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Autore: CallMeSana    02/12/2014    2 recensioni
Ancora una volta era stato nominato agli NME Awards come villain of the year e Louis, ogni volta che facevano l'amore e poi lo guardava negli occhi, quegli occhi verdi che gli sorridevano e si illuminavano solo quando incrociavano i suoi, non riusciva a capirne il motivo.
Non lo conoscevano, non volevano nemmeno provare a conoscerlo, e parte della sua ansia era dovuta anche a questo.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando sei uno stilista che cerca di affermarsi, e ti ritrovi a dover organizzare l'evento fashion più grande dell'anno, è normale avere un po' di ansia.
Harry glielo diceva da mesi, che non doveva preoccuparsi, che se avesse avuto bisogno di sfogarsi, urlare, spaccare qualche mobile, poteva farlo anche davanti a lui, lo avrebbe sempre sostenuto e gli avrebbe sempre detto che, per quel che lo riguardava, non esisteva stilista migliore di lui.

Perché a Louis non importava quello che la gente diceva di Harry Styles, non lo conoscevano come lo conosceva lui.
Ancora una volta era stato nominato agli NME Awards come villain of the year e Louis, ogni volta che facevano l'amore e poi lo guardava negli occhi, quegli occhi verdi che gli sorridevano e si illuminavano solo quando incrociavano i suoi, non riusciva a capirne il motivo.
Non lo conoscevano, non volevano nemmeno provare a conoscerlo, e parte della sua ansia era dovuta anche a questo.

Harry, dal canto suo, per quanto potesse sentirsi orgoglioso del suo ragazzo e del suo lavoro, era stanco di continuare a far finta di niente. Perché la gente lo stava involontariamente costringendo a nascondersi e, quando veniva paparazzato alle sfilate sempre in compagnia di nomi più famosi di lui, come Cara Delevingne, o Alexa Chung, poi si ritrovava sui giornali con didascalie sempre poco gentili nei suoi confronti.
Alla fine chi era Harry Styles? Solo un semplice ragazzo di ventanni che aveva la fortuna di conoscere persone che potevano permettersi di entrare in certi ambienti. Non faceva nulla di male, non toglieva niente a nessuno, ma per molti era solo un opportunista, uno scalatore sociale, una persona senza alcun talento e nemmeno tanto bello che aveva trovato un modo per mettersi in mostra sperando chissà in cosa.

Invece Harry Styles era tutto il mondo di Louis Tomlinson, lo stilista giovane che tutti ammiravano per il suo strano modo di vestire, per i suoi gusti musicali fin troppo da teenager nonostante i suoi quasi ventotto anni e, ovviamente, per le sue creazioni. 
Ormai i giornalisti avevano smesso di chiedergli se fosse fidanzato, perché lui non rispondeva mai a questa domanda e, quando lo faceva, lasciava intendere che era un argomento che lo irritava.
Non era pronto, Louis, non aveva ancora trovato l'occasione adatta, ma voleva con tutto se stesso essere all'altezza delle aspettative di Harry e dimostrargli che si sarebbe accollato tutto il peso delle maldicenze che gli rovinavano il sonno. Voleva fargli capire che non gli importava cosa pensasse la gente di lui, per Louis Harry era il mondo, e basta.

Ormai il giorno era vicino, e più le ore passavano più Louis si stava trasformando in un vulcano in procinto di esplodere. Ogni secondo gli veniva in mente un'idea, ma poi la accantonava perché veniva messo sotto pressione dai giornalisti che continuavano ad intervistarlo chiedendogli come si sentisse dal momento che gli era stato affidato un compito così importante.  Louis non sapeva bene come rispondere, non è che la lingerie femminile fosse il suo forte, ma non sapeva davvero come dirlo ai giornalisti, non ancora almeno. E forse era stato proprio questo a sbloccarlo, inconsapevolmente.

