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Autore: Diosmira    01/12/2014    1 recensioni
Una storia che parla d'amore e di paura, speranza e perseveranza.
Leggendola scoprirete la storia di una ragazza alla ricerca di ciò che le è stato tolto molto tempo fa: la Famiglia.
Lotterà con tutta se stessa per riaverla e attraversando gli oceani del tempo riuscirà ad ottenere la cosa più dolce: L'amore!
Ma potrebbe presto scoprire che spesso "l'amore può essere freddo come una tomba, un biglietto di sola andata per una tristezza infinita"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Successivo alla saga
Capitoli:
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NdA Chiedo umilmente scusa per il ritardo di pubblicazione.
Ci tenevo ad avvisarvi che questo capitolo sarà lungo lungo (tremendamente lungo).
Quindi, se avete voglia, armatevi di pazienza. Altrimenti Amen.
Le spiegazioni le troverete alla fine.

 
 
Are You Watching After Me

(Prt. II)
 
 
Città di Siena, Italia. 1737
 
https://www.youtube.com/watch?v=CCTimji4ITgI
 
When I'm falling' deep down under
I'm always gonna wonder
If you're watching' after me
Watching  after me
 
Anna si trovava in cortile.
Stava stendendo il bucato, quando Giulia tornò a casa inaspettatamente presto.
Erano appena le dieci, mancavano ancora due ore alla sua pausa.
Ma quando la ragazza sentì la porta aprirsi non si fece troppe domande, smise il suo lavoro e corse incontro alla sorella.
Da quando Giulia aveva dodici anni lavorava instancabilmente per la nobilissima famiglia Tolomei, sostituendo la madre morta per malattia.
Anna allora aveva già otto anni.
Il lavoro come domestica non era troppo duro, le diceva sempre la sorella maggiore, e c’erano un sacco di altre donne ad aiutarla.
Guadagnava molto.
Abbastanza da permetterle di non lavorare a sua volta.
Giulia voleva prendersi cura di lei, voleva regalarle una vita migliore, ma in un clima come quello in cui vivevano era dura.
Anna sapeva bene tutto quello che la sorella subiva ogni giorno.
Gli abusi dei signori, le angherie delle signorine.
Tutto pur d’impedire che anche lei subisse il suo stesso destino.
La fatica era più mentale che fisica.
Ogni sera tornava a casa stremata, sull’orlo delle lacrime, il corpo pieno di lividi.
E lei non riusciva mai a consolarla.
 
Ma le cose erano cambiate negli ultimi due anni.
Prima, Giulia aveva stretto uno speciale legame con la governante.
Quella donna la proteggeva, la mandava a casa prima del tempo e le affidava i compiti meno gravosi.
Questo le diceva la sorella, anche se Anna aveva i suoi dubbi.
Nonostante avesse notato che la sorella si trovasse in migliori condizioni, tornava a casa ogni giorno più stanca.
Poi, appena un anno prima, Giulia era cambiata.
Sorrideva, era felice.
Divenne più propositiva e fiduciosa.
In qualche modo riuscì a guadagnare talmente tanto da potersi permettere di pagare per la sorella un periodo di apprendistato presso la sartoria cittadina.
Anna aveva così potuto trovare, a soli sedici anni, un lavoro benestante.
Ma nonostante tutto aveva notato le occhiate strane che di tanto in tanto Giulia le lanciava.
Sembrava confusa, la studiava come aspettandosi qualcosa da lei.
E ogni volta pareva delusa.
Tornava a casa sempre più tardi, saltava le pause.
Aveva cominciato ad evitarla.
 
Per questo fu felice di vederla a casa così presto.
Ma non appena entrò nella stanza in cui pensava di trovarla, capì che c’era qualcosa di sbagliato.
C’erano tre uomini con sua sorella, e non le sembrava che avessero buone intenzioni.
Erano alti, due mori, identici, e uno castano.
Avevano gli occhi incredibilmente chiari.
Verdi.
 
(Qualche ora prima)
 
