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Autore: Liris    31/10/2008    7 recensioni
Perchè la cosa che fa girare il mondo
sono i pregiudizi che la gente butta fuori come veleno dalle labbra
e la vita di una persona può essere stravolta dall'oggi al domani per questo
Una cosa che però le persone non conosco, è che l'amore è grande
e supera ogni ostacolo insormontabile.

Di questi giorni mi sentivo un po' giu e naturalmente la cosa migliore era maltrattare un po' Edward XD cosa che non faccio mai ghghghg (nuoo, mai v.v')quindi, ecco la mia piccola one-shot^^
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Prejudice
Categoria: FullMetal Alchemist
Autrice: Liris
Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico
Raiting:Giallo
Avvertimenti: Shonen-ai, One-shot




-Prejudice-





L’autunno era sceso velocemente su Central, tanto che molti, per lo sbalzo di temperatura così repentino, si ritrovarono malati a casa.
Per la città i pochi sopravvissuti all’influenza che aveva colpito metà della popolazione, giravano tutti imbacuccati nelle pesanti giacche, avvolti nelle calde sciarpe.
Pochi si fermavano lungo la via, o per i negozi aperti e riempiti di quei bei colori autunnali.
Gli alberi che erano stati ben curati, nelle aiuole disperse lungo i marciapiedi, perdevano con dannata lentezza le foglie ormai gialle.

Uno di quei pochi sopravvissuti all’epidemia del naso gocciolante, piccoli umani per nulla laboriosi in quel periodo freddo, passeggiava con fare annoiato lungo la strada principale, semi deserta.
Gli occhi poco visibili, per via della sciarpa tenuta ben alta, sopra al piccolo e modellato naso, studiavano con lenti movimenti ogni particolare della via di Central.
Due polle di dolcissimo miele colato
I lunghi capelli biondi erano tenuti legati in una bella treccia, che ricadeva ordinatamente lungo la schiena. Si muoveva leggermente ad ogni passo che il giovane faceva, senza produrre alcun rumore udibile.
Le mani erano state abilmente nascoste nelle tasche del pesante cappotto grigio chiaro, venendo protette dal gelo pungente che sfiorava con insistenza la sua fronte scoperta.

Era diretto a casa, dopo una lunga giornata a cercare il regalo perfetto per il suo perfetto baka Taisa.
Questo era diventato Generale da qualche mese, ma ancora lui si ostinava a dargli del Colonnello, ad ogni occasione.
Roy non sembrava dispiaciuto però della cosa, visto che non aveva mai dimostrato il contrario.

Si fermò, il biondino, mentre il gelo sembrava intensificarsi con lo spirare di una leggera brezza, che ebbe l’effetto di farlo rabbrividire e chiudersi ancora di più il cappotto al collo
Sorrise nel sentire il pizzicore del gelo anche sul suo braccio destro.
Aveva riottenuto quello che aveva perso, e adempiuto alla promessa fatta ad Alphonse molto tempo fa.

Aveva arrestato il suo passo proprio davanti ad una vetrina di articoli di antiquariato.

Central sembrava pullulare di certe botteghe vecchio stile, che il giovane FullMetal adorava.
Con passo incerto si mosse verso la porta, aprendola, e lasciando che un lieve tintinnio annunciasse il suo ingresso nel piccolo e accogliente locale.


Come si stava dicendo prima, il giovane Edward era alla ricerca di un bel regalo da tutto il pomeriggio, ma niente sembrava avesse attirato la sua attenzione.
Tutto troppo “alla moda“, già visto o perfettamente inutile.

Voleva qualcosa di speciale

Era il primo anniversario, da quando due stupidi uomini avevano deciso di dichiararsi reciprocamente.
Il loro primo festeggiamento per una vita che avevano deciso di scrivere insieme
Per questo, qualcosa di troppo banale o privo di significato sembrava stupido da regalare.
Ora, in quella piccola bottega antica, sperava di essere attratto dal regalo che stava cercando.

