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Autore: Midori No Esupuri    26/11/2014    4 recensioni
[WARNING: MORMOR/MORMORSTAN]
L'evoluzione del rapporto tra l'ex colonnello Sebastian Moran e il consulente criminale Jim Moriarty tramite messaggi.
(11.19) Mi sta assumendo come killer?
(11.20) Esattamente. JM

[...]
(11.24) Stia tranquillo, la sua ferita all’occhio non sarà un problema. So che possiede un conto bancario, mi occuperò di versarle la somma necessaria al costoso intervento che deve sostenere per recuperare la vista. JM
(11.26) Perché?
(11.26) Gliel’ho detto. Mi serve un collaboratore. JM

Nota: Capitoli comprensivi di messaggi e parte narrativa.
Genere: Angst, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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#11: Prima volta
 
Martedì 21 gennaio
 
(02.14) Sei sveglio? JM
 
(02.18) Adesso sì. SM
 
(02.20) Vedo che hai iniziato a firmare i messaggi. Bene. JM
 
(02.24) Fammi indovinare. Ti serve della vodka. SM
 
(02.36) No. Vieni nella mia camera. JM
 
Sebastian si era alzato dal letto, si era liberato dei vestiti e aveva rimesso le armi al loro posto. Da quando erano tornati a casa, non aveva fatto altro che pensare al profumo di Jim, alle sue braccia esili contro il collo, a quel morso che ancora gli bruciava sulla pelle. I denti del suo capo erano piccoli e perfetti, dopo averlo morso aveva leccato appena il suo collo e Sebastian era stato pervaso da brividi inspiegabili nel sentire la lingua piatta e calda su di sé. Scosse il capo e cercò di non pensarci, il suo capo richiedeva la sua presenza e avrebbe fatto meglio ad accontentare il suo capriccio di quel giorno, qualunque fosse.
 