Aveva disegnato lui il modello per il completo che Harry avrebbe indossato per i Fashion Awards che, manco a farlo apposta, si sarebbero tenuti la sera prima della sfilata degli angeli di Victoria Secret che gli era stata affidata.
Harry non aveva alcun problema, anzi, era strafelice di poter indossare una creazione di Louis, e sperava che nessuno gli chiedesse da dove venisse il suo abito, che potesse salutare i suoi amici, premiare Emma Watson come gli era stato preannunciato, e godersi il party in tranquillità. Per fortuna, le sue speranze vennero ascoltate.
Ben e Nick si erano meravigliati quando gli aveva comunicato che non si sarebbe fermato all'after-party, Harry non rinunciava mai ad un after-party, specie se erano presenti tutti i suoi amici. Ma loro due erano gli unici a sapere la verità e quindi non insistettero troppo e lo lasciarono tornare a casa da Louis.
Louis che non riusciva a dormire e che, quindi, trovò sveglio e ancora vestito, con una tazza fumante di cioccolata calda in mano, che vagava avanti e indietro per la camera da letto ripetendo a bassissima voce qualcosa che Harry non riusciva a percepire. Era nervoso, e a poche ore dalla sfilata non andava proprio bene.

"Sei tornato presto, perché?" aveva chiesto al suo raggio di sole.
"Perché sapevo che ti avrei trovato in queste condizioni" aveva risposto Harry, mentre si toglieva piano il completo e lo riponeva su una poltrona, cercando di non rovinarlo "e lo sai che poi mi preoccupo, come faccio a mandarti lì da solo?"
Già, come avrebbe fatto? Un'idea ce l'aveva, ma quel che non immaginava era che la stessa idea, un po' più elaborata, l'aveva avuta anche il suo ragazzo.
Mentre cercava di eliminare l'espressione apprensiva che gli si era stampata in viso, Louis aveva poggiato la tazza di cioccolata sul comodino, gli si era avvicinato e lo aveva baciato, perché si era reso conto che era da troppe ore che non lo faceva e gli era mancato quel contatto. Harry aveva ovviamente ricambiato e, staccandosi, gli aveva dato un ulteriore bacio a fior di labbra e poi gli aveva baciato la punta del naso, perché a Louis questo gesto metteva sempre il sorriso.
"Non sono mai solo, ci sei anche quando non ti vedo, lo sai." E forse era la prima volta che lo ammetteva a voce alta, per questo Harry quasi pianse prima di abbracciarlo e dirgli che era meglio se provava a dormire.
"E tu? Non sei stanco, vero?"
"Io ti guarderò finché non ti sarai addormentato." E lo aveva fatto davvero, perché non aveva per nulla sonno, ma guardare Louis dormire era la cosa più rilassante del globo, per lui.

E quindi il grande giorno era arrivato. Louis era stato portato via quasi di peso la mattina presto, per subire ancora decine di interviste, proprio che la stampa non riusciva a capacitarsi del fatto che gli amministratori delegati di Victoria Secret avessero affidato ad uno stilista emergente l'evento. In effetti come ci si poteva sentire a decidere per capi d'abbigliamento che non avevi nemmeno creato tu? Poi Louis non ci sapeva ancora fare bene con le modelle, insomma, non vedeva l'ora che questa giornata finisse.

Harry, intanto, aveva chiamato Cara appena fu certo che Louis si fosse allontanato e lei si era precipitata da lui, perché sapeva benissimo cosa avrebbe potuto fare per aiutare il suo migliore amico.
"Lo sai, vero, che non puoi sfilare? Non esiste lingerie maschile in Victoria Secret!"
"Sono sicuro che sarai in grado di trovare qualcosa per me, tanto ormai cosa vuoi che mi importi della reputazione, peggio di così non potrebbe andare."
"Harry, dovresti imparare a fregartene, ma soprattutto a rispondere a tutta la merda che ti spalano addosso. Ti ricordi quando erano convinti che stessimo insieme?"
E i due amici si erano messi a ridere, perché quando Cara aveva smentito la notizia, ammettendo apertamente di preferire le donne, la reputazione di Harry era andata ancora più in basso: ovvio, Cara, non sapendo come dire che Harry non era degno di lei, aveva inventato di essere lesbica, non era servito nemmeno dire che era felicemente fidanzata.

Avevano passato la mattinata a sfogliare cataloghi, a farsi venire idee, a cercare qualcosa che non prevedesse reggiseni e corpetti che Harry avrebbe potuto indossare, ma non trovarono nulla. Rassegnati, uscirono a pranzo, che durò poco, perché Cara dovette scappare di corsa.
Harry non voleva proprio saperne, però, di abbandonare la sua idea, quindi fece la cosa che gli sembrò più ovvia: sapeva che Louis avrebbe iniziato ad occuparsi dell'ordine di presentazione dei modelli alle 18, due ore prima della sfilata, quindi decise di presentarsi ad Earl's Court alle 17. 

