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Autore: Nami93_Calypso    26/11/2014    4 recensioni
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, ...dalle tre io comincerò ad essere felice.
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... “
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Fanfiction partecipante al ZoRobin Day 2014
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zoro\Robin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Una vita e tre passioni, uno sguardo e mille parole.
Ed è quando la forza di un Samurai incontra la glaciale bellezza di una dea dagli occhi di ghiaccio che l'amor profano da il benvenuto alla vita.
Siamo tutti qui riuniti oggi, in nome di un unico ideale: dimostriamo che dentro di noi batte un cuore verde-viola!
Perchè la retta via della vita ha un unico nome: ZoRobin.




Addomesticami
 
"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, ...dalle tre io comincerò ad essere felice.
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... “
 

Mancavano due minuti alle 16.00. Zoro iniziò a lanciare occhiate fugaci verso l’ingresso , in attesa.
Sapeva che da lì a poco lei sarebbe entrata da quella porta, che avrebbe ordinato il suo caffè espresso, che si sarebbe seduta al tavolino nell’angolo più remoto e ombroso del bar, che avrebbe estratto dalla borsa il suo immancabile libro e che, in fine, dopo circa un’ora se ne sarebbe andata.
-Mi scusi, vorrei una cioccolata con panna-
Una voce lo riscosse riportando la sua attenzione sulla clientela in fila davanti alla cassa in attesa dello scontrino.
Mentre si apprestava a dare il resto alla ragazza di fronte a sé sentì il campanello posto sopra la porta d’ingresso tintinnare, il che provocò un irrimediabile sussultò al suo stomaco, sussulto che non fece che accentuarsi alla vista della nuova cliente.
Era lei. Bella come sempre.
I capelli neri e lisci le ricadevano morbidamente sulle spalle. Indossava un vestito viola aderente con una scollatura appena accennata, calze coprenti, stivali e cappotto neri.
Zoro non era uno che dava molto peso ai dettagli, non ci era proprio portato, ma quando si trattava di lei non gli sfuggiva mai nulla.
La ragazza si avvicinò alla sua postazione con passo elegante mentre lui non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
-Un espresso, per favore-
Disse fermandosi di fronte alla cassa e puntando i suoi occhi azzurri  e freddi in quelli neri e intensi del ragazzo.
Senza ancora riuscire a distogliere lo sguardo digito con gesti meccanici i tasti dell’apparecchio per permettere l’erogazione dello scontrino.
Le porse il pezzetto di carta e ritirò le monete che lei gli stava porgendo per poi vederla allontanarsi lungo il bancone per poter richiedere la sua bevanda ad un altro cameriere.
Quando un nuovo cliente gli rivolse la parola riuscì finalmente a ritrovare un po’ di concentrazione e solo in quel momento si rese conto che stava trattenendo il fiato.
Una volta libero dalle sue mansioni riportò la sua attenzione su di lei.
Come da lui previsto aveva preso posto al solito tavolino e ancor prima di aver finito il caffè prese il libro e lo pose sul tavolo.
Era da qualche mese che frequentava quel bar, tutti i giorni week end escluso, sempre alla stessa ora, e compiva sempre gli stessi gesti, quasi come fossero dei riti.
Zoro era rimasto da subito colpito da quella ragazza così bella ma non solo per il suo aspetto esteriore. Gli trasmetteva anche molta forza d’animo e un carattere deciso. Sembrava una persona determinata e indipendente, non la classica ragazza superficiale e infantile che gli capitava di vedere.
Dopo qualche settimana si era reso conto della sua ritualità quotidiana e da quel giorno aveva iniziata ad aspettarla con impazienza sempre crescente.
E non solo: aveva cercato anche di escogitare un modo per poterle parlare o, nelle sue più rosee aspettative, invitarla ad uscire o chiederle il numero. Ma in queste cose era veramente una frana. Con le donne in generale era una frana.
In realtà aveva avuto alcune relazioni e non poteva certo lamentarsi di come fossero andate ma il suo problema era proprio quello: l’abbordaggio. Si sentiva sempre un po’ goffo, stupido, fuori posto.
In più non era da sottovalutare l’aggravante delle sensazioni di timore e rispetto reverenziale che quella donna destava in lui.
Così, in quell’ora, mentre serviva un cliente dietro l’altro, nei vari momenti di quiete si perdeva ad osservarla cercando di non farsi notare e immaginava tutti i possibili stratagemmi e scenari con cui avrebbe potuto avvicinarla.
Erano da poco passate le 17.00 quando la vide alzarsi dalla sua sedia e infilarsi il cappotto.
Come ogni volta si aspettò di vederla arrivare al bancone per riportare indietro la sua tazzina, gentilezza che non tutti i clienti compivano, per poi uscire così come era entrata.
Ma non lo fece. La mora si alzò e andrò dritta verso la porta. Afferrò la maniglia ma prima di tirare per poter uscire si voltò a guardarlo e gli sorrise, un sorriso luminoso che mai le aveva visto fare né a lui né ad altri.
Inutile dire che sul volto del ragazzo si dipinse un’espressione inebetita mentre la vedeva sparire oltra l’ingresso.
Guardò in direzione del tavolino a cui era seduta poco prima nel tentativo di trovare una risposta agli avvenimenti appena accaduti. Erano stati gesti assolutamente normali ma inseriti nel contesto non lo erano affatto e risvegliarono in Zoro delle perplessità
Colto da un’illuminazione improvvisa lasciò la sua postazione per raggiungere il tavolino della ragazza prima che qualsiasi altro cameriere potesse farlo.
Era sicura di non essere ammattito, che c’era un significato dietro quei comportamenti inusuali. Era impossibile che avesse dimenticato di portare la tazzina.
Una volta raggiunta la meta allungò la mano per afferrarla ma si bloccò.
Sulla ceramica bianca era incollato un post-it lilla. Sopra vi erano scritte semplicemente due cose: un nome e un numero di telefono.
Zoro lo prese in mano per poterlo esaminare
-Nico Robin- sussurrò leggendo le parole del foglietto.
Un ghigno compiaciuto si dipinse sul suo volto mentre piegava il pezzo di carta e lo riponeva con cura nella tasca d ei pantaloni.
Tutti i mesi che aveva passato a scervellarsi su come avvicinarla erano stati totalmente inutili.
Un passo era stato finalmente compiuto.
Ora doveva solo trovare il coraggio di telefonarle.
 

Angolo dell’autore:
Salve a tutti quanti!
Ecco a voi la mia fanfiction scritta in onore dello ZoRobin day!
Voglio ringraziare Everdeen Robin e Jolly_Anne per aver ideato quest’evento e avermi permesso di partecipare :)
Il titolo è un chiaro riferimento al libro “Il piccolo principe” di cui ho riportato qualche frase all’inizio.
Alla prossima!

 
 
   
 
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