Giulia stava grattando via dal suolo una gran brutta macchia, ma pareva che il pavimento non avesse voglia di collaborare e farsi pulire.
Non vedeva l’ora che quella giornata finisse, nonostante fosse appena cominciata.
Voleva parlare con Anna.
Si era stancata di fingere, di starle lontana, doveva dirle la verità.
Doveva dirle che non erano sorelle.
Doveva dirle di essere una strega, non le importava di infrangere il regolamento.
Voleva che sapesse che ciò non cambiava niente.
Lei sarebbe sempre stata sua sorella, si sarebbe presa cura di lei.
Avrebbe amato ogni suo singolo mortale respiro.
<< Giulia >> la voce di Gabriella la fece sussultare e la distolse dai suoi pensieri.
Si sollevò e si diresse verso la sua ex mentore.
Ormai era una strega a tutti gli effetti, l’apprendistato era finito.
Erano quasi amiche.
Ma dovevano mantenere le apparenze.
<< Sì signora, ditemi >> rispose, diligente.
La governante le fece un cenno con la testa, indicandole di seguirla.
La portò nello studio del signore, vuoto a quell’ora.
Era terribilmente seria.
Giulia aveva già intuito che c’era qualcosa che non andava, ma attese che fosse Gabriella a parlare.
Non aveva il diritto di fare domande.
Attese paziente, ascoltando il ritmo calmo del suo cuore, la fronte perlata di sudore.
La vide mentre si metteva comoda, seduta e la fissava, uno strano luccichio negli occhi.
A Giulia sembrò che fosse a disagio, ma non poté soffermarsi a lungo su quel dettaglio perché l’altra cominciò a parlare, la voce ferma.
<< Sapete Giulia, sono molto fiera di come avete portato avanti il vostro percorso. Ho notato con piacere che siete riuscita a mantenere un profilo basso, senza destare sospetti.
La vostra iniziazione è stata decisamente un successo >>
A quelle parole, la rossa si rilassò un poco.
Sapeva che se si doveva parlare di stregoneria non aveva niente da temere.
Non ancora, almeno.
Ma nonostante tutto sentiva che sotto c’era dell’altro, qualcosa di non buono.
Come si spiegava altrimenti lo sguardo funereo della sua superiore?
Cercò di mandare alla mente tutte le volte che aveva utilizzato la sua magia, cercando una pecca, un qualcosa che avesse potuto metterla in cattiva luce.
Non trovò niente di significativo.
<< Vi ringrazio, signora >> disse, inchinando lievemente il capo.
Era una strega completa da ormai un anno, ma aveva utilizzato la magia solamente un paio di volte, nel vano tentativo di riscontrarla in Anna.
Non essendo ancora asservita a nessuna creatura non aveva avuto modo di sfruttare le sue capacità in altro.
Volle essere il più sincera possibile.
<< La verità è che non ho praticato molto, se non per guarire il mio animo a fine giornata, come mi avete consigliata >> disse.
Gabriella annuì, pensierosa.
La ragazza notò che evitava il suo sguardo.
<< Avete una sorella, giusto? >> le chiese.
Giulia si irrigidì di colpo. Sapeva già dove sarebbe andato a parare il discorso.
<< s-sì, signora >> annaspò.
L’ex mentore le lanciò un occhiata curiosa, di sbieco.
<< Sa, Giulia >> cominciò << mi sembra strano che non me l’abbiate ancora fatta conoscere. Oramai anche lei dovrebbe sviluppare i suoi poteri, non è così? >> chiese.
La ragazza rabbrividì.
Non poteva dirle che Anna non era una strega.
L’avrebbero allontanata, non le avrebbero permesso di legarsi a lei.
Era proibito alle streghe stringere legami con i propri famigli, figurarsi rendere tali dei famigliari!
<< A dire il vero, volevo essere io ad introdurla a questa vita, signora >> rispose sicura.
Non poteva permettersi di tentennare, non adesso.
Dal sorriso che Gabriella le regalò, capì che approvava la sua decisione.
<< Ma ditemi, ha già dato i primi segnali? >>
Giulia non esitò a rispondere.
<< Certo! Se n’è accorta pure lei che accadono cose strane, avevo in mente di parlarle stasera >>
Sincerità. Il miglior modo di mentire.
D’un tratto la vecchia governante si fece nuovamente seria.
Giulia temette di essere stata scoperta, si sentì mancare.
Gabriella lo notò e le accordò il permesso di sedersi.
<< Devo dirti una cosa importante, Giulia >> passò al tu così naturalmente che la ragazza quasi non se ne rese conto.
Intimità. Il miglior modo di distruggere le persone.
La giovane annuì ed attese che continuasse.
<< Ricordi  che ti dissi che la mia mentore era legata ai Figli della Luna? >> chiese.
La rossa annuì nuovamente, stavolta era proprio confusa.
<< Beh >> continuò la governante << durante il mio periodo di apprendistato scoprii molto su di loro, e pur avendo alla fine preferito custodire gli esseri umani, ammetto di essermi avvicinata molto alla loro causa. Ogni volta che posso tento di aiutarli, capisci? >>
Giulia era sbigottita. Le aveva praticamente appena confessato di infrangere le regole.
Servire più di una creature era un crimine punibile anche con la morte.
Era considerato alto tradimento.
Una strega può scegliere di tornare indietro, ma non può custodire più creature contemporaneamente.
Era una cosa pericolosa.
Ma c’era anche un’altra cosa che lasciava Giulia piuttosto confusa.
<< Non capisco come tutto questo possa centrare con me e Anna >> disse infatti.
Gabriella sembrò ignorare la domanda e proseguì.
<< Tra tutte le creature che serviamo, le più speciali sono senz’altro i Figli della Luna.
Ma nonostante la loro forza, piano piano stanno perdendo la battaglia contro il mondo.
Sono poche le streghe che possono occuparsi di loro. Come ben sai la maggior parte di noi non raggiunge la maturazione. Se le nostre madri riescono a proteggerci dai Sidhe quando siamo in fasce, e se i Volturi non ci prendono di mira più avanti, è comunque difficile superare l’iniziazione.
Siamo poche, e in ogni caso va a finire che la maggior parte di noi ritiene più importante proteggere gli umani, in quanto deboli, mentre i Lupi vengono spesso ritenuti alla stregua dei Vampiri.
Ma devi sapere che loro ci hanno sempre rispettate.
Molto tempo fa, quando tutte le razze erano numerose e l’estinzione pareva impossibile, i Figli della Luna ci aiutavano a mantenere l’ordine, ci proteggevamo a vicenda, nascondendo la nostra esistenza a umani e vampiri. Hanno salvato così tante di noi dal rogo!
Tutte quante noi dobbiamo loro qualcosa. >>
Giulia ascoltava la storia attentamente.
Sapeva bene le difficoltà che i mannari avevano incontrato lungo il loro cammino, aveva studiato tutto su di loro durante la sua preparazione.
E sapeva bene perché li aveva scartati come possibili famigli.
La spaventosa possibilità che perdessero il controllo.
La loro recente ossessione per quelle che chiamavano gemme.
Giulia rabbrividì al solo pensiero, un piccolo, insidioso dubbio nella mente.
<< Ad ogni modo >> continuò Gabriella << quasi cento anni fa i Vampiri hanno in qualche modo scoperto la loro esistenza. Un giovane Lupo attaccò uno dei signori di Volterra.
Ne nacque una battaglia terribile. I Lupi inizialmente si rifiutarono di combattere contro creature che, infondo, avevano sempre appoggiato. Vennero decimati.
Chiesero aiuto a noi e gli fu data una profezia >>
Giulia annuì e la interruppe, spazientita.
<< trovare la Gemma, certo, ma ancora non capisco dove vuoi arrivare Gabriella. La storia la conosco, lo sai! >>
Si aspettava al minimo che la governante la fulminasse, con lo sguardo, che si offendesse per essere stata trattata in quel modo.
Invece lei non reagì. Si limitò a ricambiare il suo sguardo e a chiedere:
<< Sai che cosa sono le gemme, Giulia? >>
La ragazze rimase interdetta.
A dire il vero non c’era una descrizione precisa di queste gemme, sapeva solo che grazie a loro i Lupi riuscivano sopravvivere.
La terra da sempre ne concedeva una in ogni generazione, e i Lupi ne facevano uso per agevolare la trasformazione dei loro principi, i purosangue.
La Gemma che era stata predetta era particolare, speciale.
Ma non sapeva in che modo potesse esserlo.
Quindi scosse la testa in risposta alla domanda che le era stata posta.
Gabriella se lo aspettava e continuò a spiegare.
<< i figli delle streghe sono particolari, Giulia, ma sembra che nelle nascite seguano uno schema preciso >>
La ragazza le lanciò uno sguardo interrogativo, ancora più confusa, ma la sua ex mentore non lasciò che la interrompesse.
<< I secondogeniti >> disse fissandola forse per la prima volta quel giorno, dritta negli occhi << non sono mai streghe, Giulia. Tua sorella non può aver presentato alcun sintomo, perché non è una strega >>
La ragazza s’irrigidì quando si rese conto di essere stata scoperta davvero.
Anche se non nel modo in cui si aspettava.
Anna non era una strega, non perché secondogenita, ma perché semplicemente non erano sorelle.
Negli ultimi mesi aveva fatto ricerche e aveva scoperto chi erano i veri genitori di Anna: povera gente incapace di mantenere una terza figlia.
L’avevano abbandonata alle porte di una Chiesa dove sua madre l’aveva trovata e aveva deciso di prenderla con sé.
Anna non era sua sorella. Era umana.
E a questo punto che fosse normale o meno, sapeva che gliel’avrebbero portata via.
Non credeva che potesse esserci qualcosa di peggiore, almeno finché Gabriella non parlò di nuovo.
<< Ma non temere Giulia, tua sorella non è umana, non ti sarà portata via. Sarai liberissima di seguirla, ma non potrai impedirle di fare quello che dovrà fare >> disse, convinta, nonostante lo sguardo privo di speranze di Giulia.
<< Che intendi dire? >> chiese, stanca.
L’altra le rispose subito, quasi ansiosa di sferrare il colpo.
<< Tua sorella, è sicuramente una gemma. I figli delle streghe nati per secondi sono sempre stati presi dai Sidhe il giorno del loro primo anno, senza eccezioni. Ma le gemme sono riservate ai Figli della Luna, sono intoccabili.
Per questo sono convinta che tua sorella sia una gemma, Giulia. Non sarebbe qui altrimenti, capisci? >>
 