Mentre stava per avvicinarsi a quelli che avrebbero dovuto essere i camerini e, dove sperava di trovare Louis, per poco non andò a sbattere di faccia a terra: Cara e Alexa erano uscite di corsa da una porticina laterale tutte elettrizzate e cominciarono a ridere con le lacrime appena realizzarono chi avevano quasi ucciso.
"Harry, cosa ci fai qui? Oh dio, cercavamo proprio te, è un'ora che ridiamo a crepapelle!"
"Ah, grazie mille, sul serio!" 
"Stai zitto ed entra, stavamo per chiamarti e dirti di venire, dobbiamo mostrarti una cosa!"
Il ragazzo non stava capendo nulla, ovviamente, ma quando vide ciò che le sue amiche volevano mostrargli, per poco non cominciò a ridere anche lui come un ossesso.
"No scusa, e cosa dovrei indossare sotto quella sottospecie di vestaglietta?" aveva chiesto perplesso, guardando una camicia da camera di seta nera che a lui arrivava a stento a metà sedere e che era tenuta chiusa da un sottilissimo cordoncino beige, sempre di seta.
"Ti direi nulla, ma probabilmente ti arresterebbero per atti osceni in luogo pubblico, quindi spero tu abbia indosso dei boxer decenti!" aveva detto Alexa, come se fosse la cosa più normale del mondo.
"State scherzando? Io non ho intenzione di indossare quest..." ma non era riuscito nemmeno a finire la frase che Cara lo aveva già fatto sedere di forza e aveva iniziato a spogliarlo, facendosi poi aiutare da Alexa. Due contro uno. Non ce l'avrebbe mai fatta.

Dieci minuti e qualche difficoltà dopo, Harry aveva indosso il capo che le sue amiche avevano scelto per lui e... sembrava gli fosse stato cucito addosso, perché gli stava benissimo.
"Sapevo che avevo fatto bene a non disfarmene!" aveva commentato Cara, spiegando poi che era un modello difettoso, che lei non avrebbe mai potuto indossare perché aveva le spalle troppo larghe. Era felice che a Harry stesse così bene e raggiante perché poteva aiutarlo.
"Sei bellissimo, e Louis è davvero fortunato" gli aveva detto Alexa, quasi sussurrandoglielo in un orecchio, e Harry era arrossito. Come cavolo avrebbe fatto, adesso?
L'occasione, neanche a farlo apposta, gliela diede Louis stesso, che entrò senza nemmeno bussare nella stanza, proprio mentre le ragazze stavano sistemando i ricci del loro modello con un fiorellino di pizzo rosso.
"Ops, credevo che questa stanza fosse vuota... Harry, sei tu? Che cosa ci fai qui?"
Alexa e Cara si lanciarono uno sguardo complice e, senza dire niente, li lasciarono soli.

