With
Me
«I
want you to know
With everything, I won't let this go
These words are my
heart and soul
And I'll hold on to this moment you know
As I bleed my
heart out to show
And I won't let go»
Sum41
– With Me
Strinsi forte il cappotto,
per impedire al freddo soffio del vento di sorprendermi ancora una
volta.
Mi venne quasi da ridere,
mentre le parole che mi aveva detto zio Emmett poco prima risuonarono nitide
nella mia testa: in effetti ero una mezza vampira un po’ molliccia sotto alcuni
punti di vista.
I vampiri avrebbero dovuto
essere forti, sopportare uragani e tempeste, dimostrarsi inattaccabili in
qualunque occasione e non essere tristi e tremanti, tirare su col naso quasi
come stessero piangendo, per uno stupido problema.
Già, i vampiri normali non
dovrebbero farlo; ma è proprio questo il punto.
Io non sono una
vampira.
Non sono neanche
un’umana.
Sono solo
io.
Era davvero possibile che una normale situazione da
adolescente, con annessi problemi, potesse buttarmi giù in quel
modo?
Il ballo della
scuola.
Si, odiavo già il suono di
quelle tre parole messe insieme; forse avevo ereditato quest’avversione da mia
madre.
O forse mi intristiva il
fatto di non aver un accompagnatore. O meglio, quell’accompagnatore.
Quello che
volevo.
E pensare che quel giorno
John Swinton mi aveva chiesto di essere la sua dama. Il ragazzo più corteggiato
della scuola voleva andare al ballo con me.
Mi sembrava strano, questo
si. Ma assolutamente non meraviglioso, fantastico, da paura, come avevano detto
le mie compagne di classe.
Io non ci vedevo proprio
niente di fantastico. Non sarei andata al ballo con quell’arrogante di John
neanche se mi avessero pagato.
Avrei fatto di tutto invece,
ogni cosa per poter andare al ballo con lui.
Il solo pensarlo aumentò il
battito del mio cuore a un ritmo impensabile, quasi come stesse per scoppiare.
Ma in fondo non mi sorpresi più di tanto, lui mi faceva sempre
quell’effetto.
Lui, che c’era stato sempre
per me, in qualunque momento. Sarebbe stato proprio difficile trovare un istante
della mia vita in cui lui non fosse lì, al mio fianco, pronto a difendermi o a
coccolarmi.
Sarebbe stato davvero
difficile. Anzi, impossibile.
Il mio
Jake.
Chissà dov’era in quel
momento. Forse a divertirsi, fosse con qualche ragazza.
Sentii la rabbia salire
dentro di me a quel pensiero. Non averi potuto sopportarlo. Il pensiero di lui,
il mio Jake con un’altra.
Sarebbe stato perfetto
andare al ballo con lui. Malgrado l’evento non mi entusiasmasse particolarmente,
con lui al mio fianco mi sarebbe andata giù anche questa. Con lui al mio fianco
era tutto così semplice.
Ma questi erano solo stupidi
sogni, dovevo farmene una ragione.
Lui non mi avrebbe mai
considerato in quel modo, imprinting o no. Per lui ero solo Nessie, la
mostriciattola rompiscatole.
Mi voleva bene, tanto. Mi
amava, si forse si, ma in un altro modo. Dubito che mi avesse mai considerato
sotto “quel punto di vista”.
Stavo giusto pensando a
quanto sarebbe stato perfetto vederlo in smoking, quando un rumore appena
udibile mi fermò.
Qualcuno mi stava seguendo.
Cavolo, benché avessi potuto stendere quasi chiunque senza particolari sforzi,
queste situazioni mi mettevano sempre una certa ansia.
Paura, forse era la parola
giusta.
Feci un respiro profondo,
tesi le orecchie. Si stava avvicinando.
Ispirai profondamente,
pronta a cogliere l’odore della persona misteriosa e proprio nello stesso
istante quella risata contagiosa
riempì l’aria.
La sua risata.
Tirai un sospiro di
sollievo, mentre il cuore impazziva, di nuovo. Non potei trattenermi e un
sorriso spuntò sulle mie labbra.
Mi aveva fatto prendere un
bello spavento, ma ero sicura che guardandolo tutte le mie cattive intenzioni
sarebbero andate in fumo.
Impossibile essere
arrabbiati con lui, non ci riuscivo.
«Non dovresti andare in giro
a quest’ora. Da sola» sottolineò, mentre avvertivo un’improvvisa fonte di calore
farsi sempre più vicina.
Feci un respiro profondo
prima di voltarmi, perché sapevo che non avrei trovato le
parole.
«Tanto ci sei sempre tu nei
paraggi» dissi veloce, cercando di non arrossire.
Sorrise, poi si avvicinò,
gli occhi scuri che anche al buio brillavano più di qualunque altra cosa. Forse
anche più delle stelle.
Si passò una mano tra i
capelli, mentre si avvicinava.
«Stai
bene?»
Mi colse alla sprovvista,
come al solito.
«C-certo. Si. Perché non
dovrei?»
«I tuoi occhi. Sembrano
tristi»
Il cuore stava per
impazzire, non riuscivo a calmarmi quando mi guardava così.
«E’ tutto
ok»
«Hai litigato col
succhiasangue?»
Risi con
lui.
