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Autore: Vala    31/10/2008    1 recensioni
-“Beh…fa molto…Fuji!” disse stringendo appena la spalla sotto le sue dita, un vago sorriso che ancora aleggiava sulle labbra, represso per forza di cose. Tezuka pareva già depresso abbastanza senza infierire ulteriormente. E dire che un tempo la stanza del capitano era un esempio di rigidità, di serietà, un esempio di camera ideale di un ragazzo giapponese: ordinata e semplice, con in vista solo il necessario. Incredibile che si fosse operata una trasformazione del genere.
“Fa TUTTO Fuji…” commentò tetro Tezuka chinando il capo per guardarsi le ciabatte...-

Ora che Tezuka e Fuji non sono più membri della Seigaku, come farà l'angelico genio a far sì che il suo ex-capitano non si dimentichi di lui? (nd Ble come se fosse possibile...)

Sclerata finale con Ble, perdonate la follia che si sviluppa in un collegio femminile...
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fuji Shusuke, Suichiro Oishi, Tezuka Kunimitsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrebbe mai detto che un giorno come quello sarebbe arrivato, il giorno in cui sarebbe entrato nella casa del grande Tezuka Kunimizu e non avrebbero iniziato a parlare solo ed esclusivamente di tennis, ma si sarebbero potuti attardare su altri argomenti meno impegnativi, eppure così…seri.
“Non è poi così male, anzi…” parlò calmo Oishi guardandosi attorno con la solita aria d’adulto.
“Già, anche se sembra strano non è così male come pensavamo” confermò Tezuka con la solita aria apatica.
I due erano appena entrati in casa del grande ex capitano della leggendaria Seigaku, di rientro da una partita amichevole. Il sudore sotto la felpa che incollava la maglietta al corpo rendeva il tutto così familiare da rincuorare i due che ricordavano i vecchi tempi con nostalgia. Mancava loro terribilmente la loro vecchia squadra, la loro vecchia scuola, ma nonostante le visite numerose al campo di allenamento per salutare Kaidoh e gli altri vecchi amici, non ne erano mai sazi.
Tezuka fece strada con noncuranza, indicando con fare invitante il divano, ma Oishi scosse la testa pensieroso.
“Non posso fermarmi a lungo, mi spiace! Eiji mi sta aspettando a casa per vedere un nuovo film e sono sicuro che i miei l’avranno già fatto salire in camera in attesa del mio arrivo. È meglio che mi faccia vivo prima che mi distrugga tutto, compreso il mio nuovo paio di lenzuola con i pesci che mi hanno regalato gli zii la settimana scorsa…” si scusò imbarazzato Oishi con un sorrisino desolato. Tezuka si limitò ad annuire con fare sapiente. Del resto non era una novità quella circostanza, non era la prima partita amichevole al parco che facevano, così come non era la prima volta che Eiji lo aspettava impaziente a casa con qualcosa di nuovo da fargli vedere, che si trattasse di un film o di un nuovo dentifricio…o di qualcosa di estremamente vergognoso che il suo ragazzo non osava confessare all’amico di sempre.
“Vieni, quello che ti serve ce l’ho in camera…”.
Tezuka guidò l’ospite verso le stanze superiori, lungo le scale in legno, i piedi infilati nelle ciabatte che slittavano sul parquet lucido. Pochi passi, e furono davanti alla porta della stanza. Quanti ricordi!
Il telefono cellulare di Oishi cominciò a squillare con una musichetta allegra che somigliava vagamente al miagolio di tanti gatti. Il ragazzo sobbalzò e afferrò in tutta fretta il telefono aprendolo di scatto. L’apparecchio si illuminò di una luce azzurro chiaro mentre premeva il tasto verde per rispondere alla telefonata.
“Moshimoshi! …Eiji!” Oishi si voltò a guardare Tezuka con un sorriso come a dire: te l’avevo detto “Sei già a casa mia? …ah…si, sono ancora da Tezuka…no…no, qualche minuto e arrivo. Si, te lo saluto…” e accennò qualche cenno in direzione del capitano che annuì come se nulla fosse, una mano posata sul pomello della porta della camera da letto “la partita? Bene, come sempre mi ha battuto…riferirò! Adesso però ti devo lascia…” Oishi alzò gli occhi al cielo roteandoli, quasi dovesse svenire da un momento all’altro “tranquillo, arrivo presto! ………………” lo sguardo si fermò a fissare un punto impreciso nel muro bianco davanti a lato della porta di noce “si………va bene……” il rossore cominciò inasterrabile a diffondersi sul volto pallido del ragazzo che prese a giocherellare nervosamente con la linguetta della zip della tuta, su e giù, nervoso e oltremodo imbarazzato “comincia pure………………..adesso non posso parlare di…” alzò gli occhi a guardare confuso il padrone di casa che non mosse un muscolo, si limitava ad aspettare che avesse finito prima di aprire la porta e proseguire con il discorso “ehm…mi sbrigo, ok? A dopo!”.
