Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |       
Autore: _Roxanne    01/12/2014    2 recensioni
Questa è la mia prima FanFiction su questo fandom.
Da sempre sono innamorata del pg di Nishinoya e per una volta ho voluto scrivere di lui accoppiato con un OC ragazza, per far sognare un po' tutte noi Noya's girl al limite della follia (o forse oltre :')). Sarà una mini-long alquanto corta, infatti composto da solo tre capitoli, di cui il più sostanzioso è il primo, ma sarà l'evoluzione di un fatto che avrà il suo bel lieto fine.
Spero di avervi incuriosito, ma se non fosse così vi lasco un piccolo estratto.
""Noya mi stava baciando. E la cosa mi stava facendo sentire tremendamente bene.
[...]
-"Io... beh, insomma... scusa, non..."- balbettò, in preda al panico e all'imbarazzo, ma ancora vicinissimo al mio viso. Quando, però, se ne accorse, fece per allonarasi, ma io lo trattenni per il bavero della maglia, arrivando a sfiorare le sue labbra.
-"E' stato un primo bacio fantastico, vedi di farmi stare ancora così bene."- mormorai, un po' minacciosa, riportando le nostra labbra a contatto, mentre lui sgranava i suoi grandi occhi castani.""
Spero non sia troppo OOC.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuu Nishinoya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

親友 - Best friends. (Shin'yuu) 

 

 PARTE 1. - L'albero dalle mille lucciole. 
 

L'aria di quella mattina di novembre era alquanto fredda. Il cappotto che indossavo era pesante, ma non riusciva a riparare il mio collo dal gelo che soffiava su di esso costantemente. Avevo le mani affondate nelle tasche e la testa, per quanto possibile, vicino alla calda pelliccia del giubbotto, mentre una canzone rock risuonava nelle mie orecchie.  
Mi maledissi mentalmente per non aver ascolanto la mia cara e adorata madre quando mi aveva detto di prendere una sciarpa. Avrei dovuto ascoltarla un po' di più, forse.  
-"Izumi-chan!"-  
Una voce ovattata mi giunse all'orecchio, attraverso il trambusto della musica. Mi affrettai a togliere una delle cuffie e mi voltai indietro, per constatare se davvero qualcuno mi aveva chiamato. I miei occhi incontrarono immediatamente delle grandi iridi marroni e un sorriso nacque spontaneo sul mio volto.  
-"Ni-chan!"- gridai, contenta, con la voce che si alzò di qualche ottava.  
Corsi spedita indietro, verso quel nanetto con gli occhi marroni da cerbiatto. I suoi capelli parevano essere stati investiti da un tifone e fossero rimasti tirati indietro, come sempre.  
Gli gettai le braccia al collo e lui sembrò pià alto di me, nonostante io avessi dalla mia ben due centimentri e mezzo in più.  
-"Smettila di chiamarmi così, Izumi! Siamo al liceo. Chiamami Noya, come fanno tutti."- disse, spazientito, mentre una risata scuoteva il mio petto. Era così divertente irritarlo.  
-"Perchè? Ni-chan è bellissimo e poi a me non importa che cosa fanno gli altri."- replicai, stringendo forte le braccia intorno al suo collo, ottenendo che lui non ribattesse e mi abbracciasse per altri istanti.  
Una volta che ci staccammo, lo presi per mano e iniziai a correre lungo la strada deserta. Noya sembrava confuso, ma non avevamo tempo perchè la campanella sarebbe suonata entro cinque minuti e noi avevamo ancora un bel pezzo di strada da fare. Mi ero persa ad ascoltare la musica che non mi ero accorta di quanto stessi camminando lentamente e di che ora fosse.  
-"Muoviti, Ni-chan! Dobbiamo arrivare in tempo, la campanella sta per suonare!"- esclamai correndo, perdendo tutto quel fiato che mi rimaneva nei polmoni per avvertirlo.  
La mia corsa rallentò, perchè il mio corpo aveva terminato le riserve di adrenalina, così strinsi più forte la mano di Noya.  
-"Davvero?"- esclamò stupido, mentre io annuivo in preda agli ansimi per lo sforzo.  
In un attimo, però, cominciai a venir trascinata da quel nanetto del mio migliore amico, che correva veloce come un fulmine e allo stesso tempo mi trascinava di peso verso la meta.  
