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Autore: Huntress Allison    03/12/2014    3 recensioni
- Arretrò di un passo ma si costrinse a restare dov'era, prese un respiro profondo e provò a calmarsi. Come le era stato insegnato. Doveva essere razionale, logica. Solo così avrebbe fatto qualcosa di utile, di sicuro vedere la vittima di un lupo mannaro rendeva tutto il suo addestramento più... reale. Un impatto del genere era impossibile da ignorare. -
La storia ha partecipato al contest "Il giorno che ha cambiato la mia vita" indetto sul forum di EFP da Fabi_Fabi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Meredith Sulez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❝All American nightmare❞

Doveva solo salire in soffitta e trovarla, si era segnata quella che doveva essere una sorta di descrizione e appena era stata da sola in casa, appena aveva avuto la possibilità di allontanarsi dal pensionato della signora Flowers, aveva fatto quanto necessario per salire fin lì. In precedenza era passata in ospedale, l'idea era stata semplicemente quella. Suo nonno non era molto lucido, non ancora, ma per qualche motivo le aveva rivelato di quell'arma, dove trovarla e com'era fatta. La descrizione non era stata chiara e l'aveva appuntata su un foglio di carta, sistemato ordinatamente in tasca, in modo da poterlo tenere bene a mente e farvi riferimento una volta tornata a casa.
Scrutò attentamente l'angusta soffitta dell'abitazione, una volta varcata la soglia d'ingresso. Vi era assai polvere, non pensava che i suoi genitori avessero provato a cercare l'arma in qualche modo e fu difficile riuscire a trovarla. Quando riuscì ad individuarla in un angolo, quasi nascosto da alcuni scatoloni, illuminò quel punto reggendo la torcia con una sola mano e spostando gli elementi di intralcio. Non era sicura che fosse l'arma che cercava, era più che altro una sorta di bauletto, lungo, anonimo. Non vi erano scritte, neppure segni di riconoscimento, nulla di tutto ciò. Era semplice e disadorno, come qualsiasi altro. L'aveva visto semplicemente sbucare da dietro gli scatoli per via della sua forma che lo metteva in evidenza. Non poteva avere dubbi sul suo contenuto, era impossibile averne, in realtà.
Spostò accuratamente via la polvere con un fazzoletto e successivamente provò a forzarne la piccola serratura. Dovette insistere prima di riuscire effettivamente ad aprirla ma quando vi fu riuscita, si ritrovò ad osservare quella che doveva essere l'arma di famiglia, dei cacciatori Sulez.
Il bastone era finemente intagliato e decorato in modo da apparire più prezioso di quanto si ci potesse aspettare da un'arma. Vari aghi ipodermici spuntavano da esso. Riconobbe solo alcuni veleni con cui era possibile ricaricarli, avrebbe dovuto ripulire gli aghi in ogni caso. Il veleno inutilizzato sembrava si fosse seccato, formando tremende macchie ma ci avrebbe pensato lei.
Nonostante i suoi genitori avessero abbandonato quello stile di vita, lei era stata addestrata ugualmente, fin da bambina. Pur non avendo nessun contatto con nulla di soprannaturale, si erano prevenuti nel caso ci fosse stata un'eventuale rappresaglia contro la loro famiglia, in questo caso lei. Per evitare ciò che si era verificato già in passato.
Meredith aveva avuto a che fare con le più svariate creature soprannaturali di recente, aveva anche visto Elena morire e ritornare in vita come qualcosa che nessuno di loro aveva pienamente compreso, non subito, almeno.
L'arrivo di Stefan non era stato il suo primo incontro con qualcosa del genere, ignorava che Damon fosse arrivato a Fell's Church prima di suo fratello e neanche lo sapeva effettivamente. Ricordava perfettamente quella mattina, la sera stessa era stata molto chiara con Bonnie e l'aveva ammonita riguardo la sua folle idea di restare in biblioteca. Aveva usato una scusa assurda ma non le aveva detto ciò che le era sembrato di sentire.

Quella mattina era semplicemente uscita a correre come faceva spesso, un'oretta prima di doversi presentare a scuola. Non lo faceva tutti i giorni per non correre il rischio di arrivare tardi a lezione o altri problemi analoghi. Meredith oltre a cercare di migliorarsi come cacciatrice, ci teneva a mantenere una media alta. Era una delle migliori in realtà, come se ci tenesse a dimostrare di potercela fare, di potersela cadavere. Troppo ostinata per lasciar perdere.
Stava percorrendo un sentiero poco praticato, la temperatura da un paio di giorni era stranamente più bassa del solito. Non riusciva a spiegarselo ma aveva sostituito i pantaloncini della tuta con un paio più adatti. Avrebbe dovuto collegare subito quel cambiamento climatico all'arrivo di qualcuno ma non l'aveva fatto.
Si era fermata di colpo nel notare alcune tracce di sangue, erano piccole macchioline a cui si poteva anche non fare attenzione, non subito, almeno. Come se qualcuno ferito fosse stato trascinato, dava quest'idea e sapeva di aver bisogno di un buon piano prima di agire ed inoltrarsi nel bosco ma proseguì ugualmente per capire fino dove il sangue l'avrebbe condotta. Prima che potesse davvero giungere ad un punto venne investita dall'odore di un cadavere in putrefazione. Non era sicura di ciò che poteva essere ma se non fosse stato questo, doveva essere un qualsiasi cosa con un odore terribile. Avanzò di qualche altro passo, tenendo una mano poggiata sul naso per evitare che quel tremendo tanfo le provocasse la nausea. Ormai era all'inizio del bosco. Chiunque aveva portato qualcuno lì per ucciderlo, non aveva avuto sufficiente lucidità per nasconderlo.
La conferma giunse quando si trovò davanti il cadavere di una donna, letteralmente fatto a pezzi. Sembrava che fosse stata brutalmente aggredita da un animale selvatico ma gli artigli in alcuni punti erano troppo grandi per appartenere ad un animale che si potesse trovare nel bosco di Fell's Church. Per quel che ne sapeva solo un licantropo privo di controllo poteva fare una cosa del genere.
Arretrò di un passo ma si costrinse a restare dov'era, prese un respiro profondo e provò a calmarsi. Come le era stato insegnato. Doveva essere razionale, logica. Solo così avrebbe fatto qualcosa di utile, di sicuro vedere la vittima di un lupo mannaro rendeva tutto il suo addestramento più... reale. Un impatto del genere era impossibile da ignorare.
Recuperò rapidamente il proprio cellulare dalla tasca e compose il numero della polizia. Era l'unica cosa che poteva fare, oltre che mettersi a cercare il responsabile. In qualche modo sentiva di doverlo fare o tentare, almeno.
Uno strano verso attirò la sua attenzione e sollevò lo sguardo verso i rami di un albero lì vicino: fu in quel momento che scorse un grosso corvo nero dalle piume lucide che sembrava osservarla da un po' e avesse richiamato l'attenzione su di sé. Era insolito. Solo dopo realizzò chi aveva effettivamente incontrato.
Non sapeva se poterlo definire un giorno che cambia la vita, forse qualcosa che le faceva rendere conto il tipo di vita che avrebbe condotto da quel momento in poi. In modo più reale.

Note: Il titolo è una canzone degli Hinder.

 

  
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