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Autore: kymyit    26/11/2014    3 recensioni
-E' sceso?- chiese, spazientito, Killer ad un certo punto.
-No.- bofonchiò Kidd.
Iniziava seriamente a preoccuparsi anche perché Law non era sceso neppure per la cena e i suoi uomini, compresi Bepo e quell'autolesionista mancato di Penguin, si erano ben guardati dal portargli del cibo, il che era strano, considerato quanto invece lo stressassero perché andasse a letto a orari decenti.
-Se posso permettermi, Capitano,- eccolo lì, Lupus in Fabula, parli del pinguino e spunta il pompon. -Vuole qualche dritta?-
-Sparisci, pinguino.-
-Va bene, Capitano.- replicò quello, sornione, passandogli lentamente alle spalle, tanto lentamente, che Kidd ebbe tutto il tempo di reprimere i suoi istinti omicidi prima di afferrarlo per la tuta.
-Spara.-
Penguin si guardò intorno, un po' circospetto, poi si chinò verso di lui e gli sussurrò all'orecchio.
-Non dovremmo parlarne, ma oggi non è un buon giorno per il capitano. Non augurerei al mio peggior nemico di salire quelle scale.-
-Mi stai istigando a farlo?- domandò prontamente il rosso.
-Io? Ma si figuri, sono affezionato al suo brutto muso.-
-Penguin.- lo zittì Kidd, serio.
-Eustass?-
-Mi stai chiedendo di andare a controllare il tuo capitano?-
-Vorrei che qualcuno lo facesse.- rispose quello, sconsolato.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Corazòn, Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Triste Anniversario






Non era una sera come un'altra, l'atmosfera non era leggera come al solito, quando ci si incontrava nelle taverne o nei peggiori bar delle isole di turno per fare casino o godersi la terraferma, l'alcol e le donne. O gli uomini, insomma, ognuno aveva la sua. Quella di Kidd se ne stava nella sua stanza alla locanda con la porta sprangata. L'aveva lasciato di sasso mettendo su la faccia più seccata ed irritata dei sette mari. Ok, un no ci stava, poteva anche capire che Trafalgar ogni tanto (strano ma vero) non fosse in vena, ma quello non si era degnato neppure di dargli una spiegazione, se non sbattergli in faccia un muso lungo da funerale e due occhiaie spaventose più del solito.
Fine.
Kidd scese le scale a passo pesante, confuso, irritato, preoccupato. Molte cose non gli tornavano, ma nessuno pareva fare molto caso al comportamento di Law. Come se il mondo andasse avanti lo stesso nonostante lui non ci fosse. Poteva capire i suoi uomini, ma i pirati del Cuore?
Si buttò pesantemente a sedere al tavolo con Killer ed Heat, che bevevano e giocavano a carte.
-Bel modo di aggirare le regole.- sbuffò, seccato.
Heat rimase spiazzato e guardò Killer, preoccupato.
-Non siamo in mare, quindi possiamo.- disse quello, compassato, mostrando un poker d'assi.
-Che vice spudorato.- ribatté Kidd -Abbi almeno la correttezza di invitare il tuo capitano.-
-Oh, mi scusi capitano, non sapevo volesse giocare con noi.- gli rispose quello, sogghignando sotto l'elmo. Heat distolse lo sguardo da quella scenetta, nervosamente. Killer era un po' brillo e gli scappavano frecciatine che non dovevano. Al capitano, di fronte a uno dei suoi uomini... che situazione di merda...
-Ehm, capitano... io andrei a bere qualcosa con gli altri...- disse, tentando di cavarsi d'impaccio.
Kidd lanciò un'occhiataccia a Killer.
-No, resta. Visto che non  posso giocare con l'allegro chirurgo giocherò con voi, dopotutto siamo a terra.-
Heat obbedì, risedendosi al suo posto e prendendo le carte per mischiarle e distribuirle nuovamente. Invidiava Wire che se  n'era andato a rimorchiare dall'altra parte della strada.
Il Capitano era sempre stato molto categorico riguardo alle regole e giocare d'azzardo era assolutamente vietato sulla sua nave, il che era più che giusto visto che gente come loro uccideva per provocazioni minori di un asso nascosto. D'altro canto, come Killer aveva fatto notare loro, a terra non sussisteva quella regola. Nessun problema, quindi. Ma il fatto che Kidd non si trovasse in camera con il Chirurgo della Morte non prometteva nulla di buono, visto che era scientificamente provato che avesse i nervi poco saldi SPECIALMENTE dopo un mese di totale astinenza.
Trascorsi dieci minuti, infatti, Kidd era sempre meno concentrato sulla mano di poker e il suo sguardo vagava sempre più verso le scale, nella malcelata speranza di scorgere due gambe maculate familiari e un cappello di vacca delle nevi a celare uno sguardo strafottente.
Ma nulla.

