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Autore: Poison96    01/12/2014    0 recensioni
C'è Josh, nato in Virgilia e trasferitosi a New York per lavoro e con troppi scheletri nell'armadio.
C'è Elizabeth, troppo giovane, con i genitori morti troppo presto e una vita che vita non è.
Poi c'è la metropolitana, New York e i loro due cuori affaticati che zoppicano nel provare a tornare a vivere di nuvo. FORSE.
Sempre vostra, Fallen in Love
Dal testo:
-cosa hai pensato quando mi hai vista?
-che avessi una tremenda voglia di vivere
-quindi… non hai mai pensato che fossi patetica? A caderti così tra le braccia, lasciarmi andare in un modo talmente facile con te … non hai pensato che razza di donna è? – abbassa gli occhi Elizabeth quando parla e la voce le esce come un sussurro
-hey guardami – le prende il volto tra le mani e la costringe a guardarlo – mai, nemmeno un secondo ho pensato una cosa simile di te. Hai semplicemente bisogno di tornare a vivere, a sorridere e scoprire davvero cosa vuoi
Sorride Elizabeth, in quel suo modo meraviglioso che scalda il cuore.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Note d’Autrice: salve a tutte! Oddio, questa storia è frutto di troppa caffeina, notti insonni e troppo stress! Ecco la mia mente malata cosa sforna! Non sono sicura di niente di ciò che ho scritto. In un certo senso è il lavoro più maturo che io abbia provato a fare sin ora (e non so se sia riuscito tale). C’è insicurezza, amore, un accenno di violenza domestica, un matrimonio disastroso per la nostra Elizabeth e una storia malsana e dipendente per il nostro Josh. Così diversi eppure accumunati da un passato di dolore e rimpianti.

Ora vi lascio alla lettura, ma vorrei esortarvi a recensire, perché così so davvero se la storia vi è piaciuta o meno, so i vostri pensieri e le vostre riflessioni. Così fate felice questa scrittrice a tempo perso di cose assurde e pazze e assolutamente fuori di testa.

Questa, è la canzone che ha dato vita a tutto questo macello!

Sono 3022 parole, mi auguro che non vi annoierete! Buona lettura, spero di risentirvi alle recensioni, sempre vostra – Fallen in Love
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UNBREAKABLE

She's the girl in the corner,
She's the girl nobody loved.
But I can't, I can't, can't stop thinking about you everyday,
And you can't, you can't,
you can't listen to what people say.
They don't know you baby,
Don't know that you're amazing,
But I'm here to stay.

Unbreakable – Jamie Scott


Elizabeth aveva le gambe piegate in qualche modo contorto sui sedili in fondo della metropolitana con la testa appoggiata al finestrino e i capelli a coprirle una parte del volto. Piange Elizabeth, piange pensando che nessuno la notasse, o almeno quello era il suo intento. Ha 20’anni e una fede al dito Elizabeth, troppo pesante per una ragazza della sua età.


Josh è cresciuto in Virginia e poi a 19 anni si è trasferito a New York per lavoro restandoci per i seguenti 6 anni. È fidanzato con Diane, bella; con un fisico da modella, bionda e gli occhi azzurri. Ed in passato l’ha amata davvero. L’ha amata con tutto se stesso quella donna, ma ultimamente lei non c’è mai a casa, sparisce anche per giorni interi con le sue amiche e Josh non si chiede neanche più che fine fa. In più ultimamente sembra avere sempre più spesso il profumo di un altro uomo sulla pelle.  Ora Josh è intento a guardare una ragazza mora, seduta nei sedili in fondo, mora con gli occhi grandi ricolmi di lacrime. Lui, amante delle donne in tutte le loro sfumature, odia vederle piangere. Gli ricorda le sere in cui suo padre tornava a casa ubriaco e si sfogava su sua madre. No, le lacrime non erano assolutamente tollerabili.

Nota che il sedile vicino la ragazza è vuoto, e si avvicina. Piano per paura di spaventarla, per paura di metterla sulla difensiva.