Un arzilla nonnina si avvicino, chiudendosi sopra alle spalle un bello scialle colorato e lavorato a mano, mentre si sistemava sopra il naso leggermente all’insù, i sottili occhialetti.
-Buongiorno figliolo, posso aiutarti?- domandò con voce calda e dolce, tenendosi le rugose mani, appoggiate ora al ventre.
Era poco più bassa di lui e teneva i capelli, di un bel grigio pulito, raccolti in uno chignon sistemato a regola d’arte con fermagli di un verde squillante.
Un profumo piacevole proveniva dalla sua persona: un misto di biscotti e the alla menta.

Edward sorrise di rimando, levandosi la pesante sciarpa da davanti alle labbra, per poter essere libero di parlare.
-Buongiorno a lei….stavo cercando un regalo per un anniversario di fidanzamento..- mormorò, portando le braccia parallele al corpo, mentre gli occhietti della signora sembravano illuminarsi.
-Oh, che caro! Vieni, vieni. Ho un po’ di cose che potrebbero interessarti- disse tutta allegra, girandosi e sparendo lungo il corridoio tappezzato di oggetti di ogni tipo.
Edward la seguì, guardandosi attorno ammirato per la grande collezione di cui la venditrice disponeva, mentre sentiva quel buon profumo di biscotti aleggiare anche nella seconda stanza in cui entrò.

Forse la proprietaria aveva preparato in un’altra stanza qualcosa per i suoi nipoti, o chissà, per qualche visita inaspettata.
Ogni possibilità era plausibile, e FullMetal si perse un momento a inventarsi piccole storie o idee su quel buon profumo del luogo.
Fu risvegliato solo pochi minuti dopo dalla donna, che riemersa da dietro una tenda, gli stava portando un qualcosa di avvolto in una carta giallastra e ben tenuta.
-Avevi qualche idea particolare, caro?- domandò questa, invitandolo ad avvicinarsi ad un tavolino in mogano antico, dove ripose il pacco.
FullMetal si grattò la testa imbarazzato, guardandosi intorno mentre portava gli occhi su alcuni splendidi quadri rappresentanti altre epoche e altre vicende.
-Non molte…..volevo qualcosa che potesse avere qualche significato particolare..- spiegò, sentendosi osservato dai piccoli occhietti verdi della donna.
Questa sorrise con affetto materno, e aprì la busta che teneva sigillato un cofanetto in mogano anch’esso, levigato e in alcuni punti inciso.

-Penso di avere qualcosa del genere, caro.- affermò, scoperchiando la scatola e mostrando a Edward il contenuto.
Dentro vi era quello che sembrava un libro rilegato in cuoio, chiuso con un bel fermaglio d’argento battuto.
Quando la nonnina glie lo porse, poté constatare che aveva visto giusto.
Ne saggiò la fattura con le dita rosate di entrambe le mani, mentre veniva osservato curioso dalla proprietaria.
-Posso..?- domandò alla signora, chiedendogli di poterlo aprire, e ricevendo da questa una risposta positiva.
Il libro si aprì con un leggero scatto, e quando sollevò la copertina, Edward si ritrovò pagine e pagine bianche, sormontate all’inizio di ognuna da una linea ben disegnata e con ghirigori che formavano piccole foglie
Il posto doveva essere forse designato per una data, o magari per un titolo, tanto che Edward trovò l’idea e la fattura davvero piacevole.
-Non credi anche tu, che regalare qualcosa che possa essere riempito dei ricordi di una vita insieme, sia qualcosa di particolarmente significativo, come dicevi tu?- domandò la signora, sedendosi comodamente sulla sedia lì vicino, studiando il giovane richiudere il libro.

Edward ci pensò su, molto seriamente alle parole dette dalla venditrice.
Riempire di ogni singolo giorno, ogni singola parte di quel libro, delle loro giornate sia buone che brutte, sembrava davvero qualcosa di speciale.
A casa avevano un piccolo album dove vi erano riposte le foto che racchiudevano i momenti passati insieme…..ma forse, un diario del loro viaggio insieme avrebbe reso completa l’opera

Sorrise Edward, tamburellando le dita sulla copertina di cuoio del libro.
-Ha ragione. Per questo le chiedo se potrebbe incartarmelo.- disse, ricevendo dalla donna un cenno affermativo seguito da una piccola risatina.
-Ahh, i giovani d’oggi! È un bene che siano ancora interessati a qualcosa di così bello, invece che buttarsi tutti su quelle diavolerie moderne- affermò, sempre ridacchiando, mentre lo portava di nuovo all’ingresso dove teneva la cassa. -E chi è la bella fortunata, eh?- domandò la donnina, tutta impettita mentre scriveva l‘avvenuta compravendita nel suo registro.
Edward si grattò distrattamente una guancia, ridacchiando nervoso.

