Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Lory221B    28/11/2014    2 recensioni
John, giovane mutante, è costretto dai suoi genitori ad andare alla scuola di Charles Xavier dove incontra un insolito ragazzo che gli cambierà la vita. Intanto qualcuno trama nell'ombra.
Johnlock
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 11 - Ragione  e sentimento

John era uscito di corsa dalla sua stanza sentendosi un perfetto idiota. Quale era il suo problema? Perché si ritrova a fissare Sherlock senza sapere cosa fare? Si chiese perché non potesse semplicemente accettare quello che evidentemente stava provando: aveva una cotta delle proporzioni dell’ego di Sherlock, cioè enorme, per il suo migliore amico.

Si appoggiò al muro sentendosi ancora più stupido perché non solo non sapeva cosa aspettarsi da un’eventuale dichiarazione a Sherlock ma non era neanche sicuro di volerlo sapere. Se il moro gli avesse detto di no, che a lui le relazioni non interessano, che preferisce mille volte buttarsi in una folle indagine piuttosto che iniziare una relazione con lui, come l’avrebbe presa? John Watson non era un sentimentale, romantico certamente ma non sentimentale. Eppure sentiva che qualcosa in lui si sarebbe spezzato.

Si sentiva ancora più sciocco, era completamente illogico perdere la testa così. Sorrise fra se pensando che buttarla sulla logica era più da Sherlock che da lui. Forse stava lì la soluzione, se avesse ragionato come Sherlock, "poniti un problema e trova razionalmente la soluzione", avrebbe saputo cosa fare. Assodato che lui provava qualcosa per Sherlock, cosa provava il moro per lui? Sherlock era sembrato vagamente geloso quando stava con Mary, quasi insofferente. Ma John aveva pensato che Sherlock si sentisse un po' solo, che non essendo abituato ad avere amici e un pubblico gli mancasse la sua compagnia come gli sarebbe mancato un cucciolo. E quello che aveva detto da incosciente? Non era proprio una dichiarazione ma forse nel folle mondo di Sherlock poteva esserlo.
Non aveva concluso molto, si era solo posto domande senza risposta. Era meglio affidarsi al metodo Watson "agisci d'istinto".

Riprese fiato e voltò l’angolo trovandosi inaspettatamente a pochi metri da Sherlock e Irene. Lei come sempre era sensuale e attraente e Sherlock sembrava rapito. John rimase a guardarli senza capire di cosa stessero parlando; non riuscì  non essere infastidito, si chiese perché Sherlock le stesse parlando visto che faceva parte dei "nemici". Continuò ad osservarli in silenzio fino a quando Irene gli accarezzò un braccio e proseguì verso un’altra direzione. 

John sbarrò gli occhi. Come osava Irene toccare Sherlock, il suo Sherlock? John provava qualcosa mai provata prima. Di solito non si arrabbiava mai con Sherlock, sbuffava, roteava gli occhi ma alla fine lo assecondava sempre. Ma sta volta non sarebbe stato zitto. Gli avrebbe detto di non  lasciarsi più toccare da Irene, né baciare. Non doveva più parlarle, anzi nemmeno guardarla. Sono amici lui e Sherlock, no? Lo faceva per il suo bene, per salvarlo da una sirena manipolatrice e tentatrice. Lui avrebbe obiettato, sicuramente lo avrebbe fatto pensò John, ma in quel caso gli avrebbe detto di tacere,  per una volta sarebbe stato Sherlock ad ascoltare, senza distrarsi. E se avesse osato aprire bocca per dire qualcosa di saccente lo avrebbe zittito con un bacio. Ecco l’idea perfetta, “ogni volta che Sherlock dirà qualcosa di scortese, presuntuoso, saccente e accondiscendente lo bacerò così almeno starà zitto” rifletté John continuando a camminare nervosamente in direzione opposta rispetto al luogo dove Sherlock e Irene si erano incontrati per il loro meeting “ma guarda quanto siamo fighi e misteriosi”