Crollammo davanti al cancello dell'istituto e quando aprii gli occhi, la campanella stava suonando e Noya mi sovrastava, in piedi, tendendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi.  
-"Grazie, Ni-chan!"- dissi con un filo di voce.  
Un grande sorriso nacque sulle sue labbra e mi fece arrossire un poco, ma venni salvata dalla marea di studenti che si riversò nel cortile, diretta verso l'entrata. Seguii la massa, insieme al mio migliore amico, finchè non ci ritrovammo davanti alla nostra classe e uscimmo dalla fiumana, che continuò il suo percorso.  
-"Hai visto che ce l'abbiamo fatta?"- domandò Noya, ostentando un'espressione soddisfatta e compiaciuta.  
Gli mollai un schiaffo sul petto, ma prima di varcare la soglia dell'aula mi avvicinai a lui e gli lasciai un morbido bacio sulla guancia, in segno di ringraziamento. Non aspettai di vedere la sua reazione, perchè con la coda dell'occhio avevo notato la professoressa girare l'angolo e venire verso la nostra classe, dunque corsi al mio banco in prima fila, sfortunatamente.  
-"Yuu! Che stai facendo imbambolato fuori dall'aula?! Fila in classe o ti metto una nota!"- 
La voce aggressiva della professoressa risuonò in tutta la classe e si sentì l'eco in tutto il corridoio. Noya schizzò all'interno dell'aula e si sedette al suo banco in ultima fila, ovviamente.  
Mi voltai indietro e con la coda dell'occhio lo vidi stare seduto dritto e composto, con la faccia sconvolta da quell'uscita dell'insegnante. Quest'ultima continuava a lanciargli occhiataccie anche durante la lezione, come per sorprenderlo a parlare o distrarsi, così da avere un pretesto per farlo espellere un'altra volta. Il mio migliore amico, però, restò per tutto il tempo immobile e muto, prese appunti e rispose esattamente a tutte le domande che lei gli pose. Alla fine, la professoressa si stancò di puntarlo e si decise a prestare la sua attenzione a tutta la classe.  
Dopo alcuni minuti, una donna venne a informare l'insegnate che era desiderata in presidenza, perciò fummo lasciati soli. Un lieve brusio si levò dagli ultimi banchi e contagiò tutta la classe, contenta per quegli attimi di respiro. All'improvviso, venni colpita in testa da qualcosa. Mi voltai e osservai il pavimento, ritrovandovi un piccolo aeroplanino di carta, con la punto lievemente accartocciata, a causa dello scontro con la mia nuca. Più per abitudine che perchè mi ero fatta male, mi passai una mano sulla nuca, pettinando anche un po' i capelli, mentre mi chianavo per afferrare l'oggetto di carta che mi aveva colpita e che sembrava contenere un mesaggio.  
Non mi chiesi nemmeno chi fosse, poichè ero abituata a quella scrittura.  
"Brutta lezione, questa. Non mi ha tolto gli occhi di dosso un secondo! Nemmeno fossi un criminale omicida! Meno male che se n'è andata e fra poco suonerà la campanella, perchè, veramente, non riesco più a trattenermi, Izumi-chan.  
Ah, oggi verrai in palestra all'allenamento, vero? Gioco meglio se ho un pubblico che mi guarda! ;) 
Noya." 
Senza volerlo, scoppiai a ridere un po' più forte del dovuto e mi affrettai subito a cercare di reprimere il riso nato così spontaneamente. Frugai nell'astuccio in cerca di una matita per rispondere al messaggio, quando la professoressa rientrò in classe battendo i piedi.  
Accartocciai il piccolo aeroplanino nella mano e lo infilai silenziosamente nella tracolla, mentre la classe si ricomponeva.  
-"Bene, ragazzi, vedo che vi siete dati alla pazza gioia mentre svolgevo delle praticeh in presidenza, eh?! Perfetto, vuol dire che sono costretta a interrogare. Non ho visto chi stava parlando, chi stava giocando o chi stava facendo altro, pertanto sarà la sorte a decidere chi verrà qui alla cattedra e mi esporrà tutto ciò che ho detto durante la lezione."- annunciò, non appena si sedette dietro la cattedra, lanciando occhiate di fuoco a chiunque le capitasse sotto gli occhi.  
