Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Elybelieber99    28/11/2014    0 recensioni
Lei nata nel buio e il suo colore preferito è il nero, esprime il vuoto che sente dentro di lei.
Lui nato nella luce ma si nasconde nell'ombra, il suo colore preferito è il bianco, esprime il vuoto che sente dentro di lui.
Entrambi vogliono colmare quel vuoto, lei con un po' di bianco e lui con un po' di nero.
Ma cosa succede se le loro vite sono così diverse da potersi annientare a vicenda?
E se anche il passato li vorrà dividere?
E se tra loro ci mettiamo anche gare, lavoretti sporchi, criminalità e gang dove lei è completamente immischiata?
_______
Se vi ho incuriosito andate a leggere, la storia vera e propria parte dal capitolo 7.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Beside you-
 
Erano anni, che ero nel mio mondo, e una bambina stava causando tutto questo? Oggi che sono scattati i 100 giorni? Forse il destino voleva che passassi bene i miei ultimi 100 giorni prima del Heart Broken? Quindi voleva che conoscessi gente? Nah impossibile! È una coincidenza che mi parli proprio adesso. No domani torna tutto a posto!

In un minuto sta succedendo l'imprevedibile.

Ho un biglietto per un altro mondo.

Non ci voglio andare.

Sto bene tra miei pensieri e il nero.

Eravamo così vicini, ma così lontani!

Io nel mio mondo, il nero è il colore che ci prevale.

Lui nel suo, forse il colore che ci prevale è il bianco, perchè lui sembrava così innocente e incapace di far soffrire.

Gli esatti opposti ma divisi da un vialetto di un parco.

Non poteva essere.

Mi stava bene essere così vicini, ma così lontani.

Eravamo entrambi con gli occhi incastrati in quelli dell'altro, io mi stavo perdendo in quel mare in tempesta, e lui stava fissando i miei color cioccolato.

Stava diventando un po' imbarazzante tutto questo guardarsi e squadrarsi. Infatti iniziai a sentire un leggero calore sulle guance; ma non abbassai mai lo sguardo, avevo imparato in questi anni che se abbassi lo sguardo dai segno di debolezza, e io non sono debole!

Dopo un tempo che sembrava interminabile il ragazzo fece un passo indietro e si passò una mano nei sui bei capelli biondi.

< Sono Luke, Luke Hemmings> disse porgendomi la sua mano. Mi sembrava famigliare questo nome, ma non vi feci caso,magari questo cognome è molto diffuso qua in America.

< Carter, solo Carter>gli strinsi la mano, non serviva altra gente che sapesse che io sono King, il terrorre di tutta Port Angeles.

Mi sedetti nuovamente sulla panchina,avvicinando le gambe a me, pensando che se ne stesse andando.
Beh c'è un fattore positivo nell'averlo "conosciuto", (dovrebbero creare un nuovo termine perché una persona non si conosce solo dal nome, fa niente, andiamo avanti) è che ho dimenticato la rabbia che avevo in corpo mi sentivo più tranquilla e serena. Come non tranquillizzarsi vedendo un mare in tempesta, in quei occhi, lo avevo avuto davanti a me da cinque anni e non avevo mai notato i suoi occhi...

< Posso sedermi accanto a te?> chiese con la sua bellissima voce.

"Hey io stavo pensando,non è che arrivi te e interrompi i miei pensieri sui tuoi occhi" dissi nella mia mente, solo lì perché sembrerei matta, se no.

< Accanto a me?> ripetei quando mi tornò in mente la sua domanda e lo guardai incredula, vedendolo davanti a me, nessuno mi chiedeva mai se poteva stare con me o vicino a me. Io, o ero sola, o con la mia gang. O lupo solitario o in branco! Mi s'addice la parte del lupo.

< Accanto a te> confermò, agrottantando le sopracciglia, non capendo la mia incredulità.

< Certo> mi spostai di lato e gli feci posto. Imitò la mia posizione.

< Sembri un ragazzo a posto, perché sei sempre solo?> chiesi curiosa, iniziai a credere che forse lui sia un dono del  
destino, e poi che male gli posso fare se lo conosco, e gli parlo solo quando sono qui.

Forse dovrei andare avanti, quello che è successo è successo, Emily non tornerà più; però 100 giorni e la rivedrò, ecco la cosa bella degli Heart Broken, rivedrò la mia migliore amica con cui scherzavo e divertivo a dodici anni, e la mamma che non vedo da quando avevo cinque anni. Loro ora sono in cielo perché troppo coinvolte; ma nessuno arriverà più così vicino a me.