-Vai a capire Sherlock Holmes - si trovò a dire entrando nel soggiorno della scuola.
- Scusa stavi parlando con me? - chiese Lestrade seduto su di una poltrona intento a leggere il giornale.
- No mi scusi, riflettevo a voce alta - rispose demoralizzato. Irene era bellissima, come avrebbe potuto l'ordinario John Watson competere con Irene Adler, misteriosa e sensuale. Lei e Sherlock sembravano fatti apposta per stare assieme.
- Se il problema è Sherlock non angustiarti troppo, non riuscirai mai a capirlo - gli rispose Greg bloccando il flusso dei suoi pensieri.
- Incoraggiante -
- Ma puoi aiutarlo, sai potresti essere la sua salv...no scusa, a volte ripeto quello che dice Mycroft senza accorgermene - sorrise Lestrade.
- Perché deve essere così complicato? - chiese John sperando che Greg gli desse una risposta definitiva e illuminante.
- Le cose complicate non sono le migliori? Stai attento con lui, ha appena scoperto di avere dei sentimenti e non sa bene cosa farne -
- Cosa intende? -
- Intendo che ha la maturità emotiva di un bambino, ha paura di rimanere scottato, anzi bruciato del tutto -
John non aveva mai pensato a Sherlock in quel modo. Che avesse ragione Lestrade? Magari Sherlock aveva più paura di lui di quello che stava accadendo tra loro.
- Lei lo conosce da tempo giusto? Pensa che lui potrebbe... - lasciò la frase in sospeso, sentendosi in imbarazzo.
Lestrade sorrise - Sherlock è abituato a nascondere tutto quello che prova dietro a una maschera di indifferenza. Si definisce un sociopatico perchè gli è più semplice nascondersi dietro un'apparente cinismo che dire a qualcuno che gli importa, che ha dei sentimenti. Mycroft non ha mai incoraggiato suo fratello ad esprimere ciò che sente, preferisce che Sherlock resti così, ha paura di quello che potrebbe accadere se venisse ferito. E' protettivo, ma nel modo sbagliato -

Sherlock, intanto, era tornato nella sua stanza. Le rivelazioni di Irene gli avevano dato la carica giusta per risolvere quel puzzle ma prima voleva sistemare il problema che lo distraeva continuamente. Non poteva deconcentrarsi, doveva risolvere il puzzle John Watson nell’unico modo che conosceva per risolvere i problemi: ossia razionalizzarli.
Aveva predisposto una lista sul sul Ipad dei pregi e dei difetti di John, in modo da capire perché lo attraesse tanto. La rilesse, aveva scritto che John aveva un aspetto piacevole, nonostante i maglioni, che lo faceva ridere, che gli preparava il tea anche quando si comportava da rompiscatole, che lo riempiva di complimenti e lo incoraggiava, che lo aveva difeso e curato, che aveva una capacità deduttiva nella media ma che comunque era adorabile (aveva davvero scritto adorabile?).

Sherlock si mise a riflettere su quello che aveva detto Molly, sul fatto che sentimenti non possono essere razionalizzati. Gli piaceva John e basta. E poi, a ben guardare, non aveva scritto nessuna critica nei confronti di John. E come avrebbe potuto? John era perfetto così com’era.  Ma questo portava alla domanda successiva, cosa provava John per lui? Aveva notato il suo battito accelerato e le pupille dilatate quando erano vicini, questa era una prova razionale che portava ad una sola conclusione: John era attratto da lui.
Contento di aver capito che non doveva passare altro tempo a riflettere sul perché gli piacesse John, prese in mano il suo violino e iniziò a suonarlo.

