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Autore: istinto della luna    29/11/2014    3 recensioni
Sequel della Dramione "Amare include Sacrifici."
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Dal testo:
" Granger "
" Malfoy "
Entrambi ci squadravamo.
Cercavo di leggere il suo sguardo: incredulità mista a desiderio.
Non volevo leggere il mio cuore invece.
Sapevo cosa vi era scritto.
Le stesse emozioni.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prima di cominciare devo avvertirvi che si tratta di un sequel della Dramione che scrissi tempo fa, s'intitola "Amare include Sacrifici".
Lo ribadisco perchè per capire a fondo questa storia è necessario leggere anche l'altra. ;-P
Martina

 
Sacrificarsi non è il Sacrificio più grande,
ma continuare ad Amare.
 
Rimasi lì, immobile, a fissare il suo corpo fasciato dall'oscurità abbandonare il parco. Feci in tempo a sentire un sussurro provenire dalle sue labbra, ma non riuscii a comprenderlo.
Mi alzai dal terreno ancora scossa. Avevo uno strano dolore alla testa che si propagava in tutto il resto del corpo.  Le braccia, terribilmente pesanti, ricadevano goffamente ai lati del mio busto.
Ancora tramortita, raggiunsi la mia Sala Comune dove sicuramente, nonostante l'ora, avrei incontrato Harry e Ron a dormire sui libri.
Attraversai il ritratto della signora Grassa senza farmi scovare da Gazza e raggiunsi il divanetto rosso davanti al camino dove, bellamente sdraiati, stavano sonnecchiando i miei due migliori amici.
Non potei non sorridere a quella scena e mi apprestai a svegliarli, colpendo più volte Ron, che non accennava ad aprire gli occhi.
<< Hermione, ci hai fatto prendere un colpo. Stavamo finendo... ehm... i compiti. >> rispose Ron rosso in viso.
Dopo aver lanciato una veloce occhiata alle pergamene rimaste aperte sul tavolo ripresi: << Vedo. >>
<< Hermione, ma dov'eri finita? >>
<< Oh, io ero... >> mi bloccai.
Non riuscivo a ricordare dove fossi stata, in realtà. Aggrottai la fronte e premetti due dita sulle tempie, come se quel semplice gesto avrebbe rivelato la risposta alle mie domande.
<< Eri? >>
<< Ero, ero.. Sentite, non importa adesso. Vado a letto prima che mi incastriate qui a farvi i compiti. Buonanotte. >>
Sgattaiolai velocemente su per la scaletta, cercando di reprimere le facce sconcertate di quei due.
Mi misi il pigiama e mi infilai nel letto, sperando di non aver svegliato le mie compagne.
Tirai le tendine e, finalmente, mi rilassai.
Guardai il soffitto, ma ci vidi tutt'altro.
Non riuscivo a darmi pace: avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco, che non mi permetteva di prendere sonno. Sembrava quasi un cattivo presentimento che voleva impossessarsi di me.
Sperai che si trattasse dello studio e delle verifiche che avrei dovuto sostenere il giorno dopo.
Anche se sapevo che non era così.
Finalmente, dopo varie ore passate a coprirmi e scoprirmi, mi addormentai.
Ciò che sognai, mi mozzò il fiato.
Due ragazzi.
Un maschio ed una femmina erano ben visibili di fronte a me.
Loro, invece, non riuscivano a vedermi.
Non riuscivo a scorgerne i lineamenti facciali ma sapevo per certo che stessero piangendo.
Entrambi.
Vidi il ragazzo puntare la bacchetta verso la ragazza.
D'istinto sobbalzai e corsi verso di lui, ma poi mi accorsi che tutti i miei tentativi per bloccarlo erano vani.
Fui costretta a guardare quello scempio.
Lui, ancora con un velo di sconforto, sussurrò un incantesimo che presto avrei conosciuto come mio.
Oblivion.
Deglutii, stringendo il copriletto.
Poi il vuoto invase il mio campo visivo.
Sia dentro che fuori.
Mi svegliai sconcertata e confusa. Cosa significava quel sogno? Perché lo avevo fatto? Chi erano quei due ragazzi?
Decisi di alzarmi dal letto per andare a fare un giro. Ero sicura che, se anche fossi semplicemente passata per la Sala Comune, mi sarei ripresa.
Scesi le scale velocemente in punta di piedi.
Quando la raggiunsi, guardai fuori dalla finestra circolare che si trovava nella Sala.
Scorsi la Luna tra le nubi nere e intimidatrici.
Sobbalzai.
Mi ricordava qualcosa, qualcuno.
Il suo colore così argenteo e freddo mi riportava alla mente qualcosa a me caro.
Mi sorpresi della mia ingenuità, quando alzai un braccio nel tentativo di afferrarla.
"Che stupida" mi dissi, tuttavia capii che se l'avessi afferrata, se avessi congiunto il mio tocco all'argento vivo di quel corpo celeste, mi sarei sentita bene, completa.
Fu così che rimasi a contemplarla.
Per tutta la notte.
<< Hermione... Hermione, svegliati.  >>
Sentivo una voce, forse quella di Harry, ma non volevo darle realmente retta.
<< Hermione, abbiamo lezione. Svegliati! >>
No, non volevo, non volevo destarmi. Volevo solo che mi lasciasse stare. La luna, la luna era lì con me.
Con me e con nessun altro.
<< Hermione, devo parlarti di quella cosa... di Silente. >>
Al suo nome, scattai in piedi come una molla. Percepii  dentro di me il manto argentato della luna sfasciarsi.  Deglutii e strinsi i pugni.
<< Dimmi Harry. Aspetta, ma Ron? Dovrebbe sentire anche lui. Vado a chiamarlo. >>
<< Hermione torna indietro. >>
La sua voce mi attraversò la mente come il getto di una doccia fredda.
Rimanendo di spalle, risposi: << Harry, abbiamo bisogno anche di Ron se vuoi parlare a proposito di quell'affare. >>
<< Infatti non ne voglio parlare. >>
Mi girai verso di lui, sconvolta e rossa di rabbia: << Allora che cosa vuoi da me? Non posso esserci sempre. Non posso! Voi avete la mania di affidarvi a me sempre, ma io, sempre, non ci sono! >>
Per un po' parve spiazzato dalla mie parole, ma poi vidi una luce che mi non piacque per nulla attraversare i suoi occhi: << Affidarmi a te? Affidarmi a te? Hai idea di cosa ho dovuto passare l'anno scorso? Di quello che è... successo... l'anno scorso? Ne hai una vaga idea? >>
Stava sussurrando parole gelate, sporche e fastidiose e i miei occhi ne stavano risentendo.
Lui proseguì. << Ci ha lasciato, Hermione. Mi ha lasciato e io ne sono l'artefice. Io ne sono il colpevole. È tutta colpa mia, TUTTA. >>
<< Harry. Io... io... Scusami. Felpato... >>
<< Sirius non voleva questo, lo so. >>
 Corsi verso di lui ad abbracciarlo, chiedendogli scusa.  Ero stata ancora una volta una schiocca e non avevo riflettuto. Curioso, Hermione Granger riflette sempre, perché non anche in quella situazione?
Che io fossi diventata egoista e villana? Forse, avevo fatto sputare a Harry quelle parole di proposito?
Non potevo crederci.
Non doveva essere vero.
Che schifo.
Cercai di lavare via quei pensieri così, così ipocriti
<< Non preoccuparti. Che cos'hai tu, invece? Sei strana da un po' di mesi ma, adesso, hai cambiato completamente comportamento. Che cosa ti prende? >>
<< Io, ecco, non ne ho idea. Scusami, forse è meglio se vado a prepararmi. >>
<< Io e Ron ti aspettiamo in Sala Grande, allora. >>
Corsi nel dormitorio femminile e mi preparai ad affrontare il mondo là fuori, per la prima volta, debole.
Non da Hermione Granger.


