QUANDO
1° CAPITOLO: Con la testa fra le nuvole
Tutto quello che desiderava in quel momento più di ogni altra cosa era trovare un posto tranquillo dove
poter studiare, e, più precisamente, un luogo privo di distrazioni.
Quelle erano il suo problema, “le distrazioni”.
La sua camera era piena zeppa di oggetti capaci di
deconcentrarla, ma lei si era organizzata per bene, aveva eliminato dalla sua
postazione di studio ogni suppellettile che poteva in qualche modo essere oggetto di interesse.
Purtroppo, tutte le precauzioni di questo mondo non erano
andate a buon fine, e, quando si metteva china sui libri, ogni cosa, anche la
più piccola e impensabile, riusciva nel facile compito di distrarla dai
suoi doveri di brava studentessa.
L’ultima volta a farla cadere in tentazione era stata
una nuvola, una soffice e candida nuvola.
Rimase per circa due ore a fissare incantata gli
impercettibili movimenti di quell’inconsistente batuffolo nel cielo; e
mentre lei era con la testa fra le nuvole i compiti di
inglese attendevano di essere svolti.
Naturalmente, aveva chiesto più e più volte
aiuto alle sue care compagne, ma niente, anzi, quando era in loro compagnia, i
compiti da svolgere diventavano un
“optional” e finiva sempre col mettersi a chiacchierare ed
abbuffarsi di biscotti.
La biblioteca sembrava il posto giusto, li doveva per forza
studiare e concentrarsi, niente e nessuno doveva
distrarla, specialmente adesso che gli esami di ammissione
all’università erano prossimi; non poteva più indugiare.
«MAMMA…io vado in biblioteca a studiare!»
disse la giovane studentessa avviandosi verso la porta di casa con in bocca una fetta biscottata.
Non era mai stata tanto determinata. La madre stentava a
riconoscerla e non riusciva ancora a credere a ciò che le sue orecchie
avevano udito.
D’altronde ogni madre conosce bene i propri figli, e
Ikuko sapeva perfettamente che la sua Usagi era una brava figlia, ma
l’unica cosa che le mancava era la voglia di studiare.
L’edificio della biblioteca di Tokio era davvero
imponente; con i suoi cinque piani e la facciata completamente rivestita di
ampie vetrate a specchio, il complesso era un valido esempio di architettura
moderna.
Usagi osservava le porte scorrevoli che riflettevano la sua
immagine; i suoi lunghissimi e biondi capelli erano raccolti in due simpatici
codini, le sue guance erano tinte di un leggero rossore e stringeva al petto
una sacca contenente alcuni libri.
“È giunto il momento di rimboccarmi le
maniche…”
pensava tra sé e sé.
Fece un passo e le porte si aprirono.
Sapeva già dove dirigersi,
aveva fatto dei sopralluoghi in quei giorni e aveva notato una piccola aula al
terzo piano poco frequentata e soprattutto, particolare molto importante, priva
di alcun tipo di decorazione; conosceva i suoi punti deboli e sapeva che i
quadri e le piante presenti nelle altre aule erano delle potenziali
distrazioni.
Con passo deciso entrò nell’aula “perfetto
non c’è nessuno…” sogghignava soddisfatta.
Chiuse la porta dietro di sé e si sistemò per
bene organizzando sull’ampio banco tutti i libri che si era portata da casa.
Ad un tratto si accorse però che
non era l’unica persona in quell’aula, poco più avanti
c’era un ragazzo seduto di spalle, le gradi librerie avevano celato la
sua presenza.
Delusa per la scoperta che aveva appena fatto, Usagi
cercò di non pensarci, in fondo sapeva che potevano esserci altre
persone, era un luogo pubblico.
“Bene bene,
con cosa inizio? matematica…si, credo che inizierò proprio con
matematica!” Usagi entusiasta afferrò il libro con tutti i teoremi
e gli esercizi.
La biblioteca sembrava davvero il posto giusto per lo studio,
ma quanto sarebbe durata la sua concentrazione?
CIAO! LO SO CHE HO UN'ALTRA STORIA IN CORSO MA HO DECISO DI PUBBLICARE QUESTA NUOVA FANFICTION.
VI CHIEDO SCUSA MA
L’ALTRA E’ IN FASE DI
“RISCRITTURA” (NON NE ERO PARTICOLARMENTE SODDISFATTA).
IL CAPITOLO E’ BREVE E NON SI CAPISCE ANCORA NIENTE DELLA TRAMA MA
SPERO CHE VI PIACCIA.
A PRESTO…MARY J