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Autore: Occhi di ghiaccio    04/12/2014    1 recensioni
[DAL CAPITOLO 3]
Appena Max vide che lei iniziò a muoversi per uscire, lui la prese per un braccio, tirandola indietro.
«No, carissima..» e fece un cenno interrogativo per domandare il suo nome.
«Maya» sbuffò lei.
«No, carissima Maya, tu non dirai niente a tuo padre»
Lei restò sbalordita.
«Come sai.. come..?»
«Posso leggere nel pensiero e so che mi trovi tremendamente affascinante» rispose lui, scompigliandosi un po’ i capelli corvini.
«Questo te lo sei inventato. Io ti trovo tremendamente.. antipatico. Lasciami andare, io faccio quello che voglio» lei cercò di scrollarsi di dosso la sua presa, ma non ci riuscì.
Lo guardò, notando nei suoi occhi neri un’improvvisa tristezza.
«Ti prego. Dammi il tempo di spiegarti tutto»
«Cosa mi dovresti spiegare, Maximilian?» chiese lei, marcando sul nome.
«Una lunga storia, nella quale tu, senza saperlo, ne sei coinvolta»
«Io non voglio essere coinvolta in nessuna storia. Mi sembra già strambo tutto questo»
«Lo so, è l’inizio. Ti ci abituerai. Torna domani, ti prego. Poi sceglierai tu cosa fare»
Max si era fatto supplichevole.
Maya sospirò, maledicendo il suo lato generoso.
«D’accordo, non dirò nulla e tornerò domani. Ora mollami»
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note
Ehi, eccomi qui! 
Mi scuso per questo capitolo, corto e abbastanza noioso, senza una traccia di dialogo.
Però serviva, prima di tutto per far conoscere meglio la casa, e poi è un capitolo importante perché parte da qui tutto il fantasy e l'avventura "fantasmosa" :)
Spero lo stesso che con questo seguito non vi stufi e vi induca a non seguire più la storia. Prometto che i prossimi capitoli saranno più.. animati ecco.
Buona lettura, fatemi sapere che ne pensate :3
-Occhi di ghiaccio


2. Una visione?
Si alzò lentamente, prese le sue ballerine –uniche scarpe che aveva oltre a quelle da ginnastica- in mano, per poterle mettere una volta raggiunto il piano superiore, in cui non c’era nessuno.
Prima di uscire controllò che tutti stessero dormendo, compreso il cane.
Poi iniziò a salire le scale, con le scarpette in una mano e il golfino nell’altra, in caso avesse così freddo da iniziare a battere i denti. Una volta arrivata infilò le ballerine e il gilè, perché la temperatura si abbassava di brutto. L’unica cosa spiacevole della nuova casa era il freddo.
Si accorse solo in quel momento che l’unica luce era la lampadina nell’angolo delle scale. Ma quando sarebbe entrata nelle altre stanze non avrebbe visto nemmeno i suoi piedi. Così si tolse le scarpette per non far rumore e corse veloce in cucina, a prendere una candela e un fiammifero. In cinque minuti tornò di sopra, attrezzata di tutto.
Intanto quel rumore di passi non si sentiva più, quindi era già più serena per il fatto che non avrebbe trovato nulla di strano.
Entrò nella prima stanza nel corridoio a destra. Era molto grande, arredata con mobili antichi e tantissimi affreschi sulle pareti. Al centro c’era una poltrona con una scrivania piena di libri e fogli che fuoriuscivano dai cassetti. Maya si avvicinò al tavolo e avvicinò la candela ai libri, per leggere di cosa si trattavano. Trattavano tutti di cittadinanza, diritti umani, sui fogli c’erano scritti della Seconda Guerra Mondiale ma nulla che le interessava.
Uscì da quella stanza ed entrò in un quella accanto, che emanava un tanfo terribile. La ragazza si tappò il naso e guardò con disgusto il disordine e la polvere che copriva tutti gli scaffali. Ebbene, era una libreria. Cos’è un castello senza una biblioteca?
Probabilmente sarebbe stata la stanza preferita di Maya, lei amava leggere.
Si ripromise che il giorno dopo ci sarebbe tornata. Uscì anche di lì ed entrò nella stanza in fondo al corridoio. Era chiusa, così la spinse leggermente. La candela sembrò come affievolirsi un po’, il che fece suggestionare Maya, ma non si fermò.
Appena entrata vide un grande arazzo sulla destra. Ma non fu quello ad impressionarla. Fu invece uno specchio, sulla parete di sinistra. Era enorme, appoggiato su una scrivania con tanti cassetti stile medioevale. Per un attimo le sembrò di sentire qualcosa muoversi all’interno di quello specchio, ma di sicuro era qualcuno al piano di sotto che si rigirava nel letto e l’eco aveva rimbombato fin lì.
Stava per uscire quando uno scricchiolio ben forte la fermò.
Si girò lentamente verso la stanza e vide una figura indefinita uscire dallo specchio. Si portò le mani alla bocca per non urlare, arretrando all’indietro finché non fu in corridoio e quella figura non la vide più.
Una parte di lei diceva di correre a chiamare suo padre, oppure di tornare a dormire dimenticando tutto, e l’altra parte di lei insisteva nel tornare dentro quella stanza e controllare che non sia stata solo un’allucinazione.
Maya, ragazza testarda che era, sempre in cerca di guai, strinse la candela nella sua mano e fece sbucare la testa oltre la porta.
Non c’era più nessuna figura, così si disse che era solo stata un’ombra di qualche oggetto che non riusciva a vedere. Ma d’improvviso si sentirono ancora quei passi, stavolta capì bene da dove venivano.
Da dietro lo specchio.
Il suo cuore iniziò a martellare di nuovo, così forte che pensò di ritrovarselo in mano.
Si disse che per quella notte aveva finito. Sarebbe tornata il giorno dopo, magari con più attrezzi per difendersi se ci fosse stato veramente qualcosa di pericoloso.
   
 
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