Anche le orecchie di Oishi si erano tinte di un cremisi intenso, il suo sguardo era sfuggente mentre un lento sorrisino si apriva sul volto inespressivo di Tezuka, imbarazzato da quella conversazione stramba e dalla reazione dell’amico. Evidentemente Eiji ne aveva pensata un’altra delle sue per mettere fretta al compagno di vita. Magari qualche nuovo gioco o simile da provare. O gli aveva sussurrato qualcosa di estremamente eccitante. Ormai non si stupiva più di dimostrazioni simili di affetto pubblico, sembravano così poco giapponesi con il loro modo di fare da innamorati che la gente si voltava a guardarli per strada. O era solo perchè erano si erano fatti bei ragazzi. O era perchè erano semplicemente due ragazzi. La mano di Tezuka afferrò con più decisione il pomello e lo ruotò aprendo la porta.
Davanti agli occhi stupiti di Oishi, si presentò in tutto il suo splendore la stanza da letto del grande ex buchou del Seigaku, il leggendario Tezuka Kunimizu.
“Prego, entra pure”.
Il padrone di casa entrò con l’aria di chi avrebbe volentieri evitato di mostrare uno spettacolo simile ad un amico così caro, ma se non poteva tenere a lungo quel segreto, era meglio che fosse proprio il suo più caro amico a sapere la verità sui cambiamenti avvenuti negli ultimi tempi. Il rossore che prima aveva diffuso il volto di Oishi si era magicamente trasferito su quello di Tezuka che si sedette alla sua scrivania aprendo il quaderno con la foto del Monte Fuji. L’amico si accostò quasi con timore alla scrivania per osservare da vicino.
“Qui, è questo che non capivi?” mormorò il padrone della stanza indicando un punto sulla carta segnata da numeri e scritte, indicando con una matita con la riproduzione in caricatura sulla sommità del Monte Fuji.
“Si…proprio lì…” sussurrò Oishi divertito segnando con un dito il grafico a fianco dei dati “la retta, non riesco a capire a che inclinazione devo farla, so che volendo sono in grado di reperire tutti i punti necessari, ma non capisco bene se devo inserire A nelle ordinate o B…”.
Tezuka aggrottò la fronte perplesso. Lui aveva già fatto il grafico, ma non aveva valutato la possibilità di inserire altri valori sull’asse delle ordinate a parte quelli della tabella A. Non si era mai posto il dubbio. Il Monte Fuji picchietto sul grafico momentaneamente non così esatto come gli era parso mentre lo tracciava. Con stizza, infilò una mano nell’astuccio di Slam Dunk, su un lato del quale spiccavano in indelebile i kanji di “Monte Fuji”, ed estrasse un righello che faceva il paio con la matita. Per poco Oishi non scoppiò a ridere, ma soffocò il tutto con un colpo di tosse mentre il capitano concentrato tracciava la seconda versione del grafico a gesti secchi ma delicati.
“Così…? Si, potrebbe essere…”.
Si chinarono in due sul foglio a guardare l’opera. I due grafici non erano poi così diversi, ma mostravano varianti particolari. Oishi ringraziò per l’aiuto, mentre prendeva a due mani il quaderno dell’amico sforzandosi di non fissare la copertina. Tezuka posò la matita ed il righello al loro posto e si alzò in piedi distraendosi dall’ospite che ne approfittò per far ruotare lo sguardo su tutta la panoramica della stanza, fino a trovare quello che cercava.
“Ah!” esclamò Oishi avvicinandosi alla libreria. Su un ripiano, in corrispondenza di una serie di guide turistiche e libri che ritraevano “Monte Fuji” in copertina, trovava collocazione una cornice in legno [n.a. del Monte Fuji ovviamente] che faceva da portafoto ad un momento molto particolare. “Non l’avevo mai vista! È questa la foto del viaggio che si porta sempre dietro?”.
“Si” confermò Tezuka ritratto nella foto a fianco del suo compagno di viaggio, lui così serio, l’altro allegro con un sorriso da volpacchiotto e due dita alzate a segnalare vittoria “Quella è la foto che abbiamo fatto davanti al Fuji-sama”.
