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Autore: May Begood    26/11/2014    1 recensioni
SpinOff di "Sometimes"
La relazione fra Ungheria e Inghilterra vista da Romania.
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Romania, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Succede al cuore'
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Nda: Non ho potuto fare a meno di scriverla. Dovevo dare spazio anche a Vladimir e mostrare il suo punto di vista in modo romantico, ma anche disperato, proprio come ho immaginato che reagesse sapendo che Ungheria ha iniziato una relazione con Inghilterra.
Questo brano non ha spoilers della storia in corso, anzi! Rappresenterà la parte nascosta e compenserà alcuni vuoti che non saprei come riempire altrimenti.

A tutti gli innamorati non ricambiati e a chi non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi.




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Via libera.

Finalmente può uscire dal suo nascondiglio e diventare il padrone della dimora. 
E di Bruxelles. 
Nessuno si è accorto che si è rinchiuso nell'armadio di una delle camere da letto che sono solitamente a disposizione di chi non può fare ogni giorno un viaggio lungo. Romania non è ovviamente uno di quelli, ma adora rimanere da solo rinchiuso in quella villetta. 

La notte è la parte della giornata che più preferisce. 
Trova la forza e la voglia necessarie a fare qualsiasi cosa. 
E poi, ha finalmente il tempo da trascorrere per sé, leggendo, provando qualche incantesimo, ma facendo anche piccole pazzie, dando sfogo alle sue fantasie.






Sogna spesso di incontrare Ungheria in una stanza.
Vorrebbe che accadesse.
Sa che potrebbe accadere.
Ultimamente lei rimane sempre a Bruxelles.
Ma Vladimir non sa il perché.
Non ancora.

Lei dorme. 
Dorme sempre quando la immagina perché è l'unico momento in cui sta tranquilla: non combatte, non reagisce mentre le morde il collo. 
Anche questo potrebbe accadere. 
Poi lui scivola nel letto con lei e continua a morderla.
Piano.
Non vuole ucciderla, solo farle del male; lasciare dei segni rossi, delle ferite lievi, altre profonde abbastanza da far uscire qualche goccia di sangue.




Però poi la fantasia diventa più innocente. 
Più romantica.
Romania la bacia, la accarezza, le sfiora i capelli, la chiama per nome, come non ha mai potuto fare.
Anche lei lo farebbe.
Sarebbe qualcosa che saprebbero solo loro due.





Elizaveta ha sempre pronunciato il suo nome con odio o accanto a nomignoli non del tutto amichevoli.
Ma è accettabile.
A Vladimir piace proprio perché è forte (forse più forte di lui).
Ed è una bellissima donna. 

Tutto gioca a suo vantaggio!

E allora perché non chiederle di trascorrere una serata insieme?

Con il cuore pieno di nuove speranze, sentendosi già abbastanza stanco (oppure semplicemente cedendo al conforto di quel pensiero), va a rinchiudersi nella stanza che occupa ogni notte e in cui vorrebbe realizzare le sue fantasie.

Ma un altro rumore attira la sua attenzione.
Un sospiro, poi un gemito mal trattenuto.

Impiega qualche secondo per capire da dove provengono quei respiri.
Si avvicina alla porta, dai cui spiragli esce la fioca luce del lampadario.
Non è chiusa a chiave quindi la apre senza difficoltà e facendo il meno rumore possibile.

Ciò che vede è solo il fondo del letto, e le coperte che si agitano seguendo il ritmo determinato dai movimenti ondulatori degli occupanti.
Avvampa imbarazzato, ma anche divertito e estremamente incuriosito di vedere di chi si tratta, perché ha voglia di scoprire le debolezze dei suoi colleghi. 
E magari minacciarli.
Fa per sporgersi ulteriormente, ma riconosce la voce di Inghilterra che sussurrava qualcosa. 
Proprio una delle persone che vorrebbe minacciare perché rimanda sempre i loro appuntamenti, o non si presenta mai.

Vede la schiena della nazione britannica incurvarsi e coprire l'amante, quindi non riesce a capire coin chi sia Inghilterra. 
Ma capisce che è una donna.
Lo suggeriscono le lunghe gambe sottili che lui preme contro i propri fianchi, nel tentativo di rendere le spinte sempre più decise al fine di far godere la sua compagna.

Romania non sapeva che il biondino fosse impegnato in una relazione.
Probabilmente nessuno dovrebbe saperlo.
Ma lui è lì!
E li sta guardando!
Come fa ad immortalarli?
Deve avere le prove.
Ma non ha la macchina fotografica.
Si ricorda allora di avere ancora l'aggeggio con cui registra i dibattiti importanti.
Lo recupera dalla tasca e lo accende immediatamente, sperando di cogliere tutte le informazioni necessarie.

Si intrufola nella camera, desiderando un audio migliore e di riconoscere la donna.
Arriva ai piedi del letto, ma scivola verso l'angolo più buio della stanza.
Nessuno dei due lo nota.

Vladimir nota, invece, i lunghi capelli ramati di lei.
Sono posati sul cuscino, distribuiti senza un preciso ordine.
Una mano stringe il braccio dell'amante in modo inconsapevole.
La pelle è leggermente più dorata di quella dell'inglese.
Finalmente può udire anche la sua voce.
Vladimir cerca di capire di chi appartiene, ma non ce ne è bisogno perché ha già capito di chi si tratta, ma non lo pensa per paura che sotto Inghilterra compaia davvero Ungheria.
Eppure ha capito cosa ha detto. 
Era proprio in ungherese.
E il rumeno si rifiuta di articolare quelle brevi parole, unirle e formare quella frase che di romantico non aveva nulla.
Gli sta dicendo cose così intime che per un momento Vladimir crede che Elizaveta abbia capito che lui li sta guardando. 
Con il cuore spezzato.

Perché Vladimir ha finalmente capito il motivo che spinge Inghilterra ad assentarsi continuamente alle riunioni del corso di Magia, e Ungheria a trattenersi a Bruxelles fino a tardi.

Esce silenziosamente dalla stanza, scegliendo però di uscire dal balcone, fregandosene del rischio che corre di venire scoperto dai due.
Getta il registratore al piano di sotto e salta giù anche lui, atterrando però sul balcone più basso.
Scende giù finché non sente i piedi battere finalmente contro il terreno umido.
E inizia a correre, per sfuggire a quella visione.





Gli è stato rubato il sogno!
Dovrebbe esserci lui in quella stanza, su quel letto e con Ungheria!
Ci ha pensato così tanto e così intensamente che è impossibile non si sia avverato!
Deve essersi aiutato con un incantesimo, quel doppiogiochista.
Quando si stancherà, la butterà via come una vecchia bambola.
E lei?
Ne sarà cosciente?
Ne soffrirà?

"Io non la tratterei mai così.
Io la amo.
Io amo Ungheria."

Rimane spaventato da quelle parole, da quella verità. 
Eppure gli sembra più che lecito.
E lei gli sembra sua.
   
 
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