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Autore: Alexiel Mihawk    28/11/2014    5 recensioni
«Non toccarmi» la voce di Anna giunge fredda e distaccata, carica di risentimento e rabbia.
«Mi stai forse dando un ordine?» domanda l’uomo, divertito «Cosa c’è Anna, dai ordini al Re adesso?»

Ora che ha il trono e la corona, Hans ha ottenuto tutto ciò che ha sempre desiderato, tuttavia manca ancora qualcosa perché il suo ego possa ritenersi soddisfatto: una regina.
Hans/Anna (più o meno), tanto angst, tanto ust, poco più di 600 parole.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Hans
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Alexiel Mihawk
Titolo:
What we loathe, we graft into our very soul
Pairing: Hans / Anna
Genere: angst
Avvertimenti:
One shot, what if?!, implied!character death, implied!emotional manipulation, UST,
Rating:
sfw/giallo
Parole:
629
Note:
volevo scrivere qualcosa per l'anniversario di Frozen e invece è uscito questo. NOT EVEN SORRY. E non sono nemmeno dispiaciuta di intasare il fandom con i miei aborti su questo pairing malcagato. A mia discolpa posso dire che erano le due e mezza di notte, e che mi mancava Evil!Hans, tanto. Anche se questa sua caratterizzazione è lontana anni luce da come me lo immagino io. Detto ciò, questa è una what if? in cui Hans diventa Re di Arendelle, riesce a uccidere Elsa, ma in qualche modo non sposa Anna (no, non lo so cosa ne è stato di Kristoff, spero che sia vivo e felice da qualche parte). Volevo solo solo un po' di angst/ust.
Per chi segue Chances, ho aggiornato col quarto capitolo e prometto che dal prossimo si ritorna al fluff spudorato, perché ne ho basta di farvi consumare fazzoletti con tragiche vite passate.





What we loathe, we graft into our very soul
 
 
In hatred as in love, we grow like the thing we brood upon. What we loathe, we graft into our very soul.
Mary Renault, The Mask of Apollo
 
 
Hans le accarezza il volto e un ghigno si fa largo sul suo viso.
«Non toccarmi» la voce di Anna giunge fredda e distaccata, carica di risentimento e rabbia.
«Mi stai forse dando un ordine?» domanda l’uomo, divertito «Cosa c’è Anna, dai ordini al Re adesso?»
Rimane immobile, ferma, con le braccia distese lungo i fianchi e lo sguardo perso nel vuoto, dentro di lei il cuore batte come un pazzo per quella vicinanza indesiderata; come può, come può avere ancora quell’effetto su di lei? Come, dopo che ha ucciso sua sorella, dopo che è riuscito a portarle via il regno e ottenere tutto ciò che ha di più prezioso?
Le dita di Hans le percorrono leggere la curva della schiena per poi scivolare in avanti verso il ventre, staccarsi e appoggiarsi nuovamente sulle sue spalle.
«Dimmi, Anna, non vorresti uscire da questa stanza?»
Sono mesi che si ritrova confinata nella sua camera, non le è concesso uscire, non le è concesso girare per il castello, figurarsi poi per la città. Anna è prigioniera nella sua stessa casa; ma può ancora considerare quel luogo casa sua?
«Che cosa vuoi?» domanda con astio.
«Lo sai cosa voglio» solo veleno, le sue parole sono solo veleno «Voglio una regina».
Scoppia a ridere, una risata stridula, vuota, ricolma di una cattiveria che non sa nemmeno di essere in grado di covare (ma in fondo quella non è lei, Anna è morta con Elsa, quella notte, mesi prima).
«Allora dovrai cercartela altrove, tra i pizzi e le trine dei ricevimenti di palazzo, non qui».
«Non fingere di non capire. Io voglio te».
Questa volta la rabbia la travolge e con uno scatto repentino si scosta da lui, gli occhi mandano lampi, ma, quando cerca di colpirlo, lui non si scompone e le blocca il braccio con una mano guantata.
«Io ti odio» sibila la ragazza.
Ora è il turno di Hans di scoppiare a ridere, la tira per il polso e l’avvicina a sé.
«Puoi dirmi che mi odi, principessa» le sussurra all’orecchio, chino sul suo lobo con fare lascivo «Ma vedo le tue guance imporporarsi e sento il tuo respiro accelerare ogni volta che ti sono vicino».
Anna chiude gli occhi, serrando le palpebre con forza, sperando che sia solo un incubo, un ennesimo incubo, ma quando li riapre lui è ancora lì, con il viso a pochi centimetri dal suo.
«Sii la mia regina Anna. Saprò amarti in silenzio e lealmente, davanti al mondo; saprò essere l’uomo che hai già amato una volta, quella notte, mesi fa, quando mi incontrasti per la prima volta; saprò amarti davvero e saprò amarti per sempre».
Ogni parola è un sussurro leggero, con ognuna di esse cerca di legarla a sé mentre con un braccio la porta più vicina, più stretta contro il suo torace, e Anna sente le gambe tremare e il cuore… Il cuore traditore perde un battito, o forse più di uno.
«Tutto quello che dici è una menzogna. Non sai nemmeno cosa sia la sincerità, Hans».
«Chiamami ancora per nome» risponde fissandola negli occhi e ignorando la provocazione.
«Non ho intenzione di sposarti…» si interrompe, non sa nemmeno lei perché «Hans».
L’uomo la lascia andare e le bacia la mano, beandosi del suono della sua voce e godendo nel sentirla incapace di resistere al suo desiderio.
«Vorrà dire che tornerò domani».
E lei sa che lo farà. Sa che tornerà l’indomani, e il giorno dopo ancora, e quello successivo. Tornerà e le sussurrerà parole invitanti all’orecchio, le parlerà d’amore, le prometterà la terra, il cielo e forse anche le stelle. Anna trema al pensiero. Trema al pensiero di quanto potrà battere il suo cuore, di quanto potrà mancarle il respiro, trema per la consapevolezza che, anche lei, prima o poi cederà.





   
 
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