Afferrò il registro e lo sbattè sulla superficie, produncendo un forte rumore che scosse tutti. In seguito, lo aprì violentemente e fece scorrere il dito sull'alfabeto, senza distogliere lo sguardo dai noi. Improvvisamente, si fermò e quegli attimi durante i quali abbassò lo sguardo furono davvero intensi e intrisi di terrore.  
-"Numero 5, alla cattedra!"- urlò, arrabbiata, richiudendo il registro.  
Pareva sgorgasse fiamme dagli occhi e fumasse dalle orecchie per quanto era furiosa, nonostante nessuno di noi avesse fatto nulla.  
Per fortuna, il numero 5 era Shiemi, una delle ragazze più intelligenti della classe, ma comunque non riuscì a essere interrogata, perchè quando l'insegnante le pose la prima domanda la campanella trillò e la lezione venne bruscamente interrotta. La professoressa se ne andò a grandi passi, furiosi, dall'aula, lasciandoci godere dela pausa pranzo.  
-"Izumi-chan!"-  
Noya mi si parò davanti al banco, facendomi sobbalzare. Aveva un gran sorriso sulle labbra e gli occhi che luccicavano.  
-"Allora, oggi verrai, vero?"- domandò, mentre io prendevo il mio cestino del pranzo e lo aprivo, scoprendo tutte le meraviglie preparate dalla mia cara nonnina.  
-"Sì, verrò, Ni-chan. E sì, puoi mangiare qualcosa del mio pranzo."- concessi, alzando gli occhi al cielo, quando Noya si avventò sul mio cestino e ne trangugiò metà.  
-"Grazie, sei la migliore."-  
-"Lo so, lo so."- risposi compiaciuta, battendo l'indice sulla guancia, perchè mi desse un bacio. Lui lo fece, ma indugiò più del dovuto, facendo arrossire entrambi. E dopo corse via, prima che potessi proferire parola.  

 
Le ore pomeridiane passarono in fretta e senza che Noya mi rivolgesse la parola.  
Quel bacio, quel piccolo gesto innocente... Io e lui non eravamo tipi da fare cose simili, ma in quel momento era arrivato così spontaneo, da entrambe le parti, che non ce ne siamo resi conto.  
Nonostante ciò, quel pomeriggio decisi di andare comunque ad assistere agli allenamenti del mio migliore amico.  
Arrivai con qualche minuto di ritardo, perciò tutti si stavano già allenando.  
-"Permesso!"- gridai, per farmi sentire sopra il trambusto dei palloni che venivano scagliati contro il pavimento lucido della palestra. Daichi, il capitano della squadra, bloccò la sua battuta a metà, voltandosi verso di me.  
-"Izumi. E' un vero piacere rivederti. Adesso che Noya è rientrato dalla sospensione, verrai a trovarci più spesso?"- domandò, sorridendomi educatamente, mentre Suga si avvicinava a noi due.  
-"Izumi!"- mi salutò, allegramente.  
-"Suga-kun! Che piacere! Come stanno andando gli allenamenti?"- domandai, mentre Daichi sorrideva e si allontanava per continuare il suo allenamento.  
-"Molto bene, direi. Abbiamo due nuove matricole spettacolari, Kageyama e Hinata. Eccoli, sono laggiù."-  
Mi indicò con la mano due ragazzi che si stavano allenando in fondo al campo. Uno di loro due aveva un'espressione alquanto concentrata e seria, l'altro era raggiante e spensierato. Pensai fossero un bel duo, ma quando vidi che cosa fecero, mi ricredetti. Erano un duo incredibile.  
Il piccoletto, quello dai capelli rossi, aveva schiacciato l'alzata veloce del suo compagno ad occhi chiusi, e, nonostante questo, era potentissima e, soprattutto, velocissima.  
-"Wow... non so che altro dire, davvero."- dissi, a bocca aperta, mentre li osservavo ripetere quella veloce.  
-"Lo so. Hinata si fida così ciecamente dell'alzata di Kageyama che non la guarda neppure. E Kageyama è un alzatore eccezionale. Gli fa arrivare la palla dritta in mano."- disse Suga, spiegandomi chi fossero quei due ragazzi.  