-E' sceso?- chiese, spazientito, Killer ad un certo punto.
-No.- bofonchiò Kidd.
Iniziava seriamente a preoccuparsi anche perché Law non era sceso neppure per la cena e i suoi uomini, compresi Bepo e quell'autolesionista mancato di Penguin, si erano ben guardati dal portargli del cibo, il che era strano, considerato quanto invece lo stressassero perché andasse a letto a orari decenti.
-Se posso permettermi, Capitano,- eccolo lì, Lupus in Fabula, parli del pinguino e spunta il pompon. -Vuole qualche dritta?-
-Sparisci, pinguino.-
-Va bene, Capitano.- replicò quello, sornione, passandogli lentamente alle spalle, tanto lentamente, che Kidd ebbe tutto il tempo di reprimere i suoi istinti omicidi prima di afferrarlo per la tuta.
-Spara.-
Penguin si guardò intorno, un po' circospetto, poi si chinò verso di lui e gli sussurrò all'orecchio.
-Non dovremmo parlarne, ma oggi non è un buon giorno per il capitano. Non augurerei al mio peggior nemico di salire quelle scale.-
-Mi stai istigando a farlo?- domandò prontamente il rosso.
-Io? Ma si figuri, sono affezionato al suo brutto muso.-
-Penguin.- lo zittì Kidd, serio.
-Eustass?-
-Mi stai chiedendo di andare a controllare il tuo capitano?-
-Vorrei che qualcuno lo facesse.- rispose quello, sconsolato.
Kidd soppesò le sue parole, il suo tono di voce la sua espressione. Si alzò in piedi, superando con tutta la sua stazza l'altro pirata.
-Immagino non sia la festa internazionale del pane.-
Penguin rise.
-In realtà c'entra col motivo per cui Law lo odia a morte, ma il capitano non ama parlarne.-
-E pensi che con me lo farà?-
Penguin gli fece un sorrisetto sghembo davvero detestabile.
-Tsk...- Kidd buttò le carte sul tavolo, seriamente, la mano peggiore della sua vita.
-Ti vai a prendere il premio di consolazione, Kidd?- fece Killer.
-Va' a farti fottere, Kirachan.- replicò il rosso, seccato, dirigendosi verso le scale.
-Mi offro volontario per punirlo, Capitano!- esclamò Penguin.
-Approvato.- rispose quello -E vedi di fargli passare la sbornia.-
Santo Roger, aveva appena sostenuto un teatrino comico ai danni del suo vice con quel pinguino maledetto? Forse il silenzio di Law dietro quella porta aveva un potere devastante, non c'era spiegazione migliore!
Heat vinse la mano a poker e se la filò prima che Killer potesse chiedergli di giocare con lui e Penguin al dottore. Brrrrr... si pentì di non aver seguito Wire, anche se questo pensiero fu scatenato più dal terrore di dover ricucire il corpo del suo Capitano quando sarebbe uscito da quella stanza. Perché certo non ne sarebbe uscito senza danni. E a chi toccava il lavoro sporco?
Appunto.


