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Autore: Letsneko_chan    02/12/2014    1 recensioni
Quella gita a Copenaghen sarebbe stata un vero disastro. Lukas l'aveva pensato fin dall'inizio, da quando i suoi amici avevano proposto di andare nella capitale danese per festeggiare i loro diciotto anni.
Ripensava a quello, il norvegese, mentre osservava gli amici scatenarsi nel mezzo della pista da ballo. Un sorriso triste gli si distese sulle labbra vedendo i loro tentativi di conquista verso alcune ragazze danesi.
Decise di bere qualcosa: forse, si disse, sarebbe riuscito a scacciare quel senso di vuoto che lo opprimeva fin da quando erano entrati in quel locale.
Si appoggiò al bancone e fissò un punto indefinito, aspettando che il barman lo servisse.
Poco dopo un ragazzo con i capelli sparati in aria si fermò a poca distanza da Lukas e gridò qualcosa al barista che rispose alzando il pollice.
Il norvegese si girò un attimo per osservarlo e l'altro gli sorrise.
[dal testo]
storia scritta per il first time contest, indetto dalla pagina facebbok "axis power hetalia - italian fans" con il prompt "prima ubriacatura"
AU!Dennor
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella gita a Copenaghen sarebbe stata un vero disastro. Lukas l'aveva pensato fin dall'inizio, fin da quando i suoi amici avevano proposto di andare nella capitale danese per festeggiare i loro diciotto anni. Ripensava a quello, il norvegese, mentre osservava gli amici scatenarsi nel mezzo della pista da ballo. Un sorriso triste gli si distese sulle labbra vedendo i loro tentativi di conquista verso alcune ragazze danesi. Decise di bere qualcosa: forse, si disse, sarebbe riuscito a scacciare quel senso di vuoto che lo opprimeva fin da quando erano entrati in quel locale. Si appoggiò al bancone e fissò un punto indefinito, aspettando che il barman lo servisse. Poco dopo un ragazzo con i capelli sparati in aria si fermò a poca distanza da Lukas e gridò qualcosa al barista che rispose alzando il pollice. Il norvegese si girò un attimo per osservarlo e l'altro gli sorrise. Lukas girò subito la testa: non aveva tanta voglia di fare nuove conoscenze. Afferrò il suo bicchiere e tornò al tavolo, dove si lasciò cadere su una delle sedie che lo circondavano. I suoi occhi, però, tornarono sulla figura di quel ragazzo che gli aveva sorriso. Si voltò verso la pista da ballo, cercando con lo sguardo i suoi amici: vide che si stavano dedicando a certe attività e lasciò perdere l'idea di andare a dirgli che voleva tornare in albergo. "Sei solo?" Girò la testa e vide il danese di prima in piedi davanti a lui, un bicchiere nella mano sinistra e un sorriso -da idiota, come lo definì Lukas- stampato in faccia. "Posso sedermi?" Dalla faccia dell'altro, il danese capì che quello non capiva la sua lingua. "Where are you from?"  Provò con l'inglese, sperando che si decidesse. "Norway"  Lukas lo vide sorridere: a quanto pareva conosceva il norvegese.  Sospirò rassegnato: a quanto pareva doveva sorbirsi un danese che sapeva parlare il norvegese per tutta la serata. Il danese iniziò a parlare e Lukas imprecò mentalmente: almeno fosse stato un tipo tranquillo! "Come ti chiami?"  "Lukas. Tu?" "Piacere, Mathias. E dimmi Lukas... Cosa ti ha portato qui a Copenaghen?" "Sono qui con dei miei amici per festeggiare i nostri diciotto anni ma per ora è stata un mezzo fallimento. Cioè, almeno per me: a loro piace andare in discoteca, scatenarsi e ballare. Io sono un tipo più tranquillo, tutto qui..." Lukas bevve la sua ordinazione tutta d'un fiato, cercando di scacciare quella sensazioni di stretta allo stomaco che lo attanagliava da quando aveva incontrato Mathias. "Ehi ehi, vacci piano. La devi bere più lentamente. Così non la gusti fino in fondo!" Lukas gli scoccò un'occhiataccia ma il danese, scuotendo la testa, ritornò subito con due bicchieri e ne porse uno a Lukas. "Bevi. Con più calma. E poi dimmi se ti piace" Il norvegese lo accontentò di malavoglia: era conscio di non reggere bene l'alcool e temeva che gli sarebbe derivato qualche guaio da quel danese fin troppo invadente. "Dai... Non è male..." Il danese gli strizzò l'occhio e poi gli disse: "Vedi? Fidati di me! Non sei il tipo che frequenta abitualmente le discoteche vero?" "No."  