Le sue mani erano come carta. Bianche, perfette; le unghie rosse le davano un'aria regale ma, al contempo, sensuale e minacciosa. Come una predatrice.

Il fumo si levava dalle sue dita, rendendola ancor più enigmatica di quanto non fosse. 

Tutto ciò la rendeva bella.

In quel frangente si portò la sigaretta alla bocca e fu allora che notai i suoi occhi. Mai avevo visto tanto splendore racchiuso in due semplici iridi, mai mi ero sentito tanto rapito da uno sguardo e mai avevo fissato così a lungo gli occhi di una persona… Ero ipnotizzato da quel mare verde.

Rinvenni solo quando tolse dalle labbra la "paglia" ed esalò un respiro di fumo, nascondendo quelle curve sottili, ma comunque carnose ed invitanti, alla mia vista. Dandomi modo, un po' a malincuore, di concentrarmi meglio sul resto del suo volto.

Il naso, minuto e lievemente ricurvo, era molto grazioso, anche per via del piccolo anellino che aveva alla narice destra. Gli zigomi, nascosti sotto un lieve pronunciamento delle gote, donavano una definizione dolcemente affilata al viso. La fronte, anch'essa piccola, racchiudeva delle rughe da sorriso appena visibili, denotando la sua solarità; al di sopra di questa, vi era una chioma di capelli castani, quasi ramati, che le frustavano il collo a causa del vento. Nonostante ciò, si opponevano alla forza dell'aria circondandole il volto.

Lei era la perfezione.

Quel giorno cominciai a soffermarmi sui dettagli, accorgendomi di essermi negato molti piaceri. Mai vidi tanta bellezza nelle piccole cose.

Non avevo più scampo, ero innamorato.