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Autore: haaveillax    01/12/2014    2 recensioni
Dal testo:
"Me ne sto rannicchiato su me stesso, al centro del letto, con i ricci disordinati sparsi ovunque e il viso premuto contro il cuscino; le spalle scosse da frequenti singhiozzi e il viso madido di lacrime che ancora non ne vogliono sapere di arrestare la loro corsa.
È colpa mia?"
IT'S LARRY.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio HellenBach, mia amica, che con una santissima pazienza
ha corretto questa storia, evitando così di farmi fare brutte figure.


 
 
È colpa mia?



 
 
Me ne sto rannichiato su me stesso, al centro del letto, con i ricci disordinati sparsi ovunque e il viso premuto contro il cuscino; le spalle scosse da frequenti singhiozzi e il viso madido di lacrime che ancora non ne vogliono sapere di arrestare la loro corsa.

È colpa mia?

La nostra camera da letto, la camera in cui abbiamo condiviso umori e amore, è completamente distrutta; i vetri sovrastanti le nostre foto in frantumi, cocci di vetro sparsi ovunque, le ante di un armadio, ora per metà vuoto, aperte. Quasi a volermi ribadire che tu non ci sei più, che tu sei andato via.

Cosa ho sbagliato? 

L'eco delle tue parole risuona ancora nella mia mente, con tanta violenza da provocarmi un mal di testa atroce ed implacabile. Stringo la federa del tuo cuscino, come per farmi forza, mentre le scene di poco fa mi giungono per la miliardesima volta davanti agli occhi, come nei peggiori incubi.

Coperto da un plaid di lana bianca e un maglione rubato dal tuo armadio, ero intento ad aspettarti. Eri in ritardo, ma ormai ci ero abituato. Avevo capito che le tue cene di lavoro, alle quali forse andavi troppo spesso, finissero molto tardi e non osavo più lamentarmi, stanco delle nostre liti. Molte volte mi hai ribadito di non aspettarti sveglio ma io, testardo come sono, non ti ho mai dato ascolto, e forse solo ora me ne pento. Ora, che pur di vivere ancora quella grande menzogna che ho capito fosse la nostra storia d'amore, avrei deciso di darti ascolto. 
Lo scatto della serratura mi fece sobbalzare, indirizzando il mio sguardo alla porta d'ingresso, dove tu baciavi un altro, illuminato dalla fioca luce del lampione giù in strada. Forse saranno state le luci spente il motivo per cui non ti eri accorto della mia presenza o forse, più facilmente, volevi sbattermi in faccia il tuo tradimento. Devo ancora capirlo.
Gli sussurrasti di andarsene con voce strascicata, impaurito dal fatto che avrei potuto scoprirvi, senza prima aver lasciato che le sue labbra entrino di nuovo in contatto con le tue.
Io immobile vi guardavo, stringendo con pugni stretti il plaid; la gola secca, la pelle gelida, le mani tremanti e un cuore infranto, mentre gli occhi iniziavano ad inumidirsi.
Avevi chiuso la porta sospirando felice, appoggiandoti al muro, proprio come un ragazzino alla sua prima cotta, prima di accendere la luce e sgranare gli occhi smeraldini, accorgendoti finalmente di me.
«Tu... tu hai visto?» mi chiedesti con un filo di voce.
Io non ti risposi e mi limitai ad accennarti un sorriso che di felice nulla aveva, abbassando lo sguardo sulle mie mani che ancora stringevano il plaid con tale forza da far sbiancare le nocche.
Per quelle che sarebbero potute sembrare ore, ma che in realtà saranno stati  pochi minuti, un silenzio che non poteva e non voleva essere riempito regnava sovrano.
Non avevo il coraggio di chiederti da quanto tempo andava avanti questa storia per paura della risposta. Temevo di scoprire che forse avevi sempre mentito, di scoprire che i tuoi "ti amo" in realtà fossero solo stupide parole, magari dette per abitudine o magari dette senza badare al loro peso.
«Lui si chiama Stan. Harry, davvero, a me disp-» ti interruppi con un gesto frenetico della mano, ancora con lo sguardo basso.
«Non mi interessa sapere chi è l'uomo che ti ha portato via da me, Louis».
Ti zittisti e non osasti più proferire parola. 
Allora, io alzando lo sguardo e puntandolo nei tuoi occhi, decisi di affrontarti e tu, che sempre un osso duro sei stato, non hai mollato e sei restato in silenzio a scrutarmi con furbizia, cercando di capire come avrei potuto reagire. Cerchi di dissimulare i tuoi sentimenti per non mostrarti debole, Gli occhi inscrutabili. 
Mi constrinsi a distogliere lo sguardo, passandomi poco dopo una mano sul viso. Ti guardai di nuovo, ora improvvisamente stanco, sembravo aver perso ogni energia. 
Decisi di alzarmi dal divano di pelle, per dirigermi come un automa nella nostra camera da letto, aprii le ante dell'armadio, e in un improvviso gesto di rabbia, iniziai a tirare fuori tutti i tuoi vestiti, buttandoli a terra, mentre lacrime sgorgavano dai miei occhi.
«Harry, cos-» cercasti di intervenire.
«Zitto! Vattene via da questa fottuta casa e dalla mia vita ora!» ti urlai in preda all'ira che mi ribolliva nelle vene, sentendomi improvvisamente deriso ed umiliato.
Ti guardai, distrutto e stanco, lasciando che ormai le lacrime prendessero possesso di me, lasciandomi sul nostro letto, mentre tu immobile restasti a guardarmi.
Raccolsi il mio viso fra le mani, come per nascondermi, singhiozzando sempre più forte, desiderando solo di mettere a tacere tutto questo dolore che mi stava logorando dall'interno.
Tu ancora mi guardavi, forse in preda ai sensi di colpa o forse con pietà, e mi lasciasti sfogare in silenzio.
«Tu.. non mi ami più? Non è così?» lo vidi irrigidirsi alla mia domanda. 
Volevo sentirmelo dire, non volevo più essere preso in giro in questo modo, e anche se avrebbe fatto male, non mi sarebbe importato. 

Ed ora, a distanza di due ore, ancora piango lacrime che non hai avuto coraggio di raccogliere.
"Non ti amo più, mi dispiace Harry" mi hai detto, senza nemmeno guardarmi negli occhi prima di scappare via, come un codardo.

Me ne sto rannichiato su me stesso, al centro del letto, con i ricci disordinati sparsi ovunque e il viso premuto contro il cuscino; le spalle scosse da frequenti singhiozzi e il viso madido di lacrime che ancora non ne vogliono sapere di arrestare la loro corsa.
Ponendomi domande di cui non possiedo e forse non voglio risposta.

È colpa mia?

 
Cosa ho sbagliato? 


 

Spazio Autrice.

Ringrazio chi è arrivato fin qua giù, davvero.
Buh, questa OS è nata dal semplice bisogno di dover scrivere qualcosa, una qualsiasi. 
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate e vorrei chiedervi di scrivermi perchè, secondo voi, ho concluso e chiamato questa OS in questo modo.
Per chi magari vorrebbe dirmi qualcosa, o non so, su twitter sono @surprisehar.


Mi scuso per gli eventuali errori/orrori grammaticali. Nel caso ne troviate qualcuno, per favore segnalatemelo, così provvederò nel correggerlo.
 
  
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