John cominciò a percorrere il corridoio in direzione della sua stanza, deciso a vuotare il sacco. Basta segreti, avrebbe parlato con Sherlock e...rimase fermo con la mano sulla maniglia. Sherlock stava suonando una melodia mai sentita prima ma meravigliosa. A John mancò nuovamente il fiato, mai come in quel momento temette di essere respinto ma doveva farlo.
Aprì piano la porta, Sherlock suonava il violino con la sua solita maestria, le dita delicate che sfioravano le corde e gli occhi chiusi lo facevano sembrare un essere di un altro mondo. Quando finì di suonare si accorse finalmente di John bloccato sulla porta intento a guardarlo.
- Eureka John - gridò Sherlock riponendo con cura il violino.
- Scusa? -
- Ho risolto il problema! - fece ancora più allegro il moro.
- Ah, ok...che bello - rispose John, pensando che Sherlock si riferisse alla congiura delle M.
- Ti ricordi quando ti ho detto che sentivo una musica mentre ero semi incosciente? Era questa -
- E' molto bella Sherlock, è incredibile che la tua mente componga anche in stato di shock - gli rispose John, ammirato e orgoglioso del suo migliore amico.
- Si vede che ero ispirato - sorrise guardando John il quale rimase in silenzio, come spiazzato.
 Sherlock cominciava davvero a trovare fastidiosi questi silenzi, se John fosse di nuovo uscito dalla porta l'avrebbe preso e legato da qualche parte.
- Sherlock ti devo parlare a proposito di quello che hai detto quando eri semi incosciente - fece risoluto John.
- Anch'io ti devo parlare ed è più importante - gli rispose Sherlock.
- Ma...-
- Zitto John, ho fatto una lista di motivi per cui ti trovo interessante e so per certo che tu sei attratto da me, quindi perché non superiamo questa fase di silenzi carichi di tensione sessuale e passiamo al prossimo step? - chiese Sherlock facendo sembrare tutto molto ovvio.
- Sai credo che questa sia la cosa meno romantica che abbia mai sentito. Hai fatto una lista? - chiese John stranito e infondo divertito.
- Bè si - rispose come spiazzato -E' una cosa sbagliata? -chiese con uno sguardo da cucciolo che fece sorridere John.
- No, non lo è - rispose semplicemente il biondo. Sapeva benissimo come era fatto Sherlock.

- Quindi adesso cosa succede? - chiese Sherlock titubante. John notò che la sicurezza e la razionalità di qualche secondo prima erano del tutto svanite.
- Mi dici come farò con te? Diventerò matto vero? - chiese sornione John, avvicinandosi al moro. Sherlock deglutì, le sue mani erano di nuovo sudate come quella volta in infermeria, quando John lo aveva sfiorato per la prima volta.
Sherlock fece per rispondere, sicuramente qualcosa di inopportuno, ma John lo zittì appoggiando delicatamente le labbra sulle sue. Sherlock istintivamente chiuse gli occhi e inclinò la testa, dopotutto non era così complicato come aveva pensato dopo aver letto tutti i forum sul bacio perfetto. John si avvicinò ulteriormente annullando la distanza tra loro e lo strinse forte a se. Per un attimo Sherlock fu percorso da un brivido, decisamente era tutto molto diverso da quando Irene lo aveva baciato. Decise di appoggiare delicatamente le sua mani sulla schiena di John, la cosa sembrava funzionare perché era particolarmente piacevole; mentre lo accarezzava John sentiva tutta la sua inesperienza e lo trovò ancora più adorabile.
John decise di andare oltre, di sentire cosa si provava a baciare il ragazzo che più gli aveva fatto battere il cuore e delicatamente iniziò a succhiargli il labbro inferiore fino ad approfondire il bacio. John sentì il battito di Sherlock correre all'impazzata e Sherlock stesso sentì il suo cervello andare in corto circuito.
Dopo quelle che sembrarono ore si staccarono e John gli passò una mano tra i capelli, come per tranquillizzarlo. Sherlock appoggiò la testa sulla spalla del biondo e sospirò. Aveva una moltitudine di sensazioni da catalogare nel suo mind palace, una stanza intera non gli sarebbe bastata.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Lory221B