(02.40) E’ urgente. JM
 
Si trascinò fino alla camera di Jim, la porta scura riportava una targhetta dorata in cima con il suo nome e cognome, a dire il vero ogni stanza aveva la propria placca sopra e Sebastian realizzò di averlo notato solo in quel momento. Era una cosa vagamente maniacale, certo, ma almeno non si perdeva per cercare il bagno. Aprì la porta, dopo aver bussato, e Jim si mostrò a lui di spalle, in piedi contro la finestra. Era completamente vestito, tranne le scarpe lucide posate alla fine del letto, e lo guardava con un’espressione indecifrabile. Sebastian tollerava poco quel tipo di espressioni, non ne capiva mai il motivo o lo scopo, e finiva sempre per pensarci per delle ore senza giungere ad una conclusione.
-Cosa volevi di tanto urgente?
Jim si voltò, buttando fuori dalle labbra sottili il fumo della sigaretta, la lasciò cadere giù dalla finestra e si lisciò il bavero della giacca, con estrema lentezza. Sebastian maledì la sua teatralità, ma non riuscì ad evitare di trovarla sexy, mentre il suo capo camminava verso di lui con le labbra che si aprivano in un sorriso intrigante, quasi da cacciatore. Non appena gli fu davanti, Jim gli percorse il petto con la punta delle dita di una mano.
-So che desideri altri baci, Sebby.- mormorò, come se gli stesse rivelando un importante segreto di stato. -Lo vedo da come mi guardi.
-Io non…- iniziò il cecchino, ma Jim gli posò un dito affusolato e pallido sulle labbra secche per zittirlo, come se fosse un bambino disobbediente. Il biondo combattè spaventosamente contro la voglia di leccare quella pelle così candida, facendo appello a tutto il suo autocontrollo di soldato.
-Sono sempre così annoiato, sai?- riprese il moro, in tono tragico. -Finchè non arrivi tu a distrarmi, Sebby. Vorrei solo restituirti il favore, uhm?
Gli prese i polsi forti e lo mosse di qualche passo indietro, Sebastian sentì le proprie gambe scontrarsi contro il letto e ci finì sopra, affondando nelle coperte morbide. Jim gli fu subito sopra, il biondo non tentò nemmeno di divincolarsi e anzi, rimase paralizzato a fissare il viso sorridente dell’uomo sopra di lui, che gli prese le mani e le avvolse attorno ai propri fianchi. Era magro, così tanto che una mano di Sebastian faceva il giro del suo profilo sotto la giacca, il biondo accarezzò la stoffa della camicia perfettamente stirata e provò l’insano desiderio di slacciarla, di sentire la pelle del suo capo sotto le dita, così liscia e pallida come era quella delle sue mani. Jim iniziò a baciargli il collo e Sebastian strinse la presa sui suoi fianchi.
-Puoi farlo.- gli sussurrò nell’orecchio.
-Fare cosa..?
-Qualsiasi cosa tu voglia, Sebastian.
Il biondo strinse il proprio labbro inferiore tra i denti, torturandolo appena, poi iniziò a privare il corpo del suo capo degli abiti. Non sapeva cosa stava facendo, ma era curioso di vedere la pelle bianca di Jim contro la sua, così scura e ruvida, voleva toccarla e sentirne il sapore, come se davanti avesse la più bella delle donne. Man mano che spogliava Jim, il suo cervello azzerava i pensieri. Gli liberò il petto dalla camicia e dalla giacca, lo lisciò con il palmo ruvido della propria mano e Jim lasciò andare un sospiro, Sebastian fremette e lo strinse a sé, iniziando a baciare quella distesa nivea di pelle ovunque capitava.
Jim, dal canto suo, si prese un momento per analizzare quanto il suo sottoposto fosse uomo, rude e forte sotto ogni punto di vista, anche nel toccarlo. Cercava di essere delicato, ma non otteneva altro che brividi e sospiri da parte sua, proprio a causa della ruvidità delle sue mani e delle sue labbra screpolate contro la pelle. Si lasciava baciare le guance, il collo, le spalle ed il petto, intrecciando le dita nei capelli color grano del suo sottoposto, e si beava del suo respiro sempre più accelerato, più voglioso, più caldo. Entrambi si stavano eccitando rapidamente, ma Jim provò un senso di lussuria decisamente inaspettato quando Sebastian alzò il viso per guardarlo, l’erezione gonfia nei boxer neri e la pupilla che aveva quasi inghiottito le sue iridi azzurre, riducendo il color ghiaccio ad una sottile striscia implorante. Gli portò le dita sotto al mento, dove la barba ispida stava iniziando a ricrescere.
-Mi vuoi, vero?- chiese, era eccitato come non mai. Aveva avuto rapporti con un solo uomo in tutta la sua vita, e non era certo una cosa che amava raccontare in giro; dopo quello spiacevole avvenimento della sua infanzia non aveva più desiderato di essere toccato da qualcuno, tantomeno da un maschio, ma quel rude colonnello era diventato in fretta l’oggetto della sua lussuria più sfrenata. Sebastian sembrava perso in una specie di trance, Jim non potè resistere oltre e sfilò dal proprio corpo anche l’intimo, un paio di semplici boxer verdi fluorescente, e guardò il cecchino per convincerlo a fare lo stesso. Gli posò le mani sulle spalle e gli si avvicinò, i loro bacini si sfiorarono e li fecero sospirare all’unisono di piacere.
