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Autore: Jencloves    03/12/2014    0 recensioni
Charlotte, il giorno del suo 17esimo compleanno perde entrambi i genitori e viene messa in una casa di accoglienza di New York. La ragazza ha smesso completamente di parlare per lo shock e usa solo il suo diario e il suo album di disegni per esprimersi con se stessa.
E' sola finchè una famiglia del New Jersey non decide di prendersi cura di lei e la cosa la incuriosisce e la spaventa. incontrerà 6 persone stupende, tra loro Nick di cui lei si innamora e che la cambierà, ma con cui non potrà mai avere nulla al di fuori dell'amicizia..
Spero di avervi incuriosite
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frankie Jonas, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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11.Operazione Salvataggio Pt.3
 
*Nick's Pov*
Da quando Char aveva deciso di parlarmi alcune cose nella mia vita sembravano mutare velocemente, più di quanto chiunque possa immaginare.
Mi ritrovavo spesse volte chiuso nella mia stanza a pensare a lei, alla sua voce così flebile ma allo stesso tempo carica di coraggio, e a quanto mi fosse piaciuto sentirla probabilmente per l'ultima volta.
Dopo quella volta, dopo che scappò improvvisamente in seguito ad avermi parlato non mi rivolse più un saluto, nemmeno uno sguardo, nulla. Cercava in ogni modo di evitarmi ma era una cosa alquanto impossibile visto che vivevamo nella stessa casa e avevamo parecchie materie in comune a scuola, però lei nonostante tutto questo trovava un modo per far finta che non esistessi e io non ne comprendevo il motivo. Continuavo a chiedere a me stesso quale fosse il problema, cos'avessi fatto di male per averla allontanata così repentinamente da me, e peggio ancora, mi chiedevo se l'aver visto i propri genitori morire fosse la vera causa per cui aveva smesso di parlare.
Avevo pensato ad ogni singola cosa che mi potesse passare per la testa, e la ciò che mi stupì di più era vedere che pensavo solo a Char. Era tutto esageratamente strano per me. Non avevamo mai fatto un discorso completo con lei e già le avevo dato un soprannome che potevo utilizzare solo io, quelle poche volte in cui la vedevo con Joe mi si stringeva lo stomaco e mi saliva una sensazione di rabbia inspiegabile perfino per me stesso, e la peggiore delle cose che facevo avveniva quando lei era davanti a me.
Non smettevo di fissarla negli occhi, così azzurri, così freddi e distanti nei confronti di tutto e tutti come se attorno ad essi ci fosse un muro di ghiaccio impenetrabile incapace di far trasparire qualsiasi emozione.
Non smettevo di fissare il modo in cui torturava le maniche dei maglioni quando era agitata, o quando semplicemente era imbarazzata e non sapeva cosa fare.
Non smettevo di fissare il suo corpo così perfettamente perfetto con ogni curva al posto giusto che lei si ostinava ad odiare in tutto e per tutto.
Non smettevo di fissare le sue labbra così rosee, così belle e all'apparenza morbide che lei continuava a mordere quando era nervosa o qualcosa non andava.
Non smettevo di pensare a lei punto e stop e per me era sbagliatissimo. Tutto girava attorno a quella ragazza che viveva con noi da poco che mi stava stravolgendo tutto senza fare niente. Ogni volta che entrava nei miei pensieri mi ammonivo mentalmente perchè non potevo pensare a lei in quel modo, era pur sempre mia 'sorella' però non avevamo nessun tipo di legame di sangue quindi in fondo, in fondo, mi era concesso provare qualcosa per lei, perchè era ciò che sentivo. Sentivo di provare qualcosa per lei. Non sapevo cosa, di preciso, ma era qualcosa.
Dovevo sinceramente confidare a qualcuno questa cosa o avrei finito per scoppiare, ma tra i numeri in rubrica nessuno era così affidabile da custodire un segreto che per molte persone sarebbe disgustoso, e nemmeno Tom era in grado di non raccontare a nessuno un segreto del genere perchè di certo una volta fatto avrebbe spifferato tutto. Mi rimaneva solo Joe di cui mi fidavo ciecamente e speravo che lui fosse abbastanza maturo da non attaccarmi.
La porta della sua stanza era aperta, ma di lui nessuna traccia se non un biglietto sospetto adagiato ai piedi del letto che recitava "Io e Char andiamo a prendere Soph. Non fermateci, non provateci nemmeno perchè non cambieremo idea"
Ecco ricominciare la rabbia che mi pervase il corpo, una scarica di adrenalina percorreva la colonna vertebrale e i miei pugni si chiusero così forte da far diventare le nocche bianche e tutto questo solo sapendo che lei e con mio fratello, da soli.
Ritornai nella mia stanza più infuriato che mai, presi il telefono e composi il numero dell'unica persona che sapeva come farmi passare i miei momenti di rabbia.
"Tom, sono io. Solito posto, tra 10 minuti. Ah, portala con te ne ho bisogno" dissi prima di riattaccare e prendere velocemente il cappotto per poi uscire di casa diretto verso il luogo dell'appuntamento con l'infallibile cura per la mia rabbia da gelosia.
 