Dopo aver rivisto ancora una volta la loro tecnica, però, ebbi la strana sensazione di essermi abituata a quel veloce movimento 
-"Però, rimane un problema. Non possiamo usarla per molto. Dopo un po' ci sia abitua ai movimenti di Hinata e si riesce a prevedere la schiacciata. Te ne sei accorta, vero?"- domandò, risvegliandomi dalla trance che era sopraggiunta osservandoli.  
-"Oh, sì. Penso che sia una buona arma segreta, ma che non si possa fare troppo affidamento su questa tecnica, è comunque un rischio..."-  
-"Ah, Noya lo dice sempre che tu sei una buona osservatrice, non che intelligente..."- esordì Suga, interrompendomi.  
Le sue parole mi spiazzarono e dovetti attendere qualche secondo prima che il mio cervello le elaborasse, ma, quando feci per chiedere spiegazioni, Sugawara era tornato ai suoi allenamenti. 
Brontolando cose senza senso, mi avviai verso la panchina dove sedeva il professore. Mi sedetti accanto a Kiyoko, la cosiddetta manager della squadra, che era taciturna, come al solito.  
Osservai per alcuni minuti gli allenamenti dei vari componenti, finché la mia attenzione non fu attirata dalla porta della palestra che si apriva, facendo apparire un Noya decisamente esausto. 
-"Scusate il ritardo! Sono andato a fare una corsa e mi sono allontanato più del previsto!"- disse ad alta voce, dopo che tutto il trambusto dovuto ai palloni si era affievolito.  
Il capitano Daichi gli sia avvicinò e gli diede una sonora pacca sulla spalla.  
-"Tranquillo, non c'è problema, ma ora vai ad allenarti."- lo incitò, facendo comparire di nuovo quel sorriso beffardo, e che mi piaceva tanto, sulle
labbra del mio migliore amico. 
Mentre andava a posare la borsa poco distante da me, non riuscii a trattenere l'impulso di correre e abbracciarlo. Restai con le braccia strette intorno al suo collo, prima che lui ricambiasse il mio abbraccio e mi stringesse forte a sé. Mi mozzò quasi il respiro, ma fui felice ugualmente, perché mi fece capire che era tutto a posto, anzi, era tutto fantastico.  
-"Ora va' ad allenarti, su, se no Daichi ti sgriderà."-  
Noya stirò le labbra in un sorriso, fino a chiudere gli occhi, e ripeté il gesto che quella mattina era risultato così tanto imbarazzante, ma che in quel momento era il modo più bello del mondo per dimostrare il suo affetto. Comunque, arrossii e l'imbarazzo mi fece andare in panico per un attimo, però, quando vidi le gote color del fuoco del mio migliore amico, scoppiai a ridere, dimenticando l'imbarazzo.  
L'allenamento procedette molto bene e la tecnica delle due matricole era sempre più perfetta. Entrambi erano motivati ed energici, ma la cosa iniziava a stancarli parecchio. Così, per fare in modo che si riprendessero un po', presi due bottiglie d'acqua e mi diressi verso il bordo del campo dove quei due si stavano riposando per qualche minuto.  
-"Ehi, voi due, tenete!"- dissi ad alta voce, attirando la loro attenzione, per poi lanciargli le bottiglie dritte in mano. Sembravano alquanto confusi, ma io mi limitai ad alzare un pollice nella loro direzione e tornare a sedermi.  
-"Grazie per l'aiuto, Izumi. Si stanno impegnando davvero molto."- esordì Suga, avvicinandosi alla panchina, mentre gli porgevo una bottiglia d'acqua anche a lui.  
-"Sì, si vede. Migliorano sempre di più! C da dire, che con quel piccoletto forma proprio una bella squadra, nonostante si azzuffino ogni momento."- dissi, scoppiando a ridere per la piccola zuffa che si era creata fra quelle matricole.  
Erano davvero buffissimi, nonostante in campo avrebbero potuto essere quasi una persona soltanto.  
-"Hai ragione, ci vorrebbe qualcuno in grado di tenerli a bada..."-  
-"Ah, non guardare me, Suga-kun, io ho già un nanetto da tenere a bada!"- replicai, indicando con un cenno del capo Noya che stava saltellando allegramente per il campo, come Heidi sulle montagne.  
