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Autore: Frafair    28/11/2014    3 recensioni
Jem è morto.
Will ormai è solo, senza il suo parabatai.
Il dolore dell'assenza, sotto il punto di vista di Will.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi manchi, sai? non pensavo che sarei arrivato a dirlo davvero.
Ho sempre vissuto nella speranza. Nella speranza di trovarti una cura.
Ho vissuto con la speranza di non doverti dire addio.
Mi fa male il cuore ogni giorno. Penso che sia in mille pezzi,  e che non esista collante per aggiustarlo.
Sai, quando ho sentito la fitta sulla runa, quando avevo capito che ormai non c’era più un Noi, mi è passata davanti un’immagine. Il nostro primo incontro. La mia bocca che non sa mai quando deve stare zitta.
Ecco, se quel giorno non fosse esistito, io non sarei stato nessuno.
Per la verità non so proprio che fine avrei fatto. Dopotutto chi era tra noi quello calmo? Se tu non fossi stato al mio fianco, mi avrebbero trovato un giorno o l’altro, per strada ammazzato di botte. Lo so che stai sorridendo ora, ma sai anche che è la verità.
Mi sembra di sentire ancora la tua mano che mi blocca un braccio, evitandomi una qualche rissa.
Sembrerà stupido, ma da quando non sei più qui, a volte mi sembra di sentire la tua mano che si posa con gentilezza sulla mia spalla, con quella leggera stretta che usavi quando mi vedevi giù di morale.
Ecco un’altra cosa che mi manca. La sola tua presenza sapeva trasformare una mia giornata nera, in una più splendida.  Mi bastava vederti per rendermi felice.
Mi mancano i nostri sguardi complici. Quello scambio di sguardi, in cui capivamo subito cosa stava passando per la testa all’altro; quelle frasi completate in coro, senza averle programmate. Penso che se solo ci avessimo provato, sarebbe saltato fuori un macello
Mi mancano le notti insonni in cui sgattaiolavo di nascosto nella tua stanza, sperando di trovarti sveglio per poter chiacchierare un po’ con te. Finiva sempre che riuscivi ad estraniarmi dai miei pensieri, con quel tuo tono calmo e rassicurante. Ho sempre pensato che eri molto meglio della camomilla e di tutti quegli infusi che mi avevano propinato.
E’ brutto dirlo, ma mi mancano anche tutte le notti passate su quella poltrona, nella tua camera.
Notti passate a fissare il tuo petto, controllando sempre che continuasse il suo lento ma costante saliscendi; sperando di vedere al più presto i tuoi occhi aprirsi, guardarmi e dirmi di andare a riposare. Poi non ti davo mai ascolto, almeno finché non leggevo nei tuoi occhi la verità.
Mi manca allenarmi con te. Io che scherzavo su ogni cosa, tu che cercavi di fare il serio, quello che spiegava l’importanza dell’allenamento e via dicendo, e dopo una decina di minuti, non riuscivi più a trattenerti e scoppiavi a ridere. Mi manca la tua risata. Anche il solo mezzo sorriso che mi regalavi ogni giorno, come incitamento alla vita.
Mi manca essere ripreso da te, perché insultavo il tuo gatto. E’ ridicolo, ma ero geloso di lui e lo sono tutt’ora, quando lo vedo fermo davanti alla porta della tua camera o quando l’avevo sorpreso sulla poltrona in camera tua. Quel posto era mio. Occupare quella poltrona era compito mio e anche sostare in silenzio davanti alla porta, ascoltando il melodioso suono del tuo violino.
Mi manca sentirti suonare. Poter addormentarmi cullato da quella gradevole e delicata melodia.
Certe volte quando passo davanti alla tua stanza, mi fermo perché mi sembra di sentire il tuo violino; mi è anche capitato di aprire la porta e controllare, sapendo già in partenza che era tutta una mia allucinazione e che non avrei trovato nessuno all’interno. Ma sarebbe stato bello. “Will, Will sei tu?” mi avresti detto, interrompendoti e voltandoti lentamente verso la porta, con un sorriso che sapevi regalare solo a me.
Ora tutto ciò è finito. Dissolto come polvere al vento.
Si lo so. Sento la tua voce che mi sta dicendo di vivere con i nostri ricordi. E hai ragione, hai sempre ragione Jem. Ma a me manchi tu. Manca la tua presenza fisica, il tuo contatto. Ogni cosa mi manca di te, lo capisci? E dei semplici ricordi non mi ridaranno mai indietro il mio migliore amico. Non sono tangibili, ecco.
Tu lo eri. Mi confortavi.
Con te ho vissuto i momenti migliori della mia vita e lo sai perché il cuore fa male? Perché so che non potrò mai più riviverli!
La vita andrà avanti, mi hai detto un giorno. E’vero. Sta proseguendo, ma senza di me. Perché se la vita si è voluta prendere una persona così buona e onesta come te, allora dovrà rassegnarsi e prendersi anche il sottoscritto. Siamo legati, no? Dove va uno, va l’altro, dicevamo. E d’ora in avanti sarà così. Lotterò per raggiungerti, ovunque tu sia Fratello mio.




Sono entrata nei panni di Will, cercando di immaginarmi il suo dolore. Non è stato difficile, contando che io e la mia migliore amica siamo Will e Jem al femminile. Non è stato difficile, ma nemmeno così piacevole. E' terribile pensare alla perdita di un amico, soprattutto se con questi si ha un legame quasi fraterno.
   
 
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