Pian piano, i bicchieri sul tavolo si accumulavano e la mente di Lukas cominciò ad essere annebbiata. Sotto i fumi dell'alcool, la lingua del norvegese si sciolse e Lukas cominciò a parlare a briglia sciolta. Quando vide il danese bere un altro -l'ennesimo- bicchiere colmo di una sostanza sconosciuta, preso dal desiderio di assaggiarla, si sporse verso di lui, togliendogli delicatamente dalla mano il bicchiere e posando le proprie labbra su quelle dell'altro. Il danese non oppose resistenza e ben presto le loro lingue cominciarono a ricercarsi, in una danza frenetica e famelica. "Però, commentò Lukas quando si staccarono, è buona questa roba" Mathias sorrise: quel ragazzo dall'aria spaesata gli era piaciuto fin da quando l'aveva adocchiato all'ingresso; l'ultima cosa che si aspettava era la presa dell'iniziativa da parte di quello. Era stata una bella sorpresa, tutto sommato. Girò intorno al tavolino, raggiungendo Lukas sul divanetto: lì, gli prese il viso tra le mani, coinvolgendolo in un altro bacio. Grazie alle luci, seppur fioche, che ornavano la parete Mathias riuscì a vedere che le guance di Lukas erano leggermente rosse. Accortosi dello sguardo dell'altro, il norvegese tentò di nascondere l'imbarazzo girando la testa verso la parate ma gli occhi lucidi sia per l'alcool sia per il desiderio e con cui aveva guardato Mathias fino ad un secondo prima lo tradivano. La mano del norvegese corse a ricercare quella del danese, facendo intrecciare le dita e i loro occhi si incrociarono di nuovo: erano più gli sguardi che si erano rivolti che le parole che si erano dette tra loro. Lukas, quasi ipnotizzato dallo sguardo dell'altro, lo seguì senza batter ciglio quando Mathias si alzò e si diresse verso il bagno.   A Lukas, schiacciato contro la parete dipinta di rosso e il danese che gli baciava il collo, sembrava di impazzire. D'accordo, non era uno sprovveduto in materia ma quel danese fin troppo euforico lo stava letteralmente mandando in paradiso. "Sapevo che mi avresti portato solo guai"  "Però mi sembra che a te non dispiaccia no?" Colpito e affondato: nonostante cercasse di mantenere un contegno (impresa piuttosto ardua visto che era chiuso in bagno di una discoteca qualunque della capitale danese con un perfetto sconosciuto che gli stava baciando il collo), i suoi occhi lucidi lo tradivano. Tutto l'alcool che aveva bevuto aveva il solo effetto di svotargli la testa da ogni pensiero. Allacciò le braccia dietro il collo dell'altro, tirandolo verso di sé e baciandolo nuovamente. Un gemito sfuggì dalla gola di Lukas nel momento in cui la mano dell'altro si fece più audace. Se fosse stato sobrio, non avrebbe esitato a cacciare via -anche in malo modo- quel danese fin troppo invadente ma, in quel momento, con la mente annebbiata dall'alcol, non voleva altro che sentire le mani di Mathias su di sé. Tremando le sue andarono a sbottonare la camicia bianca dell'altro, incuranti dei bottoni che saltarono. Si guardarono un attimo negli occhi ma quel poco bastò a far cadere Lukas nell'oblio più totale: era stato attratto dall'altro come una calamita e tutto si era evoluto troppo velocemente. Ben presto, gli indumenti di entrambi finirono a terra e la stanza si riempì dei loro sospiri e gemiti.  Eppure quel vortice che aveva stretto Lukas, era destinato a finire -forse per sempre. Mathias, infatti, lo aveva lasciato lì, in bagno, con le gambe che ancora gli tremavano. Non una parola, non un cenno, niente di niente e Lukas era tornato all'albergo con un grande peso al cuore.  Non riusciva a crederci: davvero si era ubriacato con uno sconosciuto? Davvero era stato trascinato nel bagno di una discoteca? Davvero aveva baciato il suddetto sconosciuto più di una volta? Disteso sul proprio letto con un mal di testa che non gli dava tregua e un mal di stomaco non indifferente, Lukas rifletteva alla serata appena conclusasi. Terrificante.   Quando la mattina successiva si svegliò, vittima ancora degli effetti della sbornia, notò di essersi addormentato con ancora gli abiti che indossava la sera prima. Istintivamente mise una mano in tasta, sperando che non mancasse nulla.  Sospirò sollevato nel capire che aveva ancora tutto. Quando la tirò fuori notò che stringeva tra le dita un piccolo foglietto su cui era scritto un numero e "call me as soon as possible." Sorrise, forse quella sbornia non aveva portato solo effetti negativi.




Post scriptum
Questa storia è stata scritta per il "First time contest" indetto dalla pagina Facebook "Axis Powers Hetalia - Italian fans".
Spero vi sia piaciuta!
Ja ne

(il titolo è provvisorio, se mi viene in mente qualcosa di meglio lo cambio)
   
 
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