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Autore: Horror_Vacui    03/12/2014    1 recensioni
Alla fine era normale che accadesse.
Riesco a vederlo dall'alto, il puzzle e tutti i suoi tasselli.
Il quadro della mia vita è dipinto con la scala dei grigi.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine era normale che accadesse.

Riesco a vederlo dall'alto, il puzzle e tutti i suoi tasselli.

Tutte le tessere, messe vicine a completare il quadro della mia vita: 

Una stanza in penombra , forse all'alba, forse al tramonto. 

Una finestra lucida, pulita e chiusa a chiave... già, una finestra sotto chiave; ed in un angolo, una sedia vuota.

Il quadro della mia vita è dipinto con la scala dei grigi.


Una volta però quella finestra era aperta e la serratura non esisteva.

Dopo anni passati ad offrire il cuore, senza darne il giusto valore, a chi non lo voleva, il Rifiuto ha installato una bella serratura e la Paura l'ha chiusa bene, tenendosi la chiave.

D'altronde prima o poi doveva accadere.

Il blocco emotivo era dietro l'angolo, aspettava pazientemente da anni, mentre il Rifiuto tesseva la sua tela e muoveva i fili della mia esistenza. Fili a cui mi sono inconsapevolmente legata a doppio nodo.


Mentre vivi compi delle scelte, non ne sei mai pienamente consapevole.

Tutti crediamo di guardare, di pensare, al Futuro.

In realtà siamo solo ciechi e ritardati.

Se guardassimo davvero al futuro compieremmo scelte mirate, cambieremmo il disegno.

La verità è che viviamo fin troppo nel Presente per accorgerci degli errori compiuti e tutto si risolve in un "effetto farfalla".

Ce ne accorgiamo solo alla fine del Butterfly Effect, quando si compie, quando un giorno ci fermiamo a chiederci com'è che siamo arrivati a questo punto.

Com'è che sono così? Distaccata, a tratti cinica. Non riesco più a legarmi a nessuno.

Come se esistessero delle radici, dei prolungamenti, atti ad assorbire ed emanare emozioni. Le mie hanno dato così tanto non ricevendo niente che si sono atrofizzate.

Nonostante tutto non ho le emozioni cementificate. Anzi, quando il cinismo va a farsi un giro la sensibilità per la sofferenza altrui quasi mi soffoca... ed è strano.

Capisco che possa suonare falso, esagerato e stucchevole, ma a volte ho come la sensazione di essere intrappolata in un blocco di ghiaccio. Ho disimparato ad amare, il mio cuore non ne vuole più sapere.

Anche se mi si presentano occasioni non so più coglierle, perché la Speranza è andata via, evaporata in un Vaffanculo mai urlato.

Aspettative. Aspettative. Aspettative.

Basta, smettetela di chiedere! Non abbiate aspettative su di me. Reprimo quello che amo fare da anni per queste cazzo di aspettative, con risultati aberranti.

Reprimendo questo desiderio di libertà d'espressione che mi è proprio, ho represso anche le mie emozioni.

La solitudine poi è stata fertile, nella sua sterilità, per l'isolamento, che da forzato e non voluto, è diventato una routine. 

Non sono abituata all'amore reciproco.

Ho provato ad accettare ed amare coloro che mi amavano, ma per i quali non provavo semplicemente nulla.

Tempo fa però ho deciso che questa è una "violenza" che voglio risparmiarmi, per cui ho accantonato l'idea dell'amore, fiabesco o no che sia, come una cosa a me aliena.

Ho pianto troppe lacrime, ingoiato troppi rospi amari, mi sono così stancata da essermi trovata altri obiettivi e ora, con il cuore sotto chiave, mi fermo a guardare questo quadro dipinto con la scala dei grigi.


   
 
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