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Autore: ___Page    02/12/2014    3 recensioni
"Sollevo lo sguardo a cercare l’insegna e aggrotto le sopracciglia, mentre un fiocco di neve mi si deposita sul naso.
La Girandola e il Mandarino.
Di fianco al nome c’è uno strano ghirigoro senza senso, almeno per me.
Mi domando cosa cazzo centrino i mandarini con un negozio che vende ciarpame decorativo per la casa ma d’altra parte nemmeno io qui centro molto quindi lascio perdere e mi accovaccio di fianco alla piccola."
*Fan Fiction partecipante al Fluff Fest Challenge*
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Kalifa, Marco, Mr. Two Von Clay, Nojiko
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Titolo: Maglione di lana
Autore: Piper_Parker
Fandom: One Piece
Personaggi: Nojiko, Kidd, Lamy, Califa, Marco, Bon Kure, Caimie
Paring: KiddxNojiko
Genere: Fluff
Rating: Arancione
Disclaimer: “Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Eiichiro Oda che ne detiene tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro e, viceversa, gli elementi di mia invenzione, non esistenti in One Piece, appartengono solo a me.” 
Tabella: Inverno 
Prompt: Maglione di lana
Note: Io adoro rubare il maglione al mio ragazzo! Letteralmente lo adoro anche se poi ci navigo dentro ma per me è una cosa meravigliosamente meravigliosa! Quindi con un prompt così non potevo che metterci taaaaaaaanto taaaaaaanto fluff! Dedico il capitolo a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno esclamato "Ma pizzica!" indossando un capo di lana e ringrazio di cuore Emy, Fenix, OneEyedTesoro e CarmenIlenia! Buona lettura! Piper. 






 
MAGLIONE DI LANA





Alla fine, per un qualche motivo che non sento la necessità di approfondire, Lamy non ha scuola domani così andiamo anche noi in pizzeria.
Non so come cazzo ho fatto a farmi convincere!
A me non piacciono queste cose!
Queste uscite improvvisate in gruppi malassortiti, formati da soggetti che non ci pigliano niente l’uno con l’altro.
Eppure eccomi qui, al tavolo in legno di questa pizzeria, ad aspettare la mia Texana, sperando che sia davvero extralarge come c’era scritto sul menù, perché sto letteralmente morendo di fame.
-Allora, fiammiferino! Perché non ci racconti qualcosa di te?!-
Punto lo sguardo su Bon-l’okama-chan, incenerendolo.
Che cosa cazzo vuole adesso?!
Non è mica obbligatorio raccontare i fatti propri per partecipare a uno stupido corso di finto design no?!
-Bon-chan ha ragione!- interviene Caimie -Non sappiamo praticamente nulla di… uops!-
Marco si sporge a recuperare al volo la bottiglia d’acqua che la verdina ha colpito gesticolando, afferrandola prima che si fracassi a terra.
Porco Roger, se è un pericolo ambulante!
-Scusate- mormora con un sorriso imbarazzato e le guance rosse e io strabuzzo gli occhi nell’accorgermi che sto sghignazzando come tutti gli altri.
Li osservo uno ad uno, ridere e scherzare ricordando chissà quali altri danni combinati da quella dannata ragazzina e improvvisamente realizzo che non hanno proprio niente di male assortito.
Che, semmai, l’unico che non c’entra un cazzo qui sono io.
E, inspiegabilmente, avverto qualcosa di simile a dispiacere pervadermi.
Devo ammetterlo, ormai sto imparando a conoscerli, proprio come si conoscono tra loro e sono tutti brave persone.
Si aiutano a vicenda, nel corso come nella vita, o almeno è questa l’impressione che mi danno.
-Allora Kidd!-
La voce di Nojiko mi riscuote e mi ritrovo a ghignare quasi in automatico quando mi giro verso di lei e trovo i suoi occhi nocciola che mi osservano curiosi e con quella punta di malizia che li caratterizza.
Che cazzo mi prende stasera, proprio non lo so.
-Non vuoi dirci proprio niente?!-
La osservo meglio e noto una certa curiosità sul suo volto.
Non vuole mettermi alla gogna, è davvero interessata, vuole conoscermi meglio.
E, per una qualche ragione, questa consapevolezza mi scalda il cuore.
In fondo non posso mica continuare con sta storia che io con loro non c’entro niente se poi nemmeno ci provo a farmi accettare!
Mi stanno dando la possibilità di diventare parte di questo strambo gruppo e, contro ogni logica, mi rendo conto di volerlo anche io.
-Dunque, mi chiamo Eustass Kidd, ma questo lo sapete già- esordisco, rigorosamente borbottando, non sia mai che pensino che sono entusiasta del momento confessione -Ho 29 anni e faccio il metalmeccanico. A scuola ero una capra, finivo sempre in punizione, il più delle volte per avere insultato un prof o pestato qualcuno e, non fosse per mia nipote, non mi sarei mai iscritto a un corso su come decorare la casa con roba fai-da-te- mi interrompo quando scoppiano a ridere.
-Oh ma dai!- protesta Califa, tra le risate.
-Poi vediamo…- rifletto.
-Non hai la ragazza?!-
È Caimie a chiedermelo e diventa paonazza non appena mi concentro su di lei.
Califa e Bon-chan mi osservano con interesse e Marco con indifferenza.
Con la coda dell’occhio scruto la reazione di Nojiko e la trovo anche lei del tutto disinteressata all’argomento.
Non mi guarda nemmeno, impegnata a far vedere a Lamy come piega il tovagliolo per farlo diventare un fiore.
Il che mi infastidisce parecchio, provocandomi un grugnito, e, non so perché, sento la necessità di mentire.
Anche perché sono uno stronzo orgoglioso e non ammetterei mai di essere single con loro che mi conoscono appena.
-Uno stuolo!- rispondo ghignando e riuscendo a strappare un mezzo sorriso anche a Marco, che scuote la testa divertito.
 