Elizabeth lo vede avvicinarsi. Cerca di ricomporsi almeno un poco, per non far davvero notare il suo stato. Non vuole suscitare la pena di nessuno, tantomeno di uno sconosciuto. Lei, che di compassione ne ha avuta da quando i suoi genitori sono morti 4 anni fa, odia vederla negli occhi delle persone. Le si siede accanto, ma non le dice una parola, la guarda, le sorride e le offre una sigaretta. Sembra essere impazzita Elizabeth, ma accetta. Accetta di fidarsi di quell’uomo che non ha mai visto che si è avvicinato a lei, senza alcuna pretesa, cercando semplicemente di farla sorridere.

Josh nota sulla mano sinistra della ragazza una fede. cosa l’ha portata a sposarsi così giovane?


Dopo il primo tiro, tossisce Elizabeth. È da molto che non fumava. Pian piano riprende confidenza ed è già più sciolta. La prima cosa che si dicono sono i rispettivi nomi. Lei la voce limpida e bassa per le troppe lacrime versate, gli occhi gonfi e la traccia di pianto ancora visibile sulle guance; lui gli occhi stanchi di chi passa le serate a fare bisboccia e la voce roca, graffiante di chi fuma troppo e non se ne cura.

Non sa perché, ma Elizabeth si fida dell’uomo che ha affianco, così gli racconta cosa le è successo per ridurla così. E lo fa, perché sa che lui non la guarderà come la guardano tutti, sa che non leggerà quella sfumatura pietosa nei suoi occhi.
- Ho litigato con mio marito. È un brav’uomo, ha 26 anni e dice che dobbiamo iniziare a pensare a creare la nostra famiglia. Vuole dei figli, ma io no.
Non posso, sono troppo giovane e non me la sento di prendermi già questa responsabilità. So che è colpa mia. Lui non si merita una donna come me, una ragazza come me. Eternamente indecisa che ancora non sa cosa vuole dalla vita, che insegue un’ideale d’amore che probabilmente non troverà mai, che ogni sera in quella casa con mio marito al mio fianco un pezzettino di me se ne va ad ogni giorno che passa e che alla fine non ne rimarrà più niente.

Ha smesso di piangere Elizabeth. Ha di nuovo una piccola luce in quegli occhi che avevano perso tutta la loro lucentezza e voglia di vivere.
Josh continua a guardarla con interesse, seguendo ogni singola parola che dice, imprimendosi nella mente ogni sua più piccola sfumatura.

Le rotaie stridono. È la sua fermata. L’idillio finisce ed entrambi devono tornare alla realtà.
 
*  *  *
Si erano già iniziati a baciare da sotto il portico di casa di Josh. E da quel momento non si erano più staccati.
Scoprire che Josh viveva nei paraggi del suo hotel, era stata una piacevole sorpresa, ma non quanto avere le sue labbra sulle sue; sentirsi amata di nuovo dopo troppo tempo.

Elizabeth non aveva neanche avuto modo di vedere come fosse il suo appartamento, non che le importasse molto in quel momento. L’unica cosa a cui riusciva a pensare erano le soffici labbra di Josh sulle sue, sul suo collo e sul resto del suo corpo. L’aveva fatta sentire viva come non era mai stata. L’aveva fatta tornare a sorridere.

Josh aveva baciato ogni singola parte del suo corpo, scoprendola così piccola e troppo magra. Aveva avuto la sensazione di proteggerla e l’aveva fatto. Era stato il più delicato possibile nel toccarla, nel vezzeggiarla. L’aveva sentita completamente abbandonata a lui. L’aveva “amata” in un certo senso, e sentita “sua” per quella notte.
 
 
Quella mattina Elizabeth si sveglia rilassata. Josh ancora dorme al suo fianco e lei si sofferma ad osservare i suoi lineamenti. Il viso rilassato, il naso dritto, la bocca carnosa, la mascella quadrata, il petto marmoreo e il fisico scolpito. Era uno spettacolo, bello quasi da star male. Allunga una mano per accarezzargli il viso, coperto da un sottile strato di barba, ma quando lo sentì lamentarsi (segno che si stesse svegliando) ritirò la mano imbarazzata.

Josh, che era già sveglio da un po’, ma non si mosse godendosi il tocco della ragazza sulla sua pelle. Era una ragazza dolce Elizabeth, e si chiese come il suo uomo fosse così stupido da non goderne appieno.