*Joe's Pov*
Stavo guidando da ore per attraversare gli Stati Uniti per andare a riprendere Sophie. Per fortuna con me c'era Char, l'unica che avrebbe accettato incondizionatamente di far evadere la sua amica da quel collegio che suo padre le aveva costretto a frequentare senza sapere che lei nel frattempo si stava facendo una vera vita con degli amici veri, con me.
Appena mi venne un piano per 'salvare' Sophie corsi subito a parlarne con mia sorella che accettò senza obbiettare, era completamente d'accordo con me e lo si poteva benissimo capire dagli sguardi decisi che mi lanciava ogni volta che i nostri sguardi si incontravano.
Non l'avevo mai vista così sicura di ciò che stesse facendo, eppure per quanto strano potesse sembrare era lei in carne ed ossa così determinata ad ottenere una vittoria e la adoravo. Si, adoravo mia sorella in modalità guerriera le si addiceva di più, almeno secondo me. Dopo tutto quello che aveva passato chiamarla guerriera era ancora poco. Era scampata per poco alla morte, era miracolata, era una forza inarrestabile della natura.
Il tempo al di fuori non sembrava così caldo e accogliente come lo era la mia auto. Pioveva molto forte, tanto da rendere la vista sulla strada alquanto difficile e le gocce di pioggia che scendevano ininterrotte picchiettavano sul tettuccio e sui finestrini sovrastando quasi completamente quello della musica. Non eravamo in una bella situazione, ma Chicago non era neppure così lontana dalla nostra posizione in quel momento, ed entrambi eravamo troppo convinti per girare i tacchi per via di una stupida pioggia.
Arrivammo all'indirizzo fornitoci dal navigatore e davanti a noi trovammo un edificio di mattoni rossi con un piccolo giardinetto di ritrovo con delle fontanelle sul davanti e prima di esso una vecchia insegna di legno dipinto di nero con il contorno verde che recitava "Collegio femminile St.Patrick".
Quel posto, seppur ben tenuto, curato e tutto, trasmetteva una tale tristezza e non c'era d'aspettarselo se il padre di Sophie non l'aveva avvertita di quel posto. Chiunque si sarebbe opposto ad entrare li, pure io, ma dovevo farlo. Per Sophie.
Presi il primo ombrello che trovai e insieme a Char riuscimmo ad infiltrarci nell'edificio senza farci notare, quello che dovevamo fare era trovare Soph e portarla via di qui. C'era solo un problema.. Come avremmo fatto a trovarla in un posto così grande?! Non potevo separarmi da Char altrimenti non l'avrei più ritrovata, ma quando mi girai indietro per spiegarle il mio 'piano d'azione' lei si era già dileguata. Così mi ritrovai solo alla ricerca di una ragazza che poteva essere dovunque in quell'enorme collegio che io dovevo esplorare.
Camminavo nei lunghissimi corridoi bianchi e alquanto deprimenti stando attento a non incontrare nessuno e osservando sulle varie porte delle lavagnette con scritto i  nomi di chi dormiva in quella stanza, e dopo un tempo quasi infinito di ricerca mi ritrovai davanti alla sua stanza. Riconobbi immediatamente la sua scrittura sulla lavagnetta. Quando entrai nella sua stanza lei non c'era, di sicuro aveva lezione ma non avrei aspettato un minuto di più. Dovevo aiutarla perchè lei aveva bisogno di me.
Dopo aver osservato alcuni dettagli di quella stanza paragonabile ad una cella uscii dalla stanza e ricominciai la mia esaustiva ricerca, ancora più carico e pronto a trovarla a tutti i costi anche se sapevo che non sarebbe stato facile.
L'avevo cercata dovunque, in ogni luogo del collegio, avevo anche rischiato più volte che mi beccassero, ma di lei non c'era traccia. Sembrava essere sparita e Char con lei, come se entrambe fossero state inghiottite dalla terra.
Temevo di aver perso completamente le tracce di mia sorella e che, quindi sarebbe stato più difficile trovarla in caso avessi trovato Sophie.
Parlai, o meglio pensai, troppo presto perchè poco dopo vidi la sua figura camminare verso di me e accanto a lei, mentre stringeva la sua piccola mano c'era Sophie, la mia piccola.
Mi fermai un istante a guardarla e quello che vidi non mi piacque per niente. Era pallida, con gli occhi rossi e un corpo più magro e fragile di quanto mi ricordassi. I suoi capelli avevano perso la loro lucentezza naturale e le labbra non erano così colorate e carnose come me le ricordavo quando la baciai.
Andai a passo deciso verso di lei l'abbracciai alzandola da terra stando attento a non farle male. La strinsi e lei fece lo stesso con me e in quel momento sentii come se tutto attorno a noi fosse sparito, ma per quanto avessi voluto che quel momento durasse per sempre dovetti interromperlo prima che qualcuno avesse potuto scoprirci. La rimisi dolcemente a terra e mentre mi mostrava un sorriso enorme e meraviglioso mi guardava in un modo dolce come se avesse lo sguardo perso. Potevo benissimo dire addio al mio mondo quando mi guardava così.
"Andiamo ti portiamo fuori di qui" dissi carezzandole la guancia con una mano mentre vidi le sue guance diventare leggermente più rosse del solito.
La presi per mano e andammo nella sua stanza a preparare le valige in modo frettoloso e caotico cercando di mettere dentro il più velocemente possibile tutte le sue cose in modo da potercene andare al più presto da quel posto che, infondo infondo, metteva i brividi.
Da una parte tenevo la mano a mia sorella, dall'altra quella di Sophie e a passo svelto ci dirigevamo verso l'uscita, ma poco prima di raggiungere il salone d'entrata dalle classi iniziarono ad uscire un numero quasi infinito di ragazzine dall'aria altezzosa e superficiale. Non appena ci videro alcune ci invitavano a proseguire e ad andarcene, altre (le peggiori) indispettite, e forse anche gelose del fatto che la mia Sophie stesse per riuscire ad andarsene, chiamarono la preside che non appena ci vide provò in tutti i modi a fermarci ma noi iniziammo a correre, correre più veloce che potemmo nonostante le valigie, e alla velocità della luce riuscimmo a raggiungere l'auto ed andarcene.
"Torniamo a casa" dissi a Sophie appoggiando leggermente una mano sul suo ginocchio.
Si avvicinò leggermente a me e sussurrò debolmente un "Grazie mille" accompagnandolo successivamente da un piccolo bacio sulla guancia.
Il New Jersey non avrebbe più fatto così tanta paura finchè ci sarebbe stata lei ad allietare il mio dolore, ogni ansia, ogni momento. Tutto.
Forse stavo iniziando a capire con chi volevo stare davvero, per sempre se mi fosse stato possibile, e quella persona era Sophie.

