Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: thatswhatfriendsarefor    25/11/2014    9 recensioni
Dopo essere stata ferita al funerale di Roy, Kate si rifugia nella baita di suo padre e in se stessa.
Riuscirà davvero a rimanere da sola?
La nostra personalissima versione della 4x01 o meglio una ipotetica 3x25
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Image and video hosting by TinyPic




Capitolo 6 – Una cosa preziosa

 

Rick continua a cullarmi fra le sue braccia, con la stessa tenerezza che deve aver usato con sua figlia quando era piccola. Mi sarebbe piaciuto averlo visto all’opera con Alexis… insieme dovevano essere spettacolari. D’altronde il suo lato paterno è una delle cose che più mi ha affascinato di lui nei primi tempi della nostra collaborazione, quando credevo ancora che Castle fosse un uomo molto superficiale.

“Non ti ho ancora ringraziato” comincio a parlare con la voce incrinata dalla commozione.

“Per cosa? Non hai nemmeno assaggiato la straordinaria creazione culinaria che ho preparato per te” risponde ciarliero, cercando di riportare la conversazione su argomenti meno impegnativi per me e il mio povero cuore.

Gli sono intimamente grata per l’impegno che ci sta mettendo, ma ho deciso di essere onesta con lui. “Dal profumino che emana non ho dubbi che sarà buonissima, ma non mi riferivo alle tue abilità in cucina.” E senza troppi giri di parole decido di andare subito al dunque. “Quel giorno… sì, insomma, ti sei gettato su di me senza esitazioni. Saresti potuto rimanere ferito o ucciso. Ecco… grazie.”

Lui si fa serio e dichiara: “Sono come minimo il tuo partner, Beckett. E questo è ciò che fanno i partner, no? Si proteggono le spalle a vicenda. Lo abbiamo già fatto entrambi in passato, l’uno con l’altra. Per quanto riguarda il resto, ne parleremo in un altro momento. Ora, se te la senti di alzarti e raggiungere il tavolino, potrai ammirare anche le mie stratosferiche capacità di trasformare delle semplici verdure in un capolavoro da chef stellato” mi porge una mano e mi aiuta a sollevarmi. Dio, odio essere così legata nei miei movimenti!

La cena trascorre tranquillamente, conversiamo amabilmente di tantissime cose e il tempo vola in un attimo. Mi ritrovo a sorridere spensierata, senza nubi scure nella mia mente, come non mi succedeva da tempo, finché mi rendo conto che si avvicina il momento di applicare di nuovo la medicazione. Sospiro al pensiero e questo naturalmente non passa inosservato.

“Kate, senti dolore? Posso fare qualcosa per te?” mi chiede preoccupato.

“No… devo fare una cosa ma è un po’ delicata e… no, prima che tu lo chieda, decisamente non mi puoi aiutare.” Faccio finta di essere sciolta e di non aver nessun problema ma dentro di me già arde il fuoco dell’angoscia.

“Sicura? Perché sai, io sono un infermiere provetto!” esclama con il suo solito sguardo divertito e fin troppo furbo “Quando Alexis si faceva male le curavo sempre io le ferite e non si è mai lamentata!”

Sorrido mestamente. Forse non ricorda dove sono stata ferita. O forse lo ricorda fin troppo bene! Abbasso gli occhi e gli rispondo sinceramente “Credimi, no. Non sarebbe un bello spettacolo. Dammi qualche minuto, ok?”

“Come preferisci. Intanto sistemo la cucina. Se non mi vuoi come infermiere, almeno potrò rendermi utile come colf. Sono un uomo dalle mille risorse” detto questo, si alza e afferra un grembiulino che era appoggiato su uno sgabello e comincia a sventolarlo nella mia direzione. Vuole alleggerire la tensione, facendo lo sbruffone. Ce la sta mettendo davvero tutta. E il bello è che ci riesce pure!