Sì, Giulia capì.
Capì che quello era l’unico modo per tenersi stretta sua sorella.
Lei era umana, certo, ma nessuno lo avrebbe saputo.
Se avessero creduto che fosse una gemma nessuno avrebbe potuto separarle.
Lei avrebbe potuto decidere di servire sua sorella e nessuno gliel’avrebbe impedito.
Nessuno l’avrebbe separata da lei.
Rimaneva solo da tenerla lontana dai Lupi e non ci sarebbero stati problemi.
Ma le bastò dare un occhiata a Gabriella per capire che aveva intenzione di denunciare l’esistenza di Anna ai Figli della Luna.
Non poteva permettere che ciò accadesse.
Sarebbero fuggite.
Magari a Volterra, lì i Lupi non avrebbero mai messo piede, lo sapeva.
Si alzò e cominciò la sua recita.
<< Lo sapevo che era una gemma >> disse sicura in volto. Notò con sollievo che la voce non le tremava << ma volevo tenerla fuori da questa storia il più a lungo possibile. Anna è molto giovane, ha solo sedici anni, non è pronta per affrontare il mondo del soprannaturale. Ha ancora paura del buio! Per questo voglio attendere almeno altri due anni prima di dichiarare la sua esistenza, mi capisci vero? >> concluse, quasi docile.
Ma Gabriella, mesta, scosse il capo ed abbassò nuovamente lo sguardo.
<< Il mio lavoro di strega mi impone di rivelare immediatamente la presenza di una creatura così particolare a chi la necessita >> rispose.
Giulia allora si portò una mano ai capelli e fece qualche passo nella stanza.
Si stava innervosendo, ma sapeva che doveva restare calma, o avrebbe destato troppi sospetti.
<< Datemi almeno due settimane per spiegarle tutto! Poi contatterò io stessa i Figli della Luna, giuro. Ho solo bisogno di un po’ di tempo! >>
<< Non hai capito, Giulia >> le disse l’altra strega, fissandola stavolta seria << mi dispiace, ho già rivelato la sua esistenza ai Lupi. Ti aspettano fuori di qui, in piazza. Mi aspetto che tu faccia il tuo dovere e li porti da tua sorella >>
Impassibile, Gabriella non era più l’amica, era la mentore, il giudice.
La rossa sentì il suo corpo venire pervaso da un fremito, ma non capì se fosse dovuto più alla rabbia o alla paura.
<< Non ho scelto di servire i Lupi, non è mio dovere preoccuparmi della loro salvezza e consegnargli le gemme. E non è nemmeno compito tuo, è contro le regole! >> si scaldò.
La sua superiore si irrigidì di colpo, le labbra strette, i muscoli tesi.
<< Tu non hai ancora scelto niente, una strega senza famiglio appartiene a tutto, e deve prestare aiuto a chiunque lo richieda. Questa è la regola.
Per quanto mi riguarda ho i miei motivi per voler aiutare i Lupi, ma non sto infrangendo alcuna regola, perché alla fine sarai tu a consegnare loro la gemma, non io.  Questo è un ordine >>
Il discorso era concluso
Giulia osservò la strega sollevarsi dalla sedia e abbandonare la stanza senza degnarla di uno sguardo.
Non le aveva lasciato alcuna scelta.
Con il cuore in gola, le orecchie ovattate, lasciò la villa e si diresse in piazza.
Non notò il movimento del suo corpo, né captò alcuna cosa con la vista.
Era assente.
Giunta in piazza non le servì fermarsi per individuare i Lupi.
Li percepiva a metri di distanza. Sentiva le loro aure sovrapporsi a quelle degli umani presenti.
Erano tre.
Ovviamente anche loro avvertirono la sua presenza.
Non ci fu bisogno né di sguardi né tantomeno di parole.
Giulia proseguì lungo la strada verso casa, e loro la seguirono.
Solo quando aprì la porta di casa, quando permise a quelle creature di entrare, quando incrociò lo sguardo stupito di Anna.
Solo allora si rese conto di aver appena venduto sua sorella.
Umana.
Ma questo i Lupi non avrebbero dovuto saperlo.
Mai.
Codardia. Seconda colpa.
 
 
Quando starò cadendo giù nel profondo
 mi chiederò sempre
se ti stai prendendo cura di me
occupando di me
 
Londra, Inghilterra. 1918
 
Flashes of bright, behind the blinds
A whole world of sound blocked out
Huddled in the cold, with glass intertwined
Hatred I just scream out
 
<< La stregoneria è manipolazione. Non esistono incantesimi, bacchette magiche, non siamo mere illusioniste.
Il nostro potere risiede tutto nella nostra mente.
Ogni cosa, ogni creatura che risiede in questo mondo è dotato di uno spirito, un "soffio" per gli antichi greci, una psiche che noi siamo in grado di controllare, trasformare.
Non ci è permesso creare dal nulla. Né abbiamo il potere di farlo.
Questa è la magia. Se ti aspettavi qualcos'altro, beh non mi dispiace deluderti! >>
 