Una bella mora tutta fuoco

I dorati occhi studiarono i movimenti della signora, mentre pensava a quel primo anno passato insieme a Roy.
Avevano tentato in molti modi di tenere nascosta la cosa…ma alla fine era trapelata.
Dal canto suo, aveva sempre pensato alla possibilità che la gente potesse iniziare ad additarlo in maniera maligna e piena di pregiudizi….
Socchiuse gli occhi, pagando silenziosamente la venditrice, mentre quei cupi pensieri gli passavano per la mente.


Uscì poco dopo, il giovane FullMetal, mentre teneva fra le mani il regalo impacchettato.
Perfetto. Aveva risolto la questione, e ora non mancava altro che tornare a casa e donarlo al suo baka Taisa.
Passando vicino alla panetteria, sentì la signora Becket salutarlo, e si girò a ricambiare il saluto.
Lungo la via trovò altre due o tre persone nei piccoli negozi che gli augurarono una buona serata, e che gli raccomandarono di coprirsi bene per colpa di quel gelo.

Forse, qualche mese dopo che la notizia della loro relazione era trapelata….aveva sbagliato a pensare male della gente di Central.

Forse aveva visto il mondo dove viveva da un lato cattivo, di cui in realtà non era.


Forse.


I am here to prove you wrong
I'm accused of something I live for



Piccole gocce presero a calare dal cielo, iniziando a bagnarlo.
Imprecò leggermente e a bassa voce, mentre nascondeva il tesoro che teneva fra le braccia.
Non poteva permettere che si rovinasse.

Sentì il gelo penetrargli nelle ossa, quando aprì per alcuni secondi il cappotto, in modo da celare il suo regalo all’uomo che amava, al mondo che lo circondava.
La cosa che più odiava era quella pioggerellina fine e stupida
Aveva solo la prerogativa di procurarti brividi di freddo lungo la schiena e basta

Prese a correre cercando di arrivare prima a casa, mentre l‘orologio sulla torretta della chiesa li vicino prese a battere le sette meno un quarto.
Aveva fatto davvero tardi, e di sicuro non si sarebbe sprecata la ramanzina di Roy, visto che quel sabato usciva prima da lavoro proprio per arrivare nel loro appartamento e sorprenderlo con qualche nuova coccola.

Si imbronciò al pensiero di essere in ritardo, così aumentò l‘andatura, non rendendosi conto che così rischiava di fare uno di quei voli da record sulle pozzanghere che si stavano creando sul marciapiede.

Difatti, manco a dirlo apposta, scivolò su un di queste, arrivato in una piccola piazza, e quasi cadde lungo disteso sulle pietre levigate che erano riparate sotto al portico.
Quasi, perché volle la fortuna che qualcuno lo prese al volo, tenendogli stretto il braccio, impedendogli così di finire lungo e disteso.

Staccatosi dallo sconosciuto, lo ringraziò con un leggero inchino, e stava per riprende a correre quando la presa di questo lo bloccò ancora.
Perplesso, Edward alzò il viso, incontrando due occhietti grigi e divertiti che lo studiavano con attenzione.
-Mi scusi, potrebbe lasciarmi andare?- affermò, più come ordine che come domanda cortese, trovando in quel sorriso di scherno qualcosa che non gli piaceva affatto.
-Guarda guarda…mi sembra di averti già visto da qualche parte- disse tranquillo lo sconosciuto, senza aver intenzione di mollare la presa sul braccio destro di FullMetal.
Questo diede una veloce occhiata al viso del giovane: un ragazzotto che doveva avere si e no 20, 23 anni come lui, dai capelli scombinati di un castano chiaro e viso asciutto.
Indossava una giacca dal colletto alto e dei pantaloni scuri.

Non l’aveva visto da nessuna parte, e ora che quel sorrisino si allargava sempre di più, Edward desiderò di non averlo mai incontrato.