Law continuava a fissare il fuoco della lampada da ore ormai. Forse erano ore, forse erano solo minuti, certo erano un'infinità di secondi. Era davvero una giornata di merda, non riusciva a non pensare un attimo a quell'ultimo osceno sorriso di Cora prima che...
-Che stupido!- esclamò rimproverando se stesso, sprofondando il capo fra le braccia. -Che stupido!-
Quanto era stato ingenuo e stupido, proprio quello stronzo di Vergo doveva andare a chiamare? Proprio lui? Perché il destino era stato così bastardo con lui?
"Morirò sorridendo."
Santo Roger, era veramente osceno quel sorriso, soffocò un singhiozzo a metà fra una risata e uno scoppio d'isteria. Quell'idiota gli incasinava il cervello anche da morto. Quel...
-Corasan...-
Le lacrime gli solcarono le guance, inarrestabili e impetuose, cariche di tutto il dolore che per anni si era portato dentro.
-Perdonami... - sussurrò -Perdonami, ti prego... - singhiozzò.
Perché aveva portato Vergo da lui?
Perché non aveva avuto la forza di salvarlo da Doflamingo?
Perché non era riuscito a far nulla se non piangere e piangere e piangere?
Il sorriso di Cora e il suo sacrificio erano una magra consolazione a dispetto del dolore che lo stava distruggendo dentro nonostante gli anni passati.
-Perdonami...- emise, stremato, dopo un lungo pianto.
Udì qualcuno bussare alla porta, ma forse era solo l'impressione.
Sospirò.
L'impressione sfondò la porta con un calcio.
-Insomma, vuoi rispondere?!- sbottò furente Kidd.
Law rimase basito.
Poi la rabbia lo costrinse a dirgliene quattro a quel pezzo d'imbecille.
-Ma brutto cretino, cosa non capisci della frase "Oggi non ho voglia di avere nessuno fra i piedi"?!-
-Non darmi ordini senza una spiegazione, dottorino!-
-Non darmene tu, dragqueen!-
-Sputa il rospo, rospetto!-
-Principessa del mio cazzo, fatti i cazzi tuoi!-
Kidd gli afferrò saldamente il braccio e lo strattonò.
-Sono cazzi miei, se scompari senza dare motivazioni!-
-Chi sei, mia madre? Non devo rendere conto a te di quello che faccio!-
-Ma non sono neppure un estraneo!- ribatté lui -E non so nulla di te, sono io quello che dovrebbe incazzarsi. Devo sapere da altri quello che ti passa per la testa o devo indovinarlo? Non sono un cazzo di veggente!-
Law attivò la Room e Kidd temette che volesse usarla contro di lui, le cose si mettevano veramente male. Ma, fortunatamente, il Chirurgo della Morte, si limitò a rimettere in ordine il caos creato dall'entrata in scena del Capitano.
-Saperlo cambierebbe qualcosa?- domandò. Non era solo una domanda sarcastica, era quasi una richiesta. Kidd gli asciugò lo zigomo umido di lacrime con il pollice.
-Non sapere cosa ti riduce così è irritante, Mr.Iveriuominilaprendononelculo.- abbassò lo sguardo, come se gli costasse dirlo, arrossì persino. -Se possono prenderla nel culo possono anche piangere.- disse infine.
Law rabbrividì ostentatamente.
-Non fare il sentimentale, Eustassya, sei inquietante.-
-E tu non fare il depresso, non voglio andare da uno strizzacervelli.-
Il Chirurgo della Morte alzò appena lo sguardo su di lui e rivide il suo sorriso in quello di Kidd, i suoi occhi sotto il trucco dell'altro, le sue labbra sotto il rossetto dell'amante, il suo corpo molto più grande del suo sotto la pelliccia. Tante piccole gocce che fecero traboccare il vaso, costringendolo a scagliarsi fra le braccia del Capitano per nascondere il volto colmo di lacrime, per soffocare i singhiozzi nelle sue spalle, nella sua pelliccia, nel suo profumo.
-Ehi!-
-Zitto, cretino, ora mi lasci sfogare!- mugolò tirandogli un calcio allo stinco.
-Poi lo psicologo me lo paghi tu.- replicò il Capitano, impacciato di fronte a quel Law fragile come un bambino. Credeva che qualunque storia gli avesse raccontato sul suo passato, non gli avrebbe fatto effetto, l'avrebbe presa semplicemente come una delle peripezie del Chirurgo della Morte, ma quando sentì la storia di quel bambino proveniente dalla città bianca, di quel piccolo mostro per cui un imbranato drago celeste decaduto aveva dato la vita, capì che nessuna delle sue fantasie poteva comparare quel triste passato. Si sentì sommergere dal mare di lacrime e di tristezza di quel bambino che, nella speranza di salvarlo, aveva condannato a morte il proprio benefattore. Tutto ciò che poté fare per Law fu di lasciarlo sfogare e tenerlo stretto a sé finché tutte le lacrime non furono versate.
Infiniti secondi.
-Laurie?- domandò Kidd, scuotendolo dopo un poco, quando il chirurgo aveva smesso di piangere ed era rimasto in silenzio, immobile, fra le sue braccia.
Troppo a lungo per i suoi standard per essere una cosa normale.
-Law?- Kidd lo scosse un po' e si accorse di un'altra cosa che non riteneva possibile.
"Si è addormentato!?" pensò sconvolto.
Rimase estremamente shockato dalla cosa, in particolare perché quello dormiva beatamente fra le sue braccia come un moccioso!
Normalmente l'avrebbe spinto a terra come un sacco di patate e gli avrebbe tirato pure qualche insulto, dannazione, l'aveva pure sommerso di lacrime e muco, che diamine!
Si limitò a buttarlo sul letto.
A coprirlo.
Fece per uscire dalla stanza, scosso, con tanti pensieri in testa, quando decise, invece, di sedersi di fronte al letto per un po' ancora.
Se Law si fosse svegliato, gli avrebbe mostrato il suo di sorriso.




Quando Law si svegliò, lo trovò addormentato al suo capezzale, spaventandosi non poco perché con quella pelliccia sembrava più un grosso animale russante. Kidd non gradì di essere scagliato contro la parete alle prime luci dell'alba e tuttavia, sfoderò il suo miglior sorriso verso lo stupido chirurgo.
-Questa me la paghi, Laurie.- disse, sgranchendosi le giunture.
-Dai, vieni, Erostass.- ribatté l'altro, ricambiando il sogghigno, sentendosi inaspettatamente leggero.




Killer sbuffò, il suo portafogli era diventato estremamente leggero.
-Ogni volta è la stessa storia!- ringhiò sommessamente -Loro distruggono i locali e noi paghiamo!-
Penguin non disse nulla, si limitò a svuotare anche il suo borsellino con le lacrime agli occhi.











   
 
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