SPAZIO AUTRICE:
Hola Ragazze mie,
Sono tornata dopo tanto attesissimo tempo con la terza parte di questo capitolo troppo lungo per essere pubblicato da solo.
Allora che ne dite? Immaginavate tutto questo(tutto ciò che è successo in queste tre parti)? Io lo ammetto, non lo immaginavo perchè lo pensavo in tutt’altro modo ma mi sono lasciata andare e alla fine ecco ciò che ne è uscito.
Non ne vado fiera perchè l’ultima parte l’ho scritta un po’ troppo velocemente per i miei gusti però spero vi piaccia lo stesso.
Parlando del capitolo.. Ci terrei a scusarmi per aver concentrato parte dei miei capitolo su Joe e Sophie quando all’inizio dovevo parlare di Nick e Char. Mi dispiace. E spero anche di aver chiarito in parte alcuni dubbi di alcune lettrici che mi hanno scritto. Sarebbe meraviglioso se mi scriveste qui sotto qualcosa (dubbi, complimenti, ecc.. riguardanti il capitolo e il resto e se c’è qualcosa che secondo voi dovrei migliorare).
Ora mi dileguo dato che sto ancora sfollando perchè Lunedì ho preso il Dvd del concerto degli 1D a San siro (e io ero li *-*)
Un bacio dolcezze,
Jennifer


Joe & Soph
  
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