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Autore: LadyIce9    26/11/2014    6 recensioni
Cosa sarebbe successo se il giovane Tom Riddle, invece di essere nato negli anni quaranta, fosse nato negli stessi anni dei suoi mangiamorte più famosi? Se avesse conosciuto fin da bambino Bellatrix Black, Rodolphus Lestrange, Lucius Malfoy e anche Severus Piton, Lily Evans e i malandrini? Sarebbe cambiato qualcosa in lui o sarebbe comunque diventato il mago più cattivo e spietato di sempre? Questa storia si propone di spiegarvelo, senza modificare nessun personaggio e nessun contenuto della storia originale....
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte, Severus Piton, Sorelle Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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ATTENZIONE: RATING ROSSO.




 

 





“Un’altra immagine di te
Un nuovo modo di vedere le cose.
Eccone una che non sai,
ecco il mio modo di parlarti d’amore.
A te che cerchi di capire
E che provi a respirare aria nuova
E non sai bene dove sei
E non ti importa anche se in fondo lo sai che ti manca qualcosa.
Amami ora come mai,
Tanto non lo dirai,
È un segreto tra di noi,

tu ed io soltanto...”

F. Renga “Vivendo adesso”
 

 

 

Villa Malfoy, tempo presente

 

Devo smetterla di fare questi dannati sogni.”

Bellatrix si rigirò nel letto, esausta e dolorante. Anche se aveva dormito per un tempo immemorabile, continuava a sentire freddo e dolore da tutte le parti, come se fosse appena uscita da un lago ghiacciato.

Che buio...” pensò con indifferenza, guardando il vuoto dell'oscurità“Perchè Andromeda ha sbarrato le finestre?”

Rimase ferma sul letto, in attesa, persa in quello strano e inusuale silenzio. Troppo silenzio. Non sentiva nemmeno l'insopportabile vocio dei piccoli babbani, neanche i dannati frastuoni elettrici dei cantieri e dei... come si chiamavano? Ah, trapani. Che chiasso insopportabile facevano quegli affari, la prima cosa da fare, una volta guarita, sarebbe stata prenderli e ficcarli in bocca a quei babbani costruttori, chissà se così avrebbero avuto ancora voglia di fare casino. Sorrise all'idea, mentre un brivido freddo le scosse la schiena. Oltre al silenzio, faceva assolutamente troppo freddo.

Non era normale, decisamente c'era qualcosa che non andava.

Si guardò intorno, le pareti parevano lontanissime, così come il soffitto, che era tanto alto da sembrare un cielo scuro e minaccioso, niente a che vedere con quello di Andromeda, basso, legnoso e babbano.

Anche il profumo nell'aria era diverso, superbo e agrodolce, come di mirra e cera, così come il letto su cui era sdraiata, molto più ampio e duro, dalle lenzuola tanto setose da sembrare impalpabili...

Bella però era troppo disillusa per lasciarsi entusiasmare da qualcosa, e si limitò a concludere che la sorella doveva averla spostata in un'altra camera, o magari in un'altra casa. Niente per cui entusiasmarsi, insomma.

Decise quindi di alzarsi, ma, appena mosse la gamba destra, un dolore tanto improvviso quanto lancinante la fece trasalire, costringendola a restare dov'era e a riprendere fiato.

Ma che cazzo mi è successo?” pensò fuori di sé, con gli occhi che le lacrimavano per il male e per la rabbia “Ora basta, non ne posso più... basta”

“DROMEDAA!” urlò rabbiosa con la gola che le bruciava “ANDROMEDA! Dannazione! AND...”

Andromeda non c'è, piantala di gridare”

Bellatrix si paralizzò. Una nuova voce aveva parlato, e non era certo quella di Andromeda...

“Ti sei rotta un osso” continuò la voce nell'ombra, calma “Niente di grave”

La strega chiuse gli occhi, inforcando con forza le lenzuola di seta. Il dolore al ginocchio destro era sparito, ma stava per avere uno scompenso cardiaco.

Pregò disperatamente la propria mente di tacere e di smettere di tormentarla, mentre quello che riteneva un sublime incubo si era alzato e si stava avvicinando verso di lei, silenzioso come uno spettro nel buio.