-"Oh, capisco."- disse, scoppiando a ridere anche lui, mentre Tanaka si avvicinava alle due matricole e gli dava una bella strigliata. -"E poi abbiamo Tanaka."-  
-"Che fa anche fin troppo!"- aggiunsi, riportando lo sguardo su Noya che in quel momento mi stava osservando. Non appena i nostri occhi si incontrarono, però, lui distolse lo sguado e lo puntò a terra.  
Poco dopo, l'allenamento terminò e mi accorsi di quanto fosse tardi. Il cielo fuori dalla palestra era già scuro e il mio stomaco mi avvertiva che l'ora di cena era arrivata. Tutta la squadra si impegnò a pulire per bene tutta la palestra, come alla fine di ogni sessione, e poi il capitano fece il solito discorso di congedo, dopo il quale tutti furono liberi di uscire.  
Appena uscita, mi accorsi che il piccoletto dai capelli rossi mi si era avvicinato e pareva volesse chiedermi qualcosa. 
-"Che c'è?"- chiesi gentilmente, voltandomi completamente verso di lui, cosa che lo mise ancora più in imbarazzo.  
Aprì la bocca, ma nessun suono ne uscì. In seguito, Kageyama, l'alzatore prodigio, lo affiancò ed ebbe il coraggio di rivolgermi la parola.  
-"Ci chiedevamo chi fossi. Non ti abbiamo mai vista agli allenamenti."- esordì, all'inizio vagamente incerto.  
Un sorriso furbo mi stirò le labbra e sembrò metterli in soggezione. A volte mi capita di mettere inquietudine alla gente, l'unico immune era Noya che non cedeva mai alle mie provocazioni.  
-"Diciamo che sono la fan numero uno della squadra e la migliore amica del vostro amato libero. Mi presento: sono Izumi Shinoyara, ex-giocatrice di pallavolo della squadra femminile della Karasuno. E voi due, matricole, siete Hinata e Kageyama, giusto? Il duo su cui si basa l'attacco della squadra."- dissi, indicandoli entrambi, prima di completare la mia presentazione con un occhiolino, diciamo di circostanza.  
Sia il piccoletto che Mister serietà rimasero sbigottiti e spiccicarono due parole a testa, forse, prima allontanarsi velocemente. Scoppiai a ridere, mentre Noya mi raggiungeva.  
-"Izumi-chan! Che hai fatto?! Hai messo in soggezione quelle due povere matricole?"- mi domandò, con un ghigno furbo sul volto.  
-"Affatto, Ni-chan. Mi sono soltanto presentata. Non lo faccio apposta a mettere in soggezione le persone!"- esclamai fintamente stizzita, mentre ci scambiavamo un'occhiata complice.  
La squadra imboccò la strada per la città e verso la metà io e Noya ci fermammo per girare e tornare a casa insieme. Salutammo tutti e svoltammo a sinistra, immergendoci nella campagna.  
Io e Noya ci eravamo conosciuti perché abitavamo in case vicine. Quando eravamo piccoli, non vi era nessun'altra famiglia con dei figli nelle vicinanze, così, andando a scuola, iniziammo a incontrarci e parlare. Spesso finivamo per giocare in mezzo ai campi e i nostri genitori dovevano venirci a recuperare per riportarci a casa, ma noi scoppiavamo sempre a piangere, perchè non volevamo separarci. Con il tempo, il nostro rapporto è divenuto solido e il nostro affetto si è intensificato. Era davvero difficile vederci litigare seriamente o non parlarci per un giorno, avremmo finito per impazzire.  
-"Ehi, Izumi-chan, ti va di venire a vedere una cosa?"- domandò, all'improvviso, Noya, bloccandosi nel sentiero.  
Mi voltai confusa, ma con uno scintillio di curiosità nello sguardo, che lui sembrò captare. Mi afferrò la mano e mi trascinò nel bel mezzo dei campi, finchè le luci della strada non furono molto fievoli.  
-"Dove mi stai portando?"- chiesi, spazientita ed eccitata allo stesso tempo.  
-"Vedrai, vedrai."-  
Senza più rispondere alle mie lamentele, Noya mi portò fino alla piccola foresta ai piedi della collina vicina a casa sua. Si voltò per un secondo e mi sorrise, facendomi intuire fossimo molto vicini. Mi scortò fino al centro della piccola foresta, dove si stagliava un enorme albero... illuminato. Sì, proprio illuminato.  
