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Autore: BeaaFoxx0903    30/11/2014    0 recensioni
Sam pensa di essere in un mondo normalissimo ma ben presto scoprirà verità che le sono sempre state nascoste, da sua madre, suo padre, suo fratello e gli amici dei suoi genitori. Capisce che cosa sta succedendo in una piccola città dove lei, sua mamma e suo fratello maggiore Alex si sono trasferiti prima del suo terzo anno di liceo.
Oltre a tutti questi misteri che l'assillano ci saranno anche due ragazzi, amici di suo fratello, che ogni volta che possono litigano per lei.
Samantha dovrà scegliere tra la sua vecchia vita e la sua nuova vita, tra un ragazzo che sembra un angelo ma è un diavolo è un ragazzo che sembra un diavolo ma sotto sotto è un'angelo.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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La luce entra fioca dalla mia finestra e colora la mia camera di un arancione vivace. Apro piano gli occhi e maledico la sveglia è il suo suono infernale. Mi costringo ad alzarmi e spegnerla. Attraverso la stanza e mi dirigo in bagno ma come al solito inciampo in uno dei miei scatoloni del trasloco che non ho ancora svuotato, atterro rumorosamente sul pavimento e sento la porta di mio fratello Alex aprirsi. Ne esce un ragazzo di 17 anni piuttosto stanco, capelli neri e occhi marroni e verdi. È alto e atletico, sinceramente è anche abbastanza bello. È sempre stato molto protettivo nei miei confronti specialmente da quando ogni due mesi cambiamo città. Ora siamo in una cittadina tra le montagne e oggi inizio il primo anno della terza liceo.

"Allora ti alzi o stai lì per terra?"

"Simpatico come ogni mattina vero. Sei rientrato tardi?"

"Si abbastanza"

"Mamma ti ha beccato vero?"

"Si..."

"Poveretto..."

"Zitta Sam!"

"Ok scusa" mi alzo e prendo una maglietta blu notte dall'armadio, un paio di pantaloni neri e le mie Nike preferite anche loro blu. Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce.

Uscita mi fissa allo specchio. Ho le forme al punto giusto, abbastanza alta, capelli rossi ondulati lunghi fino a metà schiena e occhi verdi e marroni come quelli di mio fratello. Mi vesto velocemente, mi trucco con un po' di matita nera e eye-liner nero poi vado verso la camera di mio fratello. 

'Di sicuro sarà giù a fare colazione' penso. Infatti apro la porta della sua stanza e lui non c'è, prendo una delle sue felpe e scendo prendendo la borsa a tracolla.

Mi metto le cuffiette e sto per uscire quando mio fratello mi chiama.

"Sam vieni un attimo in cucina?"

"Che vuoi?" Protesto.

"Vieni!" Urla.

Lascio la sua felpa sul portico e rientro in casa andando in cucina.

"Vuoi un passaggio a scuola?"

"No grazie vado in skate"

"Ok va bene come vuoi. Ciao ci vediamo in corridoio"

"Si certo come se mi cagassi" 

"Dai muovi il culo che arrivi in ritardo." Mi dice ridendo "ah aspetta mamma ha detto che oggi non torna per pranzo ma verso sera tardi"

"Ok va bene, ciao."

Esco prendo la felpa e lo skate e vado verso scuola con in sottofondo i Maroon 5.

Arrivo giusto in tempo e fisso sta scuola. Dovrò passare qui un bel po' di tempo secondo mia mamma ma sono abbastanza sicura che tra tre o quattro mesi imballiamo tutto e ce ne andiamo, dovrò abbandonare ancora tutto, ancora tutte le persone che conoscerò, tutto quanto...

Entro e vado in segreteria. In questa città le notizie volano in fretta come il fatto che sono quella nuova di sicuro infatti tutti mi fissano. Non mi importa granché sono sempre stata la nuova. Arrivata in segreteria chiedo alla segretaria la mia classe è il mio armadietto.

"Salve"

"Oh, salve signorina dica pure"

"Mi chiamo Samantha..."

"Oh si la sorellina di Alex vero?"

"Si..."

"Tuo fratello mi ha detto che saresti passata"

"Ah ok"

"Ecco a te questo è l'orario di tutta la settimana e il tuo armadietto è il numero 142"

"Grazie"

"Niente passa quando vuoi" 

Esco e cerco il mio armadietto. Una volta trovato lo apro e appoggio lo skateboard dentro per poi richiuderlo e cercare la mia aula. Stavo ascoltando ancora la musica ed ero così assorta nei miei pensieri che non mi resi conto di dove stavo andando fino a quando non vado a sbattere contro qualcuno e cadendo all'indietro con la borsa.

"Ehi!"

"Ops scusa" dissi togliendomi le cuffiette e alzando lo sguardo. Rimasi un'attimo imbambolata. Era un ragazzo davvero bello capelli castani e occhi marroni dorati.

"Tutto ok?" Mi chiese porgendo mi la mano squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Ehm... S-si tutto o-ok" dissi insicura afferrando la sua mano, era piacevolmente calda anche se faceva un freddo cane in quella scuola.

Sentii qualcuno chiamarlo da dietro "ehi Theo con chi parli?" Ma io quella voce la conosco!

"Alex?!" Dissi.

"Sam?"

"Ehi mi sono perso qualcosa?" Chiese Theo.

"Theo ti presento la mia sorellina Samantha" 

"A ecco, piacere"

"Piacere" dissi.

"Ok Theo smettila di fissarla così, se no ti spacco la faccia"

"Ok scusa amico" disse ridendo e alzando le mani in segno di difesa.

"Comunque Sam... Quella non é la mia felpa?" Chiese Alex.

"Forse" risposi ridendo.

"Dai andiamo se no facciamo tardi e non voglio che rivi tardi il primo giorno" disse mio fratello.

"Tanto non mi importa, comunque sapete dov'è la classe di matematica?"

"Si io si" disse Theo "ti accompagno"

"Ok" dissi sorridendogli.

"Theo ti aspetto in classe non fare cazzate" disse e poi si indicò la testa, ma che intendeva dire?

"Si certo"

Alex svanì dietro il corridoio mentre noi proseguimmo dritto.

"Allora Samantha quanti anni hai?"

"Chiamami pure Sam, ne ho 16"

"Sembri più grande lo sai?"

"Si me lo dicono in molti" dissi scherzando.

"Dai raccontami un po' di te"

"Ok allora... Ho un fratello Alex che conosci già, mia madre si chiama Monia, ho un cane che si chiama Leyla, due gatti Zeus e Poseidone..."

"Zeus e Poseidone? Sei seria?" Mi chiese ridendo.

"Lo so nomi strani ma mi piace Percy Jackson che ci vuoi fare" dissi ridendo pure io.

"Continua"

"Leggo parecchio, ci siamo trasferiti circa due settimane fa ma credo che anche questo lo sai, ci trasferiamo quesi ogni tre o quattro mesi da quando ho 15 anni, mio padre è chissà dove e non ci raggiunge mai quindi presumo che mia madre e lui abbiamo divorziato ma ogni volta che le chiedo qualcosa su di lui cambia abilmente discorso..." Feci una pausa per paura di scoppiare a piangere davanti a lui, non potrei sopportare anche questa "e tu invece?"

"Mi dispiace, prima o poi te ne parlerà. Io... Allora ho 17 anni, come tuo fratello, anche io per un po' ho cambiato città ma più che altro era colpa mia facevo sempre qualche casino a scuola fino a quando non sono arrivato qui due fa, niente più incidenti tranne magari delle litigate in corridoio o con i prof. Per il resto sono un ragazzo..."

"Normale?"

"Si" mi disse sorridendo era come se non trovasse la parola o se secondo lui fosse sbagliata. 'Normale'. A me sembra un ragazzo normale, credo...

"Comunque eccoci qui, questa è l'aula di matematica, ci vediamo dopo ciao"

"Ciao"

Ci salutammo sulla porta e tutta la classe ci vide. Mi girai e tutti mi fissavano, un gruppo di ragazzi ridevano e un gruppetto di ragazze più svestite che vestite mi fissavano, rosse in volto dalla rabbia o forse dalla gelosia, sembrava che mi volessero scannare viva. Facevano paura.

Andai in fondo alla classe e mi sedetti all'ultimo banco, ripresi le cuffiette e ascoltai i linkin park fino a quando il prof non entrò
   
 
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