Fanno colazione insieme, e poi Elizabeth deve andarsene, deve tornare alla sua vita e sistemarla. Cercare di capire chi è da sola. Nonostante la paura, nonostante la solitudine e le difficoltà.
*  *  *
Diane torna quel pomeriggio stesso a casa. Litigano, Josh cerca di interessarsi chiedendole dove fosse, provando a recuperare quel minimo di rapporto che un tempo avevano, ma la cosa (così come le altre volte) si risolve tra le lenzuola. Non c’è niente di quella dolcezza della sera precedente. C’è solo desiderio e lussuria. C’è lei che graffia la carne di lui e lui che si sfoga su di lei. Non c’è amore, non c’è attenzione, premura.
 
*  *  *
Elizabeth quando torna a casa, la prima cosa che fa è andare dal suo uomo, chiedergli scusa e dirgli che non lo ama più, che forse non lo ha mai amato e che quella stessa sera l’ha tradito con un altro uomo. Sa di essere dura, ma pensa che sia il miglior modo per dirglielo. Suo marito la guarda e non la riconosce. Elizabeth sa che più che essere distrutto per il loro matrimonio che sta andando a puttane, lui è ferito nell’orgoglio. Loro due probabilmente non si sono mai neanche amati, e forse se ne sono accorti troppo tardi.
Quando esce di casa Elizabeth è una donna nuova e ha riscoperto cosa davvero è la libertà.
 
*  *  *
Slaccia le gambe di Diane dalla sua vita, si ritira su i pantaloni, si rimette una camicia ed esce di casa, ignaro di cosa la sua ragazza farà nel frattempo. Ha bisogno di bere, e sicuramente un bar e una sigaretta potranno dargli quello di cui ha bisogno: calma e tempo per pensare.
 
- Cosa hai pensato quando mi hai vista?

-Che avessi solo tanta voglia di vivere

- Quindi… non hai mai pensato che fossi patetica? A caderti così tra le braccia, lasciarmi andare in un modo talmente facile con te …  non hai pensato che razza di donna è? – abbassa gli occhi Elizabeth quando parla e la voce le esce come un sussurro

- Hey guardami – le prende il volto tra le mani e la costringe a guardarlo – mai, nemmeno un secondo ho pensato una cosa simile di te. Hai semplicemente bisogno di tornare a vivere, a sorridere e scoprire davvero cosa vuoi

Sorride Elizabeth, in quel suo modo meraviglioso che scalda il cuore.
*  *  * 
Da quando Elizabeth aveva lasciato suo marito e le pratiche di divorzio erano state avviate, gli incontri tra lei e Josh sono sempre più frequenti. Non gli racconta il perché non porta più la fede, sa che non ce n’è bisogno. Sa che lui ha già capito senza dire niente.
Stanno bene insieme. Elizabeth scopre tante vecchie sfaccettature del suo stesso carattere che credeva non possedere più, come la voglia di vivere.


Gli fa bene la vicinanza di Elizabeth, lo rende migliore in un certo senso. Gli ha fatto capire che magari la vita non fa totalmente schifo. Per questo non le racconta di Diane. Non vuole farle capire che lui non è altro che un bugiardo. La vuole tenere ancora un po’ ancorata a sé e trarre quei benefici che solo lei è in grado di dargli. Sa che è da egoisti, ma lui lo è, ne è pienamente consapevole. Lo è sempre stato. Non vuole rinunciare a lei, anche se sa che un giorno dovrà raccontarle la verità, dovrà dirle che lui la ragazza ce l’ha, ma che non trovano il modo, il coraggio di lasciarsi. E si sente una merda. Perché lei non se lo merita. È stata sincera sin dal primo momento, e nonostante sa che sta sbagliando, non può farne a meno.  E sa che in quel momento, quando la verità verrà fuori, la perderà.

È curiosa Elizabeth. Josh sa praticamente tutto della sua vita, eppure lei non sa niente della sua, e ogni volta che prova a fare qualche domanda, lui si tira indietro con una delle sue battutine accompagnate da qualche ghigno. Ma le sta bene così. Lui le va bene così. Enigmatico, cinico, ma allo stesso tempo dolce e possessivo nei suoi confronti.
 
*  *  *
Il giorno tanto temuto da Josh però arrivò.
 
