Una vita e tre passioni, uno sguardo e mille parole.
Ed è quando la forza di un Samurai incontra la glaciale bellezza di una dea dagli occhi di ghiaccio che l'amor profano da il benvenuto alla vita.
Siamo tutti qui riuniti oggi, in nome di un unico ideale: dimostriamo che dentro di noi batte un cuore verde-viola!
Perchè la retta via della vita ha un unico nome: ZoRobin.

Calore.

«Senti, Zoro».
Lo spadaccino smise per un attimo di sonnecchiare, buttando un occhio alla piccola renna che se ne stava seduta davanti a lui.
«Che c’è, Chopper?».
«Come si fa a capire se qualcuno ti piace?».
Zoro strabuzzò gli occhi, mettendosi a sedere dritto contro la parete di legno della nave.
«E perché vieni a chiederlo proprio a me?!».
«Ti prego! Ho bisogno di saperlo...C’è una ragazzina...». Abbassò il muso, arrossendo vistosamente. «E poi l’ho chiesto a Robin e lei mi ha detto di venire da te!».
In quel momento, fu Zoro ad arrossire: «R-Robin?».
«Sì! Ha detto che dovevo chiedere a te perché tu sei un uomo!».
Zoro lanciò un’occhiata all’archeologa, seduta poco più in là a leggere un libro, con uno strano sorrisetto disegnato in viso.
Quella brutta strega!
Trovava sempre il modo per imbarazzarlo. Ma questa volta le avrebbe dato pan per focaccia...Fosse stata l’ultima cosa che faceva!
«Vedi, Chopper...E’ un’insieme di cose», iniziò a spiegare, puntando lo sguardo verso Robin. «Senti mai le guance calde?».
Chopper ci pensò su un attimo. «In che senso?».
«Vedi, quando qualcuno ti piace...Ogni volta che la vedi il cuore batte più forte. E quando il cuore batte più forte...».
«Il sangue circola più in fretta», lo anticipò Chopper.
«Già. Inizi a sentire caldo al petto...», disse, passandosi una mano sul torace scolpito e assicurandosi che Robin lo guardasse.
«Poi alla gola...», continuò, tracciando la linea del suo collo con le dita, mentre Robin non sembrava poter staccare gli occhi da lui.
«E, infine, il calore arriva alle guance», concluse, schiaffeggiandosi in modo buffo e facendo sorridere l’archeologa.
«O...Tutto qui?», gli chiese Chopper, complesso.
«Beh, direi di sì...Sai, io di solito sento caldo anche da un’altra parte, ma quello-».
Robin gli arrivò alle spalle, assestandogli una librata sulla testa prima che potesse lasciarsi sfuggire espressioni spiacevoli.
«Maledetta!», la bollò lui, massaggiandosi la testa.
«Ci lasceresti un attimo da soli, Chopper?», gli chiese dolcemente Robin, con un gran sorriso.
«Sì, certo! Grazie per la spiegazione!».
Non appena la renna si fu allontanata, Robin si mise a sedere in parte a lui, fissandolo divertita mentre continuava a massaggiarsi la testa.
«E questo per che cos’era?!», si lamentò.
«Per aver cercato di provocarmi tutto il tempo!», rispose tranquillamente Robin. «Ti ho visto, sai?».
Zoro sorrise malizioso: «Beh, diciamo che la cosa non mi dispiace affatto».
«Molto bene», disse Robin, alzandosi e offrendogli una mano per aiutarlo a fare altrettanto. «Allora che ne dici di mostrarmi tutto il calore che hai...Nelle guance?».
Zoro rise di gusto. «Ma certo! E’ proprio alle guance che stavo pensando!».
La prese per mano, guidandola verso la stiva e, una volta lì, le loro labbra si incontrarono, sprigionando finalmente quel calore.