-Seb.- lo chiamò, cercando di contenere un sottilissimo tremore del corpo.
-Tremi.- osservò l’altro in risposta, stringendolo tra le braccia forti poco sopra la vita e accarezzandogli la schiena. -Perché?
-Nessun motivo.- rispose, non era decisamente il momento di rivelargli quanto aveva dovuto sopportare da piccolo. Aveva deciso che non lo avrebbe mai raccontato a nessuno, forse anche nel tentativo di dimenticarlo.
-Senti, Jim, io non ho mai… E’ la prima volta che…
-Lo so. Fingiamo che lo sia anche per me, Sebastian. Andrà bene.
Il cecchino annuì e si lasciò guidare dal suo capo, toccando le zone che lui stesso gli indicava, facendolo sospirare e contorcere con forza contro il suo petto muscoloso. La pelle di Jim era calda, leggermente salata e morbida, e più la sentiva sotto la lingua e più ne desiderava ancora, come se fosse una droga. Avvertì improvvisamente un tocco caldo contro la propria erezione e sobbalzò, sospirando di piacere, nel volgere gli occhi verso il basso si accorse che Jim lo stava toccando più a fondo di quanto pensasse. Aveva bisogno di un contatto del genere, così intimo e caldo, tanto che si lasciò andare sul letto e Jim lo seguì, continuando a dargli piacere. Sebastian teneva le mani ancorate sui fianchi dell’altro, accarezzandone le ossa quasi sporgenti, la voglia cresceva di minuto in minuto. Stava quasi per raggiungere il culmine quando decise di non farsi più sottomettere, possedeva l’istinto rude e animale tipico di un uomo tanto rabbioso dopotutto, così atterrò il suo capo sul letto e lo sovrastò. Jim tremò appena davanti ad una simile presa di posizione, così uguale a quelle che doveva sopportare da bambino, ma nel vedere gli occhi chiarissimi di Sebastian chiudersi un attimo prima di baciarlo si impose di scacciare quel ricordo spregevole dalla propria mente. Il cecchino era passionale e rude mentre lo baciava e gli mordeva le labbra, Jim stringeva le sue spalle forti e sfiorò una cicatrice di un proiettile sotto la scapola destra, sorrise lievemente. Sebastian era interessante anche per le sue vecchie ferite esteriori, oltre che quelle interiori, più nascoste alla vista. Entrò dentro di lui abbastanza di sorpresa, strappandogli un mezzo grido di dolore, erano anni dopotutto che non si faceva possedere da qualcuno... Ma non si oppose, voleva quello che stava accadendo dal momento in cui aveva visto la prima fotografia del cecchino, scattata per mano di un suo collaboratore al fronte. Ben presto iniziò infatti a gemere, mordendosi le labbra per non dare troppa soddisfazione al biondo sopra di lui: non gli piaceva farsi comandare o sovrastare in nessun caso, era avvenuto solo per una sua distrazione... E lo avrebbe fatto capire a Sebastian, anche con le maniere forti, se fosse servito.
-Sebastian!- chiamò con forza, il respiro affannoso e i polmoni che sembravano sul punto di lacerarsi ad ogni movimento del diaframma. Il cecchino esplose dentro di lui e il moro fece lo stesso tra i loro corpi così diversi, eppure ancora così uniti. Il biondo prese un profondo respiro e Jim lo allontanò dal proprio corpo, rotolando su un fianco per spegnere la luce sul comodino e sorridere nel buio. Non si sarebbe fatto vedere felice.
-Buonanotte, Sebastian.- mormorò. L’altro rimase in silenzio, probabilmente intento a realizzare quanto era appena successo, e Jim si infilò sotto le coperte del proprio letto.
-E non pensarci. Non significa nulla.
-Era solo un tuo capriccio, vero? Perchè tu fai così.
-Buonanotte.
-Sì. Buonanotte.

 
•Nota dell'autrice~
Ammetto che avevo voglia di un po' di sano fluff, oggi. Aggiorno con un giorno di ritardo perchè ieri non ho avuto tempo, pubblicherò anche il terzo capitolo della mia traduzione e il quattordicesimo della mia long in serata. Ad ogni modo, il Jim di oggi è particolare: lo immagino come un personaggio molto lunatico, che prima vuole una cosa e un istante dopo si è già annoiato, e Sebastian sta iniziando a capirlo fin troppo bene. Il passato di Jim è di mia pura invenzione, immagino che chiunque abbia capito cosa gli sia successo, tranne Sebastian che non se lo immagina minimamente.
Come sempre, ringrazio chi legge e chi segue, siete davvero tanti e non mi stuferò mai di scriverlo. Grazie davvero, di cuore, perchè siete voi a rendere possibili i continui di queste storie. Al prossimo aggiornamento!
Midori No Esupuri~
  
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