-Ehi, ragazzi! Non è quell‘Alchimista di cui ci parlava Meck?- domandò girandosi verso destra.
FullMetal si rese conto solo ora della presenza di altri quattro ragazzi sulla stessa età del primo, tutti con quelle facce da prendere solamente a pugni.
Con un gesto stizzito, il giovane Elric riuscì a liberare il braccio, tenendo l‘altro protettivo sul cappotto, dove sotto vi era nascosto al sicuro il regalo.

Senza degnare loro di una parola, riprese a camminare sotto alla pioggia, e lontano da quel portico, ormai dimentico dell’acqua che gli scivolava in piccole gocce dalla frangia ribelle, o che si intrufolava nel colletto
Voleva solo allontanarsi di lì, e subito.
Non ci teneva particolarmente a sentire cosa avevano da dire su di lui.
Aveva ignorato le voci che correvano in giro, quando la relazione era trapelata, quasi un anno fa.

E i ragazzi della sua età erano i primi a mettere parole velenose dove avrebbero fatto bene a tacere

-Si si! È proprio lui!- affermò uno, mettendo le mani sui fianchi, mentre un altro se la rideva.
Il maggiore degli Elric cercò di accelerare i passi, fermato però di nuovo da una stretta ferrea al braccio.
-Suvvia, dove devi correre così di fretta? Forse il tuo fidanzato ti sta aspettando?- la parola fidanzato sembrava aver preso una piega velenosa, quasi derisoria, mentre Edward senza volerlo veniva circondato di nuovo dai cinque tizi.
Il pugno libero, del braccio parallelo al corpo, era stretto pronto a scattare per difesa, mentre gli occhi dorati correvano irrequieta da un volto all’altro.
-Da quanto diceva Meck, è un bell’annetto che questa storia va avanti. È proprio vero che l’esercito è caduto ancora più in basso!- affermò quello che non aveva ancora parlato, avvicinandosi al viso di FullMetal per studiarlo meglio

Questa fu un ottima occasione di liberarsi di quegli scocciatori

Senza pensarci ulteriormente, Ed tirò un perfetto pugno sul grugno di quello che si era avvicinato troppo, liberandosi con un calcio da quello che lo teneva per un braccio.
Le successiva urla furono solo l’inizio di una lotta impari.
Edward tentò la fuga, scartando a destra, dove l’unica via possibile era libera, scivolando però sul lastricato bagnato.
Atterrò di spalla destra, tenendo ancora più stretto il suo piccolo tesoro, mentre stringeva i denti per il male al braccio.
Non era come avere un auto-mail, dove il dolore era minimo e quasi non si sentiva; anche il gancio destro che aveva tirato sul muso dei suoi “assalitori” dava piccole scosse, segno che non ne era uscito indenne.

In quei momenti i suoi auto-mail gli mancavano terribilmente.

Perso in questi pensieri, mentre si rialzava, non si rese conto dell’accerchiamento che tornò ad imprigionarlo, capendolo solo quando la presa sui suoi capelli gli tirò indietro la testa, e il braccio libero fu storto all’indietro bloccandogli così ogni via di fuga o resistenza.
-Lasciatemi andare!!- gridò, cercando di scalciare, ma ricevendo solo come risposta delle risa e un pugno ben assestato allo sterno che lo fece piegare quel tanto che gli era concesso, per riprendere fiato.
La presa sul regalo venne meno, e questo scivolò sul selciato
La carta che con cura avvolgeva il libro prese a bagnarsi sotto ora una pioggia torrenziale, mentre gli occhi dorati di Edward si spalancarono sorpresi e adirati, feriti e lucidi
-E qui cosa abbiamo?- domandò quello che sembrava il capo, chinandosi a raccogliere il pacchetto ormai zuppo, notando come il loro prigioniero tentava inutilmente di liberarsi. -Forse una cosa molto preziosa?- continuò, riavvicinandosi al viso del FullMetal, prendendogli il mento con la mano libera e alzandoglielo di forza.
Edward sputò in faccia al giovane, riducendo i suoi occhi a due fessure di miele puro.
Gli altri quattro risero, mentre quello che era stato offeso lasciò andare il volto del giovane, tirandogli un pugno.
-Avrà pure una faccia d’angelo, ma è un diavolo- affermò uno, mentre il capo riportava gli occhi sul pacco zuppo che aveva in mano, ripulendosi il viso. -È di per se un demonio, per quello che è…mi chiedo perché la legge non faccia qualcosa per questa feccia- sbuffò questo, stracciando la carta, attirando così l’attenzione di Edward, ora con occhi sbarrati, guardando come il tizio rigirava fra le mani il libricino di cuoio ormai rovinato, mentre gli altri lo trascinavano in un vicolo nascosto -Forse dovremmo essere noi a far girare la legge nel verso giusto, iniziando da lui.- finì il giovane uomo, indicando FullMetal, che a quelle parole sentì il sangue ghiacciarsi.