Milioni di lucciole svolazzavano intorno a quest'albero altissimo e creavano una luce soffusa, dolce e che pareva avere un effetto calmante. Noya mi portò fin sotto la pianta dove la luce era più intensa, ma l'atmosfera molto più bella.  
-"Wow... è meraviglioso!"- esclamai, senza parole, mentre il mio migliore amico sorrideva.  
Continuai a osservare le lucciole che creavano quella bellissima luce, finchè non fui risvegliata da Noya che mi prese e sbattè, non troppo forte, con le spalle sulla corteccia dell'albero. Sgranai gli occhi per la sopresa, che, però, non fu nulla in confronto allo stupore che provai quando realizzai di avere le labbra del mio migliore amico sulle mie.  
Uno strano calore si irradiò dal mio cuore martellante in tutto il corpo ed ebbe un effetto soporifero sui miei sensi. La mia mente cominciò ad annebbiarsi e le mie labbra iniziarono a muoversi insieme alle sue.  
Noya mi stava baciando. E la cosa mi stava facendo sentire tremendamente bene.  
Senza fiato, ci staccammo dopo poco e la delusione fu più grande di quanto mi aspettassi. Il freddo sulle mie labbra mi fece desiderare di posarle ancora e ancora su quelle del mio migliore amico, perchè la sensazione era stata una delle più belle della mia vita. 
-"Io... beh, insomma... scusa, non..."- balbettò, in preda al panico e all'imbarazzo, ma ancora vicinissimo al mio viso. Quando, però, se ne accorse, fece per allonarasi, ma io lo trattenni per il bavero della maglia, arrivando a sfiorare le sue labbra.  
-"E' stato un primo bacio fantastico, vedi di farmi stare ancora così bene."- mormorai, un po' minacciosa, riportando le nostra labbra a contatto, mentre lui sgranava i suoi grandi occhi castani.  
Questa volta i miei sensi esplosero totalmente e la sensazione fu più ampia. Pareva che il mio cuore potesse scoppiare, perchè aspettava da troppo tempo una cosa simile. E, forse, era anche vero.  
Le sue mani si posarono delicate sui miei fianchi coperti dalla spessa felpa che stavo indossando ed ebbero la funzione di avvicinarmi ancora di più a lui. I nostri petti vennero a contatto, ma, finchè non si stacco dalle mie labbra e il freddo mi fece tornare lucida, non mi accorsi che eravamo molto più vicini di quanto eravamo mai stati in tutta la nostra vita, se non forse da piccoli. Nessuno dei due era il tipo da smancerie e romanticismo, ma quel bacio racchiudeva tutto l'affetto possibile immaginabile.  
-"Scusa."- mormorò Noya, a voce così bassa che faticai a sentirlo. Incrociai il suo sguardo, lui, però, abbassò gli occhi, arrossendo.  
-"Per cosa, stupido?"- chiesi retorica, sfoggiando un sorriso raggiante, che lo soprese più di quanto mi aspettassi. Sgranò gli occhi e le guance, se possibile, gli divennero ancora più rosse per la felicità.  
Con un gesto molto dolce, portò la mano sul mio viso e lo accarezzò lievemente, prima di tornare alla carica con un altro bacio. Sembravamo due animali affamati che, nonostante stessero abbondantemente gustando la loro preda, parevano non averne mai abbastanza. I nostri baci erano frenetici ed elettrici, perchè dalle nostre bocche unite partiva gran quantità di scintille e scosse che si irradiavano anche all'interno del mio corpo. La sensazione che mi davano era meravigliosa e non avrei mai voluto svanisse.  
-"Cavolo, Izumi-chan, è tardissimo! Tua madre mi ucciderà se non ti trova a casa fra dieci minuti!"- disse, all'improvviso, Noya, guardando per caso l'orologio che portavo al polso e che si era illuminato per segnalare l'inizio di una nuova ora. Mi affrettai a guardarlo anche io e il panico prese possesso di me, quando realizzai che ora fosse.  
-"Andiamo, muoviti!"- disse più impaziente, afferrando la mia mano.  
Prese in spalla anche la mia tracolla e iniziammo a correre a perdifiato lungo il sentiero che ci riportava sulla strada sterrata e, da lì, sfrecciammo sulla terra, finchè non vedemmo le fievoli luci delle nostre case a poca distanza. Smettemmo di correre arrivati al bivio che divideva il terreno della famiglia di Noya da quello della mia famiglia.  