Oh, Salazar, basta, ti prego...” pensò disperata, mentre la presenza straniera sempre più vicina“Io non sono pazza, non sono pazza...”

“Smettila di fare l'idiota” le ordinò Tom Riddle con tono spazientito “Apri gli occhi”

Come di fronte a un comando inesorabile, la donna lo fece subito, e, la prima cosa che vide, furono due schegge rosse e acuminate...

Bellatrix si alzò bruscamente a sedere, incurante del dolore, e senza pensare gli afferrò un polso, come per accertarsi che fosse vero, stringendolo con la poca forza che le era rimasta. Anche se non ce n'era bisogno, riconobbe subito la sua pelle fredda, il profilo delle ossa e il suo profumo fresco, boscoso e gelato...

Era lui. Davvero lui.

“Bellatrix” scandì Tom a voce alta, aggirando il baldacchino con passi felpati “Che cos'è tutta questa smania? Calmati”

Lei infatti respirava rumorosamente, e, non appena vide il suo viso illuminato dalla luce, non potè più trattenersi più, iniziando a piangere dopo sette anni di rigido contenimento.

Non capiva più niente, vedeva tutto confuso e appannato, la testa le doleva, la gola bruciva, i tremori le addoloravano l'arto rotto e la schiena... E lui era lì che la fissava, diverso, freddo, scocciato.

Bella cercò subito di calmarsi e di trattenere le lacrime, ma non ci riuscì, queste cadevano ribelli e impetuose come fiumi nel mare.

“Tu... Sei tu?” la voce le uscì roca e flebile, e Tom le sorrise distaccato, allungando una mano per accarezzarle il viso. La strega aveva la pelle liscia e sottilissima, tanto bianca da sembrare trasparente, peccato che era bagnata dalle lacrime.

“Sono io, e tu faresti bene a calmarti”

“I-io..s-scusa, mi.. mi dispiace” sussurrò tra i singhiozzi, asciugandosi gli occhi con violenza, quasi volesse punirseli “I-io..Non ci riesco a... Mi dispiace”

Tom la fissava senza battere ciglio, con la bacchetta di fenice ben stretta nella destra, infastidito dall'intensità dei suoi sentimenti.

“Ho capito” le rispose incolore “Presumo che tu sia felice di essere tornata tra noi, è comprensibile”

Bella annuì subito, anche se non era certo quello il motivo.

“Ti ho... Beh, ti abbiamo cercata a lungo da quanto sei scappata da Azkaban” continuò apparentemente tranquillo, appoggiandosi alla testata di velluto “Credevamo che non volessi farti trovare, che ci serbassi rancore...”

Per qualche inspiegabile motivo, Bellatrix non rispose subito: I fili invisibili del risentimento, della rabbia e dell'orgoglio le impedirono drasticamente di mentire. Perchè, nel profondo del suo inconscio, lei non solo gli serbava rancore, ma proprio lo odiava, violentemente e sinceramente, per tutto quello che le aveva fatto e per gli anni di vita che le aveva rubato, con quella condanna improvvisa e spietata come la morte.

L'odiava molto, sì... Peccato però che l'amasse ancora di più.

“No” mentì infatti, dopo un po', con la voce incrinata dai singhiozzi “Io non... non ti serbo rancore, non potrei”

“Bene” le sussurrò Tom tra i denti, percependo tutta la portata di quell'esitazione “Meglio per te”

Quell'incertezza lo fece infuriare... Ma come osava?

Era forse colpa sua se lei era stata così molesta e appiccicosa da tormentarlo e distoglierlo dal suo unico obbiettivo, ovvero l'immortalità? Era forse colpa sua se lei lo distraeva e lo faceva sentire così schifosamente umano? Certo che no.

La guardò attentamente, Bellatrix era così debole e smarrita, sembrava un uccellino con un'ala spezzata, lei, che era sempre stata la guerriera più forte e spietata di tutti, delicata ma letale, come un fiore venefico.

Vederla così, delusa e distrutta, lo fece arrabbiare ed eccitare al tempo stesso.