In effetti dietro le loro spalle si intravedeva un cartello ed un pezzo di montagna, probabilmente l’inizio di una delle vie turistiche per la sommità della montagna. Oishi sorrise rimettendola al suo posto. Non aveva mai visto l’altro componente della foto separarsi dalla sua copia, la portava in tasca sempre e comunque e la mostrava a chiunque fosse interessato a sapere qualcosa di lui. Era sempre uno spettacolo divertente e inquietante vedere le espressioni che scorrevano sui volti degli interlocutori di fronte ad una simile dimostrazione di attaccamento.
“Beh…siete venuti bene…!” tentò di dire Oishi, ma subito dopo dovette tapparsi la bocca con due mani mentre si voltava di scatto per lasciarsi la foto alle spalle e posava i piedi sul tappeto al centro della stanza, altra raffigurazione del Monte Fuji.
Tezuka non replicò, si limitò a passarsi una mano tra i capelli, pensoso. L’amico era ben lungi dal riprendersi, ma non si offendeva per quella leggera presa in giro. In fondo se l’era cercata lui, e non aveva motivo di vergognarsi…a parte lo stato in cui era ridotta la sua camera. Sospirò e si lasciò andare sul letto mentre Oishi si posizionava al suo fianco, mettendogli una mano sulla spalla in segno di conforto.
Il ragazzo per la prima volta a qualche settimana cominciava a pensare che forse non gli andava poi tanto male. Certo, il suo ragazzo stava diventando un tormento, che lo assillava ad ogni ora del giorno e della notte, a scuola e a casa, mentre era sveglio e mentre dormiva, una presenza costante che a volte rischiava di fargli perdere la sua proverbiale pazienza da santo, ma Eiji non era ancora arrivato a tappezzare la camera di riferimenti sul suo essere gatto o sui suoi dentifrici, nonostante gliene regalasse in continuazione.
La camera di Tezuka Kunimitsu, indiscusso campione e indiscusso genio scolastico al primo anno del liceo e primo nella classifica studentesca, era un vero e proprio santuario dedicato alla sua divinità personale: Fuji. Tralasciando il tappeto, la matita, il righello, l’astuccio e il quaderno che teneva tra le mani, ovunque si vedevano scorci della montagna sacra, tanto che Oishi non capiva come il suo amico non potesse averne la nausea. Se guardavi l’armadio, alle ante era appeso un poster del monte. Se voltavi lo sguardo alla libreria, intravedevi le foto incorniciate e le guide turistiche. Se più in basso notavi la scrivania, ecco tutto il corredo scolastico intitolato. Se volevi guardare fuori dalla finestra, tende con motivi di montagna. Se cercavi di sfuggire alla montagna rifugiandoti al lampadario in cima al soffitto, notavi che da esso pendeva un souvenir. Stessa cosa per il comodino sul quale spiccava al centro, una sveglia del Fuji-sama a forma di palla con la neve. Tutto molto pittoresco, tutto molto…
“Beh…fa molto…Fuji!” disse stringendo appena la spalla sotto le sue dita, un vago sorriso che ancora aleggiava sulle labbra, represso per forza di cose. Tezuka pareva già depresso abbastanza senza infierire ulteriormente. E dire che un tempo la stanza del capitano era un esempio di rigidità, di serietà, un esempio di camera ideale di un ragazzo giapponese: ordinata e semplice, con in vista solo il necessario. Incredibile che si fosse operata una trasformazione del genere.
“Fa TUTTO Fuji…” commentò tetro Tezuka chinando il capo per guardarsi le ciabatte comprate in un negozio ai piedi della montagna durante il viaggio.
“Tutto?” replicò Oishi notando in quel momento un altro dettaglio interessante: un braccialetto portafortuna al polso sinistro dell’amico, fili intrecciati in modo da formare i kanji del Fuji-sama.
“Tutto…” e l’ex capitano del Seigaku si tolse per un momento gli occhiali da vista per mostrare su una stanghetta, inciso a fuoco, il marchio –Made in Fuji-.
Oishi riprese a trattenere a stento quella risata liberatoria che tanto premeva sulle sue labbra per uscire allo scoperto, anche rischiando di offendere il suo più caro amico di sempre, il suo consigliere favorito, il suo sostegno nei momenti di indecisione [n.a. se se, fatti sentire da Eiji…]. Alla fine, la tentazione ed il suo istinto pacificatore non potevano essere soppressi da quella visione montana, così seppur a fatica dominò la muscolatura facciale per tentare di porre un freno all’umiliazione in atto.
