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Autore: amy holmes_JW    25/11/2014    2 recensioni
la serenità è qualcosa che bisogna conquistare, qualcosa che si guadagna con fatica e si perde con estrema facilità.
Basta una visita per far crollare la bolla della vita perfetta di Sherlock e John, fatto di casi, di tazze di tè, di amicizia, di amore.
dal prologo:
" Il mondo crolla: basta una frase detta di getto freddamente a rallentare il tempo nell’appartamento e a rimischiare le carte del destino. [...] John non credette alle sue orecchie. I suoi incubi si stavano per avverarsi. "
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hola! Spero di esservi mancata almeno un minimo, Buona lettura.


La mattina seguente Sherlock si precipitò come una furia nello studio del fratello.
- Oh, fratellino, a cosa devo? – chiese strafottente Mycroft appena lo vide di fronte a lui.
- Che diamine significa che John è tornato a essere capitan Watson?! – sibilò il detective fra i denti.
A quelle parole il maggiore raffreddò lo sguardo e si pentì mentalmente del tono usato poco prima.
- Sherlock, sono stato da poco informato della questione, non ci posso fare niente, che tu ci creda o no, alcune cose non sono nelle mie competenze. – rispose esasperato, al pensiero della lite che era pronta a scoppiare, portandosi indice e medio delle mani sulle tempie.
- Non dire cazzate; Mycroft, tu sei il Governo inglese, manovri ogni cosa, sei peggio di Moriarty. Come fai a dire che non è nelle tue competenze?! – Sherlock sbottò, sbattendo i pugni sulla costosissima scrivania cercando di far scattare il maggiore paragonandolo al Ragno e alla sua rete.
- Basta Sherlock! Ora ascoltami bene, ci sono ordini, ordini a cui io devo sottostare, l’ordine di reinserire John nell’esercito arriva da molto in alto, né io né le mie conoscenze influenti possiamo fare nulla. Credimi, appena ho saputo, ho fatto di tutto, ma le porte mi sono state sbattute in faccia. So che tu credi che tutto questo sia l’ennesimo dispetto. Apri gli occhi, non siamo più dei bambini, e so bene quanto John sia importante per te, ma soprattutto so che se c’è lui tu sei al sicuro. – Mycroft si era alzato dalla propria sedia e fronteggiava il fratello con sguardo di fuoco.
Occhi acquosi incontrarono occhi di ghiaccio in una battaglia di sottotitoli non scritti, parole nascoste.
Sherlock sembrava soppesare le parole.
- Una settimana, ci sono solo sette giorni prima che John parta, riprova. – la voce sembrava più accondiscendente, ma già la mente stava cercando una battuta tagliente da lanciare al maggiore degli Holmes al momento del congedo.
- Non è la mia battaglia, ho già giocato tutte le mie carte. Sono ordini inderogabili. Entrambi sappiamo cosa succederà quando tornerà in quelle terre. Se vuoi dargli una possibilità in quei posti, allora impedisci che lui possa cadere nel dolore, dall’adrenalina, dal conforto, dagli ciò che riesci. Ti sei già comportato in modo maledettamente umano, fallo ancora. Questa è la tua guerra. – non ci fu tentennamento nelle parole, e Sherlock notò lo sguardo farsi più carezzevole.
- Come siamo sentimentali Mycroft, perché mi stai dicendo di dare affetto ad una persona quando mi hai sempre insegnato il distacco? Perché dai importanza ad un altro essere umano? – Sherlock non riusciva a stare calmo, non riusciva a riconoscersi, non riusciva a riconoscere nemmeno suo fratello.
- Perché è John, perché lo ami e sta per rischiare la vita. Perché mi evita di preoccuparmi costantemente con te. – la rabbia provocata da tutta quell’umanità serpeggiava tra le parole sibilate di Mycroft.
La lotta di sguardi era finita. È bastato un incontro per rivedere ogni singolo insegnamento di Mycroft e provocare in Sherlock una confusione tale da doversi allontanare il più velocemente da qualcuno che non era nemmeno l’ombra dell’uomo di ghiaccio che aveva sempre imparato a conoscere.
- Oh, Mycroft trattieni le lacrime. Piangere è stupido. – soffiò fuori dai denti prima di andarsene.
Mycroft era un uomo impassibile, di certo non era sul punto di piangere, e Sherlock sapeva bene che suo fratello aveva pienamente ragione,anche se non glielo avrebbe mai detto.
John aveva bisogno di lui.
Con un po’ di riluttanza chiamò Lestrade per avvisarlo che in quella settimana avrebbe voluto sapere di casi, se ne avrebbe cercato uno, sarebbe stato lui stesso a chiamarlo. Greg rimase incredulo, ma accettò senza troppe domande.