Che diavolo volevano fare?

La paura prese posto dell’irritazione in Edward, e cercò ancora di liberarsi, mentre la pioggia gli toglieva la perfetta visuale.
-Sporchi bastardi! Ho detto di lasciarmi andare!! E tu ridammelo!- gridò verso quello che teneva il regalo, che con un’alzata di spalle lo lasciò cadere in una pozzanghera, lasciando che dalla gola del biondo uscisse un flebile e corto verso strozzato.
-È qui che sei in errore, ragazzo…quello ad essere sporco, sei solo tu- affermò tranquillo, tirandogli indietro la testa, mentre gli occhi dorati di Edward si fissavano in quelli scuri del suo aguzzino.
Sentì poi qualcosa che gli fece risalire un brivido freddo lungo la spina dorsale.
Uno degli altri quattro aveva preso ad slacciargli il cappotto grigio, puntando poi alla camicia.
Si dimenò, FullMetal, ora più che mai conscio del pericolo che stava correndo.
Quello che gli teneva la testa all’indietro prese a ridacchiare, riavvicinando il viso al suo, fino a poter arrivare con la bocca al suo orecchio destro.

-Devo dire che non sarà difficile immaginarsi la cosa….hai proprio un faccino da ragazza, sai?- sogghignò, mentre la mano libera era andata a sciogliere con un gesto secco e frettoloso il legaccio nero che teneva su i biondi capelli in un alta coda.
-Forse è quello che pensa il suo ragazzo- intervenne un altro, mentre Edward aveva chiuso di colpo gli occhi, cercando ancora di liberarsi della stretta ferrea.

Non credeva possibile….a tutto quello.

La cattiveria delle persone, i loro pregiudizi e le loro maldicenze arrivavano fino a quel punto?

-N….no!N…vi prego….- tentò, muovendosi in modo che quelle mani, delle persone che avevano reputato LUI sporco, non potessero toccarlo più del dovuto.
La pioggia non sembrava neanche lavare via quel peccato che quella banda di delinquenti stavano per commettere.
La pioggia forse era un elemento in più, che nascondeva le piccole lacrime, che si confondevano sulle guance di Edward, con le gocce d’acqua.
Quando avvertì le mani raggiungere un punto troppo intimo, riuscì a reagire, e mordere con furia le labbra del capo del gruppo, che aveva tentato di baciarlo per zittirlo.

Questo per la sorpresa, si tirò su, facendo fermare involontariamente anche gli altri, che lo guardarono divertiti.
-Difficile, eh?- domandò uno, mentre Edward, conscio dello smarrimento generale, tirò un calcio ben assestato al primo che lo teneva da destra, e successivamente una gomitata all’altro.
Non fu però tanto accorto da salvarsi da uno sgambetto che lo fece finire a terra, e un calcio che calò sul suo stomacò, una volta che fu atterrato.
Allungò una mano, per tentare di rimettersi in piedi, ma un altro colpo lo lasciò senza fiato e debole, in una pozzanghera d’acqua.
Debole.
Era questo che la sua anima combattiva gli urlava nel corpo, mentre gli occhi erano socchiusi e appannati per colpa della pioggia battente.
-Finiamola qui, Fred, la biondina non è ben disposta stasera- sbottò il più giovane del gruppo, sulla difensiva, mentre quello che era stato più offeso in quella serata, osservò con malcelato odio il ragazzo rannicchiato ai loro piedi.
-Certo….avremo modo di divertirci la prossima volta…non è vero? Tanto staremo in città per un bel po’, e di sicuro abbiamo trovato il nostro divertimento personale, no?- sghignazzò il giovane uomo, girando poi l’attenzione sulla destra.