§
 

La pizza è extralarge e la serata piacevole.
Lamy crolla addormentata verso le dieci con la testa sulle gambe di Nojiko e le gambe sulle mie, per niente disturbata dalle chiacchiere e risate intorno a lei.
Bon-chan è l’indiscusso re della serata, con quel suo modo teatrale di raccontare aneddoti e io appallottolo velocemente tra pollice e indice un pallino di carta, strappata alle tovagliette singole, mentre lo ascolto.
Mi giro per dare un occhio a mia nipote e con stupore mi accorgo che Nojiko l’ha coperta con il proprio cappotto.
Osservo le sue dite affusolate che le accarezzano la testa, materne e distratte, mentre, appoggiata allo schienale della panca in legno, ascolta Bon-chan sbuffando di tanto in tanto una risata.
È parecchio stanca, lo capisco dai suoi occhi, ma trova comunque le energie per partecipare attivamente alla conversazione.
Si sporge in avanti, appoggiando un gomito al tavolo e il mento alla mano chiusa a pugno, senza smettere di coccolare Lamy, e colgo un movimento impercettibile, come un brivido che l’attraversa.
Ha freddo nonostante il maglione di lana a collo alto ma non può mettersi il cappotto perché lo ha dato alla piccola.
La osservo qualche istante poi, senza una parola, mi sfilo il maglione bordeaux con i bottoni, rimanendo con la camicia di jeans, e glielo poso sulle spalle.
Mi giro subito, incrociando le braccia al petto e sbirciando di striscio la sua reazione.
Sgrana appena gli occhi e si volta a guardare cosa le ho messo addosso, stringendo appena con la mano la lana del mio indumento, poi porta lo sguardo su di me.
Mi fissa giusto qualche istante prima di abbozzare un sorriso, stringersi addosso il maglione e tornare a concentrarsi su Bon-chan.
E io mi rendo conto che non è più per quell’imbecille di un okama che sto ghignando. 
  
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