Harry si trovò in profondo imbarazzo, avrebbe voluto sparire sottoterra, avrebbe preferito non aver nemmeno mai avuto la pessima idea di presentarsi lì. Ma voleva anche poter prendere Louis per mano e dire a tutti che lo amava.
"Cos-cos'hai addosso, Harry?" aveva chiesto, intanto, Louis, mentre Harry cercava di organizzare le parole nella sua testa, parole che poi uscirono di getto.
"Volevo sfilare per te, volevo... volevo accompagnarti su quel palco, a fine sfilata, prenderti per mano e..."
"Harry..." aveva esclamato Louis, perché aveva capito dove volesse arrivare il suo ragazzo: voleva che il mondo finalmente sapesse di loro, voleva condividere con lui il suo fardello, le maldicenze, voleva che la gente smettesse di chiedergli se era fidanzato, e voleva smettere di andare a questi eventi da solo. 
Harry stava tremando, però, perché sapeva quanto fosse azzardata come idea, e temeva di spaventare Louis che, invece, gli aveva preso entrambe le mani, le aveva intrecciate alle sue e, tirandosele dietro la schiena, lo aveva baciato forte. E Harry, così, aveva smesso di tremare, aveva tolto le mani dalle sue e gliele aveva messe una sul viso e l'altra tra i capelli.
Louis, quindi, gli aveva sfilato quella vestaglietta di dosso, e aveva iniziato a mordergli il collo, e poi il petto, che aveva ancora qualche segno dei succhiotti della sera precedente. Sentiva nei boxer l'eccitazione che aumentava, che pulsava e gli stringeva, e non gli importava se mancava poco tempo, doveva permettere al riccio di toccarla, e doveva fare in modo che la calmasse, altrimenti non sapeva proprio come avrebbe potuto fare a restare concentrato.
Quello che, poi, Louis, notò, fu che anche Harry era nelle stesse condizioni, quindi, quando il riccio lo toccò attraverso i pantaloni del suo completo elegante, Louis gli abbassò i boxer e, a guardarlo così, nudo e perfetto davanti a lui, potè sentire un principio di orgasmo. Così, senza averlo nemmeno ancora toccato.
"Ne ho bisogno" aveva detto, ma quello vestito dei due era lui e non aspettò nemmeno un secondo, si tolse la parte inferiore dei suoi indumenti e lo offrì senza nessun altra parola al riccio che, si mise in ginocchio e glielo succhiò piano, tenendolo sulla soglia dell'orgasmo tutto il tempo e smettendo di farlo poco prima che potesse venire.
"Sei un bastardo" aveva imprecato alzandogli il viso e fissandolo con aria di sfida. Harry, aveva iniziato, quindi, a fissarlo, accettando la sfida, lo aveva preso in mano, e aveva iniziato a massaggiarlo. Lì Louis era venuto.
"Dicevi?" chiese, ironico, Harry, pulendosi dal liquido che il suo compagno gli aveva schizzato leggermente addosso. Poi lo aveva baciato e lo aveva aiutato a rivestirsi.
"Non muoverti da qui" gli aveva ordinato Louis. Harry aveva annuito ma, ovviamente, non ci pensava nemmeno ad obbedire.

Le due ore a decidere quale modella mandare prima sulla passerella e con quale capo addosso erano passate in un lampo e Louis, nonostante tutto, si era rilassato, perché pensava già a quando sarebbe tornato da Harry. Era stato un po' stupido a dirgli di restare lì, perché non gli sarebbe affatto dispiaciuto che sfilasse per lui, ma era stato stupido anche a pensare che il ragazzo lo avrebbe ascoltato.
La sfilata cominciò e si notò subito che sarebbe stata l'ennesimo successo. Probabilmente per Louis sarebbe stata il trampolino di lancio, forse la sua carriera avrebbe finalmente preso il volo e la tensione stava lentamente facendo spazio alla felicità e alla soddisfazione, specie nei pochi minuti che lo separavano dall'apparire sul palco per i saluti e le standing ovation.

Normalmente, lo stilista sale in passerella accompagnato dalla modella più importante della sfilata. Beh, quella sera ci fu un cambio di programma e, quando Louis, col microfono in mano, si guardò intorno spaesato e vide Harry apparirgli alle spalle e prenderlo per la mano libera, per poco non ebbe un mancamento.
"Andiamo, stilista, aspettano tutti te!" E Louis aveva pianto, per poco, ma lo aveva fatto.
"Dio, quanto ti amo!" aveva detto, baciando la mano del riccio, che stringeva così forte da aver paura che scappasse via.
E avevano salito quei pochi gradini così, col sorriso sulle labbra, poi Harry aveva rotto l'intreccio delle loro mani e si era avviato in avanti con un leggero balzo, mentre una voce, che Louis riconobbe subito come quella di Cara, annunciò "la musa ispiratrice del nostro stilista, il suo ragazzo Harry Styles, che oggi sfoggia un modello originale Victoria Secret modificato per l'occasione per lui, con sotto un paio di boxer della collezione privata di Louis Tomlinson."
Harry non si aspettava di certo quella presentazione, quindi sorrise mentre, impacciato, camminava in passerella, tra le facce scioccate dei presenti, soprattutto dei giornalisti, già con la mente piena di idee scoppiettanti per gli articoli del mattino dopo.
Louis, invece, era rimasto sulle scale, bloccato da quello a cui aveva assistito. Harry era bellissimo, quella sera per la prima volta stava avendo il dubbio che fosse davvero troppo bello da sopportare, e poteva sentirlo in ogni cellula del suo corpo. Aveva ancora il microfono, e si disse che forse poteva mettere in pratica, in qualche modo, il suo piano.
Aveva dato l'ok ed era partita una base musicale, che Harry aveva riconosciuto subito.

