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Autore: evanss    01/11/2008    10 recensioni
{Spoiler Breaking Dawn}
«Non dovresti andare in giro a quest’ora. Da sola» sottolineò, mentre avvertivo un’improvvisa fonte di calore farsi sempre più vicina.
Feci un respiro profondo prima di voltarmi, perché sapevo che non avrei trovato le parole.
«Tanto ci sei sempre tu nei paraggi» dissi veloce, cercando di non arrossire.
Sorrise, poi si avvicinò, gli occhi scuri che anche al buio brillavano più di qualunque altra cosa.
Forse anche più delle stelle.
One shot sulla coppia Jake/Nessie.
Buona Lettura ;D
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Wecome To PageBreeze

With Me

«I want you to know
With everything, I won't let this go
These words are my heart and soul
And I'll hold on to this moment you know
As I bleed my heart out to show
And I won't let go»

Sum41 – With Me

 

 

Strinsi forte il cappotto, per impedire al freddo soffio del vento di sorprendermi ancora una volta.

Mi venne quasi da ridere, mentre le parole che mi aveva detto zio Emmett poco prima risuonarono nitide nella mia testa: in effetti ero una mezza vampira un po’ molliccia sotto alcuni punti di vista.

I vampiri avrebbero dovuto essere forti, sopportare uragani e tempeste, dimostrarsi inattaccabili in qualunque occasione e non essere tristi e tremanti, tirare su col naso quasi come stessero piangendo, per uno stupido problema.

Già, i vampiri normali non dovrebbero farlo; ma è proprio questo il punto.

Io non sono una vampira.

Non sono neanche un’umana.

Sono solo io.

Era davvero  possibile che una normale situazione da adolescente, con annessi problemi, potesse buttarmi giù in quel modo?

Il ballo della scuola.

Si, odiavo già il suono di quelle tre parole messe insieme; forse avevo ereditato quest’avversione da mia madre.

O forse mi intristiva il fatto di non aver un accompagnatore. O meglio, quell’accompagnatore.

Quello che volevo.

E pensare che quel giorno John Swinton mi aveva chiesto di essere la sua dama. Il ragazzo più corteggiato della scuola voleva andare al ballo con me.

Mi sembrava strano, questo si. Ma assolutamente non meraviglioso, fantastico, da paura, come avevano detto le mie compagne di classe.

Io non ci vedevo proprio niente di fantastico. Non sarei andata al ballo con quell’arrogante di John neanche se mi avessero pagato.

Avrei fatto di tutto invece, ogni cosa per poter andare al ballo con lui.

Il solo pensarlo aumentò il battito del mio cuore a un ritmo impensabile, quasi come stesse per scoppiare. Ma in fondo non mi sorpresi più di tanto, lui mi faceva sempre quell’effetto.

Lui, che c’era stato sempre per me, in qualunque momento. Sarebbe stato proprio difficile trovare un istante della mia vita in cui lui non fosse lì, al mio fianco, pronto a difendermi o a coccolarmi.

Sarebbe stato davvero difficile. Anzi, impossibile.

Il mio Jake.

Chissà dov’era in quel momento. Forse a divertirsi, fosse con qualche ragazza.

Sentii la rabbia salire dentro di me a quel pensiero. Non averi potuto sopportarlo. Il pensiero di lui, il mio Jake con un’altra.

Sarebbe stato perfetto andare al ballo con lui. Malgrado l’evento non mi entusiasmasse particolarmente, con lui al mio fianco mi sarebbe andata giù anche questa. Con lui al mio fianco era tutto così semplice.

Ma questi erano solo stupidi sogni, dovevo farmene una ragione.

Lui non mi avrebbe mai considerato in quel modo, imprinting o no. Per lui ero solo Nessie, la mostriciattola rompiscatole.

Mi voleva bene, tanto. Mi amava, si forse si, ma in un altro modo. Dubito che mi avesse mai considerato sotto “quel punto di vista”.

Stavo giusto pensando a quanto sarebbe stato perfetto vederlo in smoking, quando un rumore appena udibile mi fermò.

Qualcuno mi stava seguendo. Cavolo, benché avessi potuto stendere quasi chiunque senza particolari sforzi, queste situazioni mi mettevano sempre una certa ansia.

Paura, forse era la parola giusta.

Feci un respiro profondo, tesi le orecchie. Si stava avvicinando.

Ispirai profondamente, pronta a cogliere l’odore della persona misteriosa e proprio nello stesso istante quella  risata contagiosa riempì l’aria.

La sua risata.

Tirai un sospiro di sollievo, mentre il cuore impazziva, di nuovo. Non potei trattenermi e un sorriso spuntò sulle mie labbra.

Mi aveva fatto prendere un bello spavento, ma ero sicura che guardandolo tutte le mie cattive intenzioni sarebbero andate in fumo.

Impossibile essere arrabbiati con lui, non ci riuscivo.

«Non dovresti andare in giro a quest’ora. Da sola» sottolineò, mentre avvertivo un’improvvisa fonte di calore farsi sempre più vicina.

Feci un respiro profondo prima di voltarmi, perché sapevo che non avrei trovato le parole.

«Tanto ci sei sempre tu nei paraggi» dissi veloce, cercando di non arrossire.

Sorrise, poi si avvicinò, gli occhi scuri che anche al buio brillavano più di qualunque altra cosa. Forse anche più delle stelle.

Si passò una mano tra i capelli, mentre si avvicinava.