“Ora che hai smesso di frignare” le disse svelto, sedendosi sul letto a gambe incrociate “Spiegami come sei riuscita a scappare e perchè diavolo ti sei rifugiata proprio da quella sorella traditrice”

Bellatrix lo guardò sconvolta. L'unica cosa che aveva colto era stata la sua improvvisa seduta sul letto.

“Allora?” la incalzò infastidito, con gli occhi che scintillavano di rosso “Non me lo vuoi dire?”

Bella ebbe un sussulto, una paura irrazionale e innata prese lo stomaco e le salì fino alla bocca, impedendole di riflettere.

Cos'era quel rosso?

“Io... Io non lo so...Ti prego”

“Come sarebbe non lo sai!? Mi prendi in giro?”

Bella si ranicchiò contro la tastiera del letto, quasi volesse scappare

“Ti prego” lo implorò con una vocina sottile “Ti prego, non lo so...”

Eccitante, supplicante...

Senza rendersene conto, il mago le aveva messo una mano sopra la gamba rotta, coperta da chissà quanti strati seta e piume. Le aveva placato il dolore, e stranamente non aveva voglia di farglielo tornare. Iniziò ad accarezzarla su e giù, al di sopra delle coltri, mentre lei lo guardava con gli occhi spalancati.

“Va bene, non ti agitare” le disse tenue “ Piuttosto, ho una cosa per te”

Si girò per estrarre dal soprabito sartoriale una bacchetta di noce, lunga e rigida. Bellatrix dischiuse le labbra dalla sorpresa, le gote le si arrossarono

“La mia bacchetta!” esclamò emozionata, strappandogliela di mano “Oh, Salazar...”

Tom la guardò mentre la impugnava fremente di gioia, con gli occhi che sfavillano come carboni. Era ancora bella, pensava, e per un momento l'aveva ancora guardato con quello sguardo tutto suo, adorante e inquieto al tempo stesso.

Gli era mancato quello sguardo soddisfacente, quella dipendenza così lusinghiera e opportuna che solo lei sapeva dimostrargli, in silenzio e senza pretese, con la dignità di una regina.

Non appena tornò a guardarla, però, rimase basito: La strega si era portata la bacchetta alle labbra e la baciava delicatamente, per il lungo, proprio come faceva con lui qualche anno fa...

Distolse subito lo sguardo dal suo viso, ma si ritrovò a sondare la sua figura con insistenza. I contorni del suo corpo si intravedevano appena, ma abbastanza per fargli capire che era nuda o quasi, alla sua mercè, il frutto succulento di anni infernali che ora voleva assaporare e leccare fin nell'osso.

E il desiderio pulsò inesorabilmente.

Come la odiava quando succedeva, soprattutto se lo riduceva così senza neanche accorgersene, come in quel momento. E quella bacchetta, poi? Aveva occhi e bocca solo per lei, pareva più contenta di riavere quell'arma che averlo rivisto.

Inaudibile.

Si mosse quindi per riprendersela ma, prima che potesse farlo, Bella lanciò una fattura contro una gabbia per uccelli, facendo strillare dal dolore tre piccoli pavoncini bianchi.

“Bella!” la chiamò esigente, stringendole con violenza la mano che impugnava l'arma “Smettila di giocare, io sono ancora qua!”

Bellatrix arrossì, stringendosi nelle spalle.

“Scusa, non stavo giocando, volevo solo riprovare...In questi anni ho desiderato così tanto...”

Tom le strinse più forte la mano, guardandola dritto negli occhi

“Che cosa, Bella?” le sibilò appena “Cosa hai desiderato?”

“La m-magia”

E poi?”

Bellatrix si limitò a gemere dolore senza rispondere, di nuovo quel senso di paura la invase completamente.

 

Avanti, dillo, dillo mia piccola sgualdrina...

 

“Io... Non lo so, volevo solo uscire...”

Tom le lasciò la mano, furibondo.

Perchè la strega non coglieva? Un tempo a quest'ora lo aveva già accolto da un pezzo, perchè ora no? Probabilmente si disse che era solo troppo confusa e turbata per capire, e che magari con un altro approccio...