Mi piegai sulle ginocchia, totalmente sfinita, e tentai di riempire il più possibile di aria i miei polmoni. Una volta che ebbero smesso di farmi male e che la mia gola cessò di bruciare, mi rialzai e trovai il mio migliore amico a tendermi una mano per aiutarmi. Non rifiutai e una volta in posizione eretta, gli gettai le braccia al collo, un po' per la stanchezza e un po' perchè mi andava di abbracciarlo. Dapprima, lui rimase impietrito, ma in seguito sentii i suoi muscoli rilassarsi e le sue braccia mi cinsero un tenero abbraccio.  
-"Su, va' a casa. I tuoi genitori ti staranno aspettando."- mi sussurrò all'orecchio, mentre un lungo sospiro usciva dalle mie labbra.  
-"Va bene, Ni-chan. Ci vediamo domani, okay? Cerca di svegliarti presto, così andiamo a scuola insieme, capito, stupidone?"-  
Gli scompigliai leggermente i capelli e, senza rendermene conto, mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso. La tentazione di quel momento era fortissima ed entrambi cedemmo quasi subito. Il sapore delle sue labbra, che sapevano di cioccolato, la loro morbidezza e il fatto che si incastrassero alla perfezione con le mie mi riportò alla sensazione che avevo provato poco prima.  
Strinsi forte la sua mano, ancora intrecciata alla mia, perchè non volevo separarmi dal quel nanetto.  
Noya, in tutta risposta, approfondì il bacio, portandomi le mie sensazioni a livelli mai visti e, una volta che il bacio era terminato, si diresse verso casa sua, lasciandomi pietrificata davanti al bivio.  
Quando riuscii a riprendermi, lo chiamai a gran voce e lui si voltò per farmi un malizioso occhiolino, che nel "nostro linguaggio" significava che il giorno dopo non sarebbe mancato per nessun motivo.  
-"Izumi!"-  
Una voce acuta mi riscosse dai miei pensieri e mi voltai verso casa mia, dove mia madre era sull'uscio in attesa del mio ritorno. Afferrai immediatamente la borsa e, prima di cominciare a correre verso l'abitazione, diedi un'ultima occhiata alla strada accanto, dalla quale il mio migliore amico era già sparito.  
Mentre correvo verso casa e l'aria gelida sferzava il mio viso, tornai alla realtà, ma non simisi di sorridere, nemmeno durante la serata, perchè ciò che era successo era stato qualcosa di unico e delle conseguenze me ne importava ben poco.  


>>> WRITER'S SPACE. §

Konbawa, minna-san!
Mi presento: sono _Roxanne (o più semplicemente Roxy/Rox) e sono una Noya's girl accanita, al limite della follia. 
Questa è in assoluto la prima storia che scrivo su questo fandom (che amo da morire, per la cronaca) e quindi... boh, spero solo vi piaccia. 
Ho iniziato a scriverla pochi giorni fa e inizialmente la mia mente malata si chiedeva "Ma che diavolo sto scrivendo?", ma poi finiva pre crogiolarsi nel fargirlamento (?) più assoluto, perciò è uscita così. Gomen, non è una Shonen-ai, lo so, mi vorrete uccidere perchè shippate tutti Yuu con Asahi, ma ho da dire una cosa a mia discolpa: volevo soltato far sognare le Noya's girl come me! Così ho creato questo OC ed è venuto fuori in qusto modo, anche se non so quanto renda veramente. 
By the way, questo vaneggiamento della mia mente malata è di vostro gradimento, cari lettori e lettrici di EFP? Sì, no, forse? BOOOH. O^O
Spero solo di aver reso Noshinoya più IC possibile, quindi non ho messo l'avvertimento OOC, ma se così fosse ditelo, urlatelo pure. xD Duuunque, se mi lasciaste una recensione, commento, pensiero, parola, verbo, insulto, vaneggiamento, fangirlamento o qualsiasi cosa simile sarei la presona più contenta di questo universo. 
Bene OwO ho finito (credo/spero) con i miei scleri e per oggi vi lascio. *ignora i cori "Siiii, finalmente!"
Addio, mortali. Pff. *sparisce con un floscio POOP*

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: _Roxanne