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Autore: Chesy    04/12/2014    8 recensioni
Abbozzata come un disegno, sulle note di una canzone, una tipica notte in cui Alec rientra a casa e, guardando Magnus dormire.....
[Prima Song-fic with Magnus and Alec]
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“E levo questa spada
Attraverso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima
Tenderò i predoni
Arriveranno in molti
E solcheranno i mari”
 
Sangue di demone colava lungo la lama angelica, corrodendo la pelle di luna: le luci della città dipingevano una battaglia oramai conclusa, figure scure che avevano sopraffatto quelle che ora svanivano in sbuffi di fumo e fluido maleodorante. L’acqua scorreva placida sotto il ponte di Brooklyn, ignara testimone di una battaglia invisibile: gli occhi blu si alzarono ad osservare i compagni, un cenno d’assenso rivolto a loro, silente domanda rimasta sospesa in aria.
E poi la conferma, un urlo e ringhi sommessi: là, vicino al ponte, là, dove la terra era intrisa di sangue, la battaglia non era ancora finita. E gli Shadowhunters ancora dovevano affrontare i demoni ribelli.
“Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria”

Alec era fermo sulla soglia di casa sua.
Immobile, in silenzio in quella notte di stelle e luna: osservava la porta, la maniglia, e immaginava ciò che avrebbe trovato dall’altra parte. Una volta non avrebbe neanche potuto pensarlo, invece adesso era pura realtà: e quando la maniglia scattò, e le luci soffuse si accesero, inspirò l’aroma tiepido e confortevole, sentendosi alleggerito da ogni responsabilità, mentre il cuore si gonfiava e batteva forte nel petto.
L’aria sapeva di Magnus.
“E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo”

 
Dormiva nel loro letto, il volto sepolto nel cuscino, le palpebre chiuse, una tazza sul comodino con del caffè oramai gelido: Alec osservò l’uomo dinanzi a lui, le lunghe ciglia che disegnavano strane linee sul suo viso spigoloso, la pelle resa ancor più scura dalla notte.
Per un attimo, desiderò che aprisse le palpebre e che lo guardasse con quegli occhi che, ogni volta, provocavano una scossa lungo la spina dorsale: rimase immobile, minimizzando anche il respiro, per paura di svegliarlo.
Ecco per chi, ogni notte, si batteva.
Ecco per chi, ogni notte, tornava a casa.
“Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti Difenderò da incubi E tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre
 
Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mantello asciugherò il tuo pianto”

 
Non poté fare a meno di pensare a tutto quello che l’aveva condotto lì, ad essere lo sposo e l’amante di quel bellissimo Nascosto: cercò di evitarlo, ma frenare i ricordi era impossibile.
Gli venne in mente il loro incontro, quando i loro sguardi si erano intrecciati: quando Magnus l’aveva salvato, il loro primo appuntamento, le incertezze che li aveva divisi, le insicurezze che aveva minato il terreno sul quale si fondava il loro rapporto. L’amore che li aveva travolti e che, per un po’, gli aveva fatto paura.
Perché provare attrazione per un altro uomo gli era sembrato tanto sbagliato.
Ma ora, ora che aveva attraversato con Magnus tante avversità, ora che conosceva le sue debolezze e la sua forza, ora che sapeva quanto lo amava e quanto ci teneva, ora che aveva asciugato le sue lacrime e supportato la sua bizzarra follia, non sentiva di aver fatto una scelta sbagliata.
Non era sbagliato, amare a fondo colui a cui sentivi di appartenere.
“E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai”

 
Gli accarezzò una guancia, la pelle liscia sotto i polpastrelli ruvidi: sembrava un bambino, quando dormiva. Un grande bambino con un ego smisurato e un carattere folle: ed era suo, suo e di nessun’altro.
Già, sarebbe stato bello: peccato che il tempo li avrebbe divisi.
Ma non voleva pensarci, non in quel momento, non mentre Magnus strusciava la guancia contro la sua mano, come un gatto in cerca di affetto: insieme avevano affrontato persone che ambivano a separarle, insieme avevano costruito qualcosa. E, anche dopo quel giorno in cui lui se ne sarebbe andato, non avrebbe mai smesso di proteggerlo.
Magnus era troppo importante.
“Non temere il drago
Fermerò il suo fuoco
Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò”