Stavo camminando tra i corridoi quando qualcosa attirò la mia attenzione.
Sbarrai gli occhi e mi avvicinai furtiva.
Non potevo crederci.
Era davvero lei.
La mia compagna più fidata.
Era lì con il suo manto argenteo e i lineamenti biondi, quasi bianchi.
Mi nascosi dietro una colonna per contemplarla ancora.
Volevo raggiungerla, forse questa sarebbe stata la volta buona.
Mi guardai in giro nella speranza di non essere sorpresa da studenti troppo cresciuti e poco ingenui.
Nessuno guardava dalla mia parte. Finalmente potevo raggiungere la mia meta.
Respirai tranquillamente e chiusi gli occhi, mi dissi "ok" e li riaprii. Il mio passo era sostenuto: potevo sentire con piacere l'aria smuovere i miei ricci e farli svolazzare leggermente.
Ero determinata.
Dovevo raggiungere l'obbiettivo.
Eccolo lì di fronte a me.
Il mio sorriso boccheggiò. Qualcosa non andava. Era diversa.
<< Granger. >>
<< Malfoy. >>
Entrambi ci squadravamo.
Cercavo di leggere il suo sguardo: incredulità mista a desiderio.
Non volevo leggere il mio cuore invece.
Sapevo cosa vi era scritto.
Le stesse emozioni.
Alzai lo sguardo cercando i suoi occhi.
Mi spaventai quando li trovai, perché vi vedevo la Luna, la mia Luna.
<< Malfoy. >>
Non capii perché lo ripetei, ma ne sentivo la necessità. Non dovevo illudermi di vedere in lui la Luna.
Abbassò lo sguardo, ma la sua voce rimase ferma.
In un solo sussurro, mi sconvolse.
<< Hermione. >>
A quel punto, realizzai. Realizzai tutto. Era lui, era lui quel ragazzo. Era lui che aveva pronunciato quell'incantesimo. Era lui la mia Luna.
Le mie gambe presero il comando del mio corpo, senza che riuscissi a fermarle.
Lo baciai.
Lo baciai in uno dei corridoi di Hogwarts con la temuta possibilità che potesse vederci qualcuno.
Lo baciai con la voglia di sentire che lui mi appartenesse sul serio.
Lo baciai con la certezza di aver raggiunto, finalmente la completezza.
Non mi importava se aveva cercato di allontanarsi da me. Non mi importava nulla di tutto ciò.
Ci staccammo e lui mi accarezzò una guancia sorridendo. Ancora non riuscivo a crederci.
<< Perdonami, perdonami se puoi. Non cercherò più di allontanarmi da te. Voglio solo che tu stia attenta e sappia a cosa vada incontro. Non voglio che tu soffra per colpa mia, ne ora, ne mai. Non è una scusa per ciò che ho compiuto ma è una spiegazione. Non pensare che io sia senza cuore. Io ti amo. >>
Lo abbracciai e sussurrai a mia volta: << Proprio quello che volevo sentirmi dire. >>

 

 
   
 
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