Anche l’odio è amore.
Ogni graffio delle lame del rasoio era un “ti amo” urlato
in silenzio, e le sue braccia aperte di segni rossi erano una dichiarazione
d’amore e rabbia.
Ogni minuto passato a ripetere “vaffanculo, vaffanculo” era
una supplica a ritornare indietro nel tempo, fermare la scena nel momento in
cui le crepe sul loro mondo di cristallo si erano definitivamente lasciate
cadere in un tintinnio di lacrime.
E tutte quelle lacrime soffocate nel cuscino non erano che
pugni del suo dolore, strappate via dal cuore insieme ai ricordi che le
vorticavano intorno.
Il suo corpo sottile, la sua pelle d’ambra e i suoi occhi
nocciola e oro. Le labbra morbide aperte in un sorriso speciale.
Un piccolo affondo con il rasoio.
L’odore di buono sui suoi vestiti che scivolavano sul
pavimento. La sua lingua che le raccontava una storia di brividi regalandole
piccole tremiti sulla pelle accartocciata. Le sue mani che le scivolavano
morbide addosso. Carezze leggere, le sue dita nella bocca, i suoi occhi accesi.
La lama ora preme più contro la pelle.
Quell’espressione che si apriva sul suo viso, gli occhi
che sfuggivano un attimo e poi si intrecciavano nuovamente con i suoi. I loro
respiri si annuvolavano, i loro corpi si contraevano e abbandonavano. Le sue
labbra che voracemente e dolcemente la mangiavano.
Un altro po’. Lascia che il dolore diventi la tua culla.
Lascia che il sangue fluisca via, con gli incubi e le paure.
I loro corpi ancora vicini. Le labbra a sfiorarsi, gli
occhi affogati insieme, le mani intrecciate, la sua bocca sui seni di lei. La
sua mano che si allungava a cercare il posacenere. Le nuvole di nicotina e
polmoni ribelli ammassate sopra le loro teste.
I suoi occhi, ancora, occhi di nocciola e miele, occhi di
amore. Occhi che la cercavano la trovavano la amavano la guarivano.
Il sangue ora gocciola caldo sulla pelle. Incantata,
guarda la striscia rossa che le si apre addosso. Sbatte le palpebre, ammirata
per il suo coraggio da codarda. E stringe il pugno, lentamente, meravigliandosi
per la sensazione di freddo e caldo insieme.
Chiude gli occhi. E’ nero, tutto nero. Sente a malapena le
piastrelle gelide sotto il suo corpo. Può immaginare il bianco del bagno
inzupparsi di quel rosso finalmente puro, diverso da quello che ogni mese la
sporca. E’ un rosso di amore e odio, quello che ora fluisce fuori dal suo
corpo, una promessa di amore che muore sulle labbra tremanti.