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Autore: hikachu    04/12/2014    3 recensioni
Kaito mette il broncio, e lui e Christopher accompagnano Haruto al suo primo giorno di scuola. Post serie.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Kaito Tenjo/Kite Tenjo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi, in altre parole, sei stato piantato in asso.”

Kaito chiude a chiave la porta con un unico giro deciso del polso che fa rabbrividire leggermente Christopher: è certo che vi fosse abbastanza forza nel gesto da incrinare la mandibola di un uomo adulto. Kaito è di pessimo umore stamane, non c'è dubbio.

Christopher aiuta Haruto ad infilare le braccia negli spallacci della sua nuova cartella e decide di provare ad essere conciliante, perché è un adulto e, tutto sommato, Kaito è tecnicamente ancora un adolescente in piena fase di ribellione. Così, mette su il miglior sorriso forzato di cui è capace, e fa, “Suvvia, non è un po' troppo duro se la metti così?”

Kaito, dal canto suo, non ha pietà.

“Che vuoi dire? È la verità dei fatti, no? Sarebbe imbarazzante per i tuoi fratelli uscire con te alla loro età, dopotutto.”

Christopher può sentire il veleno che gocciola da quelle parole e non sa se sentirsi più ammirato o arrabbiato davanti alla precisione tutta spontanea con cui Kaito riesce a colpire proprio dove più fa male. Quale meravigliosa freddezza, pensa con una contrazione dell'angolo della sua bocca ancora sorridente che gli dice, nah, sei proprio infuriato.

Kaito mette in tasca le chiavi con un tintinnio e si volta per prendere la mano di Haruto con un'espressione affettuosa: un quadretto che di solito scioglierebbe il cuore di Christopher, non fosse per a) la differenza, assolutamente immotivata, negli atteggiamenti verso loro due, b) l'evidente ipocrisia di Kaito in questa circostanza (chi è che avrebbe un complesso per i fratelli minori qui, uh?).

Sono in strada quando Christopher decide che non c'è soluzione a questo mistero – non se Kaito non decide di aprire il proprio lunatico cuore, comunque – e sospira.

Haruto, il gentile, dolce Haruto, così diverso dal suo – affatto carino – fratello maggiore, si ferma e si volta con un viso preoccupato.

“Stai bene Chris?”

“Ah, sono solo un po' triste, Haruto. Per qualche motivo, oggi, Kaito è cattivo con me,” che si rivela essere la cosa giusta da dire, perché Haruto rimprovera immediatamente suo fratello per aver trattato male Chris, una della persone preferite di Haruto, dopodiché fa cenno a Christopher di abbassarsi così da potergli accarezzare il capo e cantilenare: su, su, come se fosse un incantesimo contro la tristezza.

“Grazie, Haruto,” il sorriso di Christopher non ha limiti, davanti al broncio amareggiato sul viso di Kaito. Ah, dolce vendetta.

Fanno il resto della strada per la scuola elementare di Heartland in silenzio: Christopher che tiene la mano di Haruto e gongola in silenzio, e Kaito furioso, da solo, in silenzio, per essere esatti.

C'è finalmente una tregua quando arriva il momento di lasciar andare Haruto, di lasciarlo alla maestra che è venuta loro incontro e all'inizio della sua avventura nella scuola pubblica. Kaito è visibilmente preoccupato, perché le condizioni di Haruto non gli hanno mai permesso di frequentare la scuola—o di interagire con altri bambini della sua età prima d'ora, ma si fa forza e tira fuori il sorriso più rassicurante di cui è capace per salutare Haruto fino al pomeriggio. Christopher fa la stessa cosa, baciando la fronte di Haruto. Ha il cuore gonfio di un misto di felicità e orgoglio, perché questa è la sua seconda famiglia, Haruto e Kaito entrambi lo sono, e non può capacitarsi della propria fortuna.

Avvolge una mano intorno a quella di Kaito, continuando a guardare Haruto che segue la maestra nell'edificio con un'andatura entusiasta. “Non preoccuparti, andrà tutto bene,” sussurra, perché riesce a leggere gli occhi di Kaito anche quando non può vederli.

“Lo so,” borbotta Kaito, che scuote la testa e poi gli chiede con la sua solita voce ferma, “Andiamo?”

“Mh-mh. È una giornata perfetta per una passeggiata, non trovi??”

“Così pare. Peccato che non riuscirai a godertela appieno, senza i tuoi fratelli...”

“Oh?” Christopher sbatte le palpebre. “Oh! Era questo, allora! Cosa c'è, Kaito? Avevi in mente una mattinata romantica solo per noi due?”

La facca di Kaito si fa rossa e lui s'imbroncia più di prima, il che rivela a Christopher che ha fatto centro. Sarebbe molto, molto difficile trattenere le risate a questo punto. Ragion per cui non ci prova nemmeno.

“Sta' zitto!” sibila Kaito. “Smettila di ridere, stupido! È del tutto normale, no?”

Christopher asciuga le lacrime che si sono formate agli angoli degli occhi e annuisce, mantenendosi il petto con l'altra mano.

“Credo tu abbia ragione. È stato insensibile da parte mia, chiedere a Mihael e Thomas di venire con noi. Avrei dovuto leggere l'atmosfera. Tuttavia,” sorride furbescamente, “non puoi negare che se stamattina Haruto avesse avuto paura, l'avresti portato con noi senza pensarci due volte.”

Kaito distoglie lo sguardo. Ha la punta delle orecchie quasi in fiamme.

“Scusa, scusa,” ridacchia Christopher. “Che ne dici di una tazza di cioccolata calda? Offro io, quindi, per favore, perdonami, okay?”

Kaito affonda il capo tra le spalle, protestando, “Non sono più un bambino,” ma stringe ugualmente la mano di Christopher mentre si incamminano verso il bar più vicino.
   
 
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