Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Pinz97    30/11/2014    0 recensioni
Ma se il mondo dovesse precipitare da un momento all'altro, a chi potrei aggrapparmi?
Sono anni che mi pongo questa domanda e a 18 anni non ho ancora trovato una risposta. O meglio, pensavo di averla trovata, ma era errata.
Ogni tanto mi prendono quei pensieri filosofici che neanche platone sarebbe riuscito a formulare: infondo cosa ne sapeva lui dell'amore?
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ma se il mondo dovesse precipitare da un momento all'altro, a chi potrei aggrapparmi?

Sono anni che mi pongo questa domanda e a 18 anni non ho ancora trovato una risposta. O meglio, pensavo di averla trovata, ma era errata.

Ogni tanto mi prendono quei pensieri filosofici che neanche platone sarebbe riuscito a formulare: infondo cosa ne sapeva lui dell'amore?

La sveglia sarebbe suonata in un minuto esatto ed io ero sveglia da almeno mezzora.

Bloccai la sveglia prima che potesse suonare e mi alzai.

Ultimamente niente riusciva a farmi dormire e le mie occhiaie sottolineavano questo abbandono da parte di Morfeo.

Una bella doccia e poi eccomi lì difronte allo specchio con i soliti jeans, la maglia della Old Navy e la felpa nera gigante di mio fratello.

Nascondevo i miei chili di troppo sotto strati di maglie e felpe.

Oggi i miei capelli castani avevano assunto una forma boccolosa. Invece gli occhi erano sempre gli stessi: scuri e spenti.

Guardai il letto dei miei genitori, lì, intatto come ogni giorno e vuoto come ogni giorno.

Non osavo più entrare in quella stanza.

Si certo, mi mancavano le urla di mia madre al mattino e il ronfare di mio padre, ma ormai erano due anni che non sentivo più questi suoni: il brutto era che non c'ero per niente abituata.

Fuori era buio, ma cosa ci si può aspettare da una mattinata di settembre?

Presi le chiavi e salii in macchina. Destinazione: stazione.

-Buongiorno Pinz!- mi salutò Alice appena arrivai.

Davanti a me una ventina di persone attendevano il treno per Borgotaro.

-Ciao Ali- risposi fingendo un sorriso.

Non pensatemi depressa, a me piace pensare “persona predisposta a stare unicamente nel suo mondo”.

Sono sempre assente: mi vedi difronte a te ma non ci sono.

E allora si aziona il pulsante “risposta cortese” nel mio cervello e la bocca e le corde vocali fanno il resto.

A me piace il cielo.

Tutti tendono a dire che non li ascolto, ma io li ascolto e gli rispondo. Solo che a me non interessa niente. Io voglio solo allontanarmi da questo pianeta.

Alice, Nicola ed io saliamo in treno e ci prendiamo i soliti posti a destra: io accanto al finestrino, Nico difronte a me e Alice alla sua sinistra.

Devo ammettere che mi erano mancati un sacco.

Ora per me iniziava l'ultimo anno di liceo. Pensare all'esame non mi stressava. Rivedere quegli stronzi dei miei compagni di classe non mi preoccupava.

-Hanno cambiato preside sai?- disse Nico aggiustandosi gli occhiali.

I suoi riccioloni gli coprivano la fronte.

-Ah si, è venuta la Ricciardini- concluse Alice.

E poi li lasciai alla loro discussione.

Io guardavo fuori dal finestrino le colline che iniziavano a schiarirsi sotto i primi raggi di sole.

Solo una loro frase mi distolse dai pensieri

-Sapete che Elia è tornato vero?- disse Alice.

Dentro di me sentii il cuore sorridere.

Il ragazzo che più avevo detestato, ma al quale avevo voluto un bene immenso era da qualche parte su quel treno insieme a noi.

All'uscita dal treno la gente si ammassava sulle porte: chi entrava, chi usciva, chi spingeva e chi aspettava.

Sarebbe stato carino dire “Signori con calma i treni mica scappano” peccato che non fosse vero.

Una volta perso un treno te ne toccherà prendere un altro e non sarà mai lo stesso.

-Eccolo!- urlò Alice sbracciandosi verso Elia.

Si avvicinò.

Ci guardammo negli occhi: Dio come mi erano mancati quegli occhi!

Schegge di ghiaccio si incastonavano nel mio profondo oceano di cioccolato.

Una mistura di chiaro scuro.

Distolsi lo sguardo e gli diedi le spalle, per poi staccarmi dal gruppo ed incamminarmi verso scuola.

Era stato via un anno all'estero. Non si era fatto sentire. Se n'era andato senza salutare.

Cosa si aspettava? Non avrebbe ricevuto neanche una singola parola da me.

Qualcosa turbava i miei pensieri....non guardavo più il cielo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Pinz97