Dei passi vicini l’avevano messo sull’attenti, e difatti qualcuno sbucò all’inizio del vicolo.
-Ehi, voi!! Che state facendo!?- una voce perentoria e un fascio di luce di una pila avevano messo in allarme l’intero gruppo, che velocemente fuggì via in fondo al vicolo, per l‘altra uscita, lasciando la vittima a terra.
Edward riuscì a ritrovare la forza di muoversi, e allungando il braccio prese il libro, ormai rovinato, fra le mani.
Lo strinse a se, prendendo fiato e cercando di ricacciare le lacrime, per poter alzare il viso e guardare l’uomo che ora si era avvicinato a lui.

I tratti familiari, e quel viso conosciuto per poco non lo fecero scoppiare in un pianto isterico e liberatorio.
-Ehi, come st….Edward?? Che diavolo ci fai qui?! Cos’è successo??- Huges prese con delicatezza il ragazzo per le spalle, sollevandolo con forza e allo stesso tempo attenzione.
FullmMetal guardò negli occhi luminosi e pieni di preoccupazione di Maes, posando poi il viso contro il suo petto, per calmarsi.
Questo lo strinse piano, accarezzandogli i capelli per rassicurarlo -Va tutto bene…ho mandato gli uomini a catturare quei….vili esseri. Adesso ti riporto a casa, va bene?- mormorò, cercando i suoi occhi, che apparvero così stanchi e sollevati.
Cambiando poi repentinamente in paura e colpa.

Cosa avrebbe detto Roy?


Cosa avrebbe pensato o fatto?



Per tutto il tragitto in macchina non parlo, rimanendo infossato in un angolo, con una coperta ruvida e dell’esercito sul corpo, di quelle che venivano usate in caso di emergenza incendi o altro.
Il libro era ancora fra le sue braccia, stretto in modo convulso, quasi fosse qualcosa di più prezioso che un semplice volume bagnato e sporco di fango.
Quando infine giunsero davanti alla porta che dava sull’appartamento Mustang/Elric, Edward tirò un lungo respiro, preparandosi a salire i gradini.

Varcando la soglia di casa, il naso del giovane FullMetal fu investito da un buon profumo di casa e arrosto, e lo stomaco si contrasse, chiudendosi ancora di più, mentre il viso rimase basso.
-Era ora che arrivassi!! Dove diavolo sei stato?! Che cos…- la voce di Mustang arrivò dalla cucina, furiosa e preoccupata allo stesso tempo.
Quando comparve non finì nemmeno i suoi sproloqui, vedendo l’occhiataccia che gli tirò Huges.
-M…Maes? che ci fai qui?- domandò perplesso Roy, sapendo che il suo migliore amico doveva essere di pattuglia quella sera.
Puntò i neri occhi sulla figura del biondo fidanzato, rimanendo prima perplesso, poi spaventato e infine furioso.
-Che cos’è successo?Edward, stai bene??- domandò di fila, mettendoglisi davanti e cercando di guardarlo negli occhi.
Questo non rispondeva, chiudendosi ancora di più in se stesso, mentre le braccia che stringevano il libro tremarono.

