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Autore: EqualLove    27/11/2014    1 recensioni
Vedo il suo braccio afferrare un pugnale e alzarlo verso il cielo. Credo di vedere un minimo di esitazione nel modo in cui mi guarda, ma subito mi ricredo, infatti con quello stesso pugnale mi taglia la gola.
L’ha fatto con così tanta semplicità, come se non fossi un essere umano, come se fossi un semplice “animale” che non vale niente.
Mi lascia andare e le gambe subito mi cedono. Lo vedo correre via, in cerca di un altro tributo, di un’altra vittima, di un altro ‘’animale’’ come me.
Solo ora mi rendo conto che in un posto del genere, per una persona come me, c’è un’unica via di fuga: la morte.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Corro, corro, corro.
Corro da un infinità di ora, ormai ho perso la cognizione del tempo.
Devo ammettere che l’Arena, quest’edizione è davvero impressionante.
Campi di grano che si estendono fino a dove l’occhio riesce a vedere, il cielo perennemente al crepuscolo e il Sole che da un aspetto più tranquillo a quel posto che è tutt’altro che tranquillo.
Ho il fiatone, l’aria esce dai polmoni subito dopo esserci entrata; il cuore batte all’impazzata, sembra voler uscire dal petto; i piedi che non reggono più.
Non c’è nessuna via di fuga.
Ovunque io mi giri, vedo soltanto il giallo del grano, che insieme al giallo del cielo sembra non avere una vera e propria linea di orizzonte.
Ormai da un po’ di tempo mi chiedo se sto avanzando, o se sto solamente girando in tondo.
Fin ora non ho ancora incontrato nessun altro tributo. Vorrei che fosse così fino alla fine: loro che si uccidono da soli ed io che resto qui. Aspettando.
Certo, non sarà una vittoria gloriosa, ma almeno sarò viva.
Decido di fermarmi. Mi siedo a terra, a gambe incrociate. Non ho niente con me: appena il conto alla rovescia è terminato sono scappata via, senza prendere niente.
Avevo troppa paura del bagno di sangue. Pochi riescono ad uscirne, ed io non sarei stata fra quelli.
Sono immersa nei miei pensieri, quando ad un certo punto sento il fruscio del grano. Non c’è neanche un po’ di vento, quindi deve esserci qualcuno.
Mi giro, più lentamente possibile. Ho paura di vedere in faccia alla realtà.
C’è un ragazzo che mi fissa, con un ghigno stampato sulla faccia. Muscoloso e pieno di armi. Dal numero sulla sua maglia deduco che sia il tributo del Distretto 4, che a quanto pare non si è unito al gruppo dei Favoriti
Senza pensarci due volte mi alzo e inizio a correre per i campi senza una meta precisa.
Corro, corro, corro.
Non ci sono né nascondigli né vie di fuga.
È una corsa inutile. So benissimo di essere ormai morta.
Corro, corro, corro.
Tutta la speranza che avevo di rivedere la mia famiglia ed il mio Distretto va in frantumi. Distrutta da quel ragazzo che corre dietro di me e sembra non stancarsi mai.
Il ragazzo mi raggiunge, annullando quel poco di vantaggio che avevo su di lui, e mi afferra la maglietta. Mi fa girare verso di lui e mi guarda negli occhi, forse perché vuole vedere più da vicino la vita scivolare via da me.
Giro la testa cercando una via di fuga, ma so che non esiste.
Guarda il ragazzo del Distretto 4 negli occhi. Voglio sostenere il suo sguardo fino alla morte.
Vedo il suo braccio afferrare un pugnale e alzarlo verso il cielo. Credo di vedere un minimo di esitazione nel modo in cui mi guarda, ma subito mi ricredo, infatti con quello stesso pugnale mi taglia la gola.
L’ha fatto con così tanta semplicità, come se non fossi un essere umano, come se fossi un semplice “animale” che non vale niente.
Mi lascia andare e le gambe subito mi cedono. Lo vedo correre via, in cerca di un altro tributo, di un’altra vittima, di un altro ‘’animale’’ come me.
Solo ora mi rendo conto che in un posto del genere, per una persona come me, c’è un’unica via di fuga: la morte.
Smetto di correre.
E finalmente, mi fermo
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