“Comunque sia, vedo che hai gradito” le disse dolcemente, facendo un cenno verso la bacchetta

“Oh, sì” gli rispose commossa “Immesamente, grazie”

“Non ringraziarmi, mia Bella” le rispose vellutato, carezzandola con lo sguardo “Mi aspetto grandi cose da voi e dalla vostra magia... Perchè, tu sei ancora la mia strega, non è vero Bella?”

Tom la guardò avvampare compiaciuto, sbilanciandosi su un fianco per farsi più vicino. Ora sì che si ragionava.

“Oh, io...”

“Lo prendo come un sì” l'anticipò con un sorrisetto “E sei ancora la mia ragazza?”

Lei lo guardò allucinata, ma quegli occhi rossi e affusolati la costrinsero ad abbassare subito lo sguardo.

Che cos'era diventato?

“Vuoi che me ne vada, Bella?” la canzonò Tom, di nuovo

“No!” sbottò lei, terrorizzata al solo pensiero “Oh no! Non vorrei mai, non andartene, non ora che sei qui, ti prego non and..”

“Ma sentiti, sei più patetica di quello che ricordavo” la interruppe lui con finto disprezzo, mentre il suo orgoglio esultava in silenzio “Vuoi davvero che resti?”

Bella deglutì a vuoto. Era vicinissimo.

“Sì, ti prego”

“Va bene... E cos'altro vuoi da me?”

La guardò allusivo, ma lei parve non accorgersene. Era talmente lontana da una simile eventualità che neanche ne covava il sospetto. Insomma, come poteva volerla in quello stato? Lui, che era diventato più bello e maestoso di un angelo sterminatore?

La strega si limitò infatti a sorridere timidamente, illudendolo, schiudendo le labbra pallide ma carnose.

“Nient'altro che questo, Tom”

Bellatrix gli parlò con rispetto, ma capì dalla sua espressione incredula che quello che aveva detto non andava bene... Ma non se ne preoccupò, per lei tutto ciò era solo una finzione. Si era infatti autoconvinta che tutto quello che stava succedendo non esisteva, che era frutto di un sogno malato, e che, presto, si sarebbe trovata di nuovo in quella cella lurida e gelida, da sola e nella quiete dei suoi tormenti.

Una cosa però era certa, quel mago che vedeva non era Tom.

Gli assomigliava, aveva lo stesso sorriso affilato e la stessa voce suadente, ma non era lui... Era meglio.

Ancora più bello di come se lo ricordava, aveva qualcosa di diverso nell'aspetto e nello sguardo che non riuscì a cogliere, che era lampante ma indecifrabile allo stesso tempo, come la sensazione di minaccia che percepisce la preda, quando il felino è nascosto nell'erba alta. E quelle iridi inumane ne erano la prova, vistose nel suo viso pallido come rubini in mezzo alla neve.

Belle, inquietanti, rosse.

“È inutile che ti sforzi” le sussurrò Tom con un sorriso assorto, interrompendo il flusso dei suoi pensieri “Tanto non lo capirai mai”

Bellatrix lo guardò curiosa, per nulla sorpresa che le avesse letto la mente.

“È un segreto, Bella...”

“Sei cambiato”

“Sì, ma in meglio, a differenza tua”

La vide abbassare lo sguardo, risentita. Adorava il fatto che lei credesse a tutto quello che le diceva, sempre e comunque, senza neanche un ragionevole dubbio.

“Comunque non è stata una mia scelta...”

Il sorriso di Tom scomparve “Che cosa?”

“Non sono andata da Andromeda di mia volontà” gli rispose asettica “Mi sono ritrovata lì, dopo Azkaban”

“Sei fuggita da sola?”

“No... C'è stato qualcosa mi ha trascinato fuori” replicò incerta “Prima di svenire ho visto come un punto di luce, bianco, tanto luminoso da essere accecante, che si faceva breccia tra i dissennatori e veniva verso di me, volando...”

Alzò lo sguardo verso di lui, cercando una vaga forma di comprensione, ma tutto ciò che trovò fu solo uno sguardo fisso e apatico, di quella calma minacciosa che non preannuncia niente di buono.