Malgrado fosse passato così
tanto tempo, mio padre per lui sarebbe rimasto sempre “il
succhiasangue”.
«No Jake. Piantala di
chiamarlo così. In fondo per metà sono succhiasangue anch’io» risposi piccata,
mentre si avvicinava di più. Cominciava a far caldo.
«Tu sei unica, succhiasangue
o no»
Non potevo fare a meno di
sorridere come un ebete quando mi diceva quelle cose; in quei momenti mi faceva
pensare che forse anche lui provava i miei stessi sentimenti.
«Si, come
no»
Mi voltai, pronta per
tornare a casa, ma la stretta della sua mano sulla mia fu così forte che mi
costrinse a fermarmi.
«Jake ma
che..»
«Non passavo di qui per
caso» disse sincero, mentre il calore della sua mano mi
tranquillizzava.
«Ah
no?»
«No. Ti ho seguita, da
quando sei uscita di casa»
Era serio, e la cosa mi
preoccupava un po’. Era insolito per Jake; dove voleva
arrivare?
«Dovevo dirti una cosa,
perciò mi serviva un posto appartato»
Non staccava gli occhi dai
miei, poi all’improvviso prese entrambe le mie mani e le strinse fra le
sue.
Inarcò il sopracciglio,
mentre faceva una smorfia divertita e allo stesso tempo
meravigliata.
«Il tuo cuore.. sta
impazzendo» disse ridendo.
«Oh.. si, lo
so»
Pregai perchè non mi
prendesse per una stupida, ma dalla sua espressione capii che era tutto, fuorché
spaventato, disorientato o cose così. Anzi, sembrava piuttosto..
soddisfatto.
«Ci vai al
ballo?»
Eccolo che mi sorprendeva,
di nuovo. Che c’entrava adesso il ballo?
«Beh, John Swinton mi ha
invitato stamattina» dissi piano, mentre lo sentivo
tendersi.
«Ma ho detto di no» continuai, vedendolo
sorridere.
«Bene, perché devo dirti una
cosa»
Lo sentivo sempre più
vicino, la stretta delle sua mani era caldissima. Malgrado avessi voluto
disperatamente farlo, non riuscivo a smettere di
guardarlo.
«Cosa?»
Abbassò velocemente lo
sguardo, poi corse di nuovo a
cercare i miei occhi.
«Sappi che il succhiasangue
mi ucciderà quando saprà quello che sto per fare»
Rideva, ma capivo dal tono
della sua voce che non stava completamente scherzando.
«Ah. E cosa farai per farlo
arrabbiare così tanto?»
Mentre si avvicinava al mio
viso non riuscii a pensare a niente; la testa pareva essersi svuotata. Il mio
corpo sembrava muoversi seguendo comandi che non ero io a
dargli.
Mentre il cuore impazziva,
Jake avvicinò le sue labbra alle mie. Avvertii la mia mano tra i suoi capelli,
la sua sulla mia schiena, che mi stringeva forte.
Avrei voluto che il tempo si
fermasse, era tutto troppo perfetto perché fosse reale.
Jake, il mio Jake, mi stava
baciando.
Ci staccammo dopo quelli che
forse erano minuti, ma mi erano sembrati un’eternità.
Mi guardava felice, mentre
io avrei voluto strillare per la gioia.
«Per questo» sussurrò,
riferendosi alla mia domanda.
Lo abbracciai fortissimo,
mentre mia avvolgeva in uno dei suoi abbracci
stritolatori.
Sarei rimasta lì per sempre,
ero a casa.
«Mostriciattola, se continui
a provocarmi sarò costretto a baciarti di nuovo»
Mi staccai
ridendo.
«Correrò il rischio» gli
dissi, con un occhiolino.
Lui si fermò all’istante,
fissandomi.
«Ah, quasi dimenticavo.
Verresti al ballo con me?»
Non so per quanto tempo
rimasi a bocca aperta, ma di sicuro per un bel po’.
«Lo devo prendere per un si
vero?» chiese un po’ titubante.
Prima che potesse dire
altro, lo baciai di nuovo, stavolta più a lungo.
Avevo il respiro corto, ma
non mi importava. Era davvero piacevole restare in apnea in quel
modo.
«Direi di si»
risposi.
«Perfetto. Adesso il
succhiasangue ci ucciderà entrambi» disse sghignazzando.
«No dai.. papà capirà»
tentai.
«Si, certo. Farà i salti di
gioia. Non le sai dire le bugie, Ness» rise, guardandomi.
Era
incredibile.
Anche il mio soprannome,
usato da tutti, pronunciato da lui mi sembrava sempre più
bello.
Prese la mia mano, poi
iniziai a camminare, o meglio volteggiare, con lui al mio
fianco.
In quel momento mi sentivo
invincibile, avrei potuto fare di tutto, c’era lui.
Mentre mi baciava pensai che
in fondo, il ballo della scuola non sarebbe stato così
male.
MySpace;
Ok, ieri appena ho finito di
leggere Breaking Dawn ho iniziato a scrivere questa shot.
Mi sono praticamente
innamorata di Jake e Nessie, da subito<3
Il titolo è ovviamente preso
dalla canzone dei Sum41**
Ditemi voi che ne pensate
;D
Baci**
Vale.