Come poteva fare per risolvere il dilemma in atto? In fondo non si trattava di una cosa così stramba da parte di Fuji, non era la prima volta che regalava al capitano delle cose che ricordassero il suo nome, e quello del Fuji-sama era lo spunto più immediato. Ricordava un’estate in cui Tezuka per farlo contento aveva dovuto indossare un costume con la stampa del monte, un capo altamente ricercato per l’altro durante il resto di tutta la vacanza dai turisti che affollavano la località balneare. Incredibile a dirsi, aveva fatto tendenza con quella stravaganza. Ma quella stanza non avrebbe fatto tendenza, avrebbe fatto esaurire i nervi del capitano senza una giustificazione. E lui, in qualità di “mamma” della squadra, era di certo il più adatto a far sbollire il nervosismo, tanto più che capiva molto bene il desiderio non espresso con quelle attenzioni del Fuji in carne e ossa.
“Credo” espresse la sua idea con un sorrisino ora dolce ricordando le paure del suo Eiji “non voglia che ti scordi di lui”.
Tezuka fissò per un momento le tende con la fantasia montana e sospirò, un sospiro breve e quasi scocciato. Si alzò in piedi dal letto, la cui coperta presentava la schematizzazione della montagna con i sentieri percorribili, altro regalo di Fuji. Solo allora Oishi si rese conto di essere stato seduto per tutto il tempo sulla sommità della montagna, e si rialzò di scatto con la sgradevole sensazione di aver fatto un grave torto all’onnipresente Fuji-sama.
I due ragazzi si avviarono alla porta, Oishi con il quaderno e la fretta di correre a casa dal suo Eiji che lo aspettava con la sua nuova trovata fantasiosa, e Tezuka con l’espressione di chi ha qualcosa di particolare in mente, un segreto che non vuole confessare. L’amico sulla soglia si voltò a guardarlo. Non gli aveva ancora dato una risposta. Che avessero litigato quei due? Era per quello che Tezuka era più emo del solito? O la sua affermazione lo aveva in qualche modo ferito o offeso? Preso com’era dalle sue fantasie amorose non aveva pensato che ci potesse essere una crisi in atto. Ma il padrone della stanza allucinante tagliò immediatamente la testa al toro con un sorrisino dolce che se solo Fuji avesse visto si sarebbe tranquillizzato per qualche anno.
“Come se fosse possibile” mormorò Tezuka Kunimitsu di fronte al suo amico di sempre, pensando con dolcezza alla foto nascosta sotto quel cuscino con l’ennesima stampa del Monte Fuji, un segreto che custodiva da sempre, da quando un ragazzino con i capelli color miele gli si era avvicinato con una racchetta in mano. La loro prima foto. La foto che conservava gelosamente all’insaputa del suo stesso amore, senza la quale non dormiva sereno.
“Comunque” salutò sulla porta d’ingresso l’amico venuto a fargli visita, mentre il telefonino di Oishi riprendeva a squillare imperioso ed il sorriso vago aleggiato sulle labbra del padrone di casa se ne andava per essere sostituito dalla solita espressione apatica di superiorità “tu non hai ancora visto la stanza di Fuji”.

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Solsolmiiiiiifafareeeeeee, cosa ci sarà nella stanza di Fuji? Naturalmente la cartina della Cina, una stampa di tutta la Seigaku e ovviamente il MIO orario scolastico perché come tutti noi ben sappiamo Fuji vive sotto il mio letto per cui la sua stanza è la mia!!!!Mi dispiace Tezuka ci hai provato… Ma la vera domanda è, cosa avrà detto Eiji ad Oishi? *fissa i due malamente* CiiiiiiiiiiKoooooooooooooooociiiiiiiiiii nd ble
…eh? Che voi da me? *si ripara dietro un cuscino a forma di Atobe* nd Ciko
*fissa male il cuscino* e vabbeh, significa che se non avrò risposta stasera si mangerà pesce!!!!Sei felice oishi? ^_________^ nd ble
Nuuuuuuooooooooooo! Il mio pesce nuoooooooo! *modalità urlo di Munch* nd Oishi
Ble, sei cattiva! Come puoi trattare così male la nostra “mammina” sensibile?! *scuote la testa gravemente e abbraccia forte forte Oishi* nd Ciko
UUUUUUUUULLALAAAA ciko vuole giocare allo spechio!!!!! *corre incontro ad Eiji che l’accoglie a braccia aperte*  nd ble
Siiiiiiiiiii gioco gioco gioco nd Eiji *che stringe ble*
Posso giocare anche io? Nd Fuji
SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII nd ble&eiji in coro
Allooooora…1, mai detto di voler giocare allo specchio. 2, io ne ho uno attaccato alle tette, non due. 3, Fuji, ti ho scritto una pucciosa quindi per una volta ringrazia e vai a farti fare le coccole dal tuo ragazzo. 4, atobe-samaaaaaaaaaa!! Nd Ciko
Ma io non ne ho due sulle tette…nd ble
Quali tette? Nd Tezuka
Tuuuu *tuona ble* per oggi mi dichiaro sconfitta *si volta verso un tramonto, tenendo eiji per mano * (come ci sia il tramonto alle dieci di sera non si sa) prendi Fuji e rendilo felice *una lacrima le scorre sul viso* nd ble
Oh ble, come sei nobile nd eiji commosso
Oh ble, tu vuoi la mia felicità nd Fuji commosso pure lui
Oh ble, *commosso* prima che tu ci ripensa io me la svigno nd Tezuka *fugge con Fuji per mano*
Bene *si asciuga le lacrime* quando iniziamo a giocare? *sorriso abbagliante* nd ble
Anocora?! E io che mi stavo quasi convincendo che tu ti fossi dimenticata di questo piccolo particolare pensando alla felicità degli altri…ah, ecco perché ti sei tenuta per mano Eiji, non volevi farlo scappare… *occhiataccia scettica* nd Ciko
NUUUUUUUOOOOOOO!! *riemerge dalle tette* Eiji! Quella non sono io! Non farti ingannare dall’assenza di tette, è una femmina!! Nd Oishi
Femmina? Dove…? Nd un perplesso Atobe
*in cosplay* Ma come Atobe? Non vedi la Ciko, ok che è coperta da Oishi però …Oishi non ti preoccupare, mi sono fasciata per cui anche la mia seconda è sparita e visto che faccio anche la tua parte nel cosplay *sorriso smagliante* ci penso io ad Eiji!!!!!*si sistema la parrucca* nd ble
OOOOHHHH BLE COME SEI BELL…O!!!! nd Eiji
NUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUUUUOOOOOOOOOOOOOUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!! *modalità ululato “Balla con Oishi”* nd Oishi
VIOLA SMETTILA DI ASSATANARE TUTTI QUELLI CHE TI STANNO ATTORNO!! …Atobe, cosa credi di fare…?...oh, vabbé, se proprio insisti… nd Ciko
NUOOOOOOUUUUUUUUUUUUOUUUUUUUUUOOOOOOOOOOOOOu…u…ou…uou…! Ehi, non fregarmi il posto, lì in mezzo c’ero prima io! *lotta grecogiapponese per il possesso della …ehm…postazione consolatoria* nd oishi
Ma che assatanate e assatanate…Io e Eiji *ble si è tolta il cosplay ed è tornata donna* andiamo solo a prenderci un gelato e a fare due chicchiere tra uke ^_______^ *prende per mano l’amico e di dirige alla porta facendo svolazzare qua e là le pieghe della sua gonna di jeans* mi raccomando, dopo pulite tutto e date aria alla stanza!!!! Torniamo tra un paio d’ore…nd ble
Ciao Oishi, mi raccomando non fare il birichino mentre non ci sono *Chiude la porta mentre esce* nd eiji
(oishi comprese in quel momento che non doveva solo preoccuparsi di cosa Fuji raccontasse ad Eiji, ma anche di cosa BLE chiacchierasse con lui)
…VIOLAAAAAAAAAA!!!!!!!!! Ehi…boooooni…cuccia…inzomma! Oishi, tu sei…WEI! Giù quelle mani, tu dovresti essere proprietà esclusiva di Eiji! NON TI AZZARDARE A METTER MANO SUL MIO ATOBE!!! *un ringhio feroce si levò dalla stanza, mentre Eiji si divertiva a leccare un gustoso gelato puffo e viola a fangirllare su di lui con un blocco da disegno in mano*
- - qualche ora dopo - - -
*si spalanca la porta* Siamo tornati!!! *lancia una occhiata alla stanza* Ciko ti avevo detto di pulire!!!!Ma *tappa le orecchie ad Eiji* è tutto sangue di Oishi? Nd ble
No, per il sangue io non c’entro nulla…cioè…non lo so…io mi sono limitata a ringhiare…non è che mi ricordi molto bene dopo…vabbè, non è così importante! *modalità angioletto* nd ciko
Mi sa che io e Eiji staremo fuori un altro pochino…*lancia Eiji fuori dalla porta*  tu pulisci o chiama Yukimura che mandasse qualche angelo ad aiutarti, quando torno voglio tutto in ordine come prima…*richiude la porta* *la riapre* e voglio anche la lemon *fangirl mode on*



Fine?

………e che palle! Nd Ciko
*e intanto kerupin…*
  
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