“Mmmh, interessante...” esclamò Tom dopo una pausa, rigirandosi la bacchetta tra le mani “Quindi, mi stai dicendo, che ti ha liberato un angelo, Bellatrix?”

“No! No, certo che no” si corresse subito, arrossendo e sentendosi una perfetta idiota “Sicuramente me lo sono solo immaginato, non stare ad ascoltarmi”

“In effetti non sarebbe la prima volta che ti immagini le cose”

Che sogno scortese...

“Ne riparleremo, ora non ho voglia di parlare...” continuò Tom, insinuando una mano sotto le coperte, come un serpente che si infila nella tana. Le toccò le gambe, erano piacevoli, calde e lisce.

“Bellatrix, tu lo sai, sai dentro di te che ho dovuto farlo, lo capisci...”

Lei trasalì, ma non si lasciò distrarre, quello che le aveva detto era più importante.

“No” gli rispose infatti, cercando di non fare caso al suo tocco “Non riesco proprio a capire”

“Sì, invece” insistette impaziente “Io dovevo stare da solo, e con te non era possibile, chiuso il discorso”

Bellatrix lo guardò sgomenta, arrossendo per il rancore e la rabbia che aveva covato e represso per più di sette anni.

Che cosa?” esclamò furibonda, con il suo tipico sguardo infervorato “Come sarebbe volevi stare da solo? E c'era bisogno di sbattermi ad Azkaban per farlo?”

“Bella...”

“No!” disse fuori di sé dalla rabbia “Tu non sai che cosa ho passato io! Non puoi neanche immaginarlo! Sette dannati anni in quell'inferno, da sola, senza sapere il perchè, il come, senza sapere se sarebbe mai finito, se sarei mai potuta uscire viva!Avevo solo la vana speranza che un giorno tu tornassi e mi portassi via, e ovviamente non mai successo!”

“Sai benissimo che non ti avrei lasciata lì per sempre”

Bellatrix lo guardò infuriata, in un modo così intenso e sincero che lo sorprese... Se davvero stava sognando, infatti, tanto valeva parlare a chiare lettere.

“No che non lo sapevo! Come potevo saperlo? Come potevo sperarlo se non mi hai neanche dato il coraggio di farlo? Non una parola, non un segno o un messaggio in sette anni! Non sapevo neanche se eri vivo!!”

Di nuovo sentiva le dannate lacrime bruciarle gli occhi. Non aveva versato neanche una lacrima per sette anni e lo stava facendo proprio ora davanti a lui. Imprecò mentalmente, ma non riusciva a controllarsi.

Ma a quel punto neanche lui potè più controllarsi... Era troppo.

Quell'odio puro e tangibile, accompagnato dalla rabbia repressa, furono come afrodisiaci deliziosi e irresistibili, troppo forti per essere ignorati.

Velocissimo, si avventò sopra di lei e la scoprì tutta, infilando entrambe le mani sotto la veste di seta che le avevano infilato gli elfi di Malfoy Manor, riempendosele del suo corpo magro, testimone dell'inferno appena passato. Bella squittì sbigottita, con le braccia e il corpo rigido, mentre lui le baciava il collo con la lingua e con i denti.

“Tom...” ansimò incredula, infiammandosi “Tom che cosa...”

Stai zitta”

Senza tante cerimonie le mise una mano in mezzo alle gambe, oltre gli slip, trovando facilmente la parte caldo umida che cercava. Iniziò ad accarezzarla con prepotenza, facendola ansimare come se stesse affogando nell'acqua e non tra sue braccia.

“Sei ancora arrabbiata con me?” le sussurrò, prendendole il mento in modo che lo guardasse negli occhi “Dimmelo, Bella, mi serbi ancora rancore?”

Per rispondergli, lei cercò di baciarlo, con la bocca aperta e le pupille dilatate dall'eccitazione. Ce l'avrebbe fatta, ma lui le spinse la testa giù sul cuscino, con forza.

“No, così, no” la rimproverò sorridente, smettendo di toccarla “Devi portarmi rispetto, le cose non sono più come le ricordi, adesso io sono lord Voldemort, il signore e padrone di tutti i purosangue, tutti coloro che conosci e che stimavi ora mi mi servono e mi temono come schiavi, fanno tutto ciò che voglio...”

