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Autore: Aliseia    29/11/2014    2 recensioni
Nel periodo tra l’amore non corrisposto per Thranduil, e il nuovo, vero amore per Caleloth, l’elfo Cabranel sperimenta storie e tentazioni. Tra queste potrebbe esserci Feren, bella guardia del Re, personaggio originale creato dagli sceneggiatori della trilogia de Lo Hobbit. O Draugalad, misterioso Elfo, fantasma del desiderio.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Stardust Memories (Enyalië Asto Elenion)'
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Fandom: Lo Hobbit - LOTR
Genere: Slash - Introspettivo
Pairing: Cabranel/Feren
Rating: Per Tutti
Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia in gran parte non appartengono a me ma a J.R.R. Tolkien e a chi ne detiene i diritti, a Peter Jackson e agli sceneggiatori dei suoi film.
Riassunto: nel periodo tra l’amore non corrisposto per Thranduil, e il nuovo, vero amore per Caleloth, l’elfo Cabranel sperimenta storie e tentazioni. Tra queste Feren, bella guardia del Re, personaggio originale creato dagli sceneggiatori della trilogia de Lo Hobbit.
Credits: il testo è ispirato dal bellissimo short film “It’s consuming me” di Kai Stänicke
 
 
 
 
 
Consuming Me
 

 
Le gambe aperte sull’orizzonte celeste. E poi quel rotondo, irraggiungibile astro.
Più della Luna.
Più bianco, più commovente.
Il pensiero di te mi consuma.
Io sono l’esploratore dolente, il cacciatore di stelle.
Io sono l’elfo sbagliato…
Colui che non doveva essere qui.
Il pensiero di te mi consuma.
Lupo di luce, mia nuova, antica ossessione.
Io sono il respiro che senti di notte, quando ogni altro rumore svanisce.
Io sono l’insonne che spia, che brama l’insonne nei corridoi.
Senti il mio battito, sempre fuori tempo.
Il pensiero di te mi consuma quando al mattino, in morbida discesa spiraliforme, le tue gambe perfette seguono, scendendo, le scale. E la luce in te s’avvolge e si svela.
Il pensiero di te mi consuma, quando sul campo, nel meriggio crudele, dall’elmo fai uscire il fulgido manto dei tuoi capelli.
E la luce risplende, sulle labbra, sugli occhi, sulla tua fulgida superficie impeccabile.
Il pensiero di te mi consuma, quando la perfezione s’incrina, nella malinconia della sera. E t’immagino nudo, nella tua stanza, mentre fai scivolare gli abiti del guerriero dalle candide membra, e riveli le tue cicatrici.
Il pensiero di te mi consuma, quando di notte attraversi i corridoi bui, il passo leggero, elegante di fiera che s’affretta a un convegno amoroso, e passando di fronte alla mia stanza da un riquadro della grata mi vedi, e sorridi.
E con quel sorriso mi divori il cuore.
 
 
  
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