Huges osservò la scena in silenzio, posando poi una mano sulla spalla dell’amico.
-Roy…ha vissuto una brutta esperienza. Sta calmo e lascialo riprendere.- disse, notando la paura sul viso dell’uomo, socchiudendo poi gli occhi. -Io devo tornare di pattuglia. Vedi di prenderti cura di lui.- finì, sorridendo con dolcezza ad entrambi, prima di dare un affettuosa carezza sulla testa di Edward.
Uscì poi, richiudendosi la porta alle spalle, mentre Roy tornava a guardare il suo amante.
-Ed….che cos’è successo?- domandò, senza doversi piegare troppo in avanti, visto che il giovane FullMetal era cresciuto di parecchio in quegli anni, arrivando quasi alla sua altezza.
Gli occhi dorati del ragazzo si sollevarono, ora lucidi e pieni di una malcelata paura, spostandosi poi sul libro, mentre quelli scuri e pieni di apprensione di Roy li seguirono.
La mano di Mustang andò a risollevare il viso del giovane, baciandogli la fronte fredda e bagnata di pioggia, abbracciandolo poi stretto.
-Era……era per te…- sussurrò il FullMetal, intrappolato in quella morsa calda e piena d‘amore, sentendo le lacrime ora scendere, troppo forti per le palpebre stanche da fermare.
-Shh….Ed.. non parlare, va bene così..- mormorò l‘uomo, sentendo il suo Mame-chan tremare nel suo abbraccio.
-Era un ….regalo p…per oggi….doveva essere un …un inizio- affondò il viso contro il petto del maggiore, lasciando poi cadere il libro per stringersi a sua volta sul corpo di chi amava.
-Io….Roy, ho avuto paura. Non voglio più averne….non voglio dover temere…..tutto- mugolò, pieno di dolore e allo stesso tempo rabbia, sentendosi così debole ma allo stesso tempo protetto e forte.
-Vedrai Ed…non ne avrai più. Domani vedrò di sistemare la faccenda con chicchessia una volta per tutte.- disse l‘uomo, alzando il viso del suo giovane amante, che prese un leggero pallore, allontanandosi di scatto. -No!…non voglio che risolvi la situazione così, usando la tua carica! Non….- Gli occhi di Edward si strinsero, riducendosi così ad una fessura piena di dolore -I pregiudizi continueranno ad esserci e cresceranno ancora di più!- affermò ferito, distogliendo lo sguardo da Roy. -È questo che pensi? Ai pregiudizi della stupida gente che non si fa gli affari suoi??- affermò perplesso Mustang, cercando di riavvicinarsi. -Che cosa credi sia successo?? E per quale motivo? Non voglio che tu ne vada di mezzo, per questo è meglio finirla qui!- intervenne adirato Edward, mordendosi poi il labbro inferiore, per ricacciare le lacrime.

Ricominciare da solo….da un’altra parte, senza che nessuno avrebbe potuto più mettere parola su ciò che una persona era.
Tornare a Reesembol, dove le persone amavano solo le piccole cose quotidiane, e niente pettegolezzi.
Roy era allibito, e fece un passo avanti, prima di parlare.
-Non credere che ti lascerò andare così facilmente. Non mi importa di quello che la gente pensa, Edward! E ti proteggerò a costo di mettere a repentaglio il mio posto!-

Tra i due calò il silenzio, pesante e freddo, mentre il più giovane si chinava a prendere il libro, rigirandoselo fra le mani.
-Ho raggiunto da tempo il mio obbiettivo, Roy…..lascio l’esercito e Central, e non c’è niente che possa trattenermi qui, mentre tu potrai continuare indisturbato il tuo di sogno…- sussurrò poi, interrompendo il silenzio, Edward, stringendo fra le dita le pagine bagnate e sporche.
Ora aveva un diverso significato, quel regalo?
Doveva ricordare come stava per iniziare una storia, fra loro, e che era un peccato..
Qualcosa di sporco.

Mustang si passò una mano sul viso, buttando fuori l’aria, prima di prendere il biondino per un braccio, attirandolo a se.
-Per tutti i Numi, Mame-chan! Non mi frega niente di diventare Comandante Supremo, e di vivere in questo schifo di città, se tu non sei con me!! Lo vuoi capire?!- affermò, guardandolo negli occhi.
-Ma tu n…- provò a parlare Edward, ma fu fermato dalle labbra di Roy, che con dolcezza gli dimostrarono a gesti quelle parole.
-Lasciamo l’esercito, e tanti saluti a Central City. Ce ne andremo da questo schifo di posto, e inizieremo la nostra vita, che sporca che sia, da un’altra parte…- mormorò, posando una mano sul libro, prendendoglielo dalle mani del più giovane -…dove saremo felici- concluse, notando le piccole lacrime scivolare dagli angoli degli occhi dell’amato.
-Non puoi abbandonare il tuo sogno per me!- affermò questo, venendo zittito nuovamente, questa volta dal dito indice posato sulle sue labbra.