Arrivò in una mattinata invernale. Josh fu svegliato dal bussare incessante alla porta e dalla voce di Diane che gli intimava di farla entrare. Si svegliò con un campanello d’allarme e solo quando si ricordò della presenza di Elizabeth al suo fianco capì il perché. Si sentì male in quel momento.
Il dopo è tutto un momento sconnesso. La scenata di gelosia di Diane (così falsa da fargli venire da vomitare), il suo schiaffo. Ma Josh non si curò di nulla che non riguardasse Elizabeth. Aveva lo sguardo basso e colpevole di un qualcosa in cui lei non c’entrava assolutamente nulla. Aveva provato a farla restare, a darle una spiegazione, ma quando vide i suoi occhi grandi e lucidi, stavolta per colpa sua, non potè fare altro che lasciarla andare. Prima aveva un altro problema a cui pensare.
 
*  *  *
Stupida stupida stupida!

Era così che si sentiva Elizabeth. Era stata totalmente sincera con lui, san dal primo momento che si sono conosciuti. Si sente presa in giro da quello che per lei è uno sconosciuto. Perché lei di lui non sa niente. Se non che abita a New York, ce l’ha con se stesso per qualche ragione a lei sconosciuta, fuma e beve troppo e ha già una ragazza. Vorrebbe odiarlo Elizabeth. Ma non ci riesce. Non ci riesce perché sa che ci si è affezionata, sa che in quei 2 mesi in cui si sono visti un giorno si e l’altro pure, lui l’ha aiutata a riscoprire la vecchia Elizabeth, quella sepolta sotto un matrimonio che la stava lentamente distruggendo.

Quindi grazie Josh. Grazie perché grazie a te sono riuscita a ritrovare me stessa.

*  *  * 
L’aveva lasciata. Dopo anni, ci era riuscito e tutto grazie a una ragazzina che gli aveva aperto gli occhi. Le aveva urlato contro tutto l’odio e il rancore cresciuto in quegli anni. Lei gli aveva dato un altro schiaffo dicendogli che era un pezzo di merda e che aveva mandato tutto a puttane per una sciacquetta. Tutto avrebbe potuto accettare. TUTTO, ma non che offendesse quella piccola e debole ragazza che finalmente grazie a lui, era tornata finalmente a vivere

Forse almeno un qualcosa di buono l’ho fatto. Per lei.

Aveva preso tutte le cose di Diane e le aveva buttate fuori da casa sua mentre lei scalpitava e urlava.
 
*  *  *
Non sapeva come l’avrebbe presa nel ritrovarlo sotto la sua nuova casa dopo 3 settimane da quella mattine. Sapeva solo che quella era stata una serata di merda, e aveva bisogno di rivederla. Aveva bisogno di spiegarle e parlarle di sé. Dirle tutte quelle cose che in quei mesi aveva taciuto non sa per quale bisogno.

Sente i suoi tacchi sull’asfalto. D’un tratto si ferma, segno che l’ha visto. È in quel momento che Josh alza lo sguardo per legarlo a quelli color cioccolato di Elizabeth. La vede schiudere leggermente la bocca (e solo Dio sa cosa l’ha fermato dall’impulso di baciarla e prenderla lì, sugli scalini di casa sua) sorpresa di trovarlo lì. Probabilmente avrà pensato che non lo avrebbe più rivisto (ma lei non sa che Josh il giorno prima è andato all’hotel per cercarla non trovandola, scoprendo poi che aveva preso casa non tanto lontano) e che sarebbe rimasto con Diane.


Non si aspettava di trovarlo lì davanti casa sua. Per la verità non si aspettava di vederlo proprio più. Non sa per quanto tempo rimangono lì a fissarsi per non sa quanto tempo, fin quando lei non abbassa lo sguardo e nota le sue nocche sanguinanti. Il senso di preoccupazione le attanaglia immediatamente lo stomaco e torna a incrociare i suoi occhi con uno sguardo smarrito, come a volergli chiedere che cosa fosse successo. In quel momento nota anche il labbro spaccato e lo zigomo leggermente gonfio. Lui scuote la testa e sussurra un non preoccuparti, l’altro sta messo peggio.

-Vieni, entra così ti do una sistemata. – non sa perché, ma lo invita ad entrare Elizabeth. Vuole aiutarlo, vuole in qualche modo dimostrargli la persona che è diventata, vuole dimostrargli che ha imparato a volare con le proprio ali.

