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Autore: Maia_Auro    28/11/2014    1 recensioni
Pur vivendo nella Grande Mela, Aurora è una ragazza semplice: ama leggere, disegnare e danzare. Di carattere timido, le persone più importanti sono la sua famiglia, Kristopher e le sue migliori amiche Chelsea e Tamara; tutto sembra andare bene ma dopo una serata in discoteca niente sarà più come prima... Persino le sue migliori amiche, di cui Aurora si è sempre fidata, sembrano avere un enorme segreto...
Ispirato a "Città di Ossa"
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Una leggera pressione sulla spalla, Aurora avrebbe voluto aprire gli occhi ma le palpebre erano così pesanti; il tocco aumentò trasformandosi in uno scrollio. "Perchè non mi lasciano dormire?" pensò Aurora poi si ricordò di non essere a casa, nel suo letto, ma in discoteca.
Si svegliò all'improvviso e per un attimo tutto si mise a girare. Davanti a lei due paia di occhi preoccupati la fissavano, i primi azzurri e verdi gli altri.
«Finalmente! Stavamo valutando come fare per portarti a casa»
«Che è successo?» chiese Aurora mentre un terribile dolore le si insinuava sul lato destro della testa, tanto che cercava quasi di schiacciarsela per farlo smettere. Chelsea, come se le avesse letto nel pensiero mise la sua mano, molto più fresca, al posto di quella di Aurora dandole un gran sollievo.
«Mentre aspettavamo Chelsea con i drink ci siamo sedute sui divanetti e tu ti sei addormentata» disse Tamara con tono materno e un mezzo sorriso «Forse è meglio se andiamo a casa»
Aurora non protestò, era sfinita, si tirò su con l'aiuto delle amiche e insieme si diressero verso l'uscita mentre attorno a loro ancora molti giovani ballavano.
C'era qualcosa d'importante che doveva rammentarsi ma non le veniva proprio in mente, più cercava di riportare a galla il ricordo più esso si allontanava, alla fine Aurora lasciò perdere tornandosene sul divano-letto, sotto le coperte accanto a Tamara e si addormentò con i respiri delle sue compagne di sottofondo.
Un dolce profumo proveniente dalla cucina fece alzare Aurora mentre la città di New York la salutava con i clacson e il vociare delle persone. Nella casa, invece, il silenzio regnava. Accanto a se il posto di Tamara era freddo. Aveva dormito troppo? Andò in cucina e sul tavolo trovò un bigliettino, il quale, la informava che Tamara e Chelsea erano dovute uscire presto per alcune commissioni, inoltre Kristopher aveva chiamato dicendo che sarebbe passato a prenderla per accompagnarla a danza. Sollevò lo sguardo verso l'orologio, erano le 10:30, aveva lezione alle 14:30. Fece colazione con una bella tazza di caffè fumante, le frittelle cucinate da Chelsea e qualche frutto di bosco come fragole, more, lamponi e mirtilli presi sicuramente da Tamara; il campanello suonò e Aurora fu costretta ad andare ad aprire con il pigiama addosso, fortunatamente era Kris
«Non sei ancora pronta?»
«Sono le 11, ho lezione tra circa 3 ore e mezza»
«Oh... credo di aver capito male l'ora»
«Lo credo pure io» Aurora sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio «Dai entra»
«Sicura? Posso venire in territorio di Chelsea? Non è che poi mi stacca la testa»
«No, al massimo ti taglierà la gola»
«Niente di che allora»
Si spostò di lato così da farlo entrare, osservò Kristopher e ripensò a quando erano una coppia. Era stata così felice ma spesso le cose belle finiscono e anche la loro storia era andata piano piano ad appassirsi finché entrambi non avevano deciso di rompere rimanendo amici. Amici stretti. Ogni tanto, comunque, Aurora si rendeva conto di essere gelosa quando Kristopher le parlava di altre ragazze mentre lui sembrava a suo agio quando era lei a parlargli di altri ragazzi. Era stata solo una delle tante? Un nodo le strinse la gola ma si sforzò di sorridere all'amico
«Allora? Non ti prepari?» chiese ad Aurora
«Si si ora vado. Ho paura a lasciarti solo con tutta la roba di Chelsea»
«Cosa sono un bimbo piccolo?»
«Più o meno» affermò lei facendogli una linguaccia per poi scomparire in camera di Chelsea.
Qualche minuto dopo i due ragazzi erano insieme per la strada in direzione della palestra con passo tranquillo
«Come mai sei venuto a prendermi?» disse Aurora mordicchiandosi il labbro inferiore
«Non posso passare un po' di tempo con la mia migliore amica?»
«Hai incontrato una ieri e ora hai bisogno di una mano, non è vero?»
«Ma cosa dici!» esclamò facendo l'offeso «Mi credi così perfido e meschino?»
«È bella non è vero?» sorrise, lo conosceva troppo bene
«Molto! Non sai quanto»
«E io cosa centro?»
«POTREI aver fatto arrabbiare mia madre e POTREBBE essere che lei non mi vuole più mandare al Pandemonium» Kristopher si grattò la testa imbarazzato «A meno che tu non venga con me»
«Che cosa!? Ma io non ci posso andare!»
«Allora ieri sera…»
Lo prese per un braccio facendolo fermare di fronte a se, la voce più alta del necessario e la faccia rossa «Ci sono andata di nascosto! I miei non lo sanno Kristopher!» Non era mai un buon segno quando usava il suo nome completo, era veramente infuriata, se i suoi fossero venuti a saperlo?!
«Ti prego. La voglia rivedere!»
«Ci hai parlato?»
«No»
«Quindi come puoi dire di essere innamorato o che lei non abbia il fidanzato!?»
«Ne sono certo! Per favore, cerca qualche altra scusa con i tuoi»
Presto sarebbe stato il compleanno di Aurora forse poteva essere un regalo per i suoi 17 anni e se poi sarebbero venute anche Tamara, Chelsea e qualche altra compagna probabilmente ce l’avrebbe fatta con successo. Anche se la rabbia stava scemando rispose con voce fredda e distaccata riprendendo a camminare «Ci penserò»
«Grazie!» Kris la raggiunse con solo due falcate abbracciandola in una stretta da toglierle il fiato, non contento, caddero a terra in mezzo ai newyorkesi, sempre nervosi persino in un sabato estivo.
Scoppiarono entrambi a ridere.
Per il resto del tragitto parlarono solo della sera precedente, dell'incontro di Kristopher con "l'amore della sua vita": capelli corvini, avvolta in un lungo vestito bianco. Era scomparsa poi all'improvviso. Ad Aurora sembrò di aver visto quella ragazza. Si era allontanata con il ragazzo dai capelli blu, si erano intrufolati in una stanza dove nessuno li avrebbe disturbati, Aurora li aveva seguiti, poi…
Una fitta le trapassò il cranio, era peggio di un mal di testa, continuava a non ricordare. La memoria si interrompeva davanti la porta e riprendeva al suo risveglio sui divanetti, tentava di colmare le ore vuote ma il dolore alla testa aumentava, fu lieta quando Kris la distrasse proponendo di andare a mangiare un boccone e la fitta si attenuò.

NOTA AUTRICE: eccomi tornata! Spero che questo capitolo piaccia come gli altri, lasciate commenti qualsiasi essi siano. Un bacione 😙

   
 
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