Waking up
Beside you I’m a loaded gun
I can't contain this anymore
I'm all yours, I've got no control, no control
Powerless
And I don't care it's obvious
I just can't get enough of you
The pedal's down, my eyes are closed
No control
Taste on my tongue
I don't want to wash away the night before
In the heat where you lay
I could stay right here and burn in it all day

Perché poi erano ritornati in quella stanza, Louis lo aveva raggiunto a fine passerella, cantando, e tendendogli la mano per tornare ad intrecciarla con la sua. 
Non vedeva l'ora, non poteva aspettare di tornare a casa quindi, una volta salutate le ragazze, gli allestitori, assicuratosi che tutti, soprattutto i paparazzi, se ne fossero andati, corse da Harry che era tatticamente sparito una volta calati i riflettori sulla sfilata.

"Ti avevo detto di non muoverti da qui!" disse Louis con poca convinzione.
"Se ti avessi ascoltato avresti mai cantato quella canzone per me?" chiese Harry, mentre si liberava, ancora una volta, della vestaglia.
"Probabilmente no" rispose Louis. Lo stava fissando con aria lussuriosa, mentre era di spalle, alla ricerca dei suoi vestiti e, senza rendersene nemmeno conto, gli era a due centimetri dalla schiena e gli stava accarezzando i fianchi.
"Lou?" reagì Harry, al tocco.
"mh?" mugugnò, invece, Louis, scendendo dai fianchi al basso ventre e cercando l'elastico dei boxer.
Harry non diceva più niente, anzi, gli prese quella mano e la guidò dentro i suoi boxer ad accarezzarlo, prima piano e poi con frenesia. Volevano farlo entrambi, e questo eccitò il più basso, che sbattè Harry al muro, facendoci bene aderire il petto, e lo spogliò con violenza, tenendogli comunque una mano attorno al suo membro eretto e mordendogli la schiena.
Mentre aumentava il massaggio, sentiva i versi di Harry e il suo corpo che reagiva ad ognuno di essi facendogli imporporare le guance e leggermente sudare.
"Ti amo" gli aveva detto "girati e aiutami" staccando la mano e leccandosi le dita per poter sentire il sapore salato del riccio.
"Io ti amo di più" aveva risposto di rimando Harry, mentre gli toglieva la camicia con foga e gli sbottonava poi i pantaloni, "ti amo e ti voglio dentro di me" aveva poi aggiunto tuffandosi nei suoi occhi blu.
"Baciami" aveva continuato Louis, e Harry, ovviamente, lo aveva fatto, una, due, tre volte, fino a che era stato preso per le spalle, allontanato e voltato di nuovo di faccia al muro.
"Ora lascia fare a me" aveva detto, mentre poteva osservare il profilo perfetto del suo ragazzo che sorrideva compiaciuto al pensiero di quello che stava accadendo.

Non ce la faceva più ad aspettare e quindi era entrato in lui, sperando di non graffiargli troppo il petto mentre affondava ripetutamente, fino a svuotarsi.
"Ti voglio ancora" aveva pregato Harry, quando si era accorto che il ragazzo stava uscendo da lui.
"Tu mi vuoi sempre, piccolo, ed è per questo che ti amo."
"Solo per questo?" gli aveva chiesto sussultando Harry, girandosi piano e mettendogli le braccia sulle spalle.
"No Harry, ti amo anche per questo, ti amo per quello che sei, ti amo perché sei il mio mondo, ti amo per talmente tanti motivi che..."
"Ok basta, ho capito" lo aveva interrotto il riccio "siamo nella stessa situazione."
E si erano baciati un'ultima volta, prima di rivestirsi e andare ad affrontare i paparazzi che non se n'erano ancora andati veramente.

Da quella sera il mondo di Louis Tomlinson e Harry Styles sarebbe cambiato.
Al primo si sarebbero aperte le porte della fama nel campo della moda, al secondo si sarebbe riassestata la reputazione.
Tutto merito dell'amore.



***
Non so davvero cosa scrivere in queste note finali a parte che non pensavo di ricevere tante richieste per questo plot su twitter, quindi spero che piaccia e che mi lasciate qualche recensione, perché ormai è chiaro che mi lascio ispirare troppo dagli avvenimenti reali, quindi forse da un lato sarebbe meglio se quei due si placassero, per il bene di tutti, il mio soprattutto!
  
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