La segue fino in bagno Josh. La osserva in silenzio mentre lei si preoccupa per lui e lo aiuta, nonostante i suoi infiniti casini. La guarda incantato mentre con cura passa un po’ d’ovatta inumidita con dell’alcol sulle ferite. La guarda e gli sembra diversa. Gli occhi più vivi, il viso meno stanco, le occhiaie meno evidenti sotto i suoi occhi.

-Vorrei parlarti – la vede mentre trattiene un attimo il fiato mentre posa un attimo lo sguardo nei suoi occhi. Non sa cosa rispondergli, così continua – vorrei dirti perché ho fatto quello che ho fatto. Raccontarti qualcosa di me per … Cercare di recuperare.

- Vieni - Lei lo prende per mano e lo porta in salotto facendolo sedere sul divano. – hai fame? Mi dai l’impressione di uno che non mangia un pasto decente da anni – sorride spensierata Elizabeth, come se stesse invitandolo a parlarle, a confidarsi con lei (davanti a del buon cibo e magari chissà, anche delle risate) come lei ha fatto con lui.
È da una vita che non mangio un qualcosa di commestibile che non sia cibo congelato e whisky

Durante la cena le racconta tutto di lui.

Sono nato in Virginia e mi sono trasferito qui all’età di 19 anni per lavoro, ma anche per allontanarmi da casa mia. La mia infanzia non è stata la più felice del mondo. Mio padre ogni sera tornava ubriaco, e mia madre era il suo obbiettivo. È stato questo che mi ha fatto avvicinare a te. Mi hai ricordato lei, con quegli occhi grandi e tristi per un marito che non amavi più.

Diane l’ho incontrata già qui. Mi ha affascinato subito, con quel suo fare da stronza e provocatrice. Era infinitamente sexy e la volevo per me. Era una della donne più belle che avessi mai incontrato e la volevo mia, a tutti i costi. Quando poi ci siamo messi insieme, i primi tempi era tutto fantastico, fin quando non sono iniziate le litigate che diventarono normale routine. Iniziò ad essere sempre più assente. Non c’era mai a casa e se c’era aveva il profumo di un altro dopobarba addosso.
Incontrarti …  è stato come tornare a respirare. Mi hai dato tutto quello di cui avessi bisogno. Sei stata come una ventata d’aria fresca e l’ultima cosa che avessi mai voluto perdere. Ecco perché non ti ho detto niente. Avevo bisogno di te nella mia vita, avevo e ho bisogno di quell’unica cosa/persona
che mi fa respirare di nuovo.


Elizabeth aveva sorriso riconoscente alle sue parole. Le avevano riscaldato il cuore lasciandola ammutolita. Però sa che deve dire qualcosa, sa che deve a lui, come a se stessa, la verità.

Ti ho odiato sai? Per un minuto forse, ma ti ho odiato in quel momento. Ti ho odiato il tempo di capire che non dovevo scaricare le responsabilità su di te. Con questo non ti sto dicendo che non hai sbagliato a non dirmi niente. Avevo il diritto di saperlo, così come tu avevi il diritto di chiarire con la tua ragazza, MA sono stata io che mi sono buttata in questa cosa con te. Sapevo di non conoscere niente di te, ma non mi è importato. E ti devo ringraziare. Ti devo un grazie enorme perché grazie a te, ho riscoperto cosa significa stare al mondo, la differenza tra il vivere davvero e l’esistere. E io voglio vivere. Voglio vivere con tutte le sfaccettature che comporta: dolore, amore, gioia. Ma per farlo, ho bisogno di stare da sola. Ho bisogno di scoprire davvero chi sono quando non sto con te. Mi hai dato l’input per farlo e voglio coglierlo al volo.

Perciò grazie Josh.

Aveva le lacrime agli occhi quando aveva finito di parlare, perché sa quello che significano le sue parole.

Così come anche Josh. Sorride amaro, consapevole di doverla lasciare andare, doverle far esplorare il mondo e forse un giorno, quando sarà davvero pronta, il destino li rifarà incontrare. Quando è alla porta, si gira un ultima volta per imprimersi bene nella memoria l’immagine di quella ragazza che l’ha cambiato più di quanto non volesse ammettere.

Elizabeth lo guarda, imprimendosi nella mente ogni più piccolo particolare. Si avvicina piano, con cautela. Gli appoggia una mano sul petto, si alza un poco sulle punte lo bacia. In un bacio che sa di loro: di fumo, di whisky, di lacrime e di addio.  
  
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