Mentre sono in bagno, Castle ha riacceso la radio e si è messo nuovamente a canticchiare, così la musica e la sua voce che reinterpreta le canzoni mi distraggono dallo strazio che il riflesso sullo specchio rimanda ai miei occhi. Seguo con attenzione la procedura che mi ha mostrato il medico, applicando la medicazione sulle cicatrici. Improvvisamente realizzo che Castle ha confermato di amarmi. Una gioia improvvisa si impadronisce di me. Non ci avevo mai pensato prima ma, forse, è solo quello che voglio da tempo. Forse è proprio per lui che ho lasciato Josh così improvvisamente. Ma cosa accadrà appena vedrà in che stato è ridotto il mio corpo?

Ha sempre sostenuto che sono una donna sexy.

Continuerà a pensarla allo stesso modo?

Anche adesso che la mia femminilità è stata deturpata?

Come potrà amarmi lo stesso?

Per compassione?

Non è certo questo ciò che voglio!

Provo a cacciare questo pensiero, scuotendo persino la testa, ma le lacrime inondano i miei occhi e cominciano a scorrere sulle mie guance, offuscandomi la vista e rendendo questo lavoro ancora più penoso. Mi asciugo il volto con il dorso di una mano e cerco di portare a termine la procedura il prima possibile.

Quando ritorno in cucina, la prima sensazione che provo è il tepore. Rick ha acceso il fuoco nel caminetto e le fiamme emanano una luce calda e avvolgente. Lui è seduto sul divano con il portatile sulle gambe e batte furiosamente sui tasti. Deve essere stato colto da un improvviso raptus di ispirazione perché pare totalmente concentrato su ciò che sta facendo, tanto da non rendersi conto che sono a pochi passi da lui. Chissà come funziona nella sua mente, chissà da dove gli viene un’idea e come la sviluppa… Non gliel’ho mai chiesto, forse per pudore. Appena si accorge della mia presenza solleva lo sguardo e pianta i suoi fari dentro i miei occhi. Mi scruta con attenzione e, dalla sua espressione corrucciata, deduco che abbia capito che ho pianto. Penso che mi sottoporrà al terzo grado invece si limita a farmi cenno di sedermi accanto a lui.

Gli sorrido riconoscente e, con la mia solita folle velocità, raggiungo il divano.

“Come procede?” gli chiedo, indicando con la testa il suo laptop.

“Direi bene… questo posto ha un che di speciale e mi ha fatto venire delle buone idee. Meglio così, perché Gina è sul piede di guerra! Dovrò ringraziare tuo padre” aggiunge sorridendo.

“Credo che dovrò ringraziarlo anche io… Sai, lì per lì, quando ti ho trovato sulla porta, avrei voluto strozzarlo, però… sono stata bene, oggi” gli confesso, abbassando lo sguardo.

Castle afferra il portatile e lo poggia sul tavolinetto di fronte al divano, poi mi prende una mano e dice: “Sai, Kate, quando stamani l’ho incontrato non sapevo se sarebbe stata una buona idea venire qui. La sua telefonata di ieri mattina mi aveva spiazzato.”

“Allora è con te che parlava ieri all’ospedale, altro che caso delicato…” lo interrompo. Tutti i pezzi cominciano a incastrarsi nella mia mente e mi sento vittima di un complotto ordito dal mio stesso genitore. Rick mi guarda confuso, poi prosegue.

“Comunque, mi sentivo responsabile per quello che ti era successo e non lo avrei biasimato se avesse deciso di spaccarmi la faccia. E invece è venuto da me per chiedermi di aiutarlo, anzi, di restituirgli sua figlia. Ho provato a suggerirgli di rivolgersi a Josh, ma mi ha detto che… insomma, che non stavate più insieme, anche se non mi ha spiegato cosa è successo. E poi ha aggiunto una frase che mi ha letteralmente conquistato e che io, come scrittore, non avrei saputo dire meglio. Cito testualmente: “ti affido una cosa preziosa, Rick. E’ tutto ciò che mi è rimasto e vale più della mia stessa vita”. Ti rendi conto? Ti ha affidato a me! Ha riposto in me la sua completa fiducia. A quel punto non potevo rifiutare! Anche perché lo capisco: per Alexis farei di tutto. Però fino a quando non ti ho vista ho continuato a chiedermi se avessi fatto la scelta giusta. Eri stata molto chiara all’ospedale, ti saresti fatta sentire tu perché avevi bisogno di tempo e il fatto che la durata di questa pausa fosse stata decisa da tuo padre e non da te… ecco, non sapevo proprio cosa fare. Mi sembrava di non rispettare una tua precisa volontà.”