 
L’acqua tesseva un’armatura di gocce calde lungo la pelle, il sangue raggrumato scivolava via in cascate rosate: i capelli neri si appiccicarono alla pelle bianca, le cicatrici risaltavano sulla carnagione e spiccavano tra le rune. Si passò una mano tra le ciocche, osservando quei simboli: la forza, la grazia, la vista…. Ma anche il significato di ogni cicatrice, le storie che si portavano dietro: il voler difendere chi si ama, la sensazione di non volersi arrendere, di voler apparire più forti di quel che si è.
La determinazione di rialzarsi, anche quando tutto sembra perso, anche quando il demone è troppo forte e il nemico troppo scaltro: anche quando ogni cosa si sgretola sotto le dita, e ti sembra di afferrare sabbia.
Anche allora, quando il tuo sangue bagna la terra, senti di doverlo fare: per te stesso, ma anche per chi ami e per chi desideri proteggere.
 
“Io sono un guerriero e troverò le forze
Lungo il tuo cammino
Sarò al tuo fianco mentre
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre”

Passò la mano sullo specchio appannato, scorgendo nel vapore e nella condensa il suo riflesso, lo sguardo fisso e perso nello stesso blu: sembrava chiedersi se fosse deciso a continuare, se avrebbe proseguito lungo quel cammino tortuoso, se era abbastanza forte da mantenere al sicuro le persone a lui care.
 
“Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, Da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero”

Se combattere demoni non l’avrebbe separato, a lungo andare, da Magnus: se non sarebbe stato meglio andarsene dai Cacciatori, stare con lo Stregone, passare con lui mesi e anni tranquilli, viaggiando mano nella mano, amandosi liberamente, optando per sfruttare tutto il tempo che gli restava.
Ma poi, com’era arrivato, quel pensiero svanì: lui era un Cacciatore, era nella sua natura, e non avrebbe mai potuto rinnegarla. E, probabilmente, Magnus stesso glielo avrebbe proibito.
 
“E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai”

 
Sulla soglia della stanza, rimase appoggiato allo stipite, osservando l’uomo che dormiva nell’oscurità: le linee dei suoi muscoli, i tratti che lo rendevano così meraviglioso e intrigante.
Per arrivare a ciò che erano adesso, avevano lottato con le unghie e con i denti, ma l’avevano fatto separatamente: ora, invece, avrebbero combattuto fianco a fianco, per affermarsi, per dire al mondo chi erano e mai si sarebbero arresi, nonostante tutto fosse contro di loro.
E Alec l’avrebbe sempre protetto, perché senza Magnus non avrebbe saputo come vivere così intensamente.
 
“Ci saranno luci accese di speranze
E ti abbraccerò per darti forza sempre”

 
Scostò le coperte, entrando nel tepore accogliente del letto: il loro profumo, l’odore di quando facevano l’amore, delle lacrime e delle gioie sembrava aver impregnato a fondo le lenzuola. Allungò le braccia, accogliendo Magnus contro il suo petto: latte e caffè, forza e magia, timidezza ed espansività, amore e….amore.
Magnus si mosse, baciandolo sulle labbra, affondando la testa nell’incavo del suo collo: le mani sfiorarono la pelle di Alec, lasciando che si abbandonasse a quel tocco famigliare con un sospiro.
 
 “Giurò sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero”

 
-Mi sei mancato.- disse, un sospiro contro l’orecchio. –Non lasciarmi solo, questa notte.-

-Non ti lascerò mai solo, Magnus.- asserì, baciandolo.

-E’ anche per questo, che sei il mio Guerriero.-


 
Lo Stregatto Parla.

[La canzone è di Marco Mengoni, “Guerriero”]

Sono settimane di fuoco, c’è poco da fare: è un periodo di assestamento e non ho molto tempo da dedicare alla scrittura, motivo per cui m’inchino a voi e vi chiedo “scusa” di tutto cuore.
Non c’è molto da dire, ho scritto questa storia di getto, di pura ispirazione e intuito: la canzone l’ho sentita la prima volta durante le pulizie al locale, saranno state le due di notte, e mi sono subito immaginata una storia Malec legata a questa canzone. Non lamentatevi, vedete che vi penso sempre?
Così mi sono fiondata al pc e l’ho scritta.
Ecco, questo è tutto. Mi mancate, mi mancano i racconti di chi ha concluso le sue storie e rivoglio l’ispirazione per finire e iniziare ciò che ho in programma.
Un bacione a tutte, un grazie a chi recensirà, e uno a chi leggerà: spero vi piaccia, di tutto cuore.
Chesy :3
  
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