< Sembri una ragazza a posto, perché sei sempre sola?>mi pose la stessa domanda.

< Touchè, però avevo fatto prima io la domanda> risi. Mi stupisco di me, non pensavo di saper ancora ridere.

< Non sono molto bravo a socializzare,tu?>

< Più o meno lo stesso motivo>risposi sinceramente.

< Dai un passo avanti lo abbiamo fatto entrambi, stiamo socializzando> puntualizzò.

< Che bello da questa panchina si vede tutto il parco, si riesce quasi a vedere gli skater saltare!> esclamò, guardando il parco che aveva sempre avuto alle spalle.

< Già> annuì.

 disse.

< È?cosa? no! Lui non è il mio ragazzo> quasi urlai.

< oh scusa, non sapevo che vi fosse lasciati!> disse dispiaciuto. Serio ma quanto ingenuo e dolce è?

< No no guarda che ti sbagli, noi non stiamo insieme! Quello era mio fratello, avevamo deciso di passare un pomeriggio insieme; se no di solito sono sempre qui da sola> chiarì.

< Oh ok,..> sorrise togliendosi quel l'espressione corrucciata dal viso< guarda si sono accesi già i lampioni, è tardi.> ne indicò uno.

< In effetti sono già le sette> guardai l'orologio.

< Beh a domani. Tanto ti trovo qua giusto?> disse alzandosi.

< Dai vado anch'io, si sono sempre qua, sono su questa panchina da cinque anni, non cambio abitudini.> mi alzai.

< Ciao>salutò Luke e prese la strada per le strade giù al porto.

Salutai anche io e mi incamminai verso casa.

Qualche minuto per le strade buie di Port Angeles e arrivai subito a casa.

Bussai alla porta siccome avevo dimenticato le chiavi.

< Arrivo, chi è?> si sentiva la voce attutita di Jake dietro la porta.

< Jake, sono Carter ho dimenticato le chiavi!> urlai per farmi sentire dentro.

< Hey! Ciao> mi aprì la porta e si scostò per farmi passare.

< Ciao Carter, arrivi giusto in tempo, sono appena arrivate le pizze> disse Josh dalla cucina, preparando la tavola, erano stranamente gentili questi due.

< Arrivo> andai ad appoggiare il mio felpone che usavo come giubbotto, siccome qua grazie al mare non faceva tanto freddo ma in compenso pioveva, spesso.
Mi lavai le mani e andai a tavola.
Mi sedetti e iniziai ad addentare un trancio della mia pizza con le patatine.

< Carter vuoi la coca-cola?> mi chiese Jake,annui e mi versò la coca nel bicchiere.

< Ragazzi perché siete così gentili? Mi nascondete qualcosa?>chiesi incuriosita dal loro comportamento.

< No no tranquilla> risposero in coro. Ma non sarà che sono così per... No, impossibile!

< È per quello... che ho fatto prima!> esclamai. Vedendoli sgranare gli occhi.

< Ehm no no> balbettarono.

< Avete paura di me!> mi alzai facendo la posa per mostrare i muscoli.

< Contaci! Paura! Bah non esagerare, teniamo solo molto ai nostri amichetti!> esclamò puntando il dito verso il basso.  

< Sembri allegra, è successo qualcosa?> parlò Josh. O certo te lo vengo a dire a te se conosco qualcuno, così tu lo fai
entrare in gang come Emily! Mai ti direi di qualcuno, e poi con Luke ci ho scambiato solo due parole al parco!

'E ti ha già fatto ricordare come sia bello sorridere' parlò quella dannata voce nella mia testa.Beh aveva ragione

< Uh guarda sorride!> esclamò Jake indicandomi! Non me ne ero neanche accorta.

< Guarda che se poi mi incazzo, ti picchio> scherzai.

< O mio dio no! Josh salvami! Prendi la pistola>Jake saltò in braccio a mio fratello, facendolo strozzare.
Risi.

< Levati>urlò Josh schifato.

Lasciarono perdere l'argomento e continuammo a mangiare la pizza.

< Da lunedì al posto di andare in palestra andiamo al poligono di tiro> annunciò dopo qualche minuto Josh. Io e Jake annuimmo.