La sua espressione infiammata e adorante gli strappò un sorriso compiaciuto

“E tu sei disposta a farlo?”

Bellatrix annuì vigorosamente, senza ragionare, infatti arpionò la sua schiena con la gamba sana, sentendo subito l'erezione che spiccava dai pantaloni. Ci si spinse contro, voleva solo quello.

Ma Tom reagì male, le afferrò la gamba e gliela spinse giù con forza, balzando via veloce come si era sdraiato.

“Che cosa ti ho appena detto!” tuonò rabbioso “Azkaban ti ha fatto diventare stupida, oltre che brutta?”

“No, no ti prego!” gemette terrorizzata, mentre il freddo le intirizziva la pelle “Non volevo, non andartene...”

Lo vedeva già scomparire nel nulla, proprio come sette anni fa, mentre la cella di Azkaban le ritornava agli occhi, con le urla, i pianti e gli ululati ovattati dei dissennatori... Stava per mettersi a gridare, ma l'altro si mosse prima, ammutolendola dalla sorpresa.

“Va bene” le sussurrò con finta dolcezza, aderendo al suo corpo come un balsamo aderisce su una ferita “Ti perdono, mia Bella, ma solo perchè non sapevi...”

Le accarezzò il ventre concavo, poi scese nel linguine, aprendole le gambe e sentendola contrarsi in modo delizioso.

“Oh... ti prego, fallo subito...”

“Almeno in questo non sei cambiata” le soffiò divertito, mentre le sue mani e i suoi occhi avevano ripreso a perlustrarla con più vigore.

Bella cercava disperatamente di stare ferma, ma appena capì che la stava spogliando si contorse con una smorfia.

“Uhm..no” piagnucolò debolmente, senza opporre alcuna resistenza “Non farlo, sono orribile”

Shh...”

La seta gnomica si lacerò in due sotto il suo tocco, lasciandola nuda, e lui si immerse in quel tripudio di sofferenza e sensualità, iniziando a venerarla con baci e morsi voluttuosi, le unghie conficcate nella sua schiena scheletrica.

Bella a quel punto smise di pensare e si lasciò travolgere da quel maremoto di piacere e dolore insieme, assecondando i suoi movimenti e spingendogli la testa contro di sé, con una mano tra i suoi capelli e l'altra sotto la camicia, negli addominali appena accennati.

“Sei mia, Bella” le sussurrò suadente, alzando il volto stropicciato “Sai bene che non ti avrei lasciato lì per sempre, sai quanto sono attaccato alle mie cose...”

Tolse le dita da dentro di lei e si sostituì rapidamente con un colpo secco, dopo averle messo la gamba sana intorno al proprio fianco, mentre l'altra, addormentata rimaneva distesa rigidamente sul letto.

Bella cercò di baciarlo, ma lui scostò il viso malamente, facendole segno di no

 

 

 

 

 

N.D.A

Salve a tutti :)

Tanto per incominciare, scusate l'immondo ritardo... Ma sappiate che è stato un periodaccio, pieno zeppo di impegni mattina e sera, una roba allucinante e mai successa... PERÒ ora dovrebbe andare meglio, molte incombenze sono finite e quindi credo che avrò più tempo sia per scrivere che per leggere e recensire le storie che sto seguendo :)

Coomunque, sappiate che a me questo capitolo piace molto e che mi sono divertita molto a scriverlo (Chissà perchè? :D)

.....Però, sono stata combattuta fino all'ultimo, non sapevo se era il caso di pubblicare questo o la sua versione più “soft”, ma come potete vedere, alla fine, ho optato per questa qui.. Beh, ditemi che ho fatto bene. °.°

Altra cosa, ho cercato di rispettare il carattere originale dei personaggi, se vi sembrano OOC ditemelo pure che vi spiego il mio punto di vista :)

Niente, spero tanto che il capitolo vi sia piciuto e che mi lascierete una piccola recensione :)

...Ps: Avete visto che bel banner? ^^ Me l'ha fatto Black Beauty con le sua manine! Un plauso a lei e alle sue storie, please <3

 

 

 

 

 

  
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