 
-Una lettera del Re, mi chiama a Versailles!!!- guardò stupito prima il messaggero poi suo padre, non sapendo cosa rispondere.
-Mio figlio sarà onorato di venire a Versailles, e credo che con lui verrà mia figlia, è ora che anche lei conosca la corte.
-Sono davvero molto onorato della possibilità che Sua Maestà mi ha concordato.
Il messo si inchinò e scortato dai due uomini uscì dalla casa e salendo a cavallo si voltò per l'ultima volta verso i due uomini :-Dite a sua maestà che abbiamo una piccola tenuta vicino Parigi e non c'è bisogno di soggiornare sempre a Versailles, inoltre manderò a Corte mio figlio, mia moglie e mia figlia mentre io dovrò rimanere a Clermont per amministrare le mie terre.
Il messo inchinò la testa per poi scomparire al galoppo fuori dalla tenuta, i due aspettarono fino a che l'uomo non fosse troppo lontano per poi scoppiare a ridere insieme e anche ad abbracciarsi: i LaFayette erano una famiglia antica, ma la loro linea nobiliare era considerata bassa e sebbene godessero di tutti i benefici che la nobiltà portava in Francia, mai erano stati ammessi a corte; una prima pietra era stata messa proprio dal Marchese che era divenuto Generale, ma anche lui era ricevuto ben di rado a corte e ora Gilbert con la sua abilità di spada era riuscito finalmente a farsi invitare, entrando di diritto nella cerchia più intima del Sovrano, aprendo una porta da cui anche la sorella sarebbe entrata, guidati dalla madre che li avrebbe consigliati.
Le urla che i due uomini lanciavano riscossero MarieIsabel e Adelie dalle loro stanze e si precipitarono fuori, trovandoli che festeggiavano.
-Cosa accadeche vi rende tanto felici?- chiese Adeliè!
-Ah sorellina, tu non lo sai, ma siamo stati invitati a Versailles, preparati, perché stiamo per entrare a Corte- disse Gilbert prendendola in braccio e abbracciandola.
-Adesso non esagerare Gilbert, tu andrai a Corte e sarai al Servizio del Re, ricordatelo sempre, io non potrò essere con voi, ma sono sicuro tu sia pronto per gestire la tenuta di Parigi e comportarti degnamente a Corte.
-Non preoccuparti padre, ma adesso dobbiamo festeggiare, dove è quel dannato di Antoine?.
La serata passò allegra e tutta la famiglia Lafayette la passò cenando insieme come sempre, ma le risate erano contagiose e la felicità palpabile in ogni gesto.
Quando si fece ora di dormire e si cominciavano a spegnere le Candele, Gilbert come faceva da quando era molto più piccolo bussò alla porta di Adelie che era già sotto le coperte e lo aspettava, per quello che era diventato il loro rituale notturno.
Gilbert si sedeva sul letto e si chinava a darle un bacio sulla fronte per poi augurarle la buona notte e andare a dormire nella sua camera, ma quella notte Adeliè lo fermò, non accadeva da tanto e Gilbert sorrise, ricordandosi di quando la sorella lo costringeva a controllare se nell'armadio o sotto il letto ci fosse qualche mostruosa creatura.
-Cosa c'è Adelie, dimmi tutto- la incitò Gilbert sorridendole.
-Io non so cosa aspettarmi dalla Corte- disse la ragazza.
-Sono uomini esattamente come noi, conosci tutte le regole dell'etichetta, sei simpatica e forte, non avrai problemi.
-E se non piacessi alla Regina?-
-La regina ha quattordici anni, è una bambina anche essa e ha bisogno di amiche sincere... Tu sii te stessa e lei ti adorerà esattamente come ti adoro io- detto questo le baciò la fronte -Buonanotte mon coeur.
-Buonanotte fratellone.
Gilbert uscì dalla stanza della sorella per entrare nella sua. 
Quel giorno era l'inizio di quella che sarebbe stata la sua nuova vita, e non vedeva l'ora di iniziare a viverla, si addormentò sognando favolose imprese, ardue battaglie e perché no anche l'amore di una Nobile Dama. 
    

Nota dell'autrice
Benvenuti a tutti voi lettori in questa storia: Questo capitolo è stato molto introduttivo, abbiamo fatto la conoscenza della famiglia LaFayette, fatemi sapere cosa ne pensate... Buonanotte XD
 
   
 
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