La mattinata Sherlock la passò camminando tra le vie di Londra e, parlando affondo con l’analista incompetente che John aveva prima di incontrarlo.
Tutto ciò che serviva a John era la sicurezza in sé, far affidamento agli altri, ricordi per riempire l’angoscia del tempo interminabile e di altre sciocchezze del genere, ma soprattutto aveva bisogno di un motivo per tornare a casa. Sherlock fu altamente deluso da quelle informazioni, sperava che gli fosse detto più precisamente cosa avrebbe dovuto fare.

La mattinata di John, invece, fu molto meno caotica.
Consistette nel passare il tempo a fissare il nulla, a pensare e a bere miriadi di tazze di tè comodamente seduto sulla sua poltrona.
La prima volta che decise di arruolarsi era già deciso della sua scelta, la sua voglia più grande era aiutare, e quale posto migliore se non i paesi in guerra?
Inoltre non aveva nulla da perdere, ma con la sua nuova vita era cambiato tutto: sulle sue spalle gravava tutto il peso dell’età; la voglia di aiutare e di adrenalina persistevano in lui, ma aveva trovato un altro modo per soddisfarla. Ormai aveva sicuramente qualcosa da perdere, qualcosa che aveva scoperto da troppo poco tempo perché potesse essergli strappato, qualcosa che aveva scoperto nei due anni che aspettò, qualcosa che riuscì a maturare : l’amore per Sherlock. Ma sopra ogni cosa aveva da perdere qualcuno: Sherlock.
John non volle mai capire più affondo il perché scelse di diventare un medico militare.

Sherlock tornò nel tardo pomeriggio e il dottore era accoccolato nella poltrona fissando con occhi grandi e lucidi la porta, quando vide lo stato pietoso del compagno lo fece alzare malamente e lo strinse a sé.
Quel tocco ridestò il biondo. Il detective era chiaramente impacciato nei gesti d’affetto, ma negli ultimi tempi aveva cercato sempre di diventare più disinvolto, con scarsi risultati. Riconoscendo il grande sforzo che doveva avere fatto John lo abbracciò di slancio accarezzandogli la lunghezza della schiena.
Si guardarono negli occhi dopo un momento di pace agognato e trovandosi uno nelle braccia dell’altro. Le labbra si avvicinarono e si toccarono in un casto e tenero bacio.
- Ho paura – sussurra John sulle labbra dell’altro.
- Anch’io –
- Non devi -
- Nemmeno tu, ci sono io – replica nuovamente Sherlock.
- Prima ancora che il tuo cervello lo possa pensare in un momento di follia, devi promettermi che non ti arruolerai – John aveva la voce spezza, conosceva bene il suo compagno.
- Promesso – sussurrò Sherlock, nascondendo al medico che, in effetti, l’idea aveva sfiorato la sua mente.
- L’Inghilterra ti ha già perso una volta, evitiamo che ricapiti. Inoltre la polizia brancolerebbe nel buio se non ci fossi. -
la risata bassa di Sherlock e quella più grave di John distesero la tensione nell’aria.
Passano la serata e la notte abbracciati teneramente, scambiandosi, di tanto in tanto, leggere effusioni.
 Quando John è pienamente addormentato, Sherlock non riesce a non pensare che un giorno è inesorabilmente scivolato tra le dita perdendosi tra mille altri giorni.

 


****************
E anche il secondo capitolo è andato.
 to remember:

- i personaggi sono del genio di Conandoyle, che il inventò e della coppia moftiss, che li ha trasportati al giorno d’oggi.
- la storia nasce per contrastare una paura che nasce per le notizie dal Medio Oriente e dell’Africa del nord.
- scrivo per il piacere di farlo
- mi scuso per l’OOC di Sherlock

ora la parte frivola:
Ebbene si, nemmeno Mr. Governo inglese può intervenire, questa volta. Ora la domanda sorge spontanea: Cosa farà Sherlock per aiutare John?
Mi piacerebbe sapere che ne pensate.
inoltre la butto lì : http://it.tinypic.com?ref=jb5o39" target="_blank">http://i57.tinypic.com/jb5o39.jpg" border="0" alt="Image and video hosting by TinyPic">

vi dice nulla? spero si veda :/

Infine :
ringrazio chiunque abbia letto il capitolo precedente e questo.
soprattutto un grazie speciale per : carelesslove,  Evelyn Wright,  Grachi_,Tsuzuki88, xX__Eli_Sev__Xx che hanno messo la storia tra le seguite.
rochisa e Why2in3d1 grazie per averla messa tra le storie ricordate.
Speciale grazie alla compassionevole Tsuzuki88 che ha recensito.

So di aver rotto abbastanza.

Che la fortuna possa essere sempre in vostro favore (HG)
e... Don't Panic (HGG)
See u :D

  
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