< Carter te prima di venire lunedì, porta un po' di ecstasy a Robert.>

< Ok> dissi ormai tranquilla, sapevo che quello che facevo era sbagliato, però se non ci pensavo la vita era un po' più semplice. Tanto tra poco era tutto finito.

Appena finì di mangiare andai a farmi una bella doccia rigenerante, mi lavai i capelli e li asciugai con il phon. Appena dopo aver asciugato o capelli ancora avvolta nell'asciugamano mi misi davanti all'armadio.

La mia camera era con le pareti bianche e il letto era con la testiera grigia con le casse per la musica incastrate dentro.

Le lenzuola e il piumone erano grige con stampato un giaguaro in bianco e nero. Il comodino e l'armadio invece erano neri, lucidi quasi si ci si poteva specchiare. La scrivania invece era dello stesso grigio del letto. E la sedia bianca.

Un giorno di questi avrei dovuto mettere un pò di colore in quella stanza!

Attaccai il mio iPhone alle casse e feci partire DNA delle Little Mix. Guardai l'ora della sveglia sul comodino, erano solo le nove. Con l'armadio ancora aperto mi sdraia sul letto, o almeno il corpo era sul letto ero in testa in giù, non sapevo se mettermi il pigiama o uscire a farmi una passeggiata.

Girai di poco la testa e vidi spuntare da sotto il letto la mia scatola con le bombolette colorate, ecco cosa potevo fare! Potevo andare a fare un graffito. Mi rifiondai nell'armadio e presi un paio di jeans neri e una maglia grigia o almeno era grigia, adesso era piena di schizzi e colori. Usavo sempre quella quando uscivo a fare graffiti. Presi lo zaino rosso a fantasia scozzese e ci buttai dentro le bombolette colorate. Staccai il cellulare e presi le cuffie.
Scesi le scale e mi misi le mie all stars alte nere con le borchie bronzo.
Infilai la mia felpa nera e tirai su il cappuccio e nella tasca misi cellulare e cuffie.

< Carter dove vai?> chiese Josh aprendo il mio zaino.

< Uh vandalismo! Brava! Poi fai una foto, mi piacciono i tuoi graffiti> esclamò ridandomi lo zaino.

< Ok ciao> e andai.

< Le chiavi!> me le lanciò e le afferrai al volo.

< Grazie!> uscì di casa.

Misi le cuffiette alle orecchie e uscì nell'aria umida e camminai per le strade ormai illuminate solo dai lampioni e dalla luna. Andai in una via vicino al porto, dove era pieno di graffiti colorati. In quella via c'erano un sacco di lampioni. Ed era veramente lunga. C'erano scritte, disegni e qualunque cosa che i ragazzi avevano in mente. Era tutto di mille colori, si
passava dai toni pastello ai colori fluo, c'erano strani abbinamenti di colori, che però si risaltavano a vicenda. Sembravi di essere nel paese delle meraviglie, ma al posto di giganteschi fiori colorati, animali strani, c'erano scritte colorate e disegni.
Andai davanti un muro bianco. Non avevo in mente un disegno in particolare. Aprì lo zaino e presi le varie bombolette. Lasciando che le mani andassero da sole. Con la musica nelle orecchie lasciai la fantasia volare e mischiare i vari colori. Lasciai che il nero si mischiasse con il bianco, e viceversa. Poi presi la bomboletta azzurra e la mischiai con il bianco e il nero. Quando la musica nel cellulare finì levai le cuffie e feci un passo indietro. Guardai l'orario sul mio orologio da polso, era già mezzanotte, sarebbe ora di tornare a casa.
Alzai lo sguardo sul mio disegno. E vidi realmente che avevo fatto.
Il mio graffito, era un grande lupo nero. Ecco cosa voleva che facessi la mia fantasia. Un lupo solitario, aveva la bocca socchiusa e ringhiava, mostrando i suoi grandi e affilati denti bianchi. Il tutto i bianco e nero, l'unico colore era, negli occhi. Era il disegno di quei occhi azzurri, quelli di Luke, mi avevano stregato quegli occhi azzurri in tempesta. Li vedevo ormai dappertutto, un po' come quando in Shadowhunters, Clary, in modo quasi autistico disegna il simbolo sconosciuto; circondandosi di quel disegno. Io stavo diventando ugualmente matta. Dei suoi occhi, però.
Quelli che domani avrei rivisto. Anche se da lontano, divisi nuovamente da il vialetto del parco.


 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Elybelieber99