Mi porto la sua mano al volto, ne avvicino il dorso alla mia guancia e chiudo gli occhi, godendomi il calore e la serenità che emanano da quest’uomo straordinario seduto vicino a me. Voglio per un momento beneficiare della sua presenza e degli indubbi effetti salutari che mi ha inconsapevolmente regalato in queste ore. Ma nonostante questo, forse mi sono rilassata troppo o semplicemente è stata comunque una giornata fin troppo intensa e il mio fisico mi manda un segnale inequivocabile: non riesco a trattenere uno sbadiglio.

“Oh, Rick, scusami…” arrossisco.

“Beckett, se questo è un modo per dirmi che la mia compagnia ti annoia…” la butta sullo scherzo ma lo interrompo subito, non voglio che ci siano equivoci. “No, davvero. Anzi, non stavo così bene da prima che… insomma… da tanto tempo. Però credo di aver bisogno di riposare. Ancora non sto al meglio, Rick”

“Stai serena, detective. Io rimango ancora un po’ a scrivere, altrimenti domattina verrò svegliato da una telefonata minatoria di Gina” rabbrividisce al pensiero. “Più tardi mi sistemo nella camera di tuo padre, per ora rimango qui a tamburellare sui tasti ma se hai bisogno che venga a rimboccarti le coperte fammi un fischio, ok?”

L’idea di Rick che mi rincalza le coperte non è esattamente quello che ho immaginato tante volte pensando a me e lui in una camera da letto. Mi viene da sorridere. Di nuovo.

“Ok. Buonanotte, Rick” dico con un filo di voce.

Rimaniamo a guardarci imbarazzati.

Sembra di rivivere la scena dell’hotel a Los Angeles, anche se pare sia trascorso un secolo da allora, sebbene in realtà siano passati solo pochi mesi. Da una parte vorrei tanto baciarlo e sono convinta che anche per lui sia la stessa cosa, dopo tutto quello che ci siamo detti in queste ore. Dall’altra… insomma, è complicato. Non so se sono ancora pronta per gettarmi in questa storia. Anche perché con Richard Castle non riuscirei certo a tenere un piedi fuori della porta.

Con lui è diverso.

Con lui sarebbe tutto o nulla.

E il tutto al momento mi spaventa da morire.

Certo è che il nulla mi terrorizza ancora di più…

Castle prende in mano la situazione, si avvicina a me, mi accarezza una guancia e mi lascia un bacio sulla fronte.

“Buonanotte, Kate, ti auguro di dormire bene” mi dice dolcemente.

Accompagnata dalle sue parole mi avvio lentamente verso la mia stanza. Dopo pochi passi, mi sento chiamare: “Ah, Kate, per la cronaca: Non ti cambierei mai con Nikki Heat. Lei è la finzione e tu sei vera. Sei viva e sei qui. Sogni d’oro, detective.”

 

Angolo delle autrici:

Poche ore insieme ed ecco che Kate ritorna a sorridere, come non succedeva da tempo, dimostrando dunque che Jim Beckett aveva ragione. In una giornata il rapporto fra Castle e Beckett è giunto a una nuova fase. E adesso?

Con piacere abbiamo notato che sono stati apprezzati i riferimenti velati al Canada, un modo come un altro per rendere omaggio a Stana e Nathan che ci hanno fatto innamorare dei loro personaggi.

Grazie di essere giunti fin qui e arrivederci a venerdì prossimo.

Debora e Monica

 

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: thatswhatfriendsarefor