«Stai bene?»

Mi colse alla sprovvista, come al solito.

«C-certo. Si. Perché non dovrei?»

«I tuoi occhi. Sembrano tristi»

Il cuore stava per impazzire, non riuscivo a calmarmi quando mi guardava così.

«E’ tutto ok»

«Hai litigato col succhiasangue?»

Risi con lui.

Malgrado fosse passato così tanto tempo, mio padre per lui sarebbe rimasto sempre “il succhiasangue”.

«No Jake. Piantala di chiamarlo così. In fondo per metà sono succhiasangue anch’io» risposi piccata, mentre si avvicinava di più. Cominciava a far caldo.

«Tu sei unica, succhiasangue o no»

Non potevo fare a meno di sorridere come un ebete quando mi diceva quelle cose; in quei momenti mi faceva pensare che forse anche lui provava i miei stessi sentimenti.

«Si, come no»

Mi voltai, pronta per tornare a casa, ma la stretta della sua mano sulla mia fu così forte che mi costrinse a fermarmi.

«Jake ma che..»

«Non passavo di qui per caso» disse sincero, mentre il calore della sua mano mi tranquillizzava.

«Ah no?»

«No. Ti ho seguita, da quando sei uscita di casa»

Era serio, e la cosa mi preoccupava un po’. Era insolito per Jake; dove voleva arrivare?

«Dovevo dirti una cosa, perciò mi serviva un posto appartato»

Non staccava gli occhi dai miei, poi all’improvviso prese entrambe le mie mani e le strinse fra le sue.

Inarcò il sopracciglio, mentre faceva una smorfia divertita e allo stesso tempo meravigliata.

«Il tuo cuore.. sta impazzendo» disse ridendo.

«Oh.. si, lo so»

Pregai perchè non mi prendesse per una stupida, ma dalla sua espressione capii che era tutto, fuorché spaventato, disorientato o cose così. Anzi, sembrava piuttosto.. soddisfatto.

«Ci vai al ballo?»

Eccolo che mi sorprendeva, di nuovo. Che c’entrava adesso il ballo?

«Beh, John Swinton mi ha invitato stamattina» dissi piano, mentre lo sentivo tendersi.

 «Ma ho detto di no» continuai, vedendolo sorridere.

«Bene, perché devo dirti una cosa»

Lo sentivo sempre più vicino, la stretta delle sua mani era caldissima. Malgrado avessi voluto disperatamente farlo, non riuscivo a smettere di guardarlo.

«Cosa?»

Abbassò velocemente lo sguardo, poi corse di nuovo a  cercare i miei occhi.

«Sappi che il succhiasangue mi ucciderà quando saprà quello che sto per fare»

Rideva, ma capivo dal tono della sua voce che non stava completamente scherzando.

«Ah. E cosa farai per farlo arrabbiare così tanto?»

Mentre si avvicinava al mio viso non riuscii a pensare a niente; la testa pareva essersi svuotata. Il mio corpo sembrava muoversi seguendo comandi che non ero io a dargli.

Mentre il cuore impazziva, Jake avvicinò le sue labbra alle mie. Avvertii la mia mano tra i suoi capelli, la sua sulla mia schiena, che mi stringeva forte.

Avrei voluto che il tempo si fermasse, era tutto troppo perfetto perché fosse reale.

Jake, il mio Jake, mi stava baciando.

Ci staccammo dopo quelli che forse erano minuti, ma mi erano sembrati un’eternità.

Mi guardava felice, mentre io avrei voluto strillare per la gioia.

«Per questo» sussurrò, riferendosi alla mia domanda.

Lo abbracciai fortissimo, mentre mia avvolgeva in uno dei suoi abbracci stritolatori.

Sarei rimasta lì per sempre, ero a casa.

«Mostriciattola, se continui a provocarmi sarò costretto a baciarti di nuovo»

Mi staccai ridendo.

«Correrò il rischio» gli dissi, con un occhiolino.

Lui si fermò all’istante, fissandomi.

«Ah, quasi dimenticavo. Verresti al ballo con me?»

Non so per quanto tempo rimasi a bocca aperta, ma di sicuro per un bel po’.

«Lo devo prendere per un si vero?» chiese un po’ titubante.

Prima che potesse dire altro, lo baciai di nuovo, stavolta più a lungo.

Avevo il respiro corto, ma non mi importava. Era davvero piacevole restare in apnea in quel modo.

«Direi di si» risposi.

«Perfetto. Adesso il succhiasangue ci ucciderà entrambi» disse sghignazzando.

«No dai.. papà capirà» tentai.

«Si, certo. Farà i salti di gioia. Non le sai dire le bugie, Ness» rise, guardandomi.

Era incredibile.

Anche il mio soprannome, usato da tutti, pronunciato da lui mi sembrava sempre più bello.

Prese la mia mano, poi iniziai a camminare, o meglio volteggiare, con lui al mio fianco.

In quel momento mi sentivo invincibile, avrei potuto fare di tutto, c’era lui.

Mentre mi baciava pensai che in fondo, il ballo della scuola non sarebbe stato così male.

 

 

MySpace;

Ok, ieri appena ho finito di leggere Breaking Dawn ho iniziato a scrivere questa shot.

Mi sono praticamente innamorata di Jake e Nessie, da subito<3

Il titolo è ovviamente preso dalla canzone dei Sum41**

Ditemi voi che ne pensate ;D

Baci**

Vale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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