-Sei tu il mio sogno, Mame-Chan- proferì, stringendoselo a se.

Che la gente continuasse a sparlare
Che continuasse ad avere pregiudizi e malelingue.
Che vivessero la loro inutile e semplice vita.


Loro erano felici di essere peccatori
E avrebbero continuato ad esserlo.



~~~






Roy portò con se Edward, sul divano ben sistemato nel piccolo salotto, portandoselo sulle gambe.
-Allora…- iniziò, prendendo il libricino macchiato e dall’aspetto malconcio, mentre il giovane FullMetal si accoccolava al suo petto, porgendogli una penna.
La luce illuminava in modo soffuso e dolce l’ambiente accogliente, e che aveva un dolce profumo di vaniglia.
-….direi che è ora di iniziare questo diario, che ne dici?- domandò Roy, guardando negli occhi il suo splendido Mame-chan, che portava i capelli morbidamente sciolti sulle spalle, con alcuni ciuffi ribelli ad incorniciargli il viso.
Posò con naturalezza la punta della penna sulla prima pagina, citando con la voce le parole che stava riportando.

Reesembol
3 Gennaio 1923

“L’amore è l’elemento in cui viviamo
Senza di esso vegetiamo appena“



-Ti dai a Byron?- domandò perplesso Edward, mentre Roy staccava la penna dal foglio, dopo il suo operato, sorridendo al giovane amante.
-Non ti piace come inizio?- chiese a sua volta, con quel dolce sorriso che il suo biondino adorava.
Questo scosse la testa, prendendo a sua volta la penna dalle mani di mustang, scrivendo con bella scrittura ed elegantemente molto più sotto alla frase lasciata da Roy

“Ogni santo ha un passato
mentre ogni peccatore ha un futuro”



-E tu ti dai a Wilde?- chiese questa volta Roy, ridendo, mentre andava a baciare le labbra sottili e perfette di Edward, che lasciò andare la penna per buttare le braccia intorno al collo del suo uomo.
La foto che avevano fatto proprio quel pomeriggio scivolò a terra, insieme al libro, che rimase perfettamente aperto sulla prima pagina, mentre il ritratto di loro due, insieme, giocosamente abbracciati davanti alla loro nuova casa, scivolava leggermente inclinato nello spazio lasciato bianco.

Un nuovo inizio.

Solo loro


E che gli altri restassero fuori.


Non vi era luogo per i pregiudizi, nel loro mondo.











Note d‘Autrice:
Eccomi! Dunque….e finalmente sono riuscita a finire e postare questa One-Shot che mi stava sulla schiena da un bel po’ XD
Come ho detto nella presentazione, sono giu, o meglio sono nel mio stato passivo di questi giorni XD e mi viene più facile maltrattare Edward e renderlo puccioso v.v (sei infame…n.d.Roy)(oh, suvvia v.v l’ho fatta finire bene no? n.d. me)
Avevo visto tempo fa un film, che parlava soprattutto dell’omosessualità, e la cosa che mi ha colpita è stata una scena in cui dei manifestanti se la prendevano con queste persone, e dalla parte degli omosessuali molti si stringevano al loro compagno e si sentivano davvero feriti di quelle parole.
Ecco, da quel momento ho deciso di scrivere questa one-shot, principalmente sui pregiudizi e sulle azioni della gente che si crede “migliore” ^^
Penso che molto presto morirò per accoltellamenti alla schiena v.v (mi ricorda qualcosa…<.< n.d.Al)(shh XD n.d.me) da parte di chi leggerà XD e non arriverò a Lucca v.v

A___A no! Sopravviverò e farò Heiderich a Lucca XD buahauahu A__A sono impazzita

Beh, che altro dire v.v spero di riuscire ad aggiornare -Away from the Sun- prima di domenica, e nient ^^ commentate per favore *-* che voglio davvero avere un parere da tutti coloro che leggeranno ^-^

Bacio XD

p.s.: il disegno ahimè non è di mia invenzione ^^ cioè, i due teneramente abbracciati nn sono di mia invenzione XD me ha solo modificato lo sfondo (dopo averlo cercatoXD) e messo il tutto su una pagina di diario creata da me *-* basta punto XD

   
 
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