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Autore: Macy McKee    28/11/2014    9 recensioni
[Spoiler Mockingjay per chi ha visto solo i film]
Tendono le mani trasparenti attraverso la sua mente, avvinghiano le loro dita che sanno di sangue e morte e urla attorno ai suoi pensieri, conficcano i loro artigli nei suoi sogni. Sono come le onde del mare in tempesta che si abbattono sulla spiaggia, inghiottendo il mondo con il loro furore, e Annie è una conchiglia abbandonata sulla sabbia in balia della loro collera.
Quando Annie si perde, solo Finnick riesce a riportarla a casa. Ovunque si trovino.
[Seconda classificata al contest Ship Ship Ship! indetto da HermioneJeanGranger sul forum di EFP]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nella tempesta
Save me, save me, save me,
take me away, away from this time,
back where lies my home*
 
 
‹‹Sembra così lontana. Dove andrà?›› sussurra qualcuno vicino a lei.
Le parole sfiorano la sua mente, ma non vi entrano. Sono come note deboli di una melodia squarciata dal vento e brontolii gravi soffocati dalla distanza.
Annie sente la voce, ma è troppo lontana per rispondere.
Un’eco sottile si fa strada fra i suoi pensieri.
“Dove vai quando ti allontani, Annie?”, le chiede la sua mente.
“Ma io non mi allontano. Sono loro che mi portano via” risponde Annie.
E loro sono qui, ora. Loro sono ricordi di morte e incubi opprimenti e sogni tessuti nelle tenebre che si fondono e si fanno una sola cosa, un unico tormento angoscioso che le dà la caccia.
Loro sono frammenti di un passato troppo presente e terrori notturni che inglobano la realtà. Sono lacrime di sangue che inondano il suo viso, sono i gemiti della carne dei Tributi che si squarcia, sono gli occhi sorpresi di un ragazzino che non capisce mentre la sua testa cade nell’erba e tinge di rosso i fiori.
Loro sono i brontolii delle rocce che si squarciano sotto i suoi piedi mentre la terra freme e sussulta, sono i tuoni spietati del cannone che scandisce, come un orologio implacabile, le vite che si spezzano.
Loro tendono le mani trasparenti attraverso la sua mente, avvinghiano le loro dita fatte di sangue e morte e urla attorno ai suoi pensieri, conficcano i loro artigli nei suoi sogni. Sono come le onde del mare in tempesta che si abbattono sulla spiaggia, inghiottendo il mondo con il loro furore, e Annie è una conchiglia abbandonata sulla sabbia in balia della loro collera.
Fugge nella sua mente, Annie. Cerca di tenere fuori il ruggito dei ricordi che la inseguono, ma non potrà mai premere le mani sulle orecchie con forza sufficiente per essere davvero al sicuro. Perché i ricordi sono dentro di lei, e da loro non c’è scampo.
All’improvviso, mani calde sfiorano le sue dita.
Annie apre gli occhi – quando li ho chiusi?– e di fronte a sé non vede sangue o ibridi furiosi, né lame che scintillano implacabili al Sole.
Vede il mare. Non il mare furioso del suo passato che vuole strapparla dalla realtà, affogarla nella sua stessa memoria: vede un mare calmo, limpido, e le sue onde che ridono placide al sole.
Permette ai suoi pensieri di galleggiare sui flutti fino a quando si rende conto che il mare è rinchiuso in due iridi brillanti.
Palpebre sbattono e oscurano per un istante le onde che gorgogliano negli occhi di Finnick. ‹‹È ora di tornare indietro›› bisbiglia la voce di Finnick, e Annie gli permette di prenderla per mano e portarla in salvo. ‹‹Torna da me.››
‹‹Sempre›› sussurra Annie.
In un istante sta nuotando ancora nei suoi occhi, più lontana che mai. Nuota verso casa, verso le spiagge e le correnti che hanno cantato per lei quando era una bambina e gli incubi non esistevano.
Si stringe a Finnick, e lui è Sole e sabbia e onde.
‹‹Sai di casa›› gli mormora, e il suo sorriso squarcia il silenzio più delle urla che le dilaniano la mente.
Annie non sente la voce della signora Everdeen che mormora: ‹‹Come sta, oggi?››, né Prim che risponde: ‹‹Parla da sola sempre più spesso, e io… credo che pensi che Finnick sia ancora vivo. Vorrei aiutarla, mamma. Ma forse… forse è più felice così. Forse dovremmo lasciarglielo credere.››
 
 

Note: Ho una certa fissazione per le allucinazioni e le storie del tipo "Personaggio X si è immaginato tutto ciò che è successo nella fanfiction", perdonatemi.
Sono un’intrusa che non si è ancora fatta una ragione per quello che succede in Mockingjay e che non lo accetterà.
Mai.
*piange un mare di lacrime* *vede il mare* *pensa al distretto 4* *pensa a Finnick* *piange fino a allagare tutto l’universo*
Per amor di precisione, questa storia è ambientata fra la morte di Finnick (*inserire qui disperazione profonda*) e quella di Prim, con Annie ancora al 13. Non riesco proprio ad accettare il pochissimo spazio che viene dato ad Annie dopo la morte di Finnick e il completo ignorare la sua situazione. Si ritrova sola, con un figlio, senza una casa, e a lei sono dedicate giusto un paio di righe nel finale. Perciò, questa storia vuole essere una specie di “ponte”, rappresentando uno dei momenti più duri per lei prima che si riprenda e ricominci a vivere davvero.
*Versi tratti da “The worlds forgotten, the words forbidden” dei Sonata Arctica.
Ringrazio con tutto il cuore Kary91 per il betaggio e per gli incoraggiamenti *w*

 
 
   
 
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