Emily ascoltava Giulia parlare ormai da mezz'ora.
Sedeva composta su quella seggiola rigida che la rossa le aveva indicato e non aveva mai osato dire una parola fino a quel momento.
E non aveva intenzione di farlo.
Sentiva l'irritazione scorrerle nelle vene, bruciante.
Faticava a mantenere la mente lontana dai pensieri violenti che la tentavano in continuazione.
Aveva un'insana voglia di prendere quella riccia per i capelli e schiantarla contro un muro. Se solo ne avesse avuto la forza!
Fremeva di rabbia.
Ma la cosa che più la infastidiva era la curiosità che le parole della rossa continuavano a procurarle.
Suo malgrado lei voleva sapere, voleva conoscere quanto più possibile di quel mondo soprannaturale che le aveva portato via tutto.
In fondo, a quanto pareva, erano quelle le sue vere origini.
Sua madre da lì proveniva.
Era come se le parole della strega-lupo potessero avvicinarla di più a colei che fu Elizabeth Mary Masen.
A conti fatti non l'aveva mai conosciuta davvero.
Era stata cresciuta molto più dalla sua balia, Neste, che dalla madre; per non contare poi che gli ultimi quattro anni era rimasta chiusa nell'Istituo e aveva potuto vederla rarissime volte.
Ora veniva a sapere che era una strega e che molto probabilmente avrebbe potuto evitare tutto quel dolore.
A lei, a Edward.
Non sapeva nemmeno se suo padre sapesse o no di avere sposato una strega.
Alla fine, l'unico modo che aveva di capire davvero sua madre era entrare nel suo mondo.
Avrebbe preferito farlo in un altro modo.
Avrebbe preferito che molte cose fossero diverse.
 
Dal canto suo Giulia camminava lenta avanti e indietro per la stanza, lo sguardo lontano, la voce atona.
Mentre parlava si era lasciata trasportare dai suoi più intimi ricordi.
Della sua iniziazione, della sua vita prima...
Non aveva degnato Emily di uno sguardo da quando aveva dato inizio alla sua lezione.
Non aveva intenzione di essere premurosa, la prendeva in giro appena poteva.
Con grande sarcasmo disprezzava il suo corpo, la sua fragilità, la sua innocenza.
Quella bimba non era fatta per quel mondo, non avrebbe resistito nemmeno due mesi.
Questo pensava Giulia.
Il triste ricordo di quello che sua sorella aveva dovuto subire le attraversò la mente.
Era stata colpa sua.
Si costrinse a fermarsi di fronte alle finestre della sua stanza e, per prendere tempo, socchiuse leggermente le pesanti tende, lasciando entrare un'insolita fievole luce.
Non aveva mai permesso al sole di violare le sue stanze, ma per qualche strano motivo sentiva di averne bisogno.
Sentì i tiepidi raggi accarezzarle il volto, una mera consolazione.
Anche ora che apparteneva alla Luna sentiva di non essere stata completamente abbandonata dal resto della sua amata natura.
In fondo, si sentiva ancora una strega.
Ma era solo una triste illusione.
Con un sospiro richiuse le tende.
Non era quella la sua vita, non aveva il diritto di bramare la luce.
Non quella del sole. Non ancora.
 
Con la sua solita fermezza, la sua glaciale freddezza, riprese a parlare.
Intimamente apprezzò il fatto di non essere stata interrotta con insulse domande.
Emily sapeva evitare di essere inopportuna.
Era un altro punto a suo favore.
<< Streghe si nasce, non si diventa. Tienilo a mente. Non puoi insegnare la magia, né la puoi apprendere se non ce l'hai. Non puoi ingannare la Natura, puoi solo servirla in tutti i modi possibili e immaginabili.
Dacché c'è memoria ci siamo sempre prese cura della terra e di tutte le creature che la popolano.
Animali, esseri umani, vampiri, licantropi e i Shide, il popolo fatato. Questi sono gli esseri che proteggiamo affinché il mondo viva e respiri.
Tutte queste creature sono indispensabili e noi le aiutiamo a sopravvivere.
Ma il nostro compito è decisamente molto più difficile di quanto si possa credere.
Come ti ho detto la nostra mente è la fonte di tutto il nostro potere, tutta la nostra forza.
E' incredibilmente difficile arrivare a padroneggiare un dono simile, dobbiamo imparare a viaggiare ai confini del creato, del reale e del non reale, visibile e invisibile.
Giochiamo con la morte e spesso capita anche alle streghe più potenti di venirne catturate.
Siamo poche e il nostro numero diminuisce ad una velocità straordinaria.
La nostra mortalità è qualcosa che non siamo in grado di controllare, purtroppo.
Tra i Sidhe che si divertono a rapire i nostri bambini e le varie streghe che, lontane dalla famiglia, non scoprono mai di esserlo, sono poche quelle che riescono a sviluppare a pieno i propri poteri.
E come se ciò non fosse abbastanza il momento più difficile da superare è proprio l'iniziazione.
Chiamiamo così la prima volta che spingiamo la nostra anima oltre, confermando la nostra natura di streghe.
Prima dell'iniziazione dobbiamo superare giorni e giorni di profonda meditazione ed estenuanti allenamenti. Possono volerci settimane, mesi o anni.
La maggior parte di noi non è abbastanza forte o non è pronta.
Quando tentiamo di usare la nostra "magia", ogni volta, basta una piccola distrazione per scivolare troppo in là. E’ un errore che purtroppo anche le streghe più mature ed esperte commettono spesso.
Fatto sta che cadiamo come foglie secche. E' una situazione logorante, e non è che  gli altri  esseri soprannaturali ci aiutino!
Non c'è nessuno che difenda noi, anzi.
Gli esseri umani, stoicamente, fingono di non sapere nulla.
I vampiri, che da sempre hanno ignorato la nostra esistenza, ultimamente hanno cominciato a trasformarci in loro simili.
Credono che siamo umani "speciali" perché, dopo la trasformazione, parte dei nostri poteri psichici permangono o si sviluppano in altro modo.
Poi ci sono i Figli della Luna e  i Shide, creature che invece ci conoscono molto bene; queste si limitano a richiedere i nostri servigi a destra e a manca, pretendendoli con la forza il più delle volte.
Crediamo sempre di avere una scelta, quando creiamo i nostri famigli, ma la verità è che scegliamo sempre le creature che temiamo di più o quelle che ci considerano di meno.
Le streghe più romantiche spesso si affidano al popolo fatato, nonostante la loro bestialità superi di gran lunga quella dei veri animali quali sono i Lupi. Credo abbiano la speranza di ritrovare i bimbi che vengono rapiti, o quanto meno impedire che ne vengano presi altri. Ma ciò che i Shide fanno alle loro streghe, beh, nessuno lo sa.
Alla fine facciamo sempre molte scelte, torniamo indietro, tentiamo di cambiare il mondo.
Prima o poi ci arrenderemo all’idea che la Natura, che tanto serviamo e veneriamo, non sia altro che una gabbia divoratrice di anime.  Una gabbia che dobbiamo preservare e che non riusciamo a migliorare. >>
 
Giulia fece una pausa e andò a sedersi sul letto, le gambe incrociate.
Per la prima volta squadrò per bene la ragazzina che le stava difronte.
<< Ma tu >> disse, laconica << di questo non devi preoccuparti. Dopotutto non sei esattamente una strega. A te spetteranno ben altri problemi.
L'iniziazione la dovrai superare, ma se sei una gemma non dovresti avere troppe difficoltà.
Si dice che siate creature sacre, nessun ente soprannaturale può farvi del male, almeno non prima che acquisiate i vostri pieni poteri, e l'unico modo in cui potete acquisirli è appunto superando l'iniziazione.  Prima di allora nemmeno i mietitori possono distruggervi >>
Di fronte allo sguardo naturalmente confuso di Emily, Giulia alzò gli occhi a un cielo immaginario e si apprestò a spiegarle.
<< Sì, esistono varie morti. Sono loro che si incaricano di trasportare le anime per i vari mondi. Quando noi streghe accediamo ai nostri poteri consegniamo la nostra anima alla nostra morte “personale”. Non sempre però ci viene restituita. Non sappiamo bene perché ciò accada, fatto sta che a volte torniamo, a volte no.
Per quanto ti riguarda invece, a meno che tu non faccia sciocchezze e ti capitino strani incidenti, resterai viva per almeno i prossimi due anni.
Nessuna creatura potrà alzare un dito contro di te, sarebbe un po’ contro natura dal momento che le gemme dovrebbero garantire la sopravvivenza dell’universo.
Ne nasce una sola per generazione, se poi questa muore prima di aver espletato almeno uno dei suoi vari incarichi capitano disgrazie.
Se leggi qualche libro di storia potrai facilmente comprendere quanto spesso ciò accada.
Ad ogni modo fra due anni, dopo che avrai affrontato l'iniziazione saranno affari tuoi.
Noi al momento possiamo garantirti solo questi due anni di vita.
Tutto gira intorno all'iniziazione.
Il mio compito è quello di guidarti affinché tu sappia come raggiungere il confine e contattare il tuo mietitore. Allora sarai una strega a tutti gli effetti, una gemma preziosa; e noi scopriremo se sei così speciale come tutto sembra voler far pensare. La tal Gemma con la G maiuscola.
Se sarà così sta pur certa che i Lupi tenteranno in ogni modo di tenerti al sicuro, ma sappi che avrai tutti gli incubi dell'universo alle calcagna.
In fondo la prima volta che ti ha parlato, William non scherzava.
Ti cercheranno tutti, e non tutti avranno nobili intenzioni >>
 
A quel punto Emily non seppe trattenersi dal fare una domanda.
Dopotutto era di lei e del suo futuro che si stava parlando, aveva il diritto di avere le idee chiare!
<< Se dici che non posso essere uccisa, com'è che Lucas  e William mi sono sembrati tanto decisi a farlo? >> chiese.
Sul viso di Giulia ricomparì il suo solito ghigno sarcastico accompagnato da una risata mal trattenuta.
Era brava a prenderla in giro, Emily si infastidì subito.
<< Forse, col tempo capirai due cose fondamentali. La prima è che William non potrebbe mai farti del male, non consciamente al meno. La seconda è che Lucas è decisamente pazzo. E non puoi davvero fidarti di un pazzo!
Tra l'altro devi tenere a mente che quella notte in cui Lucas ti ha ferita è stata decisa da un tuo atto stupidamente ridicolo. Non dovevi andartene. Punto.
Se fossi morta, sarebbe stata colpa tua. E i mietitori allora avrebbero avuto l'obbligo di raccogliere la tua vita.
Ricorda dunque di tenere a bada i tuoi istinti suicidi, la natura sa come percepirli.
Se provochi la tua morte, non devi stupirti se poi muori sul serio, no? >>
Emily fremette d'indignazione. Aveva capito la posizione della rossa, e sapeva che aveva ragione, ma non sopportava di essere trattata come una bambina.
 
Stava per risponderle brusca quando la porta della stanza si spalancò all'improvviso e Christian fece il suo ingresso, spavaldo.
Subito Giulia si sollevò in piedi, lo sdegno rigidamente dipinto sul suo viso.
<< Che ci fai qui? >> sbottò aspra << nessuno ti ha dato il permesso di entrare! >>
Un ringhio spaventoso sembrò nascere dal suo torace, prova della sua natura animalesca.
Il biondino fece immediatamente due passi indietro, i palmi delle mani sollevati in chiaro segno di resa.
Giulia lo fulminò con lo sguardo, dando segno di non notare il suo segno conciliante.
<< Okay. Okay! >> esclamò in fretta il biondo, facendo un ulteriore passo indietro.
Ora aveva quasi raggiunto lo stipite della porta.
<< Mi manda Will >> si affrettò ad aggiungere, chiaramente innervosito << vuole che tra un'ora ti faccia trovare nel suo studio. Io e Peter abbiamo trovato Thomas, siamo appena tornati. La presentazione della gemma è stata fissata per domani sera, poco fuori città >> concluse, passandosi una mano tra i capelli.
Era ovvio che fosse a disagio, ma Giulia lo fissò impassibile.
<< Avresti dovuto bussare. Non voglio idioti nelle mie stanze! >> lo redarguì, secca.
Emily si accorse che la rossa stava tremando, anche se impercettibilmente.
Con un brivido le tornò alla mante la lotta a cui aveva assistito solo due settimane prima. I ringhi e i tremori che avevano anticipato sangue e violenza.
Sperò che la riccia si calmasse. Non ci teneva proprio a rivivere quella scena inquietante.
Anche Christian sembrò notare in quel momento la condizione isterica della rossa, così fece una risatina, come a voler stemperare il nervosismo.
Per una attimo i suoi occhi incrociarono quelli della giovane ragazza, ancora rigorosamente seduta su quella scomoda seggiola.
<< D’accordo! A dire il vero sapevo che non mi avresti lasciato entrare, per questo ho fatto di testa mia! Volevo vedere lei e soprattutto sapere se era ancora tutta intera! >> Disse indicando Emily mentre si dondolava sul posto.
Subito Giulia emise un ulteriore ringhio, impazientita.
<< Puoi andare! >> parve sputare ogni singola parola.
Il ragazzo però sorrise e, invece di indietreggiare, si avvicinò alla rossa che con uno scatto e l'ennesimo ringhio si ritrasse, quasi scottata dalla sua vicinanza.
Ma il ragazzo la ignorò.
Fissò invece i suoi occhi chiari appena sopra le spalle scoperte di Emily, dove poco prima scendeva la sua lunga chioma.
Un sorriso compiaciuto gli illuminò il volto quando si rivolse di nuovo a Giulia.
<< Vedo con piacere che hai già cominciato alla grande, non mi deludi mai principessa! Ricordati però che puoi andarci piano, con lei.
Hai ben due anni davanti, non c'è bisogno di distruggerla subito, giusto? >> la domanda suonò fin troppo ironica per i gusti di entrambe le ragazze.
Per la prima e forse ultima volta per la loro mente passò lo stesso identico pensiero:
Quel ragazzo era irritante.
Ma le loro reazioni furono molto differenti.
Mentre la piccola Emily strinse i lembi del suo abito in due pugni ferrei e abbassò il capo, la rossa diede una brusca spinta al biondo spedendolo dritto contro il muro adiacente alla porta.
<< Fuori! >> gli intimò.
Il sorriso non aveva abbandonato il viso del ragazzo quando questo, prima di abbandonare la stanza, si voltò di nuovo.
<< Un'ultima cosa. Per domani devi farla vestire di bianco, principessa >> sparì prima che Giulia potesse rispondergli in alcun modo, richiudendosi la porta alle spalle.
 
Bagliori luminosi, dietro le persiane
un intero mondi di suoni bloccato fuori
raggomitolata nel freddo, avvolta nel vetro
d'astio ho solo gridato.
 
Con un sospiro esausto la rossa si risedette sul letto, tentando di calmare i fremiti che ancora sconquassavano il suo corpo.
Lanciò un'occhiata di fuoco ad Emily, come sfidandola ad osare a dire qualcosa.
Ma Emily non poteva stare in silenzio. Non voleva.
In primo luogo perché aveva decisamente troppe domande.
E poi sapeva che l'unico modo che la riccia aveva per riprendere il controllo di sé era distrarsi.
Oh, il suo non era certo un modo di prendersi cura della rossa, no. Era più autodifesa. Ormai aveva visto abbastanza da capire che, se un lupo perdeva il controllo, erano guai.
<< Cosa c'è di così speciale domani sera? >> chiese dunque.
Non era per niente contenta di dover abbandonare il suo lutto così presto, anche se sarebbe stato per una sola notte.
Sperava dunque che fosse per qualcosa di davvero importante.
Giulia all'inizio non parve avere intenzione di risponderle, ma poi si arrese e parlò.
<< Domani sera sarai presentata come nuova gemma alla comunità dei Figli della Luna. Credimi è un avvenimento più che importante. Segnerà le speranze di tutti i Figli dei Lupi, tanto più se verrai riconosciuta come tale >>
<< Riconosciuta? >> domandò Emily.
<< Sì, ma tu non dovrai fare molto. Spetterà a William dimostrare che sei davvero una gemma, ma credimi abbiamo abbastanza prove. E soprattutto ci sono troppi Lupi che hanno bisogno di te per dilungarci troppo sulla questione.
E non farti illusioni. Che sei una gemma è sicuro e lo dimostreremo.
Più difficile sarà forse capire se sei davvero la Gemma, quella della profezia.
Ma anche in questo caso William per la prima volta sembra particolarmente fiducioso. >>
Emily scosse la testa, appesantita da tutte quelle informazioni.
<< Ma alla fine, cos'è che dovrei fare? cosa sono le gemme e perché sono così importanti? E di che profezia parli?! >>
Sapeva di stare alzando la voce, ma era nervosa, confusa e aveva troppe domande per la testa.
Giulia parve non dare troppo peso alle sue parole. Era concentrata sul suo respiro.
Tremava ancora, anche se ormai era chiaro che si era calmata a sufficienza.
Rispose alle sue domande senza quasi rendersene conto.
<< Le gemme! >> sbuffò << sono nate per essere utili in qualche modo. Maledette. Hanno delle capacità che fanno gola a tutte le creature che ne conoscono l’esistenza.
Ma sono assolutamente indispensabili per i Figli della Luna.
Il segreto immagino stia nel sangue. Oh, non fare quella faccia dai! Non dissanguano nessuno, bastano poche gocce! >> aggiunse alla faccia sconvolta di Emily.
Come se il fatto che venissero usate solo "poche gocce" di sangue dovesse essere confortante!
La ragazza scosse la testa, piano. Si fece quasi pena.
In fondo era da un’ora ormai che non faceva che ascoltare discorsi su vampiri, streghe, molteplici morti, fate e quant’altro. Poteva prevederlo un po’ di sangue, no?
Giulia continuava a parlare, incurante dell’effetto che le sue parole scatenavano.
<< Con il tempo i lupi e le streghe, da sempre grandi alleati, hanno stretto un accordo, con il quale noi streghe ci impegnavamo a consegnare loro ogni singola gemma >> continuò a parlare Giulia << così sarebbe certo stato più facile individuarle piuttosto che cercarle per tutto il globo come disperati!
Ma le cose non sono mai così semplici.
La maggior parte delle madri fuggiva, nascondeva i propri figli o addirittura li abbandonavano in mezzo agli umani, pur di impedire che venissero scovati.
Immagino che questo fu quello che fece tua madre, sai? >>
Emily deglutì.
Non aveva mai pensato che forse sua madre l'aveva allontanata, rinchiusa in un Istituto dalle rigide regole, solo per proteggerla.
 
Giulia le regalò un’ulteriore sorriso sprezzante prima di continuare. Tremava ancora visibilmente.
<< Nascondere le gemme è un gesto fortemente egoista e immaturo >> il sarcasmo era tornato a decorare il suono delle sue parole. Ma nei suoi occhi Giulia poté leggere una nota quasi calda, come di … rammarico.
<< E' da senza cuore. >> continuò la riccia << Da loro dipende davvero la vita di decine, se non centinaia di lupi, e se i lupi muoiono, finisce il mondo.
La natura ha un equilibrio che non deve essere spezzato, e noi streghe esistiamo apposta affinché questo non accada.
Molte creature temono i figli della luna, se non li odiano.
Sono creature micidiali, letali, incontrollabili.
Possono essere ottimi alleati e mutarsi all'improvviso in nemici terrificanti, anche senza volerlo.
Fino a pochi secoli fa i loro più grandi oppositori erano i Sidhe.
Sia il popolo fatato che i Figli della Luna infatti sono profondamente legati alla terra e alla natura.
Tendono a governare il loro territorio e a proteggerlo con le unghie e con i denti.
La differenza principale è che i primi ritengono che ogni singolo pezzo del mondo gli appartenga.
La cosa che desiderano di più al mondo è eliminare i Lupi.
E a differenza di molte altre creature, loro conoscono il segreto delle gemme, e anche se non hanno il permesso di prenderle quando sono ancora in fasce per i motivi che ti ho già spiegato, subito dopo l'iniziazione non perdono tempo e tentano di portarle dalla loro parte. E' inutile che ti spieghi la fine che hanno fatto quelle che, nel tempo, hanno ceduto. Ti basti sapere che è stato doloroso. >>
Emily rabbrividì davanti al sorriso strafottente di Giulia, ma si fece forza.
Non aveva intenzione di lasciarsi mettere i piedi in testa.
<< Mi stai raccontando tutte le minacce che mi aspetteranno, e questo mi va bene. Ma mi piacerebbe anche che di tanto in tanto tu rispondessi alle mie domande senza troppi giri di parole! >> disse.
Sapeva di risultare sfacciata, ma si sentì di ripagare la rossa con la sua stessa moneta.
La risposta della riccia fu immediata. Truce.
<< Taci! >> le intimò severa << cosa dirti e come dirtelo spetta a me deciderlo, quindi se vuoi cominciare ad ottenere delle risposte, ti consiglio di fonderti con l'arredamento e prestare attenzione, zitta e immobile! >>
La ragazza si trattenne a stento dallo sbuffare. Ma al momento non poteva fare altro che ubbidire.
Si chiese come avrebbe fatto a resistere due anni sotto le grinfie di quella megera.
Aveva ben capito che l’altra non si aspettava che vi riuscisse.
 
Intanto Giulia aveva ripreso a muoversi per la stanza, girandole attorno mentre parlava.
<< Dunque, la prima minaccia che forse dovrai affrontare verrà sicuramente dai Shide. Sono davvero esseri tremendi, ragazzina. Ti auguro proprio di non incrociarli mai >> strano a dirsi ma pareva proprio seria.
Non diede comunque tempo ad Emily di metabolizzare la sua affermazione che proseguì.
Era evidente che non si aspettava altri interventi da parte della sedicenne.
<< Ma se sei la Gemma, e qui entra in gioco la profezia, la vera battaglia che dovrai affrontare è quella contro i vampiri.
Fino a pochi secoli fa essi ignoravano completamente l'esistenza dei lupi mannari.
Anzi, ad essere sinceri sono sempre stati alla stregua degli esseri umani in fatto di ignoranza. Sono così sfacciatamente superbi da credere di essere gli unici esseri soprannaturali della terra.
Ma a quanto pare nella seconda metà del seicento un lupo incredibilmente forte perse il controllo. Né le streghe né i suoi compagni che assistettero alla scena furono in grado di fermarlo.
In una calda notte d'Estate quel lupo si imbatté in una decina di vampiri e li trucidò quasi tutti. Purtroppo recuperò il controllo nel momento peggiore.
Sarebbe sicuramente stato preferibile se li avesse uccisi tutti a quel punto.
Fatto sta che l'unico superstite di quei dieci vampiri era uno dei Volturi, i vampiri più influenti sulla faccia della terra.
Si scatenò un guerra orribile.
Centinaia di Lupi furono annientati, i sopravvissuti furono costretti a nascondersi, a vivere come cani.
La maggior parte delle streghe voltò loro le spalle, per paura di ciò che quel drastico cambiamento avrebbe potuto comportare.
Lo ammetto, noi streghe non siamo esattamente note per il nostro coraggio.
Siamo così terrorizzate dall'idea di fallire nella nostra missione a causa del nostro numero esiguo che spesso neghiamo i nostri doveri pur di preservare la nostra specie, condannandone così un'altra.
Ma siamo pur sempre mortali, il più delle volte, e il nostro istinto di sopravvivenza è molto forte >> il tono di Giulia suonava tutt'a un tratto malinconico. Aveva smesso di camminare e si era poggiata con noncuranza alla parete adiacente al letto.
Dava le spalle ad Emily che la ascoltava sforzandosi di mantenere il filo del discorso.
Senza grande successo tra l'altro.
La rossa faceva continui riferimenti che lei non capiva o non comprendeva a pieno.
Inoltre cambiava argomento così in fretta che era difficile starle al passo, almeno per lei.
<< Ad ogni modo >> continuò Giulia << la profezia dice che un giorno nascerà una gemma particolare che avrà il potere di porre fine a questa guerra e che porterà la concordia tra tutte le razze conosciute.
Non so dirti come e perché questa gemma sarà in grado di fare ciò.
Solo William e Lucas conoscono i termini esatti della profezia, in quanto sembrano essere loro i diretti protagonisti di quanto dovrà accadere.
Solo loro sono in grado di riconoscere la gemma giusta e finora non hanno mai avuto successo. Mai prima di te.
A quanto pare sono entrambi fortemente convinti che tu sia quella perfetta.
E tutti speriamo che non si sbaglino.
E' ora che questa stramaledetta guerra finisca! >>
 
La rossa si girò ed Emily affrontò il suo sguardo duro.
C'era dolore in quegli occhi.
Dolore e .. sì, tanto rammarico.
Due sentimenti che mal si abbinavano alle smorfie sarcastiche che la riccia continuava a rifilargli.
Mossa da un improvviso moto d'incoscienza, Emily si azzardò a rifare un'altra domanda.
<< Perché sono così speciali le gemme? >> ripeté.
Di nuovo Giulia la fulmino con lo sguardo, risedendosi compostamente sul letto.
Ma di nuovo, rispose.
Emily cominciava a chiedersi se i Lupi fossero creature di parola.
Sino a quel momento ogni minaccia o promessa era stata puntualmente glissata.
Non che le dispiacesse, per quanto riguardava le minacce.
Ma cominciava a dubitare di poter trovare il fratello con il loro aiuto.
Ad ogni modo Giulia così le rispose.
<< Te l'ho detto, il loro sangue è indispensabile per la sopravvivenza dei Lupi.              
Tra tutte le creature del mondo quelle più labili sono senz'altro loro.
Il motivo è che i lupi nascono umani, e restano tali per circa vent’anni.
Superati i venti, se non riescono a sviluppare il gene della licantropia muoiono.
E l'unica cosa che riesca a far scattare questo gene nei lupi è il sangue delle gemme.
La magia contenuta nel tuo organismo è in grado di fare cose incredibile per qualsiasi creatura, ma per i Lupi purosangue è assolutamente indispensabile >>
<< Purosangue? >> chiese Emily.
<< Sì, purosangue, Alfa, primitivi, principi addirittura, chiamali come ti pare. Loro sono gli unici a possedere davvero il gene della licantropia.
Lo possiedono, ma per i primi vent'anni della loro vita è sopito.
Se quando questo gene si risveglia il corpo del lupo non ha già assorbito la magia delle gemme, si consuma.
Puoi capire da ciò quanto sia difficile per loro procreare. Non hanno mai la certezza che troveranno la gemma della loro generazione, non sanno mai se riusciranno a mantenere in vita la propria stirpe.
Molti si rifiutano semplicemente di generare altri lupi puri, e così l'estinzione è ogni anno più vicina.
Questo è un problema che non potremmo risolvere mai, purtroppo, anche se molti fanno affidamento sulla profezia.
Si crede in fatti che quella famosa gemma che porrà fine alla guerra tra le razze sarà in grado di offrire il proprio sangue per infinite generazioni.
Ma io non farei troppo affidamento su questa leggenda. >>
Emily sollevò le sopracciglia.
<< Infinite ... non sarebbe comunque possibile! >>
Giulia ricambiò il suo sguardo noncurante, fissandosi le gambe incrociate, ma con uno sbuffo lievemente spazientito.
<< Ragazzina, è un'ora che ti parlo di lupi, fate, streghe e vampiri. L'idea dell'immortalità ti sembra così assurda? Sappi che non è così. Tutte queste creature sono eterne, o possono scegliere di esserlo.
Il motivo per cui ritengo che rendere una gemma immortale sarebbe inutile è che la magia non è solita piegarsi alle trasformazioni.
Le streghe che diventano immortali per scelta lo fanno alimentando il loro potere all'infinito, così la loro anima resta in mano del loro mietitore all'infinito.
Ma le gemme non possono farlo. Perderebbero la loro capacità “mistica”.
O morirebbero.
Sono stati fatti molti esperimenti in proposito, e sono tutti stati un grande spreco.
Se sei la gemma della profezia, sarà meglio non rischiare, no? >>
Emily annuì, pensierosa.
Quando i discorsi vertevano direttamente sul suo futuro le venivano i brividi.
Preferiva decisamente parlare d'altro.
<< Hai detto che ci sono Lupi purosangue. Vuoi dire che ce ne sono anche di non puri? >> chiese.
Giulia fece una risatina, ma si capiva che ormai era stanca di parlare.
Il suo atteggiamento sarcastico era lo stesso però.
<< Purosangue, mezzosangue e ibridi. Questi sono i Figli della Luna che abitano il nostro mondo.
I primi sono gli unici che possono generare altri Lupi.
I mezzosangue sono il frutto del accoppiamento tra Lupi purosangue ed esseri umani.
Due mezzosangue possono generare solo esseri umani.
Gli ibridi, come me, sono creature infette, malate.
Anche in questo caso, solo i purosangue possono infettare altre creature.
Io ero una strega, ero al servizio dei Lupi.
Ma ci fu un incidente e la trasformazione mi ha privata dei miei poteri.
Ad ogni modo, se io mi accoppiassi con un purosangue, per esempio, nascerebbe un mezzosangue. Se mi accoppiassi con un mezzosangue potrebbe nascere una potenziale strega.
Ora dovrebbe esserti più chiaro il motivo per il quale i lupi dipendono tanto dai purosangue e, di conseguenza dalle gemme >>
La ragazza annuì nuovamente, guardando Giulia di sottecchi.
 
La rossa si era di nuovo alzata in piedi, ma stavolta si era diretta all'armadio, scegliendo tra vari abiti maschili.
Emily si era accorta che per tutta la durata di quella lunga conversazione la riccia si era sempre definita strega.
Noi streghe, diceva.
Ma aveva ben capito che non lo era più.
Non aveva poteri, non aveva magia.
Per un secondo solo, Emily ebbe pietà di lei.
Era una giovane donna che infondo non aveva più una famiglia, non apparteneva più ad un gruppo.
Era sola.
Era come lei.
Infondo, poteva capire il suo atteggiamento così scorbutico.
Era fuori luogo pure lei, in quel mondo assurdo, anche se in maniera diversa.
 
All'improvviso, mentre osservava Giulia ancora intenta ad esaminare i propri abiti le sorse spontanea un’altra domanda.
<< Quanti Lupi ci sono attualmente? Quanti puri intendo. >>
La vera domanda era: a quante persone dovrò dare il mio sangue?
Giulia lo capì e ghignò, al suo solito.
<< Qui in Inghilterra si sono radunati tutti i lupi sopravvissuti all'ira dei Volturi, i vampiri che ci danno la caccia.
Domani sera li vedrai e credo che sarai alquanto stupita dall'esiguità dei numeri.
Cinque secoli fa eravamo in ottocento, circa. Con almeno trecento lupi purosangue.
Oggi arriviamo appena a trecent’ottanta teste.
E abbiamo solo cinquanta lupi puri, dei quali trentasette non hanno ancora subito la prima mutazione. Tre di questi ultimi compiranno vent'anni tra quattro mesi.
Per allora tu non sarai ancora pronta a donare il tuo sangue, e loro moriranno.
Un peccato che dovrà essere pagato dalla tua immaturità >> la fulminò.
Poi parve riscuotersi, scosse la testa e sospirò.
<< Ad ogni modo, domani incontrerai anche Thomas, è il lupo a cui sarà affidata la cura della tua forma fisica. Ci aspettiamo che tu sia in grado di difenderti anche da sola, nel prossimo futuro. Non potrai sempre avere guardie del corpo addosso, e per motivo che presto comprenderai, capiterà che tu debba combattere con le stesse creature incaricate di proteggerti.
Sarà un addestramento lungo e difficile, ma sarà meglio che tu impari tutto il più in fretta possibile. Il pericolo non aspetterà certo che tu sia pronta prima di attaccare. >>
Nonostante il solito tono ironico, Giulia aveva perso gran parte del suo tono duro.
Era stanca.
Scelse due capi dall’armadio. Poggiò uno sull’anta e appese l’altro appena dietro il sipario in cui si sarebbe vestita.
Non degnò Emily di uno sguardo mentre la congedava.
<< Puoi andare >> le intimò, severa.
Emily, scossa, non se lo fece ripetere due volte.
Ma prima che potesse abbandonare la stanza Giulia le parlò ancora.
<< Non uscirai dalle tue stanze prima di domani sera, il cibo e gli indumenti che dovrai indossare ti saranno portati. Ti consiglio di riposare, sarà sicuramente una settimana pesante, la prima di molte altre. >>
Emily annuì appena ed uscì.
Non